Questa foto ha dieci anni: assemblea popolare a Bussoleno, 25 novembre 2015.
Venti anni prima il Movimento dei cittadini, degli amministratori e dei tecnici aveva iniziato a opporsi al progetto Torino-Lione. Dieci anni prima il Movimento aveva fermato il tentativo di aprire i cantieri a Venaus. Nel momento della foto il Movimento aveva definitivamente smascherato le finte proposte di dialogo dell’Osservatorio, in cui l’unica possibilità era accettare supinamente.
Dopo dieci, venti, trent’anni, i fatti parlano da soli. Chi credeva di piegare la storia ai propri interessi ha fatto il passo più lungo della gamba.
L’inutilità dell’opera è palese, nessuna delle motivazioni millantate ha retto la prova della realtà. Le faraoniche previsioni di traffico erano pura fantasia. Merci e camion non sono mai cresciuti. Frecciarossa e TGV viaggiano già sulla linea esistente, collegando tutti i giorni Milano, Torino, Lione e Parigi.
La realizzazione dell’opera è all’anno zero. Nemmeno un metro di binario è stato realizzato. Più di 3/4 dell’opera non ha nemmeno un progetto approvato. Il restante quarto è appena al 16% dei lavori e non ha la minima speranza di essere realizzato prima della metà del secolo, a dispetto di tutti i roboanti annunci a vanvera.
Nessuno è in grado di pagare l’opera. I costi previsti per i lavori sono schizzati alle stelle. L’Unione Europea ha gettato la spugna, per finanziare questa cattedrale nel deserto non basterebbe mezzo secolo di cicli di bilancio.
Dopo dieci, venti, trent’anni è tutto chiaro, sotto la luce del sole. Incredibilmente certa politica si ostina a tenere in vita artificialmente questo progetto fallimentare. Questo è il prossimo miglio che dobbiamo percorrere. Abbiamo svariati miliardi di denaro pubblico: anziché sprecarli sulla più grande opera inutile (e irrealizzabile) d’Europa, dobbiamo usarli per la sanità, l’istruzione, il trasporto pubblico locale. Ecco perché questo posto, in alto a sinistra dello stivale, è ancora e sempre in subbuglio: continuiamo a lottare per difendere il futuro di queste terre e di tutto il Paese.
Domani sera ci ritroveremo nuovamente in assemblea popolare a Bussoleno. Con la determinazione delle ragioni che abbiamo da trent’anni e che continueremo a portare avanti. Con i sorrisi della foto, di chi ci sarà e di chi è andato avanti.