L'estetica della suggestione

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Lorenzo Papapietro

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Nov 13, 2010, 8:56:01 AM11/13/10
to LAMAndria
è più interessante un'opera razionalmente concepita e dai confini
netti e marcati o un'opera in cui regni la vaghezza e la suggestione?
Qualcuno potrebbe indicarmi i nomi di alcuni autori che tendono
più a suggerire che non a dire esplicitamente,oppure opere in cui il
non detto
dice in realtà più cose di quante potrebbero esprimere una
moltitudine di note,
oppure ancora autori maestri di indefinitezza e del vago che non diano
profili
nettamente marcati alle loro opere stimolando l'immaginazione
attraverso il
carattere "sfumato" dei contorni.

martina...@tiscali.it

unread,
Nov 13, 2010, 10:20:04 AM11/13/10
to lama...@googlegroups.com

In campo musicale conosco solo un autore che corrisponde alla tua
richiesta (perché conosco in generale pochi autori, non perché non ce
ne siano!): alle medie il professore di musica ci ha proposto il pezzo
per pianoforte “La Chatedrale engloutie” (la cattedrale sommersa) di
Debussy (1862-1918), spiegandoci come la musica volesse suggerire –
senza delineare nettamente- immagini, sensazioni, lasciandole sospese.
Allora il professore ci disse che Debussy fu un autore impressionista,
ma in Internet ho letto che il compositore non accettava questa
definizione, perciò mi astengo dal pronunciarmi.
Mi vengono in mente alcuni esempi anche al di fuori della musica:
Leonardo da Vinci, che con il suo sfumato sapeva donare un’aura
misteriosa ai suoi dipinti (un esempio su tutti: l’espressione della
Gioconda);i letterati romantici, che spesso usavano comporre frammenti
non conclusi, e il Romanticismo in generale, che anelava all’Infinito,
ricercava il non detto, il lato oscuro della realtà; i pittori
impressionisti, che non usavano la linea di contorno;Giacomo Leopardi,
con la sua poetica del vago e dell’indefinito.
Credo, comunque, che ci possano essere opere più o meno vaghe, ma
nessuna può davvero evocare sentimenti inequivocabili, delineare
confini precisi e validi per chiunque la legga/ascolti/guardi, perché –
e qui mi riallaccio alla discussione Ascolto oggettivo- Ascolto
soggettivo- in ogni fruitore una stessa opera stimola sensazioni,
immagini, emozioni più o meno forti, riconoscibili e definite a seconda
della persona che ascolta, e in ogni caso diverse da quelle di un altro
ascoltatore.

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Lorenzo Papapietro

unread,
Nov 13, 2010, 10:52:30 AM11/13/10
to LAMAndria
Ti ringrazio per il suggerimento!! Sono proprio d'accordo con quanto
hai detto.Analisi semplicemente fantastica.Il mio punto di partenza su
tale riflessione sono stati appunto i letterati romantici,su tutti
Verlaine.Thanks!

On 13 Nov, 16:20, "martinapisci...@tiscali.it"
> Supera i limiti: raddoppia la velocità da 10 a 20 Mega! Risparmia con Tutto Incluso: telefono + adsl 20 mega a soli 29,95 € al mese per due anni!SCONTO DI 240 EURO!http://abbonati.tiscali.it/telefono-adsl/prodotti/tc/tuttoincluso/?WT...

Giovedì musicali

unread,
Nov 22, 2010, 10:23:32 AM11/22/10
to LAMAndria
L'estetica dell'ineffabile segna la storia della musica dall'Ottocento
in poi, ma con questa affermazione non credo di rispondere alla tua
domanda.
Il tuo quesito è difficile perché una composizione dalla struttura
rigorosa può essere molto suggestiva, e un brano che apparentemente ha
una struttura estremamente libera può essere frutto di lunghissima
meditazione. Nell'Ottocento proprio per dare questa impressione di
libertà formale, di composizione nata dall'ispirazione immediata si
davano titoli quali "Improvviso", "fantasia", "arabesco", ecc. La
produzione di Schumann è piena di titoli evocativi che fanno
riferimento a musica altrettanto evocativa (Kinderszenen, Carnival,
Papillons...); ma anche la musica di Chopin, molto meno creativa in
quanto a titoli, non è da meno.
Naturalmente la musica di Debussy (che era attivo una cinquantina
d'anni dopo Chopin e Schumann) è anch'essa programmaticamente brumosa
e intangibile, ma è musica di un altro tempo e per la quale l'idea di
ineffabile ha dei significati un po' diversi.
Siccome l'idea di suggestione è estremamente personale e forse volevi
solo qualche consiglio per un bell'ascolto, ti propongo qualche titolo
un po' a caso e senza pretese:
Schubert, trio op. 100 (1827)
Dvorak, Lo spirito delle acque, poema sinfonico (1896)
Puccini, Intermezzo da Manon Lescaut (1893)
Ravel, Pavane pour une infante défunte (versione per pianoforte, 1902;
versione per orchestra, 1910)
Debussy, Estampes, suite per pianoforte (1903)
Quando saprai definire meglio il genere di suggestione che cerchi,
forse potremo darti qualche consiglio più mirato.
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