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Alcune parole genovesi di origine araba o turca

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Riccardo Venturi

unread,
Oct 14, 2001, 9:06:11 AM10/14/01
to

Visto che se ne sta un po' parlando a proposito del "gabibbo", vediamo
qualche parola genovese di sicura origine araba o turca.
NB - Per i termini Genovesi mi sono servito del vocabolario del Frisoni;
per quelli turchi del "Concise Oxford Turkish Dictionary" di A.D.
Alderson e Fahir Iz (Oxford at the Clarendon Press, 1983); per quelli
arabi del "Dizionario Arabo-Italiano" dell'Istituto per l'Oriente (Roma,
1971).
____________________________________________________

1) A GIABBA "gratis", "senza pagare", "a ufo"
E' l'aggettivo turco < caba > (pronuncia: / giabą /) "gratuito", "a buon
mercato": < caba etmek > /giabą etmčk/ "dare a gratis".
NB - Il Frisoni (p. 133) fornisce come etimologia lo spagnolo <de llapa>
"in aggiunta", "in soprappiu'"; ma il termine spagnolo e' ugualmente
derivato dalla parola turca di cui sopra. Il Genovese, inoltre,
riproduce quasi esattamente la pronuncia effettiva del termine in turco
ed e' quindi di certa derivazione diretta.

2) AGIBBO "adorno", "decorato"; da cui il verbo < agibbā > "adornare",
"decorare"; rifl. < agibbäse > "adornarsi", "mettersi in ghingheri".
Quasi sicuramente e' l'aggettivo arabo < 'agib > "meraviglioso".

3) BRŪNĻA "barattolo", "recipiente di terra o di vetro". Popolarmente
anche "sputacchiera" (Frisoni, p. 54)
E' l'arabo < burniya >, di medesimo significato (anche nell'accezione
popolare).

4) CAMALLO "facchino", "lavoratore portuale"; p.est. "zoticone":
< avči ūn fā da camallo > (Frisoni, p. 62). Da qui il verbo
< camallā > "portare pesi sulle spalle", "faticare"; < camallā ben i
anni > "portare bene gli anni".
E' l'arabo < hammal > "facchino, portatore" (dalla radice trilittera
< h-m-l > del verbo < hummul > "portare pesi"). Passato direttamente nel
turco: < hamal >, da cui il Genovese (in tutti i suoi significati: anche
in turco il termine significa "zoticone", ed il verbo derivato,
< hamalamak > significa "portare bene gli anni"). Il termine e' diffuso
in tutte le lingue balcaniche, ripreso dal turco: albanese < hamali >
"facchino", greco moderno < hamalķs > "facchino", rumeno < hamaliu >
"facchino" ecc.

4) CASANN-A "cliente", "avventore di un'osteria"; "monte di pieta' ":
< portā qc. ä casann-a > "impegnare un oggetto" (Frisoni, p. 68).
E' l'arabo < hazana > "tesoro", "carica di tesoriere", passato anche nel
turco < hazine > "tesoro". In questo caso, per la consistenza fonetica,
la derivazione in genovese pare diretta dall'arabo.

5) CIFUTTI "ometto", "uomo dappoco", "nullita' ".
E' il turco < ēļfļt >, termine spregiativo per "Ebreo" ed anche nella
lingua originaria usato nella stessa accezione del Genovese: < ēļfļt
ēarsļsļ > "persona ordinaria, ometto da nulla".

6) GILECCO "panciotto".
Derivazione diretta dal turco < yelek >, di medesimo significato (ma
anche "piuma dell'ala di un uccello", "piuma con cui e' adornata una
freccia").

7) MÉIZAO "mčsero" ("ampio quadrato di stoffa stampato a molti colori,
che le donne liguri portavano come uno scialle". Zingarelli, p. 1143).
Derivato dall' arabo < mizar > "vello". Il termine Genovese e' passato
poi all'italiano letterario.

8) RAMADDAN "baccano", "trambusto", "casino".
E' l'arabo < ramadān >, che, come tutti sanno, e' il mese dedicato al
digiuno spirituale diurno. Al tramonto, il digiuno s'interrompe e tutti
possono, oltre che mangiare, dedicarsi al divertimento; da qui
l'accezione Genovese.

9) SCUCUZZŁ, SCUCUZZÕN "semolino fine da cuscus", "gragnuola (pasta da
minestra)" (Frisoni, p. 248)
E' il notissimo termine arabo magrebino < kuskus > "semolino",
< kuskusu > "pasta di acqua e farina".

10) ZUBBO "nulla", "niente", usato in vari modi di dire:
< o no m'ą dęto manco ūn zubbo > "non mi ha dato assolutamente nulla
(dicesi indicando con l'unghia del pollice un dente; Frisoni, p. 295);
< no vä ūn zubbo > "non vale una cicca" (ibidem); < no me importa ūn
zubbo > "non me ne importa un accidente"; spesso usato nell'accezione
dell'italiano "cavolo" o "c****": < no vaddo ūn zubbo > "col cavolo che
ci vado".
Le ipotesi sono discordanti: mentre il Frisoni fa derivare il termine
dal russo < zub > "dente" (che riporta erroneamente come < *zubbie>, in
realta' la forma plurale, propriamente < zubķ > o < zubjį >), alcuni
propongono invece l'arabo < zubb > " briciola di pane " (in questo senso
usato allo stesso modo del latino < mica >, da cui l'avverbio italiano
< mica > in "mica ci vado" ecc.). Propendo per questa seconda ipotesi.

_______________________________________________________

Reveļscio,

*Riccardo Venturi*
*Er muoz gelīchesame die leiter abewerfen
*So er an īr ūfgestigen ist (Vogelweide)
*_____________________________________
*Via Garibaldi 41, 57122 Livorno
*05 86 88 58 75 / 34 02 46 18 74
*ven...@spl.at
*http://utenti.tripod.it/Guctrad/alamanno.html
*http://utenti.tripod.it/Balladven/index.html

Aldo Rossi

unread,
Oct 14, 2001, 12:10:02 PM10/14/01
to
Eh, si capisce come sia una civiltą inferiore.

--
Aggiornate al 10 ottobre 2001 le pagine
http://digilander.iol.it/aori/indexhtm.htm.
Grazie della visita.
"Riccardo Venturi" <ven...@spl.at> ha scritto nel messaggio
news:3bc98d05...@news.libero.it...

Riccardo Venturi

unread,
Oct 14, 2001, 12:20:37 PM10/14/01
to
On Sun, 14 Oct 2001 16:10:02 GMT, "Aldo Rossi" <ao...@libero.it> wrote:

>Eh, si capisce come sia una civiltą inferiore.

???

Saluti

Pantera

unread,
Oct 14, 2001, 12:47:54 PM10/14/01
to
In 3bc9c896...@news.libero.it, Riccardo Venturi, ven...@spl.at, il
14/10/2001 18:20 ha pensato di deliziarci dicendo:

> On Sun, 14 Oct 2001 16:10:02 GMT, "Aldo Rossi" <ao...@libero.it> wrote:
>

>> Eh, si capisce come sia una civiltà inferiore.
> ???

L'ironia di Aldo Riccardo, ma come non l'avevi capita?
Aldo non essere criptico che poi ti fraintendono
Voleva dire il contrario!


-- Pantera
http://members.xoom.it/Hanwi


Riccardo Venturi

unread,
Oct 14, 2001, 1:36:49 PM10/14/01
to
On Sun, 14 Oct 2001 16:47:54 GMT, Pantera <pant...@tin.it> wrote:

>L'ironia di Aldo Riccardo, ma come non l'avevi capita?

Ah, ok... :-)))

Saluti carissimi,

Angelo

unread,
Oct 14, 2001, 1:39:36 PM10/14/01
to

"Riccardo Venturi" ha scritto

> Visto che se ne sta un po' parlando a proposito del "gabibbo",
vediamo
> qualche parola genovese di sicura origine araba o turca.

Azzunzo quarche definiçion da-o Paganini (1857)
e da-o Casaccia (1876):

> 2) AGIBBO "adorno", "decorato"; da cui il verbo < agibbâ >


"adornare",
> "decorare"; rifl. < agibbäse > "adornarsi", "mettersi in ghingheri".
> Quasi sicuramente e' l'aggettivo arabo < 'agib > "meraviglioso".

Casaccia:
agibbo: arnese, soggettino; dicesi ironicamente di persona,
e prendesi in ma'a parte: O l'è un bell'agibbo; gli è un bell'arnese,
un bel soggettino.

> 3) BRÛNÏA "barattolo", "recipiente di terra o di vetro". Popolarmente


> anche "sputacchiera" (Frisoni, p. 54)
> E' l'arabo < burniya >, di medesimo significato (anche nell'accezione
> popolare).

Paganini:
brünìa: barattolo.

Casaccia:
brunïa: vaso piccolo di terra o di vetro per riporvi
e tenervi conserve e simili.

> 4) CAMALLO "facchino", "lavoratore portuale"; p.est. "zoticone":

> < avèi ûn fâ da camallo > (Frisoni, p. 62). Da qui il verbo
> < camallâ > "portare pesi sulle spalle", "faticare"; < camallâ ben i


> anni > "portare bene gli anni".
> E' l'arabo < hammal > "facchino, portatore" (dalla radice trilittera
> < h-m-l > del verbo < hummul > "portare pesi"). Passato direttamente
nel
> turco: < hamal >, da cui il Genovese (in tutti i suoi significati:
anche
> in turco il termine significa "zoticone", ed il verbo derivato,
> < hamalamak > significa "portare bene gli anni"). Il termine e'
diffuso
> in tutte le lingue balcaniche, ripreso dal turco: albanese < hamali >

> "facchino", greco moderno < hamalís > "facchino", rumeno < hamaliu >
> "facchino" ecc.

Paganini:
camallo: facchino, quegli che porta pesi addosso
per prezzo,portatore.

Casaccia:
camallo: facchino, quegli che porta pesi addosso per prezzo;
e generalmente si chiaman così quelli delle dogane,
dei banchi, di negozio, ecc.

> 4) CASANN-A "cliente", "avventore di un'osteria"; "monte di pieta' ":

> < portâ qc. ä casann-a > "impegnare un oggetto" (Frisoni, p. 68).


> E' l'arabo < hazana > "tesoro", "carica di tesoriere", passato anche
nel
> turco < hazine > "tesoro". In questo caso, per la consistenza
fonetica,
> la derivazione in genovese pare diretta dall'arabo.

Casaccia:
casann-a: avventore, bottegaio: colui ch'è solito ad andar
a comprare ad una tal bottega, o che presso un artefice
continua a servirsi dell'arte sua;

> 5) CIFUTTI "ometto", "uomo dappoco", "nullita' ".

> E' il turco < çïfït >, termine spregiativo per "Ebreo" ed anche nella
> lingua originaria usato nella stessa accezione del Genovese: < çïfït
> çarsïsï > "persona ordinaria, ometto da nulla".

Casaccia:
cifutti: polebbro, cacacciano pacchiano, mestolone, ecc.
dalla voce turca Ciphut, che significa Ebreo.

> 6) GILECCO "panciotto".
> Derivazione diretta dal turco < yelek >, di medesimo significato (ma
> anche "piuma dell'ala di un uccello", "piuma con cui e' adornata una
> freccia").

Casaccia:
gilecco: farsetto, vestimento del busto, come giubbone
o camiciuola, e dicesi presso noi per lo più da contadini.
Vien dalla voce toscana Giulecco, spezie di veste antica
degli schiavi e galeotti.

> 7) MÉIZAO "mèsero" ("ampio quadrato di stoffa stampato a molti


colori,
> che le donne liguri portavano come uno scialle". Zingarelli, p.
1143).
> Derivato dall' arabo < mizar > "vello". Il termine Genovese e'
passato
> poi all'italiano letterario.

Casaccia:
meìzao: mésero . Voce nostra che non ha corrispondenza
italiana: quella gran pezzuola di panno, lino o di cotone,
con campo stampato a vari disegni e colori, che
usano portare fra noi le donne di bassa condizione
e scende giù per le spalle.

> 8) RAMADDAN "baccano", "trambusto", "casino".

> E' l'arabo < ramadân >, che, come tutti sanno, e' il mese dedicato al


> digiuno spirituale diurno. Al tramonto, il digiuno s'interrompe e
tutti
> possono, oltre che mangiare, dedicarsi al divertimento; da qui
> l'accezione Genovese.

Casaccia:
ramaddan: frastuono, fracasso, rumore,
baccano, trambusto, diavoleto.

> 9) SCUCUZZÙ, SCUCUZZÕN "semolino fine da cuscus", "gragnuola (pasta


da
> minestra)" (Frisoni, p. 248)
> E' il notissimo termine arabo magrebino < kuskus > "semolino",
> < kuskusu > "pasta di acqua e farina".

Paganini:
scucuzu' o lentiggette: lentine, han la forma e la grossezza
delle lenti o lenticchie, donde prendono il nome.

Casaccia:
scucuzzù: gragnuola: sorta di pasta per minestra,
composta di pezzetti, quasi tondi a mò di grandine.
Curcussù e scurcussù: dicesi in toscana la farina
un pò più grossa del semolino.

> 10) ZUBBO "nulla", "niente", usato in vari modi di dire:

> < o no m'à dæto manco ûn zubbo > "non mi ha dato assolutamente nulla


> (dicesi indicando con l'unghia del pollice un dente; Frisoni, p.
295);

> < no vä ûn zubbo > "non vale una cicca" (ibidem); < no me importa ûn


> zubbo > "non me ne importa un accidente"; spesso usato nell'accezione

> dell'italiano "cavolo" o "c****": < no vaddo ûn zubbo > "col cavolo


che
> ci vado".
> Le ipotesi sono discordanti: mentre il Frisoni fa derivare il termine
> dal russo < zub > "dente" (che riporta erroneamente come < *zubbie>,
in

> realta' la forma plurale, propriamente < zubí > o < zubjá >), alcuni


> propongono invece l'arabo < zubb > " briciola di pane " (in questo
senso
> usato allo stesso modo del latino < mica >, da cui l'avverbio
italiano
> < mica > in "mica ci vado" ecc.). Propendo per questa seconda
ipotesi.

Casaccia:
zubbo: niente, nulla, voce bassa: A nö vä ûn zubbo; la non val niente.
Talora usasi da noi per dinotare la pessima qualità d'una persona:
Che zubbo d'òmmo o l'è mai? che razza d'uomo é costui?
Usato in forza d'interiezione vale: Capperi! Canchitra!

Cöse ti ne dixi se cacciemmo
tutto sto "ramadan" in scio mæ scito?


--

Ciao :-)
Angelo

A mæ patria a l'é Zena, a "Superba"!
¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤øø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`

Storia, tradizioni, dialetto,
curiosità e barzellette su Genova,
nel mio sito: "Tutto genova" all'URL:
http://space.tin.it/lettura/xpavese


Aldo Rossi

unread,
Oct 14, 2001, 1:46:12 PM10/14/01
to
"Riccardo Venturi" <ven...@spl.at> ha scritto nel messaggio
news:3bc9c896...@news.libero.it...

> On Sun, 14 Oct 2001 16:10:02 GMT, "Aldo Rossi" <ao...@libero.it> wrote:
>
> >Eh, si capisce come sia una civiltà inferiore.
> ???

!!!

Contraccambio i saluti.
Aldo Rossi--

niki

unread,
Oct 14, 2001, 2:29:33 PM10/14/01
to
Grazie!!


"Riccardo Venturi" ha scritto nel messaggio >

Riccardo Venturi

unread,
Oct 15, 2001, 4:08:26 AM10/15/01
to
On Sun, 14 Oct 2001 17:39:36 GMT, "Angelo" <arg...@yahoo.it> wrote:

>Cöse ti ne dixi se cacciemmo
>tutto sto "ramadan" in scio mæ scito?

Segûo, a me pä 'n idea bonn-a!
PS: Ti ti veu o file originale? Fäme savèi.

Ciao! :-)

*Riccardo Venturi*
*Er muoz gelîchesame die leiter abewerfen
*So er an îr ûfgestigen ist (Vogelweide)

Angelo

unread,
Oct 15, 2001, 12:18:32 PM10/15/01
to

"Riccardo Venturi" ha scritto

> PS: Ti ti veu o file originale? Fäme savèi.

Scì, màndimelo.

nospam Anthropos

unread,
Oct 16, 2001, 9:09:13 AM10/16/01
to
On Sun, 14 Oct 2001 13:06:11 GMT, ven...@spl.at (Riccardo Venturi)
probably wrote:

>
>Visto che se ne sta un po' parlando a proposito del "gabibbo", vediamo
>qualche parola genovese di sicura origine araba o turca.

>...........................

Scusate l'intrusione del lurkatore, ma mi sono meravigliato di non
aver trovato nella lista la parola "mandillo" (sempre che l'abbia
scritta correttamente).
Qualcuno può illuminarmi?

Grazie e ciao.

--
Anthropos

Gatto Fieschi

unread,
Oct 16, 2001, 9:28:17 AM10/16/01
to

"paolocarossino (nospam) (Anthropos)" > Scusate l'intrusione del lurkatore,


ma mi sono meravigliato di non
> aver trovato nella lista la parola "mandillo" (sempre che l'abbia
> scritta correttamente).
> Qualcuno può illuminarmi?

Penso verrai sommerso da risposte.
Comunque, in greco attuale "mandili" è il fazzoletto, il foulard.
Mandila (con il circonflesso sulla a) vuol dire truffatore, piccolo
delinquente (in genovese) mentre mandillo è il fazzoletto (et similia).

Se non mi sbaglio in quel bazaar che è il museo di San Lorenzo, dovreb-
be esserci 'il sacro mandillo', specie di sacra Sindone in 16esimo.. :-)
>
> Grazie e ciao.
>
> --
> Anthropos--

Yassou ! O Gàtos filos tou Rottweiler :-)))

"Il Gåtto, come il Saggio, è colui
che accondiscende a tutto, perchè
non si identifica con niente:
un opportunista senza desideri".

Gåtto Fieschi®

Angelo

unread,
Oct 16, 2001, 10:57:23 AM10/16/01
to

"Gatto Fieschi" ha scritto

> > aver trovato nella lista la parola "mandillo"

Inti mæ vocaboläi no ò attreuvòu nisciunn-a particolare
etimologia da paròlla "mandillo" (fazzoletto).
Me pâ interessante quella scrïta da o Gatto.

Riccardo Venturi

unread,
Oct 16, 2001, 11:40:23 AM10/16/01
to
On Tue, 16 Oct 2001 13:09:13 GMT, paolocarossino(nospam)@tiscalinet.it
(Anthropos) wrote:

>Scusate l'intrusione del lurkatore, ma mi sono meravigliato di non
>aver trovato nella lista la parola "mandillo" (sempre che l'abbia
>scritta correttamente).

>Qualcuno puņ illuminarmi?
Perche' la parola non di origine araba o turca, ma greca:
< mandili > "fazzoletto", "(grande) fazzoletto da testa", "foulard".
Il quale e', fra l'altro, un cosiddetto "cavallo di ritorno", in quanto
e' una parola originariamente latina ( lat. volg. < mantelium >, passata
gia' nel greco ellenistico tardo < mantelion >, da cui il termine greco
moderno) ripassata poi per imprestito in una lingua neolatina (il
genovese, appunto).
Nella linguistica storica vengono dette "cavalli di ritorno" (tedesco:
< Rückpferde >) tutte quelle parole originarie di una data lingua o di
un ceppo linguistico che, passate in un'altra lingua, vengono
"restituite" a quella originaria modificate in base alla fonologia della
lingua di accoglienza.
Un caso tipico č "zar": come tutti sanno, si tratta del latino
< Caesar > "Cesare" passato nelle lingue slave nel significato di
"imperatore" e poi restituito a molte altre lingue nel senso di
"Imperatore di tutte le Russie". E lo stesso vale per il tedesco
< Kaiser >.

Saluti carissimi,

nospam Anthropos

unread,
Oct 17, 2001, 5:49:08 AM10/17/01
to
On Tue, 16 Oct 2001 15:40:23 GMT, ven...@spl.at (Riccardo Venturi)
probably wrote:

>On Tue, 16 Oct 2001 13:09:13 GMT, paolocarossino(nospam)@tiscalinet.it
>(Anthropos) wrote:

>Perche' la parola non di origine araba o turca, ma greca:

>................

Grazie mille (anche per gli altri post, soprattutto per "Genuezskaja
Nostalgija") e grazie al Gatto.

Saluti carissimi anche a te.

--
Anthropos

sara198...@gmail.com

unread,
May 7, 2018, 12:15:48 PM5/7/18
to
Buongiorno, solo una precisazione sull'origine araba del termine "zubbo". Non so cosa significasse in antichità, ma so per certo che oggi il termine "zebb" da cui "zebbi" (il mio ...) indica volgarmente proprio l'organo genitale maschile e si usa all'incirca allo stesso modo dell'italiano "c***o".
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