Come saprete scrivo poco; ma sono reduce dalle vacanze
valodstane, in un'occasione particolare che ora vi
narrerò, e non so perché, anzi sì, so perché sono tornato
alquanto mesto. In vena di cazzeggio, ecco a voi la mia
"prima volta" in montagna, che spero renderà il perché questa
volta sia stata un po' speciale.
Circa 15 anni fa, e 15 kg di meno, odiando la montagna
eccetto la speleologia, trovo l'annuncio di un trekking in
gran Paradiso: salita dal ghiacciaio della Tribolazione,
arrivo in vetta e scavallamento per poi pernottare al
Vittorio Emanuele. Perché non provare? Chiamo, chiedo e mi
viene detto che nonostante le apparenze la cosa non era
alpinistica ed era fattibilissima. Organizzava un (mi
pare) Istruttore naz. di Alpinismo, o qualifica simile;
una garanzia, con uno così non può succedere niente di
male, dico che vado e mi presento al giardino Paradisia
con lo zaino nel giorno convenuto. Non faccio nomi solo
perché non ricordo, e nonostante non sia stata una cosa
seria farlo passare per un banale trekking ho molta
gratitudine per l'organizzatore e i miei compagni di "gita"
:).
La salita al Leonessa fu molto dura ma ce la feci. Il
giorno dopo attacchiamo il ghiacciaio e da qui in poi il
ricordo svanisce. Ho solo delle immagini scollegate ma
provo a ricostruire come andò.
Siamo lenti a causa mia, gli altri erano gente brava e
allenata: sono già lento di mio e su un terreno simile
ancora di più (ricordare: mai stato prima in montagna).
Verso metà strada arriva il buio e inizio a spaventarmi.
Prendo dosi massiccie di Gutron ignorando che non faceva
altro che peggiorare la mia situazione, e salgo nonostante
il farmaco e non certo grazie a lui. Arriviamo a un posto
che credo si chiamasse colle dell'ape; il capogruppo posa
il piede oltre il valico e si stacca una specie di
proto-slavina o non so come si chiami, comnque a me si è
accapponata la pelle. Evidentemente non solo a me perché
il capo decide che non si può passare di lì e iniziamo un
aggiramento che anche stavolta non ricordo quale
itinerario avesse seguìto. C'erano solo due corde da 50 e
la mia frontale; sì perché saranno stati tutti geni, detto
senza ironia, ma forse per l'imprinting di speleologo
della domenica, l'unico che aveva una lampada ero io;
questo almeno me lo ricordo perfettamente. La prende il
capogruppo, ci lega tutti e 5-6 quanti eravamo sulla
stessa corda e inizia una traversata in orizzontale.
Misto, diciamo almeno un II grado (ma quasi III, io ne
levo sempre almeno uno), praticamente al buio. Ricordo
chiaramente che percepivo che se fosse cascato uno di noi
si sarebbe portato dietro tutti. Io ero già fisicamente
esaurito ma lì non potevo certo restare. Mi ricordo che il
capo disse "ecco sopra di noi la vetta, siamo a non più di
una quarantina di metri sotto", e continuiamo a procedere
in orizzontale. Arriviamo a un altro valico - dopo aver
aggirato chi sa cosa perché il percorso è stato molto
lungo - e grazie alla luce della luna, si intravede la
parte terminale del ghiacchiaio lungo la quale ci saremmo
spostati. Il capogruppo lega tra loro le due corde, fa il
tragitto e poi ci fa passare uno per volta. Arriva il mio
turno. Non ho la forza di mettere il cordino e disporre il
tutto come ricordavo da manuale, faccio una zozzeria
qualsiasi e vado. Mi sento mancare il terreno sotto i
piedi e faccio appena in tempo a sperare di essere cascato
in un crepaccetto di due metri (perché solo la testa mi
usciva dal livello del ghiaccio) o di 50, perché con
l'elasticità di 100 m di corda, una profondità intermedia
avrebbe voluto dire cascarci come fossi slegato. Pianto la
picozza, allargo le gambe cercando di prendere la neve coi
ramponi, tiro fuori unghie di mani e piedi evolutisi in
retrattili per l'occasione e riesco a uscire. Mi
ricongiungo agli altri e si inizia a scendere.
Ma prima ci fermiamo qualche minuto a godere il panorama.
Ricordo che restai stupefatto al vedere le luci delle
città piemontesi ai nostri piedi. Erano tante città e
paesi, proprio tanti. Ero distrutto ma già avevo intuito
che stavo vivendo un'esperienza certamente normale per un
alpinista anche scarso, ma unica per un novellino. La
discesa è stata interminabile, al buio e con la neve fino
all'ombelico, ma a un certo punto compaiono le prime rocce
che avrei baciato se avessi avuto la forza di chinarmi.
Ormai non ho più forze, mi accascio e decido di bivaccare
lì; avevo sacco, telo termico e mi ci sarei infilato
vestito, ovviamente senza ghette e ramponi. Il capogruppo
mi dice che non poteva lasciare nessuno, dico che non ho
più forze, insiste, litighiamo, mi dice che mancano 50 m
al rifugio, gli dico che non gli credo più a forza del suo
"coraggio, ci siamo quasi", e volente o nolente resto lì.
Ovviamente la mattina dopo scopro che il rifugio era
davvero a 50 m e che se lo avessi creduto ci sarei
arrivato. Faccio colazione con i tre piatti di minestra di
farro più buoni della mia vita (c'era solo quello, prima
mi faceva schifo e ora è la mia minestra preferita), dico
agli altri che mi separavo, che sarei sceso per conto mio,
scendo, prendo corriera e treno, poi arrivo a casa.
So che è un'esperienza relativamente normale, anche se i
tre quasi-alpinisti del gruppo dissero che è stata
qualcosa di speciale anche per loro. Figurarsi per me.
Ecco, assieme a un'altra mezza dozzina di situazioni
questa gita è stata una delle cose più splendide che
potessi sperare di vivere e quasi ogni giorno mi torna
alla mente dai 15 anni che sono passati. Forse qualcuno
capirà le mie sensazioni, non so. Per qualche tempo mi
rosi per quella che forse ho creduto io, forse è stata
davvero leggerezza in tante cose, dall'organizzazione alla
valutazione del livello richiesto per partecipare. Ma vero
o non vero, grazie a quelle persone sono stato felice.
Eccole qua:
http://picasaweb.google.com/cor.bonuk/Montagne#5467496328390547442
Torno ora da Cogne; volevo quest'anno almeno salire al
Leonessa per rivivere un centesimo di quei due giorni,
dopo 15 anni dedicati quasi solo alla montagna che ora amo
(oddio, non solo montagna ma quasi). Tempo, sovrappeso e
disallenamento... non ho nemmeno raggiunto il casotto del
guardiaparco, l'Herbetet per capirci. A meno di 100 m di
dislivello ero schiantato, complice 6-7 mesi passati col
sedere sulla sedia. Ho cercato mille motivi per farmi una
ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
in vita mia e non lo rivedrò più.
Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
riesce a farsene una ragione, se ci si riesce? Mi sono
dilungato sul racconto della prima volta sperando di
rendere l'idea di quel che ho provato qualche giorno fa.
Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
non so che di mesto.
ciao!
Apx.
--
Gli statistici probabilmente lo fanno.
Gli algebristi lo fanno in gruppo.
(I logici lo fanno) or [not (i logici lo fanno)].
Moebius l'ha sempre fatto sullo stesso lato.
> A meno di 100 m di
> dislivello ero schiantato, complice 6-7 mesi passati col
> sedere sulla sedia. Ho cercato mille motivi per farmi una
> ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
> dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
> che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
> salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
> in vita mia e non lo rivedrò più.
Non credo proprio sia così... Penso che la voglia di rivivere quelle
sensazioni ti porterà a prepararti per metterti in condizione di
tornarci. Non so quanti anni tu abbia (ed in fondo non importa neppure
molto..) ma il mio amico Lauro, uno che ha scoperto a 44 anni che la
montagna gli piaceva, all'inizio dell'anno ha fatto un trekking al campo
base dell'Everest; e si è pure messo in testa che deve salire il
Cervino, prima che, dice, sia troppo tardi. Io con lui ho fatto la
traversata dei Breithorn nel 2008, e non è proprio di primo pelo: ha
compiuto 73 anni a gennaio...
> Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
> riesce a farsene una ragione, se ci si riesce?
Beh, poi ce ne sono di cose che si capisce che non si faranno
probabilmente mai più.. Io mi sono dovuto mettere il cuore in pace che
non riuscirò più a correre una mezza o una maratona: acciacchi vari
sopravvenuti non me lo permetteranno. Passando dalla corsa alla mtb,
però, ho scoperto nuovi orizzonti, per esempio...
Poi un po' di magone rimane ogni volta che salgo un "montagnone" e devo
forzarmi a pensare che quasi sicuramente sarà l'unica volta della mia
vita che vedrò il panorama da quella vetta... Mi consolo pensando che è
perchè ci sono talmente tante montagne che non avrò motivo di tornare
li, sapendo che sono sempre troppe quelle che non ho salito..
Ciao.
Marcello.
--
_____________________________________
" ...my God ! it's full of stars "
_____________________________________
Se per questo, di ultrasettantenni che vanno come treni, ne conosco
parecchi, su tutti il mio amico Emanuele che l'anno scorso, a 76 anni, è
salito al Bianco per la decima volta. Anche lui è arrivato alla montagna
ultraquarantenne.
Chi sale in val Biandino o ai piani di Bobbio, può spesso incontrare Remo,
86 anni, che va in giro ogni settimana e ancora si fa 900 m. di dislivello
in tre ore.
In montagna si va ad ogni età, certo a settant'anni non si può più fare
quello che si faceva sino a dieci anni prima, ma si possono avere ancora
tante soddisfazioni, ovviamente bisogna fare sacrifici a tavola e mantenersi
sempre in forma.
--
Benedetto
http://ilbenandante.altervista.org/
"Non le cime, non le difficoltà, non il record mi interessano, ma quello che
succede all'uomo quando si avvicina alla montagna".
Reinhold Messner
Per arrivare al nocciolo della questione, ti suggerisco però una serena
e veritiera analisi della tua situazione attuale!
Mi spiego: quattro anni fa, fare 600 metri di dislivello mi massacrava,
erano un'enormità. Ero la classica montanara delle vacanze, magari
qualche giretto durante l'anno, tipo 300/500 metri di dislivello ogni
tanto. Faccio l'impiegata, quindi sto seduta davanti al pc tutto il
giorno e non amo particolarmente lo sport...
Poi la passione per la montagna è cresciuta, le uscite sono aumentate
fino a diventare settimanali, gli obiettivi che prima erano "grandi
imprese" sono diventati normali... pian piano, ho scoperto il piacere di
sentire le gambe che vanno senza troppa fatica, il corpo che lavora come
una macchina ben avviata...
Ma non ho la costanza, la voglia di allenarmi per l'alpinismo. Non mi
piace correre, ho provato, mi annoia... a me piace andare a spasso per i
monti, per i boschi, per la natura. Preso atto di questo, non mi
costringo ad allenarmi perchè non mi piace, perciò resto su cose alla
mia portata, superando il limite ogni tanto...
L'anno scorso mi era presa la passione per il nuoto, che mi ha dato il
fiato per arrivare alla Capanna Margherita in condizioni che non mi
sarei mai aspettata... ma c'era anche un fortissimo "fattore testa" in
gioco: la Capanna era un sogno, per me, essere lì a muovere un passo
dietro l'altro verso il mio sogno mi dava un'energia fortissima.
Guarda dentro alle tue motivazioni: se sono valide, ti daranno la forza
per raggiungere i tuoi obiettivi. Per quanto piccoli ti possano sembrare.
Ora sei quello che sei, non sprecare energie a biasimarti o rammaricarti
per quello che sei ora... accettati per quello che sei e investi magari
energie in piccole cose che ti facciano sentire meglio!
:-)))))
Forza, Apx, che in tutti questi anni di NG mi sei sempre stato
simpaticissimo, non buttarti giù!!!!
Un salutone,
Vale
--
per mail privata manda in letargo la MARMOTTA
Ma scusa... una giornata storta, anche quando di anni ne avevi meno,
non ti è mai capitata? Secondo me è l'approssimarsi dell'autunno che ti
fa fare certe riflessioni ;-) Il tempo passa ma non credo che sia un
problema di fisico, ma una questione di stimoli. In montagna le mie
sono diventate comparsate, 4 o 5 all'anno, perchè ad un certo punto mi
è stato chiaro che non sono i muscoli a venir meno ma la voglia, la
passione: il fisico lo puoi allenare, la passione, la volgia no (o
perlomeno certi loro aspetti...). A vent'anni c'era una carica che
appena si ritornava (se si ritornava!) a fondovalle avevi già voglia di
risalire, a trenta la voglia si scatenava nei fine settimana, passati i
quaranta una volta al mese... Bada, non che ora me ne stia a poltrire,
semplicemente faccio altro, è anche peggio, posso ben dire d'essere più
in foma ora di vent'anni fa, così se capita l'occasione non mi stupisco
più se di tanto riesco a rifare molte delle cose di allora. Ma ripeto è
una questione innanzitutto di testa, di stimoli, se mancano quelli
"andare" comunque IMHO non fa che peggiorare le cose, diventa violenza.
> Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
> sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
> sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
> non so che di mesto.
Si direi che è l'autunno imminente ;-) La cosa migliore è riprovarci...
e se proprio non va, fare altro, nuovi stimoli. Allez! allez!
>
> Torno ora da Cogne; volevo quest'anno almeno salire al
> Leonessa per rivivere un centesimo di quei due giorni,
> dopo 15 anni dedicati quasi solo alla montagna che ora amo
> (oddio, non solo montagna ma quasi). Tempo, sovrappeso e
> disallenamento... non ho nemmeno raggiunto il casotto del
> guardiaparco, l'Herbetet per capirci. A meno di 100 m di
> dislivello ero schiantato, complice 6-7 mesi passati col
> sedere sulla sedia. Ho cercato mille motivi per farmi una
> ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
> dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
> che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
> salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
> in vita mia e non lo rivedrò più.
>
> Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
> riesce a farsene una ragione, se ci si riesce? Mi sono
> dilungato sul racconto della prima volta sperando di
> rendere l'idea di quel che ho provato qualche giorno fa.
> Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
> sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
> sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
> non so che di mesto.
Beh, 6 - 7 mesi di inerzia ammazzano chiunque, sopratutto se
si è passati dalla soglia dei 40. E sopratutto, se hai molte primavere
sulle spalle, rimettersi in forma ce ne vuole ! E ci vuole anche un pò
(molta) pazienza e determinazione, e passione !
Gli anni sono anni, ma basta essere in salute e si può fare ancora
molto.
Buttati alle spalle quello che hai fatto, e pensa a quello che puoi
ancora fare ! :-)
bye
[snip snip]
> Torno ora da Cogne; volevo quest'anno almeno salire al
> Leonessa per rivivere un centesimo di quei due giorni,
> dopo 15 anni dedicati quasi solo alla montagna che ora amo
> (oddio, non solo montagna ma quasi). Tempo, sovrappeso e
> disallenamento... non ho nemmeno raggiunto il casotto del
> guardiaparco, l'Herbetet per capirci. A meno di 100 m di
> dislivello ero schiantato, complice 6-7 mesi passati col
> sedere sulla sedia. Ho cercato mille motivi per farmi una
> ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
> dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
> che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
> salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
> in vita mia e non lo rivedrò più.
Cazzo, vuoi dire che io non lo saliro' mai? E nemmeno l'Everest? Non
parliamo del Lhotse, del K2 e nemmeno, pensa, del Cervino! E
probabilmente non attraversero' il deserto dei Gobi ne' l'antartide a
piedi, non vedro' i pinguini a Bouvetoya, e nemmeno i lemuri del
madagascar!
Sono miliardi le cose che mi piacerebbe fare e il tempo e' limitato a
prescindere dall'eta' che avanza.
Spero di arrivare almeno al prossimo we per farmi un giretto in Dolomiti
ora che chiudono i rifugi e la gente se ne e' tornata in citta'. Fra
l'altro fra poco si indoreranno i larici e poi nevichera'...
> Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
> riesce a farsene una ragione, se ci si riesce? Mi sono
> dilungato sul racconto della prima volta sperando di
> rendere l'idea di quel che ho provato qualche giorno fa.
> Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
> sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
> sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
> non so che di mesto.
Daiiiiiiiiiiii Corrado, si riparla di ferie l'anno prossimo, di aumenti
di stipendio non se ne parla proprio e il mondo fa gia' schifo di suo
non mettertici anche tu a fare la prefica!
Cmq c'e' sempre l'opzione libro, caminetto, gatto sulle ginocchia e
plaid attorno ai piedi. Ti ci vedo bene ;)
--
***************************************************
dalla periferia dell'impero
francesca b. http://terrealte.blogspot.com
***************************************************
togliere il gatto per rispondere via e-mail
cut
Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
riesce a farsene una ragione, se ci si riesce? Mi sono
dilungato sul racconto della prima volta sperando di
rendere l'idea di quel che ho provato qualche giorno fa.
Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
non so che di mesto.
Ahoo ragazzo !!!
suvvia scrollati di dosso l'abbacchiamento e guarda avanti, non cercare
quello che non avrai piu' , tieniti nel cuore le bellissime emozioni di
quell'ascensione ma sappi dirottare quelle attuali su nuovi orizzonti.
Si riesce a farsene una ragione, basta usare la "ragionevolezza" che spesso
a noi montanari manca nel suo senso razionale.
Anche a me pareva impossibile non poter piu' fare sgroppate, come per circa
30 anni ho fatto. In primavera un intervento abbastanza importante ad un
ginocchio, con conseguente stop per 3 mesi. Nel mio intimo la paura di non
poter piu' camminar per monti, era piu' grande il pensiero che la reale
rinuncia.
Passati tre mesi il primo test, un paio di giretti e poi il Vioz, la
felicita' di capire che si avrei potuto ancora andar per monti ma in un modo
diverso, piu' cauto e forse un po' piu' consono alla mia eta' ...
Credimi non ho nostalgia delle sgroppate, no, proprio no, la nostalgia
sarebbe stata la mancanza dei profumi, dei colori e del silenzio che la
montagna mi ha regalato per tanti anni; ebbene, quegli stessi profumi,
quelle stesse sensazioni posso sentirli e viverle ancora, anche facendo
escursioni piu' brevi, meno dislivello, camminate piu' caute, ma proprio
perche' piu' lente mi permettono di assaporare il camminare lento che ti fa
scoprire cose che prima sorvolavi.
Capitava, negli anni scorsi, che mi soffermavo a pensare ai quei giorni
futuri in cui sarebbe stato difficile arrampicarsi anche solo fino al dosso
sopra casa e mi prendeva lo sconforto; e invece come si suol dire, la
natura fa il suo corso, pone dei paletti, oggettivi o soggettivi, basta solo
saperli prendere per il verso giusto e puntare lo sguardo verso nuovi
traguardi.
ciao ciao Loriz
p.s.
domenica la cima Fradusta sulle Pale di S. Martino, con una splendida
giornata e ho pensato a quello che nei giorni piu' brillanti di questo Ng
chiamavamo il custode delle Pale... ciao Robby !!!
ma poi anche al conte del Carega, all'orso del Lagorai, alla malattia della
Guastavinite e a tanti altri incontri in questo villaggio che allora era
piccolo piccolo ed ora si e' globalizzato rendendo un po' piu' anonimi i
contatti...... che tempi quelli !!!!
> Cia, NG
Ciao Apx,
ho letto con attenzione il tuo racconto e anche le risposte degli altri.
Non ti racconterò quello che abbondantemente ti hanno già comunicato gli
altri amici niusgruppari, ma cercherò di risponderti con le tue stesse
parole, perchè fondamentalmente e secondo me, quello che ti manca è solo
un po' di fiducia in te stesso: questo è il punto di partenza, tutto il
resto (stimoli, voglia, preparazione, allenamento, condizione atletica,
etc.) vien di conseguenza.
Riporto quì di seguito solo la parte terminale del tuo racconto, leggila
bene anche tu (anche se l' hai scritta):
> guardiaparco, l'Herbetet per capirci. A meno di 100 m di
> dislivello ero schiantato, complice 6-7 mesi passati col
> sedere sulla sedia. Ho cercato mille motivi per farmi una
> ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
> dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
> che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
> salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
> in vita mia e non lo rivedrò più.
> Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
> riesce a farsene una ragione, se ci si riesce? Mi sono
> dilungato sul racconto della prima volta sperando di
> rendere l'idea di quel che ho provato qualche giorno fa.
> Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
> sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
> sentirlo così irraggiungibile mi ha fatto venire un certo
> non so che di mesto.
Ed ora ti riporto una frase che hai scritto durante il racconto:
> Ovviamente la mattina dopo scopro che il rifugio era
> davvero a 50 m e che se lo avessi creduto ci sarei
> arrivato.
Credere in qualcosa, e soprattutto in se stessi non permette solo di
arrivare ad un rifugio, permette di arrivare ovunque. E se non provi a
credere non lo verificherai mai.
Bye. FlyRobby
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
>Cazzo, vuoi dire che io non lo saliro' mai? E nemmeno l'Everest? Non
>parliamo del Lhotse, del K2 e nemmeno, pensa, del Cervino! E
>probabilmente non attraversero' il deserto dei Gobi ne' l'antartide a
>piedi, non vedro' i pinguini a Bouvetoya, e nemmeno i lemuri del
>madagascar!
Ti rimane pur sempre la Civetta e, credimi, ha ben pochi posti da invidiare!!!
Baco
> p.s.
> domenica la cima Fradusta sulle Pale di S. Martino, con una splendida
> giornata e ho pensato a quello che nei giorni piu' brillanti di questo Ng
> chiamavamo il custode delle Pale... ciao Robby !!!
Ciaooo Manù...scusami ma x me tu rimarrai sempre Manù, Loriz fa un po'
fatica ad entrarmi ;-))
Ma allora non ti sei ritirata a far uncinetto, ci vai ancora in montagna,
e butti un occhio anche sul NG ogni tanto...e ci scrivi pure :-)
> ma poi anche al conte del Carega, all'orso del Lagorai, alla malattia della
> Guastavinite e a tanti altri incontri in questo villaggio che allora era
> piccolo piccolo ed ora si e' globalizzato rendendo un po' piu' anonimi i
> contatti...... che tempi quelli !!!!
Già, già, che tempi. Ma non hai appena detto di non guardare quello che
non potrà tornare e di rivolgere invece lo sguardo a quello che abbiamo
davanti?
Dai confessa che un po' di nostalgia x quei tempi ce l' hai pure tu :-))
Spero di leggerti un po' + spesso quì dentro, intanto ti do un grosso
abbraccio. Alla prox.
Ti confesso che anche a me stava piu' simpatico Manů, ma era una questione
di
copyright in famiglia e "noblesse oblige" ho cambiato con Loriz.
Certo che no, non sto facendo uncinetto, tutt'altro!!!!
Diciamo che faccio la nonna ad un birbante di un anno che ha gia' cominciato
ad arrampicare in attesa che a gennaio arrivi compagnia :-)
Nel frattempo oltre che a girar per monti, ( non si tradisce il primo amore)
giro per l'Europa e pur anco per il mondo...un paio di viaggi in quel
dell'Est che mi hanno coinvolto emotivamente non poco. Soprattutto un
viaggio in Cambogia, in mezzo alla gente che ha vissuto il regime di Pol
Pot, a sentir le loro storie, i loro drammi, a sentir quella gente che sta
facendo di tutto per riemergere e darsi un posto nel mondo... in mezzo ai
templi Khmer, ma non solo quelli famosi, ma anche quelli piu' nascosti, piu'
isolati, quelli dove ti trovi scritto "non oltrepassare questo ciglio" che
ci sono ancora le mine nel terreno. In mezzo alla gente che da quelle mine
e' stata mutilata, giovani senza braccia e senza gambe, perche' a tutt'oggi
le persone saltano ancora per aria, grazie alle bombe.
In mezzo a quella gente che ha vissuto un' assurda guerra prima e un assurdo
regime poi, e quello che piu' mi ha sconvolto e' il fatto che io avevo 20
anni e leggevo queste cose sui giornali, mi parevano lontanissime...e ora la
stessa cosa sta succendendo in altre parti del mondo... si 'somma la storia
non insegna mai...
lo so che sono OT ma giusto cosi'..una condivisione...
> Dai confessa che un po' di nostalgia x quei tempi ce l' hai pure tu :-))
Certo che un po' di nostalgia non manca, ma in questi 10 anni ne ho fatta di
strada e diciamo che il NG mi ha dato il "la" per aprire lo sguardo su
orizzonti un po' piu' ampi ,quindi come dicevo nell'altro post, per guardare
avanti. Certo e' che con il NG rimane un legame affettivo, come dire una
questione di pelle oltre che di cuore; quasi ogni giorno ci scappa una
sbirciatina, capita anche che qualche volta mi prenderebbe di scrivere, ma
poi sai, altri interessi, o forse un po' di pigrizia e si sorvola.
> Spero di leggerti un po' + spesso quě dentro, intanto ti do un grosso
> abbraccio. Alla prox.
Pero' e' interessante la cosa, quasi tutti ci siamo, nascosti dietro al
monitor, non abbandoniamo questo villaggio che bene o male ha regalato
emozioni a chi vi ha ha preso la residenza, oppure e' passato e si e'
fermato solo per una sosta... bello bello !! Si dice che la tecnologia isoli
le persone, ma non sono poi cosi' d'accordo! dipende dalle persone !!!
ciao ciao!!! Loriz
> Ho cercato mille motivi per farmi una
> ragione che il tempo non si può fermare, che se anche
> dimagrissi sarebbe comunque una salita non facile (quella
> che ho raccontato, mica l'Herbetet, eh...) e che forse ho
> salito il ghiacciaio della Tribolazione per un'unica volta
> in vita mia e non lo rivedrò più.
E chi l'ha detto. severamente vuoi tornarci, usa questa volontà per
migliorare fiato e gambe.
Sennò mura "più in basso"
> Certo, è già una fortuna immensa camminare e non la
> sottovaluto, ma vedere il ghiacciaio così dal basso e
> sentirlo così irraggiungibile
Irraggiungibile ora.
Se lo vuoi raggiungere un modo lo trovi
E sennò ammiralo dal basso e guarda cosa puoi trovare di bello 'in
basso'.
;-)
--
Norbert da Roma - fan di Tolkien e delle Dolomiti Linux user
#464864 http://www.mandos.it "Amate gli animali. Dio ha donato loro i
rudimenti del pensiero e la gioia serena. Non turbateli, non
molestateli, non privateli della loro felicità, non andate contro la
volontà di Dio." (Dostoevskij)
Leggasi
> E chi l'ha detto. Se veramente vuoi tornarci
e
> Sennò mira "più in basso"
:-(
> "FlyRobby" <robby...@NONlibero.it> ha scritto nel messaggio
> news:i723o3$s2a$1...@news.newsland.it...
> il custode delle Pale... ciao Robby !!!
> >
> > Ciaooo Manů...scusami ma x me tu rimarrai sempre Manů, Loriz fa un po'
> > fatica ad entrarmi ;-))
> Ti confesso che anche a me stava piu' simpatico Manů, ma era una questione
> di
> copyright in famiglia e "noblesse oblige" ho cambiato con Loriz.
Si si ho capito, ma io non ho ancora sostituito il nuovo file col vecchio
dentro ai miei registri e quindi ti identifico ancora con Manů ;-)
> Certo che no, non sto facendo uncinetto, tutt'altro!!!!
> Diciamo che faccio la nonna ad un birbante di un anno che ha gia' cominciato
> ad arrampicare in attesa che a gennaio arrivi compagnia :-)
Olapeppa....
> Nel frattempo oltre che a girar per monti, ( non si tradisce il primo amore)
> giro per l'Europa e pur anco per il mondo...un paio di viaggi in quel
> dell'Est che mi hanno coinvolto emotivamente non poco.
Bell' esperienza, toccante e densa di insegnamenti da quanto racconti.
Non ti limiti mai ad una semplice, rilassante, abbronzante vacanza a
Rimini tu, vero?
> > Dai confessa che un po' di nostalgia x quei tempi ce l' hai pure tu :-))
> Certo che un po' di nostalgia non manca, ma in questi 10 anni ne ho fatta di
> strada e diciamo che il NG mi ha dato il "la" per aprire lo sguardo su
> orizzonti un po' piu' ampi ,quindi come dicevo nell'altro post, per guardare
> avanti. Certo e' che con il NG rimane un legame affettivo, come dire una
> questione di pelle oltre che di cuore; quasi ogni giorno ci scappa una
> sbirciatina, capita anche che qualche volta mi prenderebbe di scrivere, ma
> poi sai, altri interessi, o forse un po' di pigrizia e si sorvola.
L' avresti mai detto che un virtuale luogo d' incontro avrebbe influito
sul corso della tua vita? Incredibile...
> > Spero di leggerti un po' + spesso quě dentro, intanto ti do un grosso
> > abbraccio. Alla prox.
> Pero' e' interessante la cosa, quasi tutti ci siamo, nascosti dietro al
> monitor, non abbandoniamo questo villaggio che bene o male ha regalato
> emozioni a chi vi ha ha preso la residenza, oppure e' passato e si e'
> fermato solo per una sosta... bello bello !! Si dice che la tecnologia isoli
> le persone, ma non sono poi cosi' d'accordo! dipende dalle persone !!!
Gran veritŕ, dipende proprio dalle persone e direi che quě dentro, piů o
meno nascoste, ce ne sono di belle (no, no, non sto parlando di te Tommy
:-DDD).
Bye bye.
> Ecco: se a qualcuno capita una sensazione simile, come si
> riesce a farsene una ragione, se ci si riesce?
Basta che ti alleni con costanza. Io ho trent'anni ma sicuramente ci
sono vecchietti (50,60) che vanno più forte di me quanto a fiato e
resistenza. Alcuni di essi saranno effettivamente fisici particolari,
altri invece mi danno la foglia perché hanno un fisico allenato.
Lo stesso può valere per te.
vecchietti questo par di balle eh!
ma tu guarda questi giovini, non c'e' piu' rispetto non c'e'!
vecchietti! tsè
E neanche i vecchietti sono più quelli di una volta, tanto che chiamano
un trentenne giovine ;)
Molti sessantenni fanno tirare l'ala a tanti più giovani, solo dopo i
settanta in certi casi si comincia a sentire l'età.