Giovedì 21 Agosto 2025
S. Pio X (m); S. Ciriaca; S. Privato
20.a del Tempo Ordinario
Rut 1,1.3-6.14b-16-22;Sal 145; Mt 22,34-40
Loda il Signore, anima mia
PREGHIERA DEL MATTINO
Mio Dio, tu sei la carità e l'amore personificati. Possano la carità e l'amore
diventare in me perfetti, perché il tuo amore bruci tutto il mio egoismo e io
ti lodi dal mattino alla fine della mia giornata, non solo a parole, ma anche
nelle mie azioni.
ANTIFONA D'INGRESSO
O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel
tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)
COLLETTA
O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in
noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro
Signore Gesù Cristo...
PRIMA LETTURA
Venne Noemi con Rut la moabita, e arrivò
a Betlemme.
Dal libro di Rut (Rt
1,1.3-8.14b-16.22)
Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo,
[chiamato Elimelech], con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme
di Giuda nei campi di Moab. Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase
con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e
l'altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon
e Chilion, [figli di Noemi], e la donna rimase senza i suoi due figli e senza
il marito. Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue
nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva
visitato il suo popolo, dandogli pane. Orpa si accomiatò con un bacio da sua
suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è
tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua
cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni
indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch'io, e dove ti fermerai,
mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio».
Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di
Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l'orzo.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 145)
R. Loda il Signore, anima mia.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene. R.
Egli rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Sal 25,46a)
R. Alleluia, alleluia.
Insegnami, Signore, i tuoi sentieri,
guidami nella tua fedeltà e istruiscimi.
R. Alleluia.
VANGELO
Amerai il Signore Dio tuo, e il tuo
prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt
22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai
sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo
interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande
comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo
comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te
stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore.
OMELIA
La frantumazione della legge aveva fatto degenerare in uno sterile formalismo
la religiosità del popolo d'Israele. Finalmente c'è qualcuno che cerca
l'essenziale e vuole scoprire una gerarchia nella selva dei precetti:
"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?"
L'interrogante non è mosso proprio da zelo autentico; è un dottore della legge
che ritiene ancora una volta di mettere in imbarazzo il Signore. La richiesta
conserva comunque tutta la sua validità ed importanza. Gesù, sapendo di parlare
con un fariseo, riprende un testo del Deuteronomio, dove è contenuta la Toràh,
il cammino della vita. Secondo Gesù tutto s'incentra nell'appello all'amore a
Dio e al prossimo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la
tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei
comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te
stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». È
un'anticipazione del comandamento nuovo che lo stesso Gesù scandirà e non solo
a parole. Ci appaiono evidenti le motivazioni teologiche del comando del
Signore: Dio è amore nella sua essenza, egli è il nostro creatore e Signore, ci
ha creati per sé, per amore e ci ha quindi legati a se con vincoli indissolubili
da vivere, sperimentare e godere nel tempo e nell'eternità. Creatore e
creatura, come genitore e figlio, istintivamente, salvo aberranti deviazioni,
sono uniti dall'amore. Quando poi prendiamo coscienza che quell'amore si spinge
fino all'immolazione, al dono della vita in una ineguagliabile passione, fino
alla morte, il bisogno di ricambiare quell'immenso dono diventa urgenza
insopprimibile. Facciamo un prodigioso passaggio dalla somiglianza connaturale,
impressa in noi con la creazione, a quella soprannaturale scaturita dalla
redenzione. Non siamo quindi più schivi ed estranei di Dio, ma figli ed eredi e
come tali abbiamo l'onore e l'ardire di chiamarlo con l'appellativo di Padre. È
poi normale che in lui ci scopriamo anche fratelli, essendo figli dell'unico
Signore che sta nei cieli. Accomunàti dall'unica fede, amati dall'unico Padre,
in cammino verso lui insieme come umanità e come chiesa, la nostra fraternità
non può non essere vissuta che nell'amore, in Dio, nostro Padre, Padre di
tutti. (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra
povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu
donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Presso il Signore è la misericordia, e grande presso di lui la redenzione. (Sal
130,7)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,
trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua
gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
Signore Gesù Cristo, colma i nostri cuori di un tale sentimento d'amore per te
che, amandoti in tutto e al di sopra di tutto, possiamo giungere a vederti e ad
amarti nel nostro prossimo, creato a tua immagine, per il quale non hai esitato
ad affrontare ogni pena, compresa la morte.