Questi porti nuragici sicuramente avevano un'importanza strategica
notevole per gli insediamenti costieri e in particolar modo per Sulci
che all'epoca doveva essere la più importante. Però mi ha sempre
incuriosito capire che genere di rapporti potessero esistere tra i
centri costieri e quelli dell'interno, penso a importanti siti come il
Sèlene di Lanusei o il Serbissi di Osini che si trovano a distanze ora
ridicole, ma che all'epoca non dovevano essere notevoli soprattutto
senza strade carrabili (o mi sbaglio?).
Questa convinzione mi viene in parte smontata dal La Marmora che
riguardo alla zona del Sèlene dice: "vi trovai una specie di pozzo ad
imbuto tutto rivestito di pietre vulcaniche tirate dalla montagna di
Barì [...]. Questo imbuto m'è sembrato una ripetizione di quello detto
il Pozzo di Santa Cristina di Paulilatino".
Da questo spunto parrebbe chiaro che si raggiungeva agevolmente la
costa addirittura per estrarre grosse quantità di materiali lapidei,
inoltre la tecnica costruttiva del pozzo sacro di S. Cristina, che è
molto particolare, sarebbe stata "esportata" fino in Ogliastra o vice-
versa.
Non sono un esperto ma un semplice neofita curioso della storia
nuragica, quindi spero di non aver asserito grosse baggianate, però mi
piacerebbe sapere cosa ne pensate o cosa sapete a riguardo.