un equivoco politico

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gian luigi bettoli

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Mar 13, 2025, 8:10:20 AMMar 13
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Il voto di ieri del PD al Parlamento Europeo chiarisce una volta di più
di quale equivoco sia costituito quello che rimane della "sinistra"
(termine quanto mai utilizzato a sproposito) italiana.

Per chi si fosse distratto: 11 astenuti, tra "pacifisti" indipendenti,
tiepidi e moderati dell'unità del partito (per fedeltà alla segretaria
nazionale), e 10 per il riarmo (e la guerra, capeggiati dal presidente
del partito), in attesa di divenire 8, con la richiesta di
autorizzazione a procedere per corruzione verso 2 di loro. In altri
tempi, per un comportamento del genere, ci sarebbero state le
espulsioni, oppure una scissione.

Potremmo dire che tutto nasce molto tempo fa, dalla scelta occhettiana
di fare qualcosa che non era più comunista, ma non era neanche
socialista-socialdemocratico (nel senso internazionale, ché in Italia la
seconda parola è solamente un insulto: una cosa erano Olaf Palme, Bruno
Kreysky, Willy Brandt e via discorrendo, altra Pietro Longo e Bettino
Craxi), e di condividere scelte avventurose, come la distruzione del
sistema elettorale proporzionale in compagnia di un DC di destra come
Mario Segni. Ma dobbiamo pure ricordarci che si tratta ormai di oltre un
terzo di secolo fa, ed è perfino inutile scomodare la memoria: poi, di
scelte discutibili, se ne sono fatte pure altre...

... arrivando ad unificarsi con quanto rimaneva della sinistra DC,
costruendo (?) un partito né carne né pesce. Eleggendo a "guru" di
riferimento un personaggio di secondo piano della "prima repubblica"
come Romano Prodi; che decisamente non è Lenin, ma neanche quell'Enrico
Mattei che si lascia utilizzare per altri fini da Meloni, senza alzare
manco un fiato in difesa del principale protagonista dell'economia
pubblica nazionale e del tentativo di utilizzarla a tutela dello Stato,
delle classi meno abbienti e pure dei movimenti di liberazione
anticoloniali.

Ed ora, alla fine di un percorso ad ostacoli fa-e-disfa, di gruppi che
si scindono per poi ricomporsi (l'elenco di ciò che è succeduto a Pci,
Psi e gruppi vari è infinito, e pure ozioso, quando non addirittura
ridicolo), siamo arrivati all'ennesimo equivoco, forse finale. Con una
segretaria priva di maggioranza del partito, che ha contro quasi tutto
l'apparato; con riferimento ideologico Obama e Prodi, in mancanza di
meglio, e pure lì ormai riceve solo sputi), tanto per occupare uno
spazio, forse di "sinistra", ed alimentare equivoci, frustrazione e
disillusione.

Non è un caso che, a fronte anche di un candidato debole a sindaco di
Pordenone, "spinto" dal suo partito secondo la logica del "vai avanti tu
che a me viene da ridere" (un candidato che però lascia capire a qualche
gazzettiere che, caso mai vincesse, nominerebbe soprattutto assessori
del PD: comprendibile, con tutte le contrapposte correnti interne da
accontentare - logica già vista altrove, come a Trieste, con i bei
risultati raggiunti da Cosolini e "compagni"), comincino ad esserci
persone che dicono che, rifiuto dell'astensionismo a parte - in generale
- questa volta per il comune non intendono neppure votare.

Bei risultati. Ed ormai appare stellare l'ipotesi che Schlein e
Conficoni abbiano uno scatto, e mandino a quel paese la zavorra
liberalconservatrice che hanno in casa. Da perdere, non avrebbero nulla,
ormai. E magari potrebbero diventare una cosa seria, forse...

Glb

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NE' UN UOMO, NE' UN SOLDO PER LA GUERRA (Andrea Costa)
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E mi insegnò che l’emigrato è un lavoratore non uno straniero. In un paese che considera soltanto il profitto e la produttività, tutti i lavoratori sono stranieri (Ezio Canonica, presidente dell’Unione Sindacale Svizzera, parlando del suo maestro di sindacato, il friulano Augusto Vuattolo).
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Quel cervellone barbuto di Karl Marx l'aveva detto che nessuno può diventare ricco con il proprio lavoro soltanto e che per diventare un Vip ed entrare nell'elite dei più ricchi bisogna far lavorare gli altri. Per perseguire questo sogno, sono state tentate numerose soluzioni ingegnose nel corso della storia, dalla schiavitù e i lavori forzati, la tratta, la servitù debitoria e le colonie penali fino alla precarizzazione, i contratti a zero ore, il lavoro flessibile, la clausola di non-sciopero, lo straordinario obbligatorio, il lavoro autonomo forzato, le agenzie interinali, la subfornitura, l'immigrazione clandestina, l'esternalizzazione e molte altre novità organizzative improntate alla massima flessibilità. Cavalcare quest'onda nel mercato del lavoro, nel corso dei secoli, è sempre stato il ruolo dell'agente di collocamento dinamico e innovativo. Pochi però se ne rendono conto. (Marina Lewycka)
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Ormai non si gioca più a vincere, si gioca a sopravvivere e a continuare a dar fastidio (Paco Ignacio Taibo II).
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In fondo, che è il vero leader? Secondo me, è colui che è capace di far diventare leader gli altri (Ela Bhatt)
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In questo paese si è arrivati a pagare per poter lavorare (Denis Poletto)
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Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. (Robert Kennedy)
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Diffondere e insegnare la conoscenza imporre a tutti i costi la propria esperienza. Guidare, guidare per farsi seguire opporsi al potere, infine riuscire a cambiare il potere. Decidere per gli altri dentro a una stanza sapersi organizzare con molta efficienza.
Guidare, guidare per farsi seguire opporsi al potere, cambiare per poi reinventare il potere. Il potere.
E non ho visto mai nessuno buttare lì qualcosa e andare via (Giorgio Gaber)
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Avresti ragione, ma la ragione è stata relegata in soffitta (Francesco Micelli)
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Adriano, fai quello che vuoi, ma non licenziare nessuno: la disoccupazione involontaria è la peggiore disgrazia che possa capitare ad un essere umano (Camillo Olivetti al figlio).
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La maggior parte della gente pensa che il bene verrà dal cielo, porterà via tutto e renderà tutti felici. Ma se tu sapessi il valore della vita cercheresti la tua su questa terra e ora che hai visto la luce ribellati per i tuoi diritti(Bob Marley).
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Chi ripercorre il passato per comprendere il presente può essere considerato un vero maestro (Confucio)
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E' nostra convinzione e nostra pratica che per ribellarsi e lottare non sono necessari né leader né capi né messia né salvatori. Per lottare c'è bisogno solo di un po' di vergogna, un tanto di dignità e molta organizzazione (subcomandante Marcos).
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Non avete ragione, siete maggioranza (Federico Tavan)
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Beati coloro che hanno fame e sete di opposizione. Beati coloro che sanno resistere (padre David Maria Turoldo)





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