Ho letto questo articolo su Repubblica online e mi chiedo come mai la
Procura di Bari di oggi assomigli sempre di più al famoso "Porto delle
nebbie", cioè alla Procura di Roma (ai tempi di Andreotti).
Ovviamente non me lo chiedo solo io, se lo chiede anche il
Sottosegretario Mantovano, vice di Maroni al Ministero degli Interni.
Mantovano è un ex Magistrato, cioè uno che se ne intende di Procure,
non parla certamente a vanvera.
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/sottosegretari/0999_mantovano/
Ultimamente a Bari accadono cose "abbastanza strane", basti citare il
caso del Sig. Filippo Pappalardi, un padre di famiglia trasformato in
un "mostro" e dato in pasto ai media (oltre ad essere stato sbattuto
ingiustamente in galera).
E non è un caso isolato ovviamente. Vogliamo parlare di abusi? Ecco
questo secondo me è un abuso, ma non trovo riferimenti a questo tipo
di abusi sul Sito del Cesap che dice espressamente di occuparsi di
abusi. Ci sono abusi di serie A e abusi di serie B per caso?
Sbattere una persona, o una famiglia, o un intero gruppo di persone
per mesi e per anni in prima pagina (come è successo recentemente
stranamente proprio a Bari) come lo vogliamo chiamare? Abuso? Oppure
la riteniamo una cosa "normale"?
Mi aspetterei che un Centro Studi serio parlasse anche di questi abusi
e non solo di quelli di cui fa comodo parlare!
CogitoErgoSum
http://bari.repubblica.it/dettaglio/boss-scarcerati-bufera-sui-giudici-il-tribunale-chiede-spiegazioni/1618564
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Mantovano processa i magistrati "Danno sempre la colpa agli altri".
Sono molto preoccupato» ammette il sottosegretario all´Interno,
Alfredo Mantovano.
Non capita tutti i giorni che liberino ventuno delinquenti, o presunti
tali, perché un giudice non riesce a depositare le motivazioni della
sentenza di condanna.
«Non è nemmeno la prima volta che in questo distretto giudiziario
accadono cose del genere: la mafia foggiana aveva beneficiato dello
stesso trattamento. In quel caso perché non erano state trascritte
secondo tempi utili una serie di intercettazioni telefoniche. Oggi
come ieri, il risultato non cambia: non riescono ad essere osservati i
termini fissati dalla legge. Qualsiasi scusa per giustificare
comportamenti di questo tipo, non ha fondamento».
Rimedi?
«Per domani, venerdì, ho chiesto al prefetto Schilardi di convocare
una riunione col procuratore della Repubblica e con i vertici delle
forze di polizia».
Ci sarà anche il numero due del Viminale?
«Sì, certamente. Insieme con tutti quanti gli altri, voglio valutare
bene l´impatto che queste scarcerazioni provocano in termini di
incremento della pericolosità».
Cioè?
«Un mafioso non può fare altro che il mafioso. Questa regola,
verosimilmente, sarà seguita pure in questa occasione: ritorneranno a
fare quello che facevano prima di essere arrestati».
Non c´è da stare allegri.
«Ci sarà, temo inevitabilmente, un deficit di sicurezza ed un
incremento di insicurezza».
Mantovano pecca di pessimismo?
«Non stiamo mica parlando di agnellini».
Il presidente dell´Anm Salvatore Casciaro, fa sapere che «le
scarcerazioni non riguardano le imputazioni e le condanne più gravi».
«Invidio chi riesce a fare distinzioni».
Quali, scusi?
«Quella fra chi è imputato di strage e di omicidio, e che non esce dal
carcere, e chi è accusato solo di associazione per delinquere. Solo
fra virgolette, mi raccomando. Gente, insomma, che sembra destinata
esclusivamente a fare ammuina, come dicono a Napoli. Non è così,
naturalmente».
Perché, che cosa potrebbe succedere?
«C´è un rischio per la collettività. Siamo di fronte a scarcerazioni
improvvide: adesso si tratta di comprendere come contenerle».
Il responsabile della giunta dell´Anm, sostiene: il gup Anna Rosa De
Palo, promossa dal Csm alla guida del tribunale per i minori, è «bravo
e stimato» e se fosse stato «esonerato dalle urgenze» avrebbe potuto
scrivere la sentenza che ancora non c´è.
«A me risulta che avesse avuto l´esonero proprio per scrivere quella
sentenza. Poteva ad ogni buon conto segnalare eventuali problemi al
capo dell´ufficio, e si sarebbe trovata la maniera di risolverli».
La maniera di risolverli.
«Bari non è Gela o la Calabria dove l´assenza di giudici è cronica. L
´Anm piuttosto, la smetta di difendere acriticamente i suoi associati.
Mi attenderei un minimo di riflessione: possibile che perfino davanti
a fatti pesanti come questo, la colpa è sempre degli altri? Del
Parlamento, del governo, dei partiti... E´ come rifiutarsi di capire».
(16 aprile 2009)