Lettura quotidiana 13/10

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Oct 12, 2025, 8:00:16 PMOct 12
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La lettura per il giorno 13/10.
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--- 1Cronache 5 ---
Discendenti di Ruben, Gad e Manasse
1 I figli di Ruben, primogenito d'Israele. Egli era il primogenito; ma
siccome profanò il letto di suo padre, la sua primogenitura fu data ai
figli di Giuseppe, figlio d'Israele. Tuttavia Giuseppe non fu iscritto nelle
genealogie come primogenito, 2 perché Giuda ebbe la prevalenza tra i suoi
fratelli, e da lui è disceso il principe; ma il diritto di primogenitura
appartiene a Giuseppe. 3 I figli di Ruben, primogenito d'Israele, furono:
Canoc, Pallu, Chesron e Carmi. 4 Il figlio di Ioel fu Semaia, che ebbe per
figlio Gog, che ebbe per figlio Simei, 5 che ebbe per figlio Mica, che ebbe
per figlio Reaia, che ebbe per figlio Baal, 6 che ebbe per figlio Beera,
che Tiglat-Pileser, re d'Assiria, deportò. Egli era capo dei Rubeniti. 7 I
fratelli di Beera, secondo le loro famiglie, come sono iscritti nelle
genealogie, secondo le loro generazioni, furono: il primo, Ieiel; poi
Zaccaria, 8 poi Bela, figlio di Azaz, figlio di Sema, figlio di Ioel. Bela
risiedeva ad Aroer e si estendeva fino a Nebo e a Baal-Meon; 9 a oriente
occupava il paese dal fiume Eufrate sino all'entrata del deserto, perché
aveva gran quantità di bestiame nel paese di Galaad. 10 Al tempo di Saul i
discendenti di Bela mossero guerra agli Agareni, che caddero nelle loro
mani; e quelli si stabilirono nelle loro tende, su tutto il lato orientale
di Galaad. 11 I figli di Gad abitavano di fronte a loro nel paese di Basan,
fino a Salca. 12 Ioel fu il primo, Safam il secondo; poi Ianai e Safat in
Basan. 13 I loro fratelli, secondo le loro case patriarcali, furono:
Micael, Mesullam, Seba, Iorai, Iacan, Zia ed Eber; sette in tutto. 14 Essi
erano figli di Abiail, figlio di Uri, figlio di Iaroa, figlio di Galaad,
figlio di Micael, figlio di Iesisai, figlio di Iado, figlio di Buz. 15 Ai,
figlio di Abdiel, figlio di Guni, era il capo della loro casa patriarcale.
16 Abitavano nel paese di Galaad e di Basan e nelle città che ne
dipendevano, e in tutti i pascoli di Saron fino ai loro estremi limiti.
17 Tutti furono iscritti nelle genealogie al tempo di Iotam, re di Giuda, e
al tempo di Geroboamo, re d'Israele. 18 I figli di Ruben, i Gaditi e la
mezza tribù di Manasse avevano uomini coraggiosi che portavano scudo e
spada, tiravano d'arco ed erano addestrati alla guerra, in numero di
quarantaquattromilasettecentosessanta capaci di combattere. 19 Essi mossero
guerra agli Agareni, a Ietur, a Nafis e a Nodab. 20 Furono soccorsi
combattendo contro di loro, e gli Agareni e tutti quelli che erano con essi
furono dati loro nelle mani, perché durante il combattimento essi gridarono
a Dio, che li esaudì, perché avevano confidato in lui. 21 Essi presero il
bestiame dei vinti: cinquantamila cammelli, duecentocinquantamila pecore,
duemila asini e centomila persone. 22 Molti ne caddero uccisi, perché
quella guerra proveniva da Dio. E si stabilirono nel luogo di quelli, fino
alla deportazione. 23 I figli della mezza tribù di Manasse abitarono
anch'essi in quel paese, da Basan fino a Baal-Ermon e a Senir e al monte
Ermon. Erano numerosi, 24 e questi sono i capi delle loro case patriarcali:
Efer, Isi, Eliel, Azriel, Geremia, Odaiva, Iadiel, uomini forti e valorosi,
di grande notorietà, capi delle loro case patriarcali. 25 Ma furono
infedeli al Dio dei loro padri e si prostituirono andando dietro agli dèi
dei popoli del paese, che Dio aveva distrutti davanti a loro. 26 Il Dio
d'Israele eccitò lo spirito di Pul, re d'Assiria, e lo spirito di
Tiglat-Pileser, re d'Assiria; e Tiglat-Pileser deportò i Rubeniti, i Gaditi
e la mezza tribù di Manasse, e li condusse a Calac, a Cabor, ad Ara e
presso il fiume di Gozan, dove sono rimasti fino a oggi.

--- Proverbi 16:12-22 ---
12 I re hanno orrore di fare il male, perché il trono è reso stabile con
la giustizia. 13 Le labbra giuste sono gradite ai re; essi amano chi parla
rettamente. 14 Ira del re vuol dire messaggeri di morte, ma l'uomo saggio
la placherà. 15 La serenità del volto del re dà la vita, e il suo favore
è come nuvola di pioggia primaverile. 16 L'acquisto della saggezza è
migliore di quello dell'oro, l'acquisto dell'intelligenza preferibile a
quello dell'argento! 17 La strada maestra dell'uomo retto è evitare il
male; chi bada alla sua via preserva se stesso. 18 La superbia precede la
rovina, e lo spirito altero precede la caduta. 19 È meglio essere umili
con i poveri che spartire la preda con i superbi. 20 Chi presta attenzione
alla parola se ne troverà bene, e beato colui che confida nel SIGNORE!
21 Il saggio di cuore è chiamato intelligente, e la dolcezza delle labbra
aumenta il sapere. 22 Il senno, per chi lo possiede, è fonte di vita, ma
la stoltezza è il castigo degli stolti.


--- Daniele 8:1-14 ---
Visione del montone e dal capro
1 «Nel terzo anno del regno del re Baldassar, io, Daniele, ebbi una visione
dopo quella che avevo avuto prima. 2 Quando ebbi la visione ero a Susa, la
residenza reale che è nella provincia di Elam, ma nella visione mi trovavo
presso il fiume Ulai. 3 Alzai gli occhi, guardai, ed ecco in piedi davanti
al fiume un montone che aveva due corna. Erano alte, ma un corno era più
alto dell'altro; il più alto era cresciuto dopo. 4 Vidi il montone che
cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno. Nessun animale poteva
resistergli e non c'era nessuno che potesse liberare dal suo potere; esso
faceva quello che voleva e diventò grande. 5 Mentre stavo considerando
questo, ecco venire dall'occidente un capro, che percorreva tutta la terra
senza toccare il suolo; questo capro aveva un grosso corno fra gli occhi.
6 Il capro si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in
piedi davanti al fiume, e gli si avventò addosso, con tutta la sua forza.
7 Lo vidi avvicinarsi al montone, infierire contro di lui, colpirlo e
spezzargli le due corna. Il montone non ebbe la forza di resistergli, e il
capro lo gettò a terra e lo calpestò; non ci fu nessuno che potesse
liberare il montone dal potere di quello. 8 Il capro si irrobustì ma,
quando fu al culmine della sua potenza, il suo gran corno si spezzò; al suo
posto spuntarono quattro grandi corna verso i quattro venti del cielo. 9 Da
uno di essi uscì un piccolo corno, che si ingrandì enormemente in
direzione del mezzogiorno, dell'oriente e del paese splendido. 10 Crebbe
fino a raggiungere l'esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di
quell'esercito e delle stelle, e le calpestò. 11 Si innalzò fino al capo
di quell'esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo
del suo santuario. 12 Un esercito fu abbandonato, così pure il sacrificio
quotidiano, a causa dell'iniquità, e la verità venne gettata a terra; ma
esso prosperò nelle sue imprese. 13 Poi udii un santo che parlava. E un
altro santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione
del sacrificio quotidiano, dell'iniquità devastatrice, del luogo santo e
dell'esercito abbandonati per essere calpestati?» 14 Egli mi rispose:
"Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà
purificato".


--- Giovanni 6:41-71 ---
41 Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il
pane che è disceso dal cielo». 42 Dicevano: «Non è costui Gesù, il
figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora
dice: "Io sono disceso dal cielo"?» 43 Gesù rispose loro: «Non mormorate
tra di voi. 44 Nessuno può venire a me se il Padre che mi ha mandato non
lo attira; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 È scritto nei
profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio". Chiunque ha udito il Padre e ha
imparato da lui, viene a me. 46 Perché nessuno ha visto il Padre, se non
colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi
dico: chi crede in me ha vita eterna. 48 Io sono il pane della vita. 49 I
vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 50 Questo è il
pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono
il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane
vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia
carne». 52 I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può
costui darci da mangiare la sua carne?» 53 Perciò Gesù disse loro: «In
verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio
dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. 54 Chi mangia
la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è
vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me,
e io in lui. 57 Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del
Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me. 58 Questo è il
pane che è disceso dal cielo; non come quello che hanno mangiato i padri e
sono morti; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». 59 Queste cose
disse Gesù, insegnando nella sinagoga di Capernaum.
Gesù mette alla prova la lealtà dei discepoli
60 Perciò molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: «Questo
parlare è duro; chi può ascoltarlo?» 61 Gesù, sapendo dentro di sé che
i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza?
62 E che sarebbe se vedeste il Figlio dell'uomo ascendere dov'era prima?
63 È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le
parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma tra di voi ci sono alcuni
che non credono». Gesù sapeva infatti fin dal principio chi erano quelli
che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E diceva:
«Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è dato dal
Padre». 66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non
andavano più con lui. 67 Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete
andarvene anche voi?» 68 Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi
andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! 69 E noi abbiamo creduto e
abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Gesù rispose loro:
«Non ho io scelto voi dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!» 71 Egli
parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota, perché questi, uno dei
dodici, stava per tradirlo.

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