L'estetica dell'ineffabile segna la storia della musica dall'Ottocento
in poi, ma con questa affermazione non credo di rispondere alla tua
domanda.
Il tuo quesito è difficile perché una composizione dalla struttura
rigorosa può essere molto suggestiva, e un brano che apparentemente ha
una struttura estremamente libera può essere frutto di lunghissima
meditazione. Nell'Ottocento proprio per dare questa impressione di
libertà formale, di composizione nata dall'ispirazione immediata si
davano titoli quali "Improvviso", "fantasia", "arabesco", ecc. La
produzione di Schumann è piena di titoli evocativi che fanno
riferimento a musica altrettanto evocativa (Kinderszenen, Carnival,
Papillons...); ma anche la musica di Chopin, molto meno creativa in
quanto a titoli, non è da meno.
Naturalmente la musica di Debussy (che era attivo una cinquantina
d'anni dopo Chopin e Schumann) è anch'essa programmaticamente brumosa
e intangibile, ma è musica di un altro tempo e per la quale l'idea di
ineffabile ha dei significati un po' diversi.
Siccome l'idea di suggestione è estremamente personale e forse volevi
solo qualche consiglio per un bell'ascolto, ti propongo qualche titolo
un po' a caso e senza pretese:
Schubert, trio op. 100 (1827)
Dvorak, Lo spirito delle acque, poema sinfonico (1896)
Puccini, Intermezzo da Manon Lescaut (1893)
Ravel, Pavane pour une infante défunte (versione per pianoforte, 1902;
versione per orchestra, 1910)
Debussy, Estampes, suite per pianoforte (1903)
Quando saprai definire meglio il genere di suggestione che cerchi,
forse potremo darti qualche consiglio più mirato.