“Un movimento di partecipazione popolare a difesa di un’esperienza di governo. Un’alchimia tra vicende di palazzo e mobilitazione di piazza”. E' nata nel solco di questo spirito la Fabbrica di Nichi. A raccontarcelo è Roberto Covolo, referente partecipazione, uno dei registi principali di questa esperienza di attivazione pugliese che ha coinvolto decine di migliaia di persone durante la campagna elettorale che ha portato Nichi Vendola alla seconda vittoria consecutiva in Regione.
Oggi a che punto stiamo con le Fabbriche?
A Luglio ci
saranno gli stati generali, che abbiamo pensato come una sorta di festival della
politica, che possa raccogliere al proprio interno le esperienze di
cambiamento attorno ai temi della rigenerazione e della partecipazione, sia
culturale che politica.
Dopo le elezioni alcune Fabbriche hanno abbassato la saracinesca o
per motivi economici o perché in attesa di conoscere quale percorso si
dovesse intraprendere….
In parte ce lo aspettavamo, ma è importante
ricordare che noi non abbiamo mai voluto aprire dei comitati elettorali e che il
laboratorio è ancora in piedi anche grazie alla rete. Nell’esperienza della
Fabbrica, la mobilitazione dal basso e la nascita di una comunità di attivisti,
ha generato una forma di organizzazione che sarebbe riduttivo definire comitato
elettorale. La scelta degli attivisti impegnati a sostegno di Nichi Vendola è
stata quella di immaginare la Fabbrica non come un semplice strumento di
campagna elettorale, ma come vero e proprio progetto di partecipazione.
Ma questo è un periodo di transizione dove occorrerà elaborare una
strategia che possa permettere una prosecuzione di questa esperienza. Avete in
mente una proposta?
In occasione degli stati generali si delineerà
una proposta, che vorremmo fosse capace di sviluppare le energie e le risorse
che abbiamo messo in campo anche durante questo periodo. Se ci pensiamo bene la
Fabbrica di Nichi è un movimento di persone che agiscono in maniera collettiva
in nome di alcune idee guida come il bene comune e la cittadinanza attiva. Noi
vogliamo raccogliere e valorizzare quelle forme di attivazione che gravitano
intorno alla musica, alla cultura, all’ambiente, al volontariato e in moltissimi
altri campi, al fine di irrobustire di idee e contributi nuovi la politica
a sinistra.
Qualche analista romano parla delle Fabbriche come futura espressione
di una corrente interna a Sel. Ipotesi credibile?
Credo proprio di
no. La Fabbrica non è un partito e né tantomeno ambisce ad esserlo. Come
dice Vendola è un laboratorio che deve esprimere quanto grande sia la speranza
di cambiamento nelle persone.
Ma state preparando il terreno al prossimo appuntamento elettorale?
Magari già nel 2013?
Troppo presto per dirlo. Intanto pensiamo a
luglio a quando dovremo rincontrarci con tutti quelli che hanno creduto in
questo progetto per rinnovarlo e alimentarlo con le nostre idee. Il sostegno
della Fabbrica di Nichi è costruito sulle persone e sui loro legami sociali,
territoriali, di solidarietà e di cooperazione. Intanto vediamo se possiamo
continuare a proporre idee nel programma regionale di Nichi Vendola. Siamo
pronti.