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Da Idra un resoconto da un convegno autocelebrativo in Regione
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http://www.idraonlus.it/2025/06/16/fuori-sul-marciapiede/ Associazione di
volontariato Idra iscritta al Registro Unico
Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) Via Giano
della Bella 7, 50124 FIRENZE; Tel. 055.760.27.73, 320.161.81.05 idra...@pec.it,
idr...@gmail.com;
http://www.idraonlus.it, https://www.facebook.com/idra.firenze COMUNICATO,
16.6.’25 ‘FUORI,
SUL MARCIAPIEDE!’ RISCHIO
IDRAULICO E INFORMAZIONE NELLA REGIONE TOSCANA ‘Meno
rischio in Toscana! Siamo d’accordo!’, spiega il
responsabile di Idra al momento di porgere a chi
è in fila nel vestibolo del Teatro della Compagnia un
contributo temerariamente intitolato ‘NESSUNA RISPOSTA,
né in diretta né in differita, né a voce né per
iscritto’… E’ lunedì 16
giugno mattina, via Cavour, appuntamento finale del
‘percorso formativo e di comunicazione’ sulle politiche
di contrasto ai guai idrogeologici intitolato ‘MENO RISCHIO IN TOSCANA’. ‘Ma lei,
è dell’evento?’, obietta una ragazza
dell’organizzazione. ‘Certo:
sono registrato!’ ‘Sì,
però… non si può distribuire materiale, se non è… quello
della Regione!’ ‘Ma…
esistono ancora… i cittadini!? niente spazio qui per le
associazioni di volontariato!?’ ‘E’
così: non si possono dare i volantini…’ ‘Questo
non è un volantino: è informazione! Questo contributo
voi l’avete ricevuto, a suo tempo, e non avete risposto.
Ci permetterete di farlo sapere a chi interviene, no?’ Subentra
un’affabile responsabile di grado superiore. ‘Guardi,
le devo chiedere di farlo fuori! Sul marciapiede!’ Indicazione
perentoria. Ma, ammettiamolo, non inattesa. ‘D’accordo…’.
Fuori, sul marciapiede, quella
che il cronista annota è in buona parte una simpatica
sfilata di gala. Del
resto, oggi sarà giorno di attestati, e premi, e foto, e
celebrazioni. Qualcuno compulsa incerto il magico
aggeggio e interpella l’indiscreto cittadino con quei
fogli in mano, scambiandolo per usciere, a sincerarsi
che sia questo il portone giusto. ‘Sì, è
qui la festa!’, risponde lui ammiccando e porgendo una
delle centocinquanta copie di pericolose integrazioni
informative di cui è munito. Ma per correttezza
aggiunge: ‘Non appartengo al Palazzo… rappresento
l’opposizione!’. Sgrana
un attimo gli occhi. ‘No, non
quella al governo della Regione, s’intende! Quella al…
Sistema’. C’è chi
afferra, chi meno, ma tutti – tranne uno, forse un po’
nervoso – accolgono il fronte/retro proposto. Qualcuno
chiede addirittura spiegazioni. ‘Eccole!
Sono scritte nelle prime righe. A Firenze abbiamo un
caso-scuola di rischio idraulico gigantesco,
concreto e attuale, acclarato e pervicace,
grande come una casa, anzi come una stazione:
l’enorme buca TAV che si scava da anni – senza
valutazione di impatto ambientale – in un’area
classificata ad elevato rischio idraulico’. ‘Cioè?’ ‘Vede.
Quella voragine fra viale Redi, viale Corsiva e via
Circondaria doveva nascere molto più a est, all’incrocio
col viale Belfiore. Ma poi, al momento dell’approvazione
in conferenza di servizi, 26 anni fa, il disegno di
quella stazione non piacque: prevedeva la demolizione di
un’architettura razionalista storica. E allora si rifece
il progetto, e la nuova stazione fu approvata nel 2003
accanto al subalveo del torrente Mugnone, in un’area di
esondazione a pericolosità idraulica classificata ‘alta’
nelle carte dell’Autorità di bacino!’ ‘E’
così!?’ ‘Già! Si
preferì evitare di riattivare una noiosissima (!)
procedura di valutazione di impatto ambientale e si
scolpì nella pietra delle carte ministeriali questa
frase, che tutte le autorità di controllo accolsero con
gioia: “Per quanto riguarda la nuova stazione AV
restano confermate le valutazioni già espresse nella
Conferenza dei servizi del 3.3.1999”. Solo che
quelle valutazioni riguardavano un contesto urbanistico
e trasportistico abbastanza differente. E, soprattutto,
una fossa programmata a parecchie centinaia di metri a
est del Mugnone, in un’area che l’Autorità di bacino
definisce a pericolosità né alta né media…, bensì
bassa!’. ‘Se è
vero, come si chiama questa, se non pirateria?’, obietta
l’interlocutore. ‘Non
esageriamo, nella neolingua si può ben chiamare…
‘democrazia’! La mancata procedura di VIA per la
stazione Foster, e di VIA regionale o di altro tipo per
l’adeguamento idraulico di Mugnone e Terzolle, ha impedito
infatti scientificamente alla
cittadinanza e alle autorità tecniche indipendenti l’accesso
alla conoscenza dei progetti e l’esercizio del diritto
di proporre osservazioni, correzioni, integrazioni!’ Un’amica
ex cronista è lì che ascolta. Il responsabile di Idra
le domanda a bruciapelo: ‘A proposito di bufale… lo sai
dove vanno le terre di scavo delle gallerie della
‘grande opera’?’ ‘No:
dove?’ ‘In discarica!’ ‘Ma
dài,,,!’ ‘Infatti.
Nessuno dei ‘grandi giornali’ lo scrive. Lo abbiamo
fatto sapere a tutti i media, in tutte le salse.
Ma loro, zitti! Che mestiere è diventato mai quello dei
giornalisti?’
E allora, quando il volontario-non-allineato, esaurito
il proprio compito sul marciapiede, entra in sala per
registrare l’esposizione compiaciuta dei risultati del
percorso formativo e di comunicazione intitolato ‘MENO
RISCHIO IN TOSCANA. Nuove soluzioni contro alluvioni e
frane’, qualcuno dovrebbe spiegargli come potrebbe
ritenersi credibile e dignitoso quel coro di impegni,
rassicurazioni, plausi, lodi e ringraziamenti di cui si
è intessuto l’evento. Vano è stato chiedere del resto
all’ingresso se ci fosse spazio per una breve
comunicazione. ‘Possono parlare soltanto i premiati’, è
stato sentenziato. Ma capiterà mai a Idra di
esserlo?
Nessuno, del resto, che abbia osato fare dal palco un
pur lontano riferimento ai contenuti della dettagliata
incursione informativa sul caso più eclatante e concreto
di apparente incuria amministrativa sollevato e
documentato ‘sul marciapiede’ da un’associazione che dal
1994 segue, monitora e – all’occorrenza – attesta nelle competenti sedi
giurisdizionali l’avventura non sempre gloriosa
delle cantierizzazioni per Alta Velocità ferroviaria,
dal Mugello a Monte Morello, da Sesto Fiorentino alla
città Unesco chiamata Firenze. Anche
dal responsabile della Direzione Difesa del suolo e Protezione
civiledella
Regione Toscana, cui sono state affidate le conclusioni
dell’evento, né ieri né ier l’altro né stamani è
arrivato ai cittadini un qualsivoglia riscontro alla
richiesta di colloquio e alle proposte trasmesse per Pec
a gennaio da Idra. Cosa si chiedeva?
Semplicemente che il progetto
di bypass del Mugnone lì sotto il fascio ferroviario
che origina in Santa Maria Novella tenga conto di due esigenze
prioritarie che – ad avviso dell’associazione -
sarebbe opportuno soddisfare.
La prima, quella di un’adeguata
rivisitazione del progetto alla luce dei nuovi fattori
di rischio sopraggiunti: si tratta di ricalcolare
idraulicamente il dimensionamento dell’intervento,
in relazione ai parametri cui è tenuto ad attenersi (fra
questi, il set di dati pluviometrici, che risultavano
(risultano ancora?) fissati un quarto di secolo fa,
prima cioè che si rendessero palpabili i drammatici
incrementi di rischio derivantidall’accresciuta
frequenza e intensità di fenomeni meteorici estremi.
La seconda, quella della contestuale messa in
sicurezza dell’intera asta del torrente, in termini di
cura, manutenzione e interventi di
sistema miranti a restituire – anche attraverso
attività strutturate - equilibrio al
territorio collinare, periurbano e urbano: lamera
apertura di un quarto fornice, infatti, potrebbe non
bastare a salvaguardare Romito e stazione AV dal rischio
di esondazioni dovute a fango, rami secchi, sabbia e
detriti di risulta provenienti da monte. I recenti
episodi di piena del Mugnone, che ha lambito la base dei
ponti su cui transitavano Italo e Freccia Rossa (28 gennaio, 14 marzo), stanno lì
drammaticamente a ricordarlo. In ogni caso,
giova aggiungere, quanta informazione è stata
fornita ai cittadini che abitano l’area interessata
dall’intervento del bypass, non banale né breve né
indolore, in zona Romito?