LANUSEI. Acquistare su caggiu di capretto in un punto vendita regolare
con tanto di scontrino fiscale e garanzie sulla provenienza? Adesso si
può. Sono già tre le aziende che possono produrre e commercializzare
quello che probabilmente è stato il primo formaggio che ha conosciuto
l’uomo. Si tratta delle ditte: Alberto Scattu di Gairo e Antonio
Onorato Cannas e Maria Assunta Melis di Villagrande che insieme si
possono fregiare delle prima genitura della singolare produzione.
Nessuna azienda invece, di Urzulei dove da qualche anno si tiene la
“Sagra de su caggiu’e crapitu”. Proprio nel corso della manifestazione
dello scorso anno era stata da la notizia ufficiale della nascita di
un disciplinare che regolasse la produzione e la vendita. Un percorso
che è arrivato non senza qualche difficoltà a compimento e adesso il
via. «È il 1º anno e le tre aziende che sono dei mini caseifici, lo
scorso autunno non hanno fatto grandi produzioni - commenta Virgilio
Congiu responsabile del servizio d’Igiene degli allevamenti e delle
produzioni zootecniche - a loro è già stato assegnato il numero di
riconoscimento e il bollo della Cee che in pratica dà l’autorizzazione
ufficiale a produrre e vendere caggiu di capretto in tutto il
territorio comunitario. Come azienda Asl abbiamo anche dato loro una
linea guida tecnica operativa dove sono riportati gli aspetti
amministrativi». Ad inoltrare la domanda erano state diverse aziende,
ma non tutte poi si sono rivelate adeguate poiché non erano in
possesso dei necessari requisiti per la produzione. Altri operatori
per lo più allevatori di capre non erano del tutto convinti della
bontà dell’operazione per cui hanno lasciato andare avanti qualcun
altro, come spesso succede, per vedere cosa succederà e semmai
prendere decisioni più in là. La prassi prevede che bisogna inoltrare
la domanda per il tramite della azienda Asl, allegando relazioni
tecniche planimetrie. Indicazioni e aiuti necessari per predisporre il
tutto, gli interessati le possono trovare negli uffici della Asl a
Lanusei. «C’è grande soddisfazione - aggiunge Congiu - per il
raggiungimento dell’obiettivo. Siamo i primi in Sardegna ad utilizzare
questa tipologia di stabilimenti e siamo fiduciosi che l’intrapresa
economica di questi signori possa avere un seguito e che il prodotto
esca in via definitiva dalla nicchia della illegalità per assumere la
dignità e il prestigio di un prodotto legale».
(
n.mu.) - La Nuova Sardegna