Riccardomustodario
12/1/2010
Critico
Una volè, la palla da tennis rimbalza lo sguardo sulla cuffia della
lampada art deco. – Cosa ricordo del film, se non immagini che si
mischiano? – Invece no, posso benissimo rivederlo ad occhi chiusi e
rispondere stupito alla nonnina che si ritrova i due uomini laterali,
i quali scapolano le sue spalle per parlarsi stando seduti a tavola,
allora lei esclama: ma così mi manca il respiro! - Finimenti bianchi,
orli eleganti per l'auto del fascio, la quale di casa in casa bussa a
portoni, va a raccogliere gli ebrei a Ferrara degli ambienti d'anni
mille novecento trentotto, quaranta. “ Il giardino dei Finzi Contini”
o, credo sia lo stesso, “ Racconto di Ferrara” d'esso, una volta mi
capitò in libreria il testo, iniziai a leggerlo, lo chiesi al
bibliotecario e lo portai con me, dopo qualche giorno lo ritornai, non
ero riuscito a leggerlo. - Sia ben chiaro, il romanzo era scritto
benissimo, lo stile mi piaceva, abbastanza ma non troppo, infine non
riuscivo ad entrare nella storia, eccessivamente classica per i miei
gusti. - Senza volere, oggi scopro anch'io ho dei marchi di fabbrica
letterari, miei, quantunque non registrati, così come effettivamente è
" rimuda " danno immediatamente sentore di me, infatti queste strofe,
si riconoscono immediatamente senza bisogno di firma; per esempio:
lei guardava il mare non si può dire più, troppo abusato! - Tragedia!
- Ed allora che scrivo? - Da una settimana, sono a guardare dalle
finestre, esco appena per un paio d'ore quotidiane, il marciapiedi è
sotto una coltre di neve dal lato atrio, dove nessuno o quasi cammina,
calpesta, rompe il ghiaccio, le auto sono ferme, ed appena un filo di
neve rimane sulle piante, domani il candido manto bianco che ha
coperto la città, sarà un bel ricordo. – Oggi, ho aiutato un'anziana
signora, mia vicina del palazzo poco distante, la quale temeva
scivolasse. - La settimana scorsa, mentre fotografavo l'edificio dove
abitavo prima, un uomo cadde al centro della strada, assurta a lastra
di ghiaccio, causa la nevicata del giorno precedente, cui si affondava
di circa sette otto centimetri, laddove era soffice, e nel freddo di
una giornata solare, sono andato a fare le foto nel parco, non era
facile camminare sul ghiaccio, tanto che alla fine mi sono ritrovato
con i pantaloni bagnati, per aver preferito a tratti, proseguire sul
terreno, coperto sì di neve, ma non scivoloso e mentre fotografo la
folla di sciatori pronti a lanciarsi dalla collina, la macchina ha
detto stop, ricarica le batterie, tanto il laghetto ghiacciato e tutto
intorno bianco come i cigni lo ha già incamerato e così sono andato. -
Lui è il tipo che va, nei forni crematori, ho pensato allorquando è
andato su di tono nel cinema e forse chissà, non ci è dato sapere. -
Però vorrei tornare a fare qualche altra foto e sognare quel film con
i vialoni discoscesi, e neve da tutti i lati, sugli alberi ed il
cacciatore viene investito dalla tormenta, intanto cade la sera,
mentre lontano si sentono gli ululati. - Il parco dove abito, sotto la
neve evoca quelle immagini e London scrittore di tali gesta, abitava
proprio da queste parti. - La lastra di ghiaccio sulla strada, era
pronta a ricevere me, uscente dal vialetto a scale che dal boschetto
immette sulla strada che stavo per descrivere, dopo l’uomo per le arie
e prima che slittassi sulla collina del parco con gli sciatori,
un'auto era ferma al centro della strada che attraversavo, mi voltai,
le ruote rumorosamente giravano a vuoto, non riusciva a proseguire,
infine l'autista scoprì la trazione diretta esisteva solo se l'auto
innestava la retromarcia, continuai il mio cammino imperterrito,
cauto, tra tante curiosità questi non decidesse di venirmi addosso,
lui e l'auto, robe da pantera rosa della novella del mese precedente.
- Non sono molto sicuro delle idee che passano per la testa alla gente
sul ghiaccio, Roccaraso è lontana. - Durante il ritorno a casa, decisi
di fotografare l'edificio rosa nevato, ovvero bianco di un particolare
riflesso rosa, guardai pure in giro, eventualmente l'auto, nella
smania di prendere velocità anteriormente, si fosse incollata al muro.
- Da poster fotografato, ero con il fazzoletto al collo a mo'
d'immagine provocatoria rivedendo un'amica dopo anni, mi ero
presentato all'appuntamento con un sacchetto di plastica
dell'immondizia da incenerire che nessuno vuole nel suo paese –
provocazione papillon che fa tanto straccetti del pensiero, il
sacchetto è grosso e lo notavano tutti, ma non alienava, forse per tal
motivo nessuno lo considerasse vezzo moda.- Avevo telefonato al
Council perchè dal soffitto in camera da letto piovigginava, una
goccia d'acqua da un foro, unico e solo, all'inizio ritmata, diciamo
una ogni dieci secondi, poi, ieri sera sono diventate tante, le gocce
cadenti in diversi contenitori di plastica o metallo ed addio armonia
da tieni occhi aperti tra i suoni, i toni, perchè il muro trasuda
acqua da tutte le parti, addirittura un rivolo è entrato nella presa
della corrente che ho aperto estendendo i fili, con la speranza non
facciano contatto. – All’orario del desinare non trovavo la pentola. -
Strada facendo, scegliendo il punto ove meglio risultasse ottenere la
fotografia, poi divenuta video, dal quale ho estrapolato un'immagine
per farne un video da fotomontaggio sulla neve in luoghi diversi,
udivo il rumore d'attrezzatura di carpenteria, un uomo stava scavando
un buco in giardino. - Con la neve? - Con la terra ghiacciata? - Era
un operaio del Council, me ne ero accorto dal furgone dalla scritta
sulla carrozzeria - Nemmeno mi sono chiesto, fosse lì per il solito
teatrino d'umore inglese: l'operaio dell'emergenza ripara tutto in
casa, non può venire, tra poco saremo sommersi dal ghiaccio e lui
inizia a scavare la fossa, per lavorare nei coni d'ombra e raggiungere
l'albergo nello stadio del sole. - Scelta l'inquadratura, inizio a
calcolare le distanze, per essere certo, che azionata la macchina
fotografica, non venga ripreso senza il cappello o il capello, come
sovente accade. - Immerso in un'operazione d'attenzione, sento
un'esclamazione femminile alle mie spalle, mi giro e noto un uomo
cadere sul ghiaccio. - La donna continua a parlare all'uomo, se ben
ricordo aveva una carrozzina e pure lei sembrava in difficoltà di
procedere, con le precauzioni del caso, mi avvicino ed aiuto il
malcapitato carponi nel freddo, ad alzarsi, poi l'accompagno sul
marciapiedi e raccomando di stare calmo ad attendermi in piedi,
qualche minuto, giusto il tempo di raccogliere l'attrezzatura
fotografica e sarei stato a lui per accompagnato a casa. - L'uomo è
con il bastone, ma non mi sembra vecchio, ho con me lo zainetto a
tracolla, per meglio procedere mi faccio consegnare la borsa che
questi trasportava. - Caspita! - Pesava un quintale! - E ci credo che
per camminare sul ghiaccio, per equilibrarsi, avesse bisogno del
bastone. - Effettivamente affermò, la borsa è pesante e per bilanciare
il suo peso, presi la borsa da un lato e lui sotto al braccio
dall'altro, più il mio bagaglio di tre quattro chili di frutta e
vegetali, più il piacere di non soffrire il mal di schiena come l'anno
scorso. - Accompagnai l'uomo all'ascensore di casa sua, questi causa
la caduta, notò, nel prendere le chiavi, sanguinava leggermente alle
dita delle sue mani intirizzite; lo salutai raccomandando più
attenzione. - E questi siamo noi, vicini, soli nello stesso giardino,
ma la solitudine non ci pesa, specialmente se penso a quei fenomeni di
massa, totalitari, folli, come i sistemi di destra e sinistra che
deportavano gli ebrei. – Ehilà – torno sui miei passi, e così come al
Duomo realizzarono le porte di ferro dopo la visita dei ladri, un uomo
con il suo carrettino pieno di sabbie era apparso sul marciapiedi e la
spalmava sul ghiaccio. – Sorpresa era, tale servizio non si notava
ancora nella strada principale, infatti andai dal lato opposto ed
anche lì riapparve un uomo con il carrettino che spalmava come se
stesse attendendomi, fino a farmi chiedere, non mica sono andato io
scavalcioni sulla linea di di mezzeria che non si notava? - Ad un
incrocio? – All’inizio che andai ad abitare nel palazzo che stavo per
fotografare, il mio vicino leader banda schizzo, tornando insieme
dallo shopping, c’eravamo incontrati al supermercato, mi raccontò il
suo omonimo, mio vicino dell’altra porta accanto, leader della banda
degli ubriachi, aveva finalmente ottenuto un lavoro, doveva fare un
buco, nella terra, con il badile. - Avevo scaricato da internet, la
settimana scorsa, Avatar, credo non vedessi un film da una vita,
diciamo negli ultimi vent'anni, se avrò assistito ad altrettante
proiezioni cinematografiche, è assai, escluso le pellicole di Totò,
Metropolis e Nosferatu, quest'ultimo visto tre, quattro volte. - Il
film antico mi piace molto, purtroppo è raro, inoltre Charlie Chaplin
è talmente rivisto, da sembrare contemporaneo. - Va bene! - Quella
volta lì che sognavo diventare critico cinematografico, potrebbe
essere il titolo di un [ Eds ] c'è solo un guasto nel motore: non ho
mai sognato divenire un critico, tanto meno della celluloide, sebbene
oggidì custodita e realizzata digitale! - Ma cos'è tutta questa
descrizione della neve? - Semplice! - Il film in questione, ha una
bellissima immagine dei campi coperti di neve, di quella neve delle
decantine d’anni trascorsi e ricordati in " Sensazioni d'inverno". -
Avrei bisogno di più memoria, è un vero peccato buttare questo film,
scaricare da internet non è facile, pure il film Avatar ho già
buttato. - Quel mattino che possiamo definire, per riconoscerlo, sul
giaccio, avevo iniziato a vedere Avatar, e mi alzai dalla sedia
all'inizio, allorquando apparve un uomo in una bara di cartone, con un
sacchetto dell'immondizia come se fosse tra le lenzuola. - Era questi
da riciclare? - Chi vivrà saprà? - Intanto il film non mi andava più
di vederlo, preferivo i miei argomenti che stavano riesumando dal
profondo di me; però potrei sempre salvare questi film sul dischetto,
la qual cosa, a ben riflettere non l'apprezzo, posso accettare, dato
il momento, vederlo a sbafo, ma registrarlo pure, è impressione fuori
luogo, bramosia di possessione, esagerazione cui bisognerebbe dare
ragione a chi vuole la guerra a siffatti canali che distribuiscono
materiale gratis, sia esso informazione o spettacolo, per esempio
qualche uomo politico non vuol essere preso di mira, indubbiamente c'è
chi esagera e fa le cose con cattivo gusto, allora bisogna chiedere a
tutti d'ispirarsi al " Giardino dei Finzi Contini " ove ho apprezzato
la classe infinita di Vittorio De Sica regista, credevo fosse un
attore. - Ferrara, il Veneto e le biciclette - ricordo la mia madre
osannare quelle regioni ove erano tutti sulle due ruote, mentre lei
per andare a lavorare, in pullman, a volte giungeva a casa due ore
dopo essere uscita di fabbrica, ma noi vivevamo in collina e la nostra
città non era affatto a misura di pedalata; per la verità, per quanto
concerne viabilità, sembrava fatta per niente la nostra città, mentre
per nuotare, le gare di fondo le appartenevano di diritto ed eravamo i
più bravi al mondo, poi giunsero gli atleti coccodrilli del Nilo ed
oggi siamo ad Al Qaeda che paura: i caccadrilli! – Non hanno nemmeno
bisogno della polverina anti squalo, quelli hanno un’altra coda. - Un
bel dì nacque la tangenziale e qualcosa, molto poco, a quattro ruote
si mosse sulle strade; oggi grazie alla metropolitana, la quale ha più
che raddoppiato le sue stazioni, si va. - Da Metropolis di quel del
film antico, a questo appena visto anni quaranta, poco prima della
guerra, con giacche a spacchetti dietro, Ferrara e la sana provincia
italiana. - Il film inizia con l'attrice principale che saluta con un
braccio agitato in alto, e l’altro che sorregge la racchetta di
tennis, il quale è dal lato della gamba che poggia a terra, alzata
sulle punte per meglio scorgere gli amici in bicicletta che spuntano
oltre gli alberi. - Ora, se non fosse precisamente così la scena, poco
cambia, vale il concetto che ci permette d’inquadrare lo svolgimento
della cura del particolare, nel quale il regista si è mosso. - Saluta
esclamando " Hippie " cui credo il termine già esistesse, Woodstock o
Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni sono antecedenti – ehilà -
ho dimenticato d'annotare la data di realizzazione della pellicola e
manco vado a cercarla - cosa cambia? - La storia è precisione e senza
date non esiste cronaca del tempo, cioè storia, la quale è scritta
secondo il punto di vista dei critici che vincono le guerre. - Beh! -
Il mio personaggio cronista critico, è chiuso in " Gli eserciti nella
polvere /Dialogo con Assurdo " il quale sarebbe un bel film, così come
lo script grafico realizzato in estate " Tankannone " per la locandina
da esporre in cartellone, mi è sembrato rivedere in Avatar, compreso
l'albero di " Follacchio ". Forse è stato tale albero a condurmi al
giardino e fare ricerca per questo spettacolo, assodato che un film
del genere elegante, avrei voluto vedere. - L'eleganza è ciò che mi fa
esclamare: il cinema americano non mi piace, oramai in bicicletta
pedalano nudi! - Gli americani si preoccupano del botteghino più di
tutti ed ogni cosa, quindi a loro sta bene copiare un poco alla volta,
in modo tale aumentano la curiosità e vendono più prodotto. - Il
topico del film è quando lei dichiara al suo spasimante che ama
fraternamente e con il quale è cresciuta insieme sebbene in case
diverse, hanno respirato la medesima aria e vissute le stesse emozioni
salvo in amore, in quanto tra loro non ci poteva essere " Sbranarsi "
è il lemma che usa, d'interprete in cerca d'istinto animale. - L'amore
degli anni sessanta, preso da grossi ideali, apriva le menti più che i
cuori, infatti lui la scopre tra le braccia di un altro e ciò afferma
proprio quanto detto in virtù dell'istinto sbranante dei propri
desideri onde soddisfare il piacere di consumarli.- Con gli ebrei non
ci si annoia mai, è un’altra frase potente che si ascolta nell’ora e
trentaquattro minuti davanti allo schermo, essi sono complicati,
dichiara Fabio Testi in veste play, talmente tanto, che dopo questo
film, mi sembra Lino Capolicchio abbia conosciuto una flessione nei
cuori femminili, in quanto non riesce a chiarire il suo concetto
d'amore o forse era puro e per tal motivo risulta perdente in un film
in cui è onnipresente lo strapotere della razza ariana? – L'amico
comunista, ironia della sorte, muore in Russia. - La folla inneggia
all'immagine di Mussolini sul quale campeggia la scritta: se avanzo
seguitemi. - La famiglia dalla croce di Davide, nell'angoscia del
fascismo, dichiara alla fine i nazo fasci si renderanno conto che la
bella letteratura è ebrea e non possono prendersela con la forza ...
Bill Gate è ancora convinto di ciò, ma Macintosh la pensa diverso e
poi non esistono solo i computer o i filo estremisti intellettuali, ma
anche " Vesuvian wave " o radio Londra, ma gli ebrei fanno sempre
così, chiedono più affetto, amore, sono bianchi ed a volte lo
pretendono: paranoia! - E cosa dire della scena con il fratello
salutato sotto al cartello " Grenoble " di un telefono che non
squilla, il cancro delle onde tace, inutile cercare cura
elettronicamente, essa è di là da venire, intanto Helmut Berger muore
nella sua elegante impotenza a respirare l'aria, pura. - Un'altra
frase stupefacente e contemporanea è " La memoria delle cose " essa si
legge dove una volta furono Le due torri di New York. – Frasi che
segnano il tempo, le ho annotate, una volta le avrei ricordate a
menadito, come una poesia del Carducci, il poeta che viene citato in
tanta aulica classicità, ovviamente. – Da principio, asserivo
dislocazione dalla realtà classica, ciò non significa sia alternativo,
per la verità sono più incline al classico, ma sempre in cerca di
varianti, quindi dovrei considerarmi semi alternativo, e ciò per me è
scorretto, in quanto in tale fenomeno riconosco voglia reazionaria,
forzata, la qual vuole darla ad intendere pura, quindi ancora peggio,
invece nella realtà usuale, l'originalità è più spontanea. - All’epoca
della prima visione del film, mettiamo fine anni sessanta, eravamo
praticamente borghesi, non sapevamo rinunciare alle certezze minime,
assodate le quali, oggi ricerca artistica a più non posso, nel mio
caso produzione, altrimenti assurgerei a critico. - Mi fanno ridere
quelli che assicurano oggi il cinema non affascina le masse come un
tempo, perchè non esistono più critici bravi. - Orbene, a loro
rispondo di rimando: rivolgetevi altrove, io sono opinionista, non
critico! - Se fossi uno di quelli che sa parlare a tono del film che
ha visto e ne racconta lodi e virtù o cos'altro al pubblico, dovendo
argomentare del film, affermerei Helmut Berger è di un portamento
schermografico non indifferente e credo farò ricerca e vedrò tutto il
cinema di Luchino Visconti, cui il tedesco era uno dei suoi attori
preferiti, poi scoprire altri film di De Sica, Ferreri, Antonioni,
Pasolini, Fellini, e chi più non so o forse qualcun altro, fino
all'unica regista attuale Pelluna per tutti, beato chi se la sposa sul
set: che film - ragassi!
FINE
p.s. scritto ieri sera, stamani di buon mattino correggo apro la tenda
e la città è di nuovo bianca: nevica!