Là dove la povertà la fa da padrona, molte volta anche la natura gioca brutti scherzi. Ma per fortuna non sempre vince!
Ecco l’uomo che in Burkina Faso ha sconfitto la siccità con una particolare tecnica!
Deve essere d’esempio ai tanti fannulloni che abbiamo noi e che dicono di voler aiutare l’ambiente.
Non serve per forza la mente eccelsa di uno scienziato. Basta il sapere e la bravura, quella acquisita col tempo e con le nozioni di chi ci ha preceduto.
E’ quello che ha fatto quest’ uomo Yacouba Sawadogo, il quale nella sua semplicità ha determinato un cambiamento radicale e fondamentale in una zona già povera e dimenticata da tutti.
Senza mezzi, senza macchinari specifici o attrezzi del mestiere si è rimboccato le maniche sconfiggendo la fame e la siccità. In 30 anni ha rivoluzionato la vita del suo villaggio e non solo
L’uomo che fermò il deserto non è né uno scienziato né un facitore di miracoli, ma un contadino del Burkina Faso che grazie al suo exploit continua a suscitare invidia e ammirazione presso i più illustri agronomi del pianeta. La sua battaglia per salvare le colture di miglio e di sorgo dall’avanzare delle sabbie, Yacouba Sawadogo l’iniziò più di un quarto di secolo fa. Negli anni Ottanta, la sua terra era già afflitta da una terribile siccità del Sahel, sovrastato dal più grande e più vorace deserto del mondo, il Sahara, che diventa sempre più vasto giorno dopo giorno. “Grazie all’inquinamento” esso inghiotte sempre più terreni agricoli, savane e terre abitate… E tutto questo è dovuto all’effetto serra.
Yacouba è ricorso a una ricetta antica, quella dello “zaï ”, che in lingua mossi vuol dire “fossa”.
Infatti ha iniziato a scavare delle semplici fosse nel terreno e le ha riempite di STERCO (prevalentemente di capra), PEZZI DI LEGNO E DELLE FOGLIE. Queste semplici fosse riempite permettono di raccogliere ed inglobare tutta LA POCA acqua piovana che viene già durante i monsoni. Senza sprecarne una sola goccia…
Una delle grandi “stranezze” della sua idea è quella di preparare il terreno durante la stagione secca, l’esatto contrario di quella che era la pratica locale che invece prevedeva di lavorare il terreno solo durante il periodo delle piogge.
Nel giro di venti anni ha sottratto al deserto oltre 30 acri di terreno. All’i nizio Yacouba era considerato un pazzo eretico dalla sua gente. Una volta fu perfino denunciato. Poi, però, con il passare degli anni e con l’aggravarsi della siccità, la popolazione cominciò a fuggire andando a ingrossare altre zone già povere.
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Questo è un esempio che i mondo occidentale e “ricco” deve prendere in considerazione.
Oggi non si fa nulla per niente… Tutto è mosso dal denaro e dagli interessi. Ma se si compissero azioni per il semplice impulso di “fare del bene”, molte cose sarebbero differenti e il mondo funzionerebbe diversamente!