Troppe variabili:
Allenamento
pendenza
condizioni meteo
stagione
motivazioni
I tempi CAI si stabilizzano sui 300 / 400 m/h di dislivello in salita e 500
in discesa.
Adesso come adesso gente che viaggia sui 700 m/h è considerata "normale"
Se sei disposto a giocarti i quadricipiti per i successivi 3 gg puoi
scendere oltre i 1000 m/h
Rebrac
> E camminando in piano? 3km/h?
camminado con un buon passo (non da "struscio" sul corso) fai circa 5
km/h!
la corsa parte da 7 km/h ma comunque vale quanto ti hanno gia detto
allenamento motivazioni e tipologia del percorso fanno la differenza
--
...lunga la retta stretta la via
dite la vostra che io ho detto la mia...
AlloFull
AGH wrote:
> Camminado veloce a passo di marcia 10 km/h
azz e io che correndo vado piu' piano (9 km/h) che faccio... mi sparo???
:-D!
ciao, uli
mo' vado a correre!!
>adesso gente che viaggia sui 700 m/h è considerata "normale"
c'è anche chi fa una scopata in 30 secondi netti. Contento lui... ho
fatto il Ben Nevis AR in poco più di tre ore (a mia discolpa era
agosto, nevicava e io ero in brache di tela e maglietta) quando ero
più giovane e tosto. Ma non ho visto un cazzo.
Quand'ero ancora più piccolo andavamo a mangiare in malga la domenica
e siccome volevo vedere UFO alla TV dopo pranzo i miei mi mollavano a
scendere da solo e i 1600 in un'ora l'ho fatti tutte le domeniche per
anni, solo che non ci pensavo. Correvo e basta. Coi 2000 dev'essere la
stessa cosa.
Parlando di tempi seri:
in un'ora quanto si fa è la domanda sbagliata. Cosa si fa l'ora dopo,
le 10 ore dopo e il giorno dopo e i 10 giorni dopo.
Sono specializzato nel guidare trekking piuttosto lunghetti, non
faccio i giornalieri da anni, sempre 7 - 9 giorni e ti dico che, con
zaino da carico (da 1/3 a 1/4 del peso corporeo) 200 metri all'ora
vanno bene, se il giorno dopo hai tappe più sciolte, per non più di
1000 metri di dislivello in salita. A chi ti vede sembra un corteo di
lumache ma il 10 giorno sei allenatissimo e 0 acidosi.
300 vanno bene se hai lo zaino coi panini e se non tiri più di 1500
Dai 300 in su - a meno di avere un buon allenamento - il giorno dopo
sei in acidosi lattica.
Altri test che ho efettuato:
quando fai 600 metri in un'ora per un'ora sei pronto a fare 2000 metri
a 200 metri l'ora con zaino da carico (+ soste 10%) o a 450m l'ora
con lo zaino dei panini. Solo che in questo caso ti sudi anche l'anima
e se non hai i ricambi asciutti ti prende un colpo e ti ci vuole il
redintegratore salino....
Ma, dimmi, a che ti servono questi dati?
Marco
dopo una 15ina d'anni di montagna CONDIVIDO PIENAMENTE il tuo post.
On Sat, 24 Aug 2002 06:28:47 GMT, "Buzz" <bu...@NONSPAMMETE-sacom.net>
wrote:
>dopo una 15ina d'anni di montagna CONDIVIDO PIENAMENTE il tuo post.
>
>
Uelą, un altro vecchio rudere old style come me?
ma vieni...!
>dato che sto scrivendo un libro sull'accompagnamento, e ho parecchi
>appunti di qunado allenavo, vedo di fare un poco d'ordine.
>
>>adesso gente che viaggia sui 700 m/h è considerata "normale"
>
ecco visto che hai così tanta esperienza e giri sui talloni....perchè
non ne inserisci qual1 nel sito di it.sport.montagna
Saluti e Buone Salite a Tutti
Elena e Daniele
N.B. Siccome l'orologio interno del mio PC (un 486) ogni tanto decide di abbandonarmi, non fate caso alle date
e agli orari delle spedizioni....( a volte mi trovo ringiovanito di colpo 01/01/1995)
N.B.2. E' la mia vecchi firma ritrovata su una vecchia mail...mi sembreva giusto riproporla
Vedi, dopo l'incidente delle bimbe scout annegate sulle palafitte,
misi in
rete i protocolli per la sicurezza della mia società (per cui l'estate
lavoro come acc. di media montagna) e poi, da cosa nasce cosa, sono in
contatto con un bel po' di gente perché ho cercato di scrivere un
manuale
(di lavoro invernale ci occupiamo di editoria - libri e carte
topografiche,
principalmente) sulla sicurezza nell'accompagnamento in montagna ad
uso
degli Scout. Premetto che non sono mai stato Scout, tutta la mia
formazione
non professionale è avvenuta nel CAI.
Tornando a noi, non mi sento di dire - se questo era il senso della
tua -
che "giro sui talloni" dato che ci sto buttando tutto il mio poco
tempo
libero da due anni in qua.
Se "Elena e Daniele" vogliono essere della partita, e darmi una mano a
scrivere il libro (a farmi capire se si capisce, per esempio) basta
inviare
una mail vuota a questo indirizzo
da settembre ricomincio gli invii. E se vuoi-volete conoscermi meglio,
il
mio sito personale
http://www.taccuinioccidentali.it
nonché
oppure, puoi sempre girare sui talloni......
un caro saluto
Marco
>
>hum hum,
>"giri sui talloni"
=leggi chilometri percorsi
troppo simpatico!!!:-))))
E' un mio vecchio pensiero: verificare i tempi di percorrenza dei
primi alpinisti (anni 1850-1920) e confrontarli con quelli odierni. E'
vero: i sentieri erano diversi (molto peggio, in genere) ma i primi
alpinisti - scienziati per lo piů - erano molto precisi. Possiedo una
notevole documentazione in merito e, volendo, posso farlo.
Che ne pensate ?
Ciao a tutti.
Ugo Bottari
www.lalpinistavirtuale.it
interessante
e se la memoria non mi inganna oltre a fare dislivelli importantissimi
in giornata.....facevano acnhe dei signori tempi (per quelli che
considerano l'andare in montagna una gara)
Avendo a disposizione una grande quantità di documentazione degli anni
1880-1930 mi piacerebbe capire a quale "andatura" andavano gli antichi
alpinisti, oltrettutto con attrezzatura pesantissima e su sentieri
pressochè inesistenti.
Che ne pensate, vale la pena fare questo raffronto.
Tenete conto che gli "antichi alpinisti" erano degli scienziati ed
erano molto precisi nell'indicare, al minuto, i loro tempi.
Ciao a tutti
Ugo Bottari
www.lalpinistavirtuale.it
"Marco Fazion" <mont...@tiscalinet.it> ha scritto nel messaggio
news:3d67ca74...@news.tiscali.it...
>
>
> On Sat, 24 Aug 2002 06:28:47 GMT, "Buzz" <bu...@NONSPAMMETE-sacom.net>
> wrote:
>
> >dopo una 15ina d'anni di montagna CONDIVIDO PIENAMENTE il tuo post.
> >
> >
>
> Uelà, un altro vecchio rudere old style come me?
> ma vieni...!
>
> http://www.taccuinioccidentali.it
>
>
>
On Sun, 25 Aug 2002 18:55:03 GMT, "Buzz" <bu...@NONSPAMMETE-sacom.net>
wrote:
>
>>E' un mio vecchio pensiero: verificare i tempi di percorrenza dei
>>primi alpinisti (anni 1850-1920) e confrontarli con quelli odierni. E'
>>vero: i sentieri erano diversi (molto peggio, in genere) ma i primi
>>alpinisti - scienziati per lo più - erano molto precisi. Possiedo una
>>notevole documentazione in merito e, volendo, posso farlo.
>>Che ne pensate ?
>
>interessante
>
>e se la memoria non mi inganna oltre a fare dislivelli importantissimi
>in giornata.....facevano acnhe dei signori tempi (per quelli che
>considerano l'andare in montagna una gara)
>Saluti e Buone Salite a Tutti
>Elena e Daniele
>
>N.B. Siccome l'orologio interno del mio PC (un 486) ogni tanto decide di abbandonarmi, non fate caso alle date
>e agli orari delle spedizioni....( a volte mi trovo ringiovanito di colpo 01/01/1995)
>
>N.B.2. E' la mia vecchi firma ritrovata su una vecchia mail...mi sembreva giusto riproporla
Interessante la prospettiva di lavoro di Ugo, non credevo esistesse
qualcuno che si fosse interessato dell'argomento; da tener conto che
in tutte le zone in cui all'epoca vi era ancora una pastorizia
intensamente praticata, i sentieri erano molto più puliti di oggi (in
effetti non sempre le cose migliorano..); quanto ai tempi, Elena e
Daniele, verissimo...basta pensare ai nostri pastori, o - se vi è mai
successo di andare in montagna con qualche vecchio forestale
sessantenne...(che figura...) Il fatto è che la gente andava a piedi
per lavorare, e le gli avvicinamenti alle grandi salite Dolomitiche
avvenivano in genere....in bicicletta, come pure andare al lavoro
tutti i giorni. Insomma, il nostro prezioso "allenamento di base" che
conquistiamo faticosamente con tanta aerobica dopo 8 ore di computer,
loro lo facevano già solo per andare al lavoro...Certo, abbiamo
un'alimentazione più ricca, poi ci si può anche imbottire di
schifezze, tanto in montagna non c'è l'antidooping (argomento tabù in
ambito alpinistico) quindi probabilmente le "punte" si sono elevate.
Tranne scoprire, qua e là, che Preuss faceva il 6b e così via...
un caro saluto a tutti
Marco
> Interessante la prospettiva di lavoro di Ugo, non credevo esistesse
> qualcuno che si fosse interessato dell'argomento;
ce ne sono parecchi, mi pare che l'alpinismo d'antan goda di una
notevole riscoperta negl'ultimi anni
> Tranne scoprire, qua e là, che Preuss faceva il 6b e così via...
boh non serve puntare tanto alto, basta andare sul finto II, in
realta` III/IV marcio, di certe vie inizio '900 per cacarsi addosso
(tanto c'e` sempre il sacchetto della magnesite del compagno climber
a disposizione =))
f.riccardo
On Mon, 26 Aug 2002 22:55:53 +0200, frick <fr...@despammed.com> wrote:
>
>> Tranne scoprire, qua e là, che Preuss faceva il 6b e così via...
>
>boh non serve puntare tanto alto, basta andare sul finto II, in
>realta` III/IV marcio, di certe vie inizio '900 .....
verissimo, d'altro canto, a parte la valutazione delle difficoltà, la
qualità della roccia non era molto considerata, dato che poi i sistemi
di assicurazione erano abbastanza aleatori. Se sei molto prudente, in
fondo, sui gradi facili . dove hai una vasta scelta di appigli e
posizioni - il vero problema che ti pone la roccia marcia non è la
progressione, ma è proprio l'impossibilità di fare assicurazione: ma
se stai assicurando a spalla, con una corda con i trefoli rotti
riparati con lo stagno, il problema della roccia nei riguardi della
catena si assicurazione si pone poco....
ciao Marco
> "oggi e' considerato normale andare a 700 m/h"...
con zaino in schiena e per piu` di un'ora? "normale" pos crodi :)
> PS conosci qualche trucco per smaltire l'acido lattico?
"farsi" di bicarbonato, ma il tempo che guadagni lo perdi nei
cespugli a smaltire la diarrea conseguente ;)))
f.riccardo
Ecco perchè oltre alle "pizze" delle mucche vedo anche delle statuine di
gesso "astratte" dietro ai cespugli
.....io pensavo a qualche artista della montagna
:-(
Il trucco dopo il bicarbonato è ...... farsi una bella bevuta di liquido
astringente, che ne so, limonata.. oppure mettersi un "tappo" e correre fino
al prossimo rifugio.
Con il tappo ... la velocità potrebbe superare anche i 2000 m/h ...
soprattutto se non avete pantaloni di ricambio.
:-)
p.s. non varrabbiate era solo perprovare il sw del quoting o come bestia si
chiama....
b...@libero.it
-- Se rinaquetti climber comprerbbi una casa senza scale :
-- http://digilander.iol.it/MusicandJokes/ se vuoi ridere e sei depresso
-- http://digilander.iol.it/m_50/ se hai un Siemens M50
Ciao rebrac
>
> I tempi CAI si stabilizzano sui 300 / 400 m/h di dislivello in salita e
500
> in discesa.
Verissimo, piu' 300 che 400...400 direi in discesa, ma molto dipende dal
terreno
> Adesso come adesso gente che viaggia sui 700 m/h è considerata "normale"
Mmmmhhhhh...le poche volte che, con zaino leggero, ho fatto 700 m/h ho
sorpassato tutti gli altri che erano impegnati sul medesimo percorso, e
questo non mi sembra tanto "normale". La "normalita'" secondo me si attesta
sui 300-400 m/h (appunto), se poi vogliamo parlare di "normalita'" nella
corsa in montagna, questo e' un altro discorso...:-)
> Se sei disposto a giocarti i quadricipiti per i successivi 3 gg puoi
> scendere oltre i 1000 m/h
Scendere correndo, magari senza bastoncini e con zaino carico, e' molto
dannoso per la schiena e le articolazioni e lo sconsiglio a chiunque.
Ciao
Valter
--------------------------------
Inviato via http://usenet.libero.it
Tieni conto cmq che una delle variabili fondamentali rilevata dagli
studi per le forze NATO, che cercavano il miglior momento per lanciara
una assalto di fanteria è la ionizzazione negativa, che a sua volta è
condizionata da una formula che lega temperatura, altezza e velocità
del vento...in sintesi c'è da uscirci pazzi con le varialbili.
Io ho una formula strasemplice per il cammino di una giornata (12 ore
in tappa)
soste incluse, su una tappa mista (salita piano discesa) con zaino da
carico si fanno 2 km misurati su mappa l'ora;
in salita pura, nelle stesse condizioni, 200 mt di dislivello l'ora,
ma oltre le 6 ore si scoppia;
in piano, 3 km;
in discesa idem, se molto ripida, 2,5 (in questo caso se si passano le
6 - 7 ore con lo zaino peso un adulto su 10 si infiamma un legamento,
gli adolescenti nemmeno ci arrivano per congenita debolezza di
quadricipite e sartorio)
il problema è che queste sono verificate al suolo in anni di
conduzione, ma riguardano la necessità di:
camminare per non meno di 5 giorni senza mai andare in acidosi;
tenersi anche a fine tappa la possibilità di farsi qualche ora
supplementare perché non si trova l'acaua o per altri incidenti.
il secondo problema è che non è una formula, ma solo dato di
esperienza; posso dire che con questi tempi sono riuscito a non
perdere quasi nessun cliente, cioè a portarli sempre in fondo ai
trekking.
a presto....
MArco
On Thu, 29 Aug 2002 22:16:33 GMT, "il barbi" <qmdb...@tin.it> wrote:
>"Marco Fazion" <mont...@tiscalinet.it> ha scritto nel
>messaggio news:3d6691c7...@news.tiscali.it...
>> dato che sto scrivendo un libro sull'accompagnamento, e ho
>parecchi
>> appunti di qunado allenavo, vedo di fare un poco d'ordine.
>>
>> in un'ora quanto si fa è la domanda sbagliata. Cosa si fa
>l'ora dopo,
>> le 10 ore dopo e il giorno dopo e i 10 giorni dopo.
>>
>> Sono specializzato nel guidare trekking piuttosto
>lunghetti, non
>> faccio i giornalieri da anni, sempre 7 - 9 giorni e ti
>dico che, con
>> zaino da carico (da 1/3 a 1/4 del peso corporeo) 200 metri
>all'ora
>> vanno bene, se il giorno dopo hai tappe più sciolte, per
>non più di
>> 1000 metri di dislivello in salita. A chi ti vede sembra
>un corteo di
>> lumache ma il 10 giorno sei allenatissimo e 0 acidosi.
>>
>> 300 vanno bene se hai lo zaino coi panini e se non tiri
>più di 1500
ciao, beh smaltire l'acido lattico mentre si va è quasi impossibile ( dal
momento che lo si è creato), l'unico sistema è quello di aumentare la soglia
di lavoro in acido lattico negli allenamenti e questo lo si fa eseguendo le
ripetute medie........tipo 2-5 km con produzione di acido lattico e quindi
recuperi ecccc...
per il resto tutte le teorie e le formule vanno bene, ma sono solo le gambe
che ti consentono di andare forte in montagna .... quindi allenarsi !!!!
ciao
adalberto
Però un tipico allenamento in questo senso è questo:
coppia di 1000 veloci al 103/105% della velocità di soglia recupero 4'
coppia di 500 veloci al 105/110% della velocità di soglia recupero 6'
coppia di 300 veloci al 110/115% della velocità di soglia recupero 6'
coppia di 200 veloci al 115/120% della velocità di soglia recupero 8'
coppia di 100 veloci al 120%125% della velocità di soglia recupero 8'
Nel recupero si sta fermi.
All'interno di una coppia il recupero è di 1'
...ricordi di atletica... :-)))
"rusca 64" <a.ru...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:al228f$1m2b09$1...@ID-127672.news.dfncis.de...
> Quanto l'incremento della potenza lattacida possa essere utile in montagna
> non saprei, francamente.
il "problema" e` che l'acido lattico c'entra davvero poco con la
resistenza sulle lunghissime distanze
f.riccardo
Esplorazione della Vedretta di Campo, laterale della Val Zebrù
Seguo il criterio dei 50 min. di salita e 10 min di sosta (con
sigaretta...).
Partenza da circa 1950 m
I ora su comodo sentiero: 400 metri
II ora su sfasciumi instabili: circa 200 metri (con sosta extra per
ammirare stambecchi...)
III ora ancora sfasciumi e roccette sporche: circa 250 metri
IV ora su morena discretamente stabile: circa 350 metri (in realtà
buona parte era ghiacciaio mascherato dagli accumuli di sassi)
Dopo qualche altra ora di girovagare per ghiaccio e morene, con
abbondanti soste gastronomiche, fotografiche, tabagistiche e
chiacchieratorie discesa a velocità media 400 metri.
Postumi: nessuno, solo scarso appetito la sera e sonno pesante la
notte. La mattina dopo nessun dolore particolare se non quello legato
alla costola già rotta.
Evviva!!!
Energia Nucleare???
No, Grappa!!!
ciao, mi pare di capire che sei molto afferrato in materia, anzi .... pure
troppo !!!!! non è che conisci qualche link a cui attingere ????
>> Quanto l'incremento della potenza lattacida possa essere utile in
montagna
>> non saprei, francamente.
<il "problema" e` che l'acido lattico c'entra davvero poco con la
<resistenza sulle lunghissime distanze
<f.riccardo
.....mmmmmhh sono curioso , mi spighi il perchè ????
ciao ad entrambi
adalberto
No, quando facevo queste sconcezze internet si chiamava ancora arpanet...
;-))
>
> >> Quanto l'incremento della potenza lattacida possa essere utile in
> montagna
> >> non saprei, francamente.
>
> <il "problema" e` che l'acido lattico c'entra davvero poco con la
> <resistenza sulle lunghissime distanze
> <f.riccardo
>
> .....mmmmmhh sono curioso , mi spighi il perchè ????
> ciao ad entrambi
> adalberto
perchè si parla propriamente di "resistenza lattacida" su gare ad esempio
tipo gli 800 metri, che viene corsa ampiamente a velocità superiori alla
soglia lattacida.
In lavori muscolari come quello del camminare in montagna il lavoro è
assolutamente aerobico e NON DEVE essere prodotto acido lattico...pena: non
resistere, a quel ritmo, più di alcuni minuti ...
Per intendersi, ad una frequenza cardiaca pari al 70/80% di quella della
soglia aerobica non c'è produzione di acido lattico.
Vengono consumati principalmente grassi (almeno 80% del combustibile è dato
dai grassi) e quindi l'attività può essere realmente di endurance.
(Parlo di atleti non specificamente allenati, perchè in caso contrario
ovviamente si hanno ben altri valori)
Eventuali dolori successivi derivano da distruzione di fibre muscolari, che
avviene specialmente nella fase delle contrazione eccentriche (carico
negativo superiore al massimale) che si hanno in discesa e poi per la
congestione per l'afflusso di liquido intracellulare eccetera...
Insomma l'acido lattico per chi va in montagna c'entra veramente poco...
> "rusca 64" <a.ru...@libero.it> ha scritto nel messaggio
> news:al2g24$1m6b3e$1@ID-> > ...ricordi di atletica... :-)))
-kut-
>
> Insomma l'acido lattico per chi va in montagna c'entra veramente
> poco...
-kut-
Azz.... ed io che avevo chiesto alle mucche dell'alpeggio un aiutino, che
ne so una tavoltetta MILKA, un litrozzo di parzialmente scremato..
Skerzi a parte, andando piano sano e lontano.. detto da uno poco allenato
come il sottoscritto, non ho subito nessun effetto latticida.. quindi
concordo con la teoria del Luminare del muscolo... se non si fanno gli
zomponi da canguri non si puň che sudare e dimagrire.. senza neanche la
tisana della dottoressa Tirone
:-)
--
ha complessi di inferiorità...
è un sostenitore della teoria del "rompere il fiato" (veri artisti del
malessere, al lavoro anaerobico riescono a combinare anche ogni
possibile disagio muscolare o tendineo, con partenza a freddo che in
mezz'ora dissipano le risorse atletiche di mezza giornata;
deve dimagrire e cammina con il k way nascosto sotto la tuta (non è
una barzelletta) - il fatto che perdere qualche chilo di liquidi al
giorno non significhi calare non lo sfiora neppure, e più suda e più è
contento e per sudare molto bisogna correre come matti.
non adegua il passo al terreno;
è un convinto sostenitore della selezione naturale (altra non
barzelletta: così la prossima volta stanno a casa, detto da direttori
di escursione volontari...)
in tutti questi casi ben sperimentati, all'interno di una giornata di
cammino si riesce a produrre una quantità di lavoro anaerobico più che
sufficiente a sviluppare l'acidosi..
Marco
Come dicevo:
> > assolutamente aerobico e NON DEVE essere prodotto acido
> lattico...pena: non
> > resistere, a quel ritmo, più di alcuni minuti ...
se *spingo* oltre i miei limiti certamente andrò in acidosi, con tutto
quello che ne consegue.
Io parlavo di:
a) non andare in acidosi
b) migliorare la prestazione innalzando la soglia lattacida (ovvero andare
più forte senza andare in acidosi)
Comunque, io sono un convinto assertore dell'affermazione per cui
propedeutico ad andare in montagna è andare in montagna.
Vivendo a roma, ho cercato molte forme di allenamento alternative, ma ho
sempre trovato grosse difficoltà.
Esiste, nella prestazione sportiva, il concetto di "muscoli limitanti".
Te ne accorgi quando sei allenatissimo nella pratica di uno sport, vai a
farne uno che sembra più o meno simile e ti rendi conto che non gliela fai
proprio.
-----------------
Per esempio, alcuni anni fa ero allenato per correre la maratona sotto le 3
ore (tempo ridicolo rispetto alle prestazioni di 2:06' ma duro da ottenere a
35 anni e con poco tempo a disposizione) e con tutto l'allenamento sulle
spalle, se facevo sci da fondo (skating) dopo 20 km non riuscivo più ad
andare.
Indovina quale muscolo cedeva in modo irreparabale?
Il tibiale.
(che lavora nello skating per alzare la punta dello sci e tenerlo parallelo
al terreno)
Tutti gli altri muscoli importanti (femorali, quadricipiti, gemelli;
tricipiti, dorsali...) erano allenatissimi e in gran forma... solo lui, il
piccolo tibiale, trascurato negli allenamenti a *secco* non andava... ma gli
altri stavano in coda dopo di lui, un vero e proprio collo di bottiglia!
E così è nell'andare in montagna.
L'insieme di movimenti che compi camminando su vari tipi di terreno ti
permette una crescita armoniosa della risposta muscolare, tendinea e
sistemica. Senza buchi neri.
Inoltre è fondamentale per l'aspetto propiocettivo (spesso trascurato) che
tradotto nello specifico del trekking si configura in equilibrio e in ultima
analisi in economicità del gesto nella sua interezza.
Mai mi sognerei di fare specificamente un allenamento "lattacido".
----------------------------
verissimo, ma ti dirò di più: anni fa sono andato a fare delle cose in
Irlanda e devo dire che era un periodo che ero molto allenato. Piccolo
problema: l'Irlanda è pianeggiante, io penso di poter fare delle vere
mangiate di chilometri tanto non c'è salita e mi ritrovo con dolori
all'attaccatura tra bacino e femore e dolori lombari da paura (e da
antinfiammatori). Non ero semplicemente allenato a camminare in
piano...
e io non avevo pensato a farmi qualche bella passeggiata sostenuta sul
lungo fiume..
scemo ma vero.
Marco
è proprio così.
Ogni pratica necessità allenamento specifico; ogni situazione adattamento.
Anche un piccolo gesto, ripetuto migliaia di volte, può determinare
problemi.
Una escursione *importante* va pensata e programmata anche sotto questo
profilo, per non trovarsi poi a mal partito il 2° o 3° giorno.
Certo c'è un plafond di allenamento che va bene per qualsiasi tipo di
attività (resistenza aerobica sistemica, capacità di smaltimento del calore
prodotto in eccesso, buon metabolismo, e altre piccole ma determinanti cose)
però poi la *rifinitura* va condotta sul tipo di situazione che si immagina
d'incontrare.
Lunghi avvicinamenti su neve morbida su terreno anche leggermente in salita?
Occhio ai flessori della coscia (psoas iliaco)...
Prevedi ascensioni in punta di rampone?
Lavora il polpaccio, anche a secco, con esercizi di stretching,
potenziamento e isometria.
...
E, soprattutto, su terreno *nuovo* occorre avere l'intelligenza di iniziare
piano, di far andare la macchina a regime.
...
Comunque, per chi vive in città, fermo restando il principio che il miglior
allenamento lo fai sul terreno di gara (non perchè andare in montagna sia
una gara, è solo una metafora mutuata dall'agonismo) io ho trovato che
correre lentamente, fermandomi ogni 500 metri circa per fare una serie di
flessioni sulle gambe (squat, magari appoggiandosi con le mani ad un muro,
un albero...) ad ESAURIMENTO, (se si superano il centinaio consecutive
bisogna cominciare a pensare ad un prestancamento su una gamba sola, anche
parziali), per 7/8 serie...
sia un'ottimo allenamento aerobico, anaerobico, lattacido...
provare per credere.
Buzz wrote:
> Comunque, per chi vive in città, fermo restando il principio che il miglior
> allenamento lo fai sul terreno di gara (non perchè andare in montagna sia
> una gara, è solo una metafora mutuata dall'agonismo) io ho trovato che
> correre lentamente, fermandomi ogni 500 metri circa per fare una serie di
> flessioni sulle gambe (squat, magari appoggiandosi con le mani ad un muro,
> un albero...) ad ESAURIMENTO, (se si superano il centinaio consecutive
> bisogna cominciare a pensare ad un prestancamento su una gamba sola, anche
> parziali), per 7/8 serie...
> sia un'ottimo allenamento aerobico, anaerobico, lattacido...
> provare per credere.
scusi cosa e' un squat? un prestancamento?
ciao, uli
Lo squat è questo:
http://www.discobolo.it/rivista/esercizi/lo_squat.htm
io mi riferisco al farlo senza carico (bilanciere sulle spalle) e con le
mani appoggiate ad un muro, ad un albero, o al limite, in avanti. A mio
giudizio non vanno intrecciate sulla nuca perché questa posizione tende a
farti curvare la schiena e la cosa è assolutamente da evitare, anche senza
carico.
Il prestancamento.
Per prestancamento s'intende propriamente (forma gergale) il lavorare prima
di una serie un gruppo muscolare specifico affinché si stanchi appunto e
nella serie di lavoro arrivi prima al cedimento.
Alcuni esempi renderanno meglio il concetto che mi rendo conto mi è uscito
piuttosto contorto :-)
Trazioni alla sbarra.
Il lavoro che si compie è sinergico, ovvero lavorano grande e piccolo
dorsale e altri muscoli della schiena, bicipite, flessori del polso...
Può accadere che il gran dorsale non venga mai sollecitato al massimo perchè
nelle serie di trazioni, anche con sovraccarico, il bicipite cede prima.
Allora si lavora il dorsale con un esercizio di isolamento (pullover) e
IMMEDIATAMENTE si attacca una serie alla di trazioni a lla sbarra. In questo
modo il dorsale è PRESTANCATO e sarà questo muscolo a CEDERE prima.
(Il concetto di Serie ad Esaurimento o al Cedimento è un tipo di allenamento
per la forza resistente)
Specifico, ovvero squat liberi (senza carico).
La prima volta che li fai mettiamo che arrivi a fare 5 serie da 30 (già alla
seconda serie hai i quadricipiti induriti come culatelli).
Poi, man mano, abbastanza velocemente aumenti la quantità di ripetizioni.
Oltre un certo limite significa che sei arrivato in una fse in cui quel tipo
di lavoro non produce più acido lattico (o meglio ne smaltisci quanto ne
produci, perchè l'acito lattico viene sempre prodotto durante il processo di
produzione dell'energia).
E' un buon segno. Puoi anche fermarti qui.
Però, se vuoi continuare a rafforzarti, magari pensando che in montagna
avrai zaini pesanti, allora dovresti aumentare il carico.
la cosa più semplice sarebbe quella di fare lo squat con dei pesi.
Ma non puoi correre portandoti appresso il bilanciere...
quindi passi a fare lo squat su una gamba sola (dapprima ovviamente
aiutandoti come possibile), prima una, poi l'altra e infine di nuovo su
entrambe, di seguito.
Dimenticavo una cosa.
Prima ho detto di fermarsi ogni 500 metri.
Non è proprio così, bisogna fermarsi quando il lavoro della serie precedente
appare smaltito.
Quindi il tempo di smaltimento andrà via via aumentando.
Durante lo squat viene prodotta una grande quantità di acido lattico, quando
ricominci a correre le gambe sono dure (due salsicce) mentre corri lo
smaltisci (ma non tutto ovviamente), quindi ti fermi e fai un'altra serie...
Con quest'allenamento rafforzi il quadricipite; fai fiato; aumenti la
capacità enzimatica di smaltimento dell'acido lattico; consumi molta energia
(lo squat è un esercizio di quelli che consumano di più in assoluto) quindi
è ottimo per dimagrire, alleni il cuore...(e non entro in altri particolari
se non il 3d diventa kilometrico).
Non è l'unico, figuriamoci.
E' il massimo che sono riuscito a trovare, per il mio fisico, lontano dalla
montagna.
Se posso però, vado in montagna ;-)
>Indovina quale muscolo cedeva in modo irreparabale?
>Il tibiale.
>(che lavora nello skating per alzare la punta dello sci e tenerlo parallelo
>al terreno)
Quel bastardo!! Cede sempre anche a me, nelle prime 3 o 4 uscite di
fondo.... qualche consiglio x allenarlo un pň??
Grazie!!
Rotzo
----------------------------
Se l'mare fusse de toccio...
e i monti de_e polenta...
Oi mama che tociade...
polenta e ba_acala!!
----------------------------
> Non ero semplicemente allenato a camminare inpiano...
>scemo ma vero.
Vero si!! A me capita passeggiando in spiaggia, oppure quando vado a
visitare qualche città o poisti simili, dove si cammimna tanto, ma non
in montagna/salita.
Ciao!
A ricordarsi di farlo... :-)))
"Rotzo" <ro...@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:3d772093...@powernews.inwind.it...
> Non avendo di meglio da fare "Buzz" <bu...@despammed.com> scriveva:
>
>
> >Indovina quale muscolo cedeva in modo irreparabale?
> >Il tibiale.
> >(che lavora nello skating per alzare la punta dello sci e tenerlo
parallelo
> >al terreno)
>
> Quel bastardo!! Cede sempre anche a me, nelle prime 3 o 4 uscite di
> fondo.... qualche consiglio x allenarlo un pò??
Beh... insomma,.... scusa non puoi sparare cazzate * cosi grosse !!!!!
quando si fa la maratona in meno di 3 ore si è un grande atleta !!!!!
poi a 35 anni !!!!!!!!!!!!
altro che tempo ridicolo.......
dai fai il bravo....
oppure sei in cerca di complimenti ????
scherzi a parte con quella preparazione puoi fare tranquillamente 1000
mt/ora
> L'insieme di movimenti che compi camminando su vari tipi di terreno ti
> permette una crescita armoniosa della risposta muscolare, tendinea e
> sistemica. Senza buchi neri.
> Inoltre è fondamentale per l'aspetto propiocettivo (spesso trascurato) che
> tradotto nello specifico del trekking si configura in equilibrio e in
ultima
> analisi in economicità del gesto nella sua interezza.
ok ok .... ma con quei tempi credo che il 95% di chi va in montagna ti sta
dietro....
escluso naturalmente skyrunners !!!!!.... e non ne sarei cosi sicuro !!!
> Mai mi sognerei di fare specificamente un allenamento "lattacido".
cmq. se fai allenamento del genere ti serve anche in montagna xchè anche se
ber brevi tratti , ma ripetitivamente ,i nostri muscoli vanno in acido
questo lo vedi con un cardio quando dopo 5-6 ore di cammino ti dice che
magari x 20 minuti sei andato in oltresoglia !!!!!
miiiiiiiiiiiii avessi io quei tempi sulla maratona .....andrei come un
missile in montagna !!!!
ciao
adalberto
p.s. * :-)))))))))))))))))))))))))))))))))
Ho corso una maratona in 3:05'4'"
Mesi dopo i test erano molto confortanti e mi facevano sperare in un 2:55' -
3:00 ma una serie di problemi fisici mi costrinse ad interrompere la
preparazione.
Correvo per una media di circa 90-110 km a settimana (dipendeva dai cicli di
carico) suddividendo la preparazione in un arco di 6 mesi.
Mi allenavo seguendo la sacra bibbia "La maratona allenamento e
alimentazione" di Arcelli e altra documentazione.
Quando ho visto che il mio fisico non mi permetteva di migliorare
ulteriormente (peso troppo come struttura fisica) pian piano, negli anni
successivi, mi indirizzai verso corse più brevi - 5000 e 3000.
Oggi, da circa 3/4 anni, faccio solo corsa lenta quando mi va.
Ho la nausea delle tabelle di allenamento!
Ma anche quando correvo con quei tempi in montagna, con lo zaino max sono
riuscito a tirare 700 metri/h
Oggi non provo più nemmeno a tirare. Non mi interessa. Vado tranquillo
intorno a 400/h.
I 1000/h non credo di averli mai fatti.
Sono cose diverse.
La corsa i piano e la montagna sono cose completamente diverse.
Certo quando ero più allenato le mie capacità di recupero erano molto
maggiori... (ma quella è pure l'età!).
>La cosa più semplice del mondo, che si può fare anche in ufficio, seduti
>alla scrivania.
>Su e giù il piede fermandosi un secondo nel momento di massima
>contrazione...
>
>A ricordarsi di farlo... :-)))
>
Grazie! Non avevo mai pensato di poter allenare qualche muscolo, qui
seduto davanti a sto cacchio di PC!
Ciao!