Posto qui per una discussione old school.
Saluti autogestiti,
Accattone
_______________________________________________
Wireless mailing list
Wire...@ml.ninux.org
https://ml.ninux.org/mailman/listinfo/wireless
Ho dato una scorsa al tuo articolo per gli Asini già qualche giorno fa da Telegram.
Anche se ne capisco in parte (e per tanti versi ne condivido) i motivi, mi è sembrato che le considerazioni sul Capitalismo della Sorveglianza, o sul "pericolo" del controllo / subalternità della PA e di noi italiani, non "giustifichino" di per se, in quanto potenziali, la scelta da te caldeggiata ed orientata ad una federazione di cloud "piccolini".
Almeno visto che:
a) innanzitutto sembra funzionale al concetto ed operatività di PA/Stato avere "a single source of trust/info";
Molto vero. C'è poco da aggiungere... Forse solo che un
decentramento è desiderabile anche per la PA (argomento politico).
b) una delle ragioni principali del progetto PSN (pur con i limiti che hai evidenziato, e che riprendono quanto avevi scritto su LinkedIn prima; https://www.linkedin.com/pulse/cloud-computing-e-sovranit%C3%A0-digitale-italia-europa-lamanna-phd?trk=public_profile_article_view ) è proprio la molteplicità ed inadeguatezza dei datacenter locali esistenti in ambito PA;
Sì. Ma ciò non significa che la "razionalizzazione" sia l'unica via. E' solo quella che hanno imboccato. Che è sensata, ma se ne potevano trovare altre.
c) a livello di infrastruttura fisica, il traffico atteso tra N data center distribuiti già a naso non sembra un modello supportabile dalle reti geografiche nostre, ma forse pure in generale;
Non concordo. E' più una questione di architetture software
privilegiate che di rete. Ci sono un sacco di modi diversi di
distribuire. E' vero, ancora una volta, che i modelli scelti da 20
anni a questa parte, portano verso la centralizzazione. Si
potrebbe quindi dire: perché complicarsi la vita? E una risposta
potrebbe essere: perché no? :-)
d) come tu m'insegni (visto che è il tuo lavoro!), un cloud non è tanto il ricorso alla virtualizzazione, a quel "lift & shift" come lo chiamano Azure e gli altri, ma quella "glue", quel middleware che costituiscono lo sterminato catalogo odierno di AWS/GCP/Azure;
Concordo.
e) oltretutto al di fuori dei big citati, ed è vero soprattutto in Italia (ed in Europa), non esistono nemmeno degli "spacciatori di colla" potenzialmente adatti (per dimensioni, filosofia, etc.) ad una federazione come quella a cui mi è parso che accenni tu.
Vero, ma per questo si potevano usare i soldi per formare gli spacciatori. Mai cominci, mai li avrai.
Ecco, magari Infratel ed il Governo non avranno "ragionato" proprio così con il bando del PSN, però mi pare che le scelte concrete debbano tener conto non solo di quello che si ritenga "essere giusto", ma pure dell'essere possibile.
Certo, figuriamoci. Che si dovesse andare comunque verso l'Hybrid
Cloud era nelle cose, nessuno si era illuso che avrebbero
costruito veramente un Private Cloud. Il problema, però, è che qui
hanno subappaltato tutto agli Hyperscalers. Parliamo di mezzo
miliardo (542 milioni) in licenze! E che diamine! Una quantità di
spesa così elevata in royalties, in presenza di alternative valide
(Open Source) che avrebbero spostato la spesa verso investimenti
in R&S e formazione, e dunque verso il territorio.
E poi, le competenze e le esperienze in materia di Cloud Computing, seppur scarsamente diffuse, non mancano affatto in Italia. Ci sono eccellenze nazionali, come il GARR, e locali, come il CSI Piemonte, che hanno dimostrato, sul campo, che è possibile rendersi autonomi per le infrastrutture. In questi ed altri centri di eccellenza per il Cloud Computing sono state sperimentate le stesse tecnologie di punta usate dagli Hyperscalers extra-europei. Lo sforzo è stato enorme, scarsamente supportato da fondi pubblici, guidato da passione pura verso la tecnologia e rara capacità di visione tecno-politica. Ci hanno mostrato che partendo dalle competenze ingegneristiche di base, che al contrario sono molto ben radicate in Italia, non è affatto impossibile intraprendere un percorso di costruzione di infrastrutture cloud, giovandosi dell’esperienza indiretta, fatta di errori e successi, di chi oltreoceano ha impiegato lustri per arrivare dove ora si trova ed abbattendo, così, drasticamente tali tempi.
Per quale motivo non sono state considerate queste esperienze?
Perché non sono stati coinvolti nelle decisioni, o almeno
consentito loro di porre a fattor comune le competenze già
acquisite? Gli investimenti già fatti sono andati persi e sono
state sacrificate le eccellenze create autonomamente. Mi chiedo
quanto sia sensato tutto questo e quanto invece non sarebbe stato
più intelligente ereditare percorsi già compiuti per rilanciarli
in avanti anche in ottica occupazionale, piuttosto che emarginare
queste strutture.
Saluti territoriali,
Accattone
Almeno visto che:
a) innanzitutto sembra funzionale al concetto ed operatività di PA/Stato avere "a single source of trust/info";
Molto vero. C'è poco da aggiungere... Forse solo che un decentramento è desiderabile anche per la PA (argomento politico).
b) una delle ragioni principali del progetto PSN (pur con i limiti che hai evidenziato, e che riprendono quanto avevi scritto su LinkedIn prima; https://www.linkedin.com/pulse/cloud-computing-e-sovranit%C3%A0-digitale-italia-europa-lamanna-phd?trk=public_profile_article_view ) è proprio la molteplicità ed inadeguatezza dei datacenter locali esistenti in ambito PA;
Sì. Ma ciò non significa che la "razionalizzazione" sia l'unica via. E' solo quella che hanno imboccato. Che è sensata, ma se ne potevano trovare altre.
c) a livello di infrastruttura fisica, il traffico atteso tra N data center distribuiti già a naso non sembra un modello supportabile dalle reti geografiche nostre, ma forse pure in generale;
Non concordo. E' più una questione di architetture software privilegiate che di rete. Ci sono un sacco di modi diversi di distribuire. E' vero, ancora una volta, che i modelli scelti da 20 anni a questa parte, portano verso la centralizzazione. Si potrebbe quindi dire: perché complicarsi la vita? E una risposta potrebbe essere: perché no? :-)
e) oltretutto al di fuori dei big citati, ed è vero soprattutto in Italia (ed in Europa), non esistono nemmeno degli "spacciatori di colla" potenzialmente adatti (per dimensioni, filosofia, etc.) ad una federazione come quella a cui mi è parso che accenni tu.
Vero, ma per questo si potevano usare i soldi per formare gli spacciatori. Mai cominci, mai li avrai.
Ecco, magari Infratel ed il Governo non avranno "ragionato" proprio così con il bando del PSN, però mi pare che le scelte concrete debbano tener conto non solo di quello che si ritenga "essere giusto", ma pure dell'essere possibile.
Certo, figuriamoci. Che si dovesse andare comunque verso l'Hybrid Cloud era nelle cose, nessuno si era illuso che avrebbero costruito veramente un Private Cloud. Il problema, però, è che qui hanno subappaltato tutto agli Hyperscalers. Parliamo di mezzo miliardo (542 milioni) in licenze! E che diamine! Una quantità di spesa così elevata in royalties, in presenza di alternative valide (Open Source) che avrebbero spostato la spesa verso investimenti in R&S e formazione, e dunque verso il territorio.
E poi, le competenze e le esperienze in materia di Cloud Computing, seppur scarsamente diffuse, non mancano affatto in Italia. Ci sono eccellenze nazionali, come il GARR, e locali, come il CSI Piemonte, che hanno dimostrato, sul campo, che è possibile rendersi autonomi per le infrastrutture. In questi ed altri centri di eccellenza per il Cloud Computing sono state sperimentate le stesse tecnologie di punta usate dagli Hyperscalers extra-europei. Lo sforzo è stato enorme, scarsamente supportato da fondi pubblici, guidato da passione pura verso la tecnologia e rara capacità di visione tecno-politica. Ci hanno mostrato che partendo dalle competenze ingegneristiche di base, che al contrario sono molto ben radicate in Italia, non è affatto impossibile intraprendere un percorso di costruzione di infrastrutture cloud, giovandosi dell’esperienza indiretta, fatta di errori e successi, di chi oltreoceano ha impiegato lustri per arrivare dove ora si trova ed abbattendo, così, drasticamente tali tempi.
Per quale motivo non sono state considerate queste esperienze? Perché non sono stati coinvolti nelle decisioni, o almeno consentito loro di porre a fattor comune le competenze già acquisite? Gli investimenti già fatti sono andati persi e sono state sacrificate le eccellenze create autonomamente. Mi chiedo quanto sia sensato tutto questo e quanto invece non sarebbe stato più intelligente ereditare percorsi già compiuti per rilanciarli in avanti anche in ottica occupazionale, piuttosto che emarginare queste strutture.
Ciao ci provo..
hoi però io la metà delle sigle che avete scritto non le conosco nel dettaglio..
e poi ci vorrebbero un po di dati acquisiti.. sennò andiamo ad impressioni.. che va bene.. però..
lo dico anche per me ..
vado a spaglio
Riprendendo per punti:
Il giorno gio 12 mag 2022 alle ore 17:47 Accattone <hacka...@inventati.org> ha scritto:
Almeno visto che:
a) innanzitutto sembra funzionale al concetto ed operatività di PA/Stato avere "a single source of trust/info";
Molto vero. C'è poco da aggiungere... Forse solo che un decentramento è desiderabile anche per la PA (argomento politico).
Dipende molto da che cosa intendi per "argomento politico".
A me pare che il tuo essere intimamente, convintamente un attivista dell'open source / free software ti porti verso posizioni che forse prescindono un po' troppo dal dato reale.
purtroppo freesoftware ed opensource, sn una filosofia, ma non sono politica. "Per chiunque per qualunque scopo" non traccia una via etica.
Che persone di.. hem.. destra.. abbiamo inizialmente intrapreso strade piene di copyright basate sulla paura che condividere li indebolisse.. è vero. Ma poi nell software si sono accorti che questa cosa aveva molte difficoltà.. "se vuoi farglielo usare devi darglielo"/"copiare è troppo facile"/"sviluppare è un investimento"\"testare e rendere usabile del software per una moltitudine di mercati che neanche conosci è un delirio" .... quindi.. haimè.. la cosa è più complicata di così.
sviluppare e promuovere free ed open source, non è più roba solo da gente di sinistra.. Se intendevi dire quello di Accattone :)
io volevo introdurre il concetto.. che neanche se è open e decentralizzato è abbastanza per dire che sia di sinistra. Dipende a chi risponde. Se risponde ai bisogni collettivi degli umani tutti, o solo a quelli di quel quel territorio o ai soli bisogni dei cittadini con meccanismi democratici, o se risponde ad una oligarchia o all'ordine dei Cloudisti, o se risponde tutto ad il capo di una azienda decentralizzata ma gestita da un solo consiglio di amministrazione, o ad una dittatura.. o .. ..vabbhè al peggio non c'è fine.
Quindi non stiamo parlando di un cloud, stiam parlando di potere. Se si parla di chi decide che cosa in un software si può o non si può fare.
e vedo due tendenze, far in modo che queste decisioni siano fatte
fuori da un sistema pubblico e vengano occultate in qualche
consiglio di amministrazione privato; o cercare di mantenerle
nella sfera pubblica.
Cioè ci sono cose che secondo me sn disdicevoli da fare, sn barzellette.
Pensa se stessimo parlando della.. chessò ... "televisione
pubblica" invece che di uno "storage di dati in uso alle persone
cittadine"... è una barzelletta che uno stato appalti linee di
trasmissione, gestione dei contenuti e delle operazioni ad una
sola azienda privata extraterritoriale. No?
Non voglio riprendere la distinzione tra apocalittici ed integrati di Umbero Eco (visto che citavi il sommario degli Asini...), ma mi pare un dato della realtà che quello che abbiamo visto (se non personalmente, come generazione) negli ultimi trenta-quarant'anni in Italia è decentramento senza coordinamento, e ritenere che non debba (necessariamente) essere così per la nostra concreta PA ed il suo PSN assomiglia più ad un wishful thinking che ad un'opzione concreta a disposizione.
Il decentramento su base regione / macroarea ha dato cattiva prova di se: poca efficacia, poca efficienza, molti sprechi, tanta spartizione di risorse, nell'accezione deleteria del termine, avvenuta su base geografica anziché gerarchica.
La scelta di campo è un conto, legittima a prescindere, condivisibile o opinabile: il prescindere da dove questa scelta è chiamata ad operare, mi pare un'altra cosa.
hoi io sarà che sn un filo più giovane.
Ma io negli ultimi 20 anni ho visto "centramento senza
coordinamento" e non decentramento.
Ci sono meno comuni, meno province, meno ospedali, meno scuole...
più software centralizzati.
Non c'è più una tratta ferroviaria che sappia funzionare
interpellando i due nodi e non un sistema centrale.
Esempio anni 90: vai in un ufficio comunale , l'umano osserva la
tua carta di indentità valuta che sia vera (auth locale), cerca
tra i 200 moduli che conosce (è quella la sua mansione, no?), te
lo compila e/o inizia una pratica, e/o ti manda ad un altro
sportello e/o ti da in mano quello che desideravi e/o trova un
workaround complessissimo ma efficace e ti fa arrivare in fondo
sul momento. Segna le cose lì, le comunica probabilmente ad una
entità un filo più grossa (synca ogni tanto), ma se la cosa è
locale riesci a farla nel locale.
Esempio ora: vai ad uno sportello comunale lo stesso ma dove la
persona dietro al vetro si connette ad un sito internet
centralizzato, speri che il sistema non sia sovraccarico e che la
rete oggi funzioni (he.. abito in campagna), l'umano allo
sportello è chiaramente stressato perchè stritolato tra te che hai
delle richieste in linguaggio naturale (a volte anche in diversi
linguaggi naturali) e la piattaforma, prova a fare da traduttore
verso l'incasellamento fatto da degli informatici in un sistema
centralizzato in altre circostanze dalle tue, incrocia le dita, se
il sistema centrale ti autorizza, bella funziona! Se c'è una
qualsiasi particolarità per cui c'è bisogno di una flessibilità in
più... non c'è nessuna via d'uscita. Quanto è probabile quella
flessibilità in un mondo globalizzato?
A volte è che: se sei domiciliato lì ma residente da un'altra
parte.. non si può fare.
La mobilità degli umani non è contemplata. E allora cade tutta
l'usabilità.
SARÀ un caso particolare ma noi abbiamo un mercato di contadini
autorizzato a Bologna che sono 5 anni che deve fare in retromarcia
ogni settimana un pezzettino di una strada del centro storico,
perchè il comune di bologna, nonostante già due giunte e non so
quante persone consiglieri comunali lo promettono e sia già
plurifirmato sul digitale nei patti di collaborazione, non
riescono a fargli i permessi per accedere al centro storico con i
mezzi aziendali. ..... non si può fare perchè loro (il comune) non
sanno come funziona il software e non è nelle loro possibilità
modificarlo. E che delle persone non residenti con i mezzi
intestati a delle aziende singole e non all'associazione che è
titolare del bando possano avere i permessi. Mannaggia quando han
deciso (10anni fa) di testare la digitalizzazione sugli accessi
del traffico.. se almeno fosse open quel software gli avrei già
proposto gratuitamente una patch 5anni fa. o guarda, pagata dai
contadini. E se questi sn i preamboli siamo a posto..
Per me sull'usabilità vincono gli umani e dirlo comparando il
nostro vecchio sistema burocratico.. è un assurdo. Non pensavo che
potessimo cadere così in basso,
che ci fosse qualcosa che potesse essere peggiore da usare. Io
sono convinta che il digitale è potente, ma lo stiamo usando
troppo e nei posti sbagliati.
Lavoro da casa mia, con America, Olanda, Regno unito e
Portogallo. La mobilità lavorativa è una delle cose meno
contemplate dalle PA. Forse per quello facevate il commento che se
uno vuole lavorare all'estero è meglio che vada proprio fuori
dal'Italia!
e .... non posso rispondere per punti.. ci si mette troppo.
Scusatemi entrambi se sn andata OT, ma più bello divagare un po
che stare zitte.
A me ha stimolato queste risposte la discussione:
- In Italia è per legge che debba esserci un preventivo in
free-software/opensource ed a pari costo essere motivato con dei
responsabili, se viene deciso di prendere una strada che non
comporta trasparenza ed anche sicurezza (ricordiamo che secure by
oscurity è un concetto superato). Lo dico perchè sarebbe
interessante sapere i nomi di questi responsabili e ricordarceli
per un po. In materia di sicurezza.. tra poste e stato, io ho
attivato tutto il digitale per disabilitarlo.. mi fan davvero
paura le loro decisioni in tema sicurezza.
- c'è un ampio filone di protocolli opensource e freesoftware che spingono la federazione, che non è la decentralizzazione, è appunto più simile al modello comunale, per dire. Da Nextcloud a Mastodon, quindi nella parte software se la vogliamo guardare non è un problema italiano, è un problema mondiale. E quindi si potrebbe pure risolvere più brevemente di quanto immaginiano.
- esistono il design e la pianificazione. Ogni argomento di
design in emergenza è "sviare il discorso". Ma da persone che
fanno informatica lo dovremmo sapere... la differenza tra
"spegnere un incendio" e fare design. Direi che come stato
democratico si deve progettare, non patchare a caso necessità
emergenti.
Cmq possiamo permettercelo anche qui in ml di pianificare :) voi
come la vedete?
daje, mi fermo qui.. buonagiornata!!
ciao Cris