Marida
unread,Nov 13, 2010, 1:18:05 PM11/13/10Sign in to reply to author
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to LAMAndria
è difficile distinguere fra soggettivo e oggettivo, soprattutto se
riferito alla materia musicale e alla fruizione, all'ascolto e alla
cognizione musicale.
Cosa intendiamo con ascolto oggettivo?
Per chi è interessato ad approfondire tale tematica consiglio il
Capitolo "I Tipi di comportamento musicale" in Introduzione alla
sociologia della musica di Theodor W. Adorno. In questo capitolo, a
mio avviso è quello più discutibile di tutta la sua teoria musicale,
Adorno prova a catalogare le tipologie di ascoltatore musicale in base
al grado di coscienza che l'ascoltatore può sviluppare.
Tale nozione implica l'esistenza di un modo "corretto" di comprendere
ciò che è, l'oggetto musicale, oggetto in sè strutturato e
autosufficiente. Si postula dunque la separazione tra l'atto creativo,
l'oggetto creato e il fruitore.Questi deve comprendere il modo in cui
è formato e strutturato l'oggetto, la sua forma per ottenere una
fruizione corretta.
Jean Jacques Nattiez nel primo capitolo di Musicologia generale e
Semiologia, libro che consiglio di leggere qualora foste interessati
all'argomento, definisce l'atto creativo come livello poietico,
l'oggetto creato il livello neutro e la fruizione il livello
estesico.
Esiste però davvero tale separazione, un contenuto oggettivo
dell'opera che non dipende dall'interpretazione dell'autore e del
fruitore? Esiste, dunque "il modo" di comprendere la musica?
Personalmente ascolto e ri-ascolto con attenzione la musica da tanti
anni, cercando in essa sempre qualcosa di nuovo, e non posso pensare
che nessuna delle esperienza estetiche vissute sia "completa" e
"insuperabile": meglio far ripartire la traccia!