Contro chi mi vuole soggetto muto e statico, parlo: mi dichiaro complice delle donne spagnole opponendomi al progetto di legge Gallardón. Limitare o negare il diritto all’aborto significa ridurci a incubatrici di figli. Non mi limito a indossare un orecchino, sono libera di decidere come vivere la mia vita.
Per questo oggi in via Indipendenza avete visto i miei pensieri materializzarsi sui manifesti della mostra che mi ha portato a Bologna. Toglierci ogni scelta ci obbliga ad abortire clandestinamente, negando il nostro diritto alla salute e all’autodeterminazione.
Anche in Italia la situazione sta diventando simile a quella spagnola, poiché la massiccia diffusione di medici obiettori di coscienza che si rifiutano di operare Interruzioni Volontarie di Gravidanza sta rendendo sempre più difficile per le donne la scelta di abortire.
Oggi sono a fianco dei collettivi Mujeres Libres e XXX perché voglio che l’aborto diventi un diritto tutelato allo stesso modo in tutta Europa.
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A metá dicembre, in Spagna, é stato
depositato un progetto di legge che prevede l’abolizione della
possibilitá per le donne di abortire liberamente in caso di gravidanza
indesiderata o di malformazioni del feto.
Oggi, 1 febbraio, é una delle giornate di mobilitazione nazionale
lanciate dalle realtá femministe spagnole, alle quali stanno
partecipando migliaia di donne in tutta la Spagna e in tutta Europa.
Traduciamo e diffondiamo il comunicato scritto dall’Assemblea Femminista di Madrid.
“ABORTO LIBRE. NOSOTRAS DECIDIMOS!
Contro la riforma di legge di Gallardon. Fuori l’aborto dal codice penale!!!
Vogliamo diffondere il nostro rifiuto all’approvazione da parte del governo del progetto di legge sull’aborto, chiamato “della protezione della vita dell’embrione e dei diritti della donna incinta”, poiché è un attentato contro i diritti, l’autonomia e la libertá delle donne.
Con questo progetto il 97% delle donne che abortiscono dovrá farlo in
maniera “illegale”; chi ha delle risorse economiche potrá farlo fuori
dalla Spagna, chi non le ha metterà a rischio la propria salute e la
propria vita per abortire clandestinamente; per non parlare
dell’insicurezza e della vulnerabilita´giuridica che creerá nel
personale sanitario.
(…)
Davanti a questa situazione ci domandiamo: Di quale vita parlano quando parlano di vita?
Il diritto all’aborto significa non poter forzare una donna a continuare una gravidanza non desiderata e mettere in discussione la sua scelta e la sua decisione di interromperla. Il diritto di scelta riconosce le donne come soggetti moralmente autonomi e capaci di decidere sulle loro vite, i loro corpi e sulla maternitá (decidere di diventare madri, ma anche no).
Dato che siamo persone autonome, responsabili, libere e uguali, rivendichiamo:
Che questo progetto che attenta ai diritti delle donne, alla loto autonomia, libertá, salute, vita e dignitá, sia anullato.
Che l’aborto stia fuori dal codice penale. Che sia regolato come un
diritto di tutte le donne per interrompere una gravidanza non
desiderata, senza discriminazioni di alcun tipo.
Che venga diffusa e garantita un’educazione affetivo-sessuale libera dia
stereotopi sessisti ed omofobi, contro la Legge Wert che promuove la
religione dentro le aule lasciando fuori l’educazione sessuale fatta dai
porfessionisti.
Che l’autonomia delle giovani donne (16-17 anni) sia rispettata e che
non vengano costrette a chiedere il permesso ai loro genitori o a un
giudice tutelare per decidere della loro maternitá.
Che l’obiezione di coscienza venga regolarizzata per garantire la salute di tutte le donne e l’assistenza sanitaria.
Le donne non hanno bisogno di essere tutelate da altre persone, che
provano ad imporre loro dei progetti di vita e che negano la loro
condizione di soggetti di pieno diritto. Per questo diciamo NO alla
proposta del governo e esigiamo che l’aborto sia riconosciuto come un
diritto.
LE DONNE DECIDONO, LO STATO GARANTISCE, LA SOCIETÁ RISPETTA, LA CHIESA NON INTERVIENE.”
Anche in Italia la situazione sta diventando simile a quella
spagnola, poiché la massiccia diffusione di medici obiettori di
coscienza che si rifiutano di operare Interruzioni Volontarie di
Gravidanza sta rendendo sempre piú difficile per le donne la scelta di
abortire.
Vi invitiamo a seguire queste lotte, a tenervi informat* e a lottare con noi.