Certo sarebbe possibile separare un ascolto oggettivo da uno soggettivo, la tecnica dal sentimento, ma il brano non sarebbe più lo stesso: la compenetrazione di questi due aspetti è infatti a mio avviso fondamentale per l’ascolto. Prendiamo il caso di un quadro: si può discutere a lungo sullo stile, sulla tecnica pittorica, sull’accostamento dei colori, ma senza uno sguardo “d’insieme” dell’opera, che comprenda anche le sensazioni suscitate, come potremmo veramente apprezzarlo? Come faremmo a dire “Mi piace”? È difficile prescindere dai gusti personali e dalla sensibilità individuale nella valutazione artistica. Lo stesso vale per un brano musicale, e forse ancora di più se si pensa che la musica è un’arte astratta ed evocativa, in cui l’ascoltatore è naturalmente spinto a costruirsi “immagini” soggettive suscitate in lui dalla melodia. Dopodichè si può scomporre il brano e analizzarlo su un piano puramente oggettivo, ma a questo punto l’ascolto avrà la stessa intensità di quando abbiamo detto per la prima volta “Mi piace”?