Il mio suggerimento, basato su un'esperienza relativa, però, ad un
procedimento penale:
Fai la procura in doppia lingua (italiano e lingua del tuo cliente) e
fai autenticare la sottoscrizione del tuo cliente direttamente
all'estero presso un'ambasciata italiana.
cordialità
francesco
--
Avv. Francesco Paolo Micozzi
09128 Cagliari - Via Domenico Cimarosa, 32
tel. +39 070 658 478 - fax +39 070 6851 640
PEC: mic...@legalmail.it
P-blog: www.micozzi.it
Ultima ipotesi: e se il rappresentante della ditta avesse motivo di
passare da Milano (cosa da non escludersi) e passasse dal mio studio,
basterebbe una procura "normale", magari con testo bilingue italiano/
inglese?
Ringrazio ancora.
On 21 Sep 2009 at 9:09, Gruppo legalit wrote:
> Data: Lun 21 Set 2009 01:23
> Da: Corrado Amoroso
>
>
> Ringrazio per i suggerimenti, mi pare che per evitare di far andare la
> cliente all'ambasciata la soluzione piu' lineare pare essere quella di
> mandare il testo della procura per farla autenticare e poi integrare
> con apostille da un notaio del luogo.
> Posto che in ogni caso alla fine farei una traduzione giurata del
> tutto, il problema potrebbe essere quello della lingua (ceco).
> Molto piu' semplice sarebbe usare l'inglese, ma non so se sia
> possibile...
>
> Ultima ipotesi: e se il rappresentante della ditta avesse motivo di
> passare da Milano (cosa da non escludersi) e passasse dal mio studio,
> basterebbe una procura "normale", magari con testo bilingue italiano/
> inglese?
>
> Ringrazio ancora.
>
> Corrado Amoroso
> Avvocato in Milano.
------------------------------------------------
Patrizio Menchetti
Avvocato au barreau de Milan / bij de balie te Milaan, établi à
Bruxelles
patrizio....@menchlaw.eu
Rue Capitaine Crespel 2-4 Kapitein Crespelstraat
B-1050 Brussels, Belgium
Voice: + 32 (0)25503647 Fax: + 32 (0)27064762
http://www.menchlaw.eu
This message contains information which may be confidential
and/or privileged. Unless you are the addressee (or authorized to
receive for the addressee), you may not use, copy or disclose to
anyone the message or any information contained in the message.If
you have received the message in error, please advise the sender
by reply e-mail to in...@menchlaw.eu, and delete the message.
Thank you in advance.
Questo messaggio puo' contenere informazioni confidenziali e/o
coperte dal segreto professionale. L'utilizzazione, la riproduzione e
la diffusione del presente messaggio o di qualsiasi informazione ivi
contenuta sono consentite esclusivamente al legittimo destinatario o
a terzi autorizzati a ricevere per conto del legittimo destinatario.
Se
il messaggio e' stato ricevuto per errore, il ricevente e' pregato di
avvisare per e-mail all'indirizzo in...@menchlaw.eu e di cancellarlo.
Grazie in anticipo.
Eviteresti quindi di autenticare la procura firmata dal cliente ed
inviata per posta presso lo studio. Giusto poichè la procura sarebbe
nulla.
Pensiamo però al caso di scuola in cui il cliente invia la procura per
posta, l'avvocato l'autentica nel suo studio in Italia ed inizia la
causa o compare in giudizio. Cosa accadrebbe ? La controparte potrebbe
eccepire la nullità della procura, ma nella pratica quali elementi
potrebbe porre a fondamento di tale eccezione ? Infine, ammesso e non
concesso che la controparte riesca a spuntarla sulla nullità della
procura, quali sarebbero le conseguenze processuali ? (quest'ultima è
una domanda retorica, visto che con la recente riforma del 182, 2
c.p.c. l'eventuale nullità può essere sanata senza alcuna conseguenza
vista l'efficacia ex tunc della sanatoria).
Cordialmente,
Per il notaio il discorso è diverso. Per gli atti pubblici esiste un
preciso obbligo deontologico di verifica che il documento oltre ad
essere legale corrisponda alla effettiva volontà delle parti; per
quanto riguarda le scritture private, in ordine al contenuto delle
quali il notaio potrebbe anche non mettere bocca, c'è a mio avviso un
semplice dovere di prudenza (che peraltro dovrebbe rispettare anche
l'avvocato).
E' chiaro che se l'avvocato facesse firmare ad un cliente un mandato
per una causa e se poi tale atto dovesse risultare viziato nella
volontà si assumerebbe tutte le responsabilità del caso, Tuttavia se
il cliente straniero firmasse una delega in italiano, pur non
conoscendo la lingua ma essendo ben consapevole della natura, del
contenuto e delle conseguenze dell'atto, non ci potrebbe essere a mio
modesto avviso alcun tipo di problema, a parte l'eccezione capziosa
del collega di controparte che nella peggiore delle ipotesi porterebbe
al rinnovo della procura ex art. 182, 2 c.p.c. con sanatoria ex tunc.
Cordialmente,
Mario
Il 22 settembre 2009 12.17, Francesco Cavaliere
<f.cav...@cavaliere-law.com> ha scritto:
>
> Credo che se il cliente straniero non parla l'italiano noi avvocati non
> possiamo autenticare la firma neanche se viene nel nostro studio, perché mi
> sembra che neanche un notaio potrebbe farlo senza traduzione.
>
--
A proposito di procura presso l'ufficio notarile del consolato. Oggi
l'ufficio notarile presso uno stato appartenente all'Unione Europea mi
ha comunicato che le prestazioni notarili sono dovute solo a favore
dei cittadini italiani e che pertanto la mia cliente deve rivolgersi
ad un notaio locale. Questa pratica non mi sembra corretta soprattutto
se consideriamo che si tratta di cittadina dell'Unione Europea.
-