Oggi, Gramellini, si è superato.
La coraggiosa denuncia di Gramellini che oggi ci spiega che in Italia
non possono esserci così tante persone che vivono con meno di 1200 euro
al mese perché i ristoranti sono sempre pieni e gli alberghi a Pasqua
hanno fatto registrare il tutto esaurito...
Massimo Gramellini è uno che di parole se ne intende. Il suo Buongiorno
sulla Stampa era per molti un appuntamento imperdibile, un modo per
capire il fatto del giorno. Anche se spesso e volentieri Gramellini
dimostrava di capirne davvero poco. Da un anno al Corriere della Sera
Gramellini serve Il Caffè, una rubrica dove fa quello che ha sempre
fatto: giocare con le parole. Il problema nasce quando le parole
incontrano i numeri. Segnatamente quelli del resoconto annuale delle
dichiarazioni dei redditi.
Il fiasco di Gramellini sui redditi degli italiani
Il conduttore di Cyrano (programma di Rai 3 che al suo debutto ha fatto
un deludente 3,6% di share) scopre ad esempio che «quasi un
contribuente su due non arriva a 15.000 euro l’anno, poco più di 1.200
lordi al mese». Una cifra che, spiega Gramellini, non consente certo di
vivere dignitosamente «in nessuna città, neanche di piccole dimensioni»
(in realtà è il 45%). Ora tralasciamo che di grandi città in Italia ce
ne sono sostanzialmente tre (Roma, Milano e Napoli) e che la gran parte
degli italiani vive al di fuori di queste. Tralasciamo anche il fatto
che il costo della vita varia enormemente da città a città, da Nord a
Sud. Secondo Gramellini queste cifre non sono vere. Se questi numeri
corrispondessero alla realtà, scrive, «avremmo le strade stracolme di
cenciosi e un paio di rivolte popolari in corso, perché nessuna
ideologia spinge i popoli alla ribellione quanto la lotta contro
l’appetito».
E invece? Invece non è così perché Gramellini, dal suo punto di
osservazione privilegiato sui conti pubblici (e sul contenuto delle
tasche degli italiani) rileva un fatto curioso: «i ristoranti
continuano a riempirsi, per fortuna gli alberghi di Pasqua sono vicini
al tutto esaurito e il denaro depositato in banca non accenna a
diminuire». Un’argomentazione, quella dei ristoranti pieni, che abbiamo
già sentito in passato. Era il 2011 e l’allora Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi parlando della crisi negava l’evidenza e diceva che
«I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, si fatica a
prenotare un posto sugli aerei». Per Berlusconi però era colpa
dell’euro. Per Gramellini invece la colpa è del fatto che molte persone
dichiarano meno di quello che guadagnano in realtà. Altrimenti ci
sarebbe la rivoluzione. L’ipotesi che invece possano votare per chi
promette il reddito di cittadinanza invece non viene presa in
considerazione.
Spieghiamo a Gramellini chi riempie i ristoranti
I poveri ci sono, il vice direttore del Corriere della Sera dice che
“la povertà è in crescita”. Non dice però che sono quasi diciotto
milioni di italiani a rischio povertà. In alcune regioni del Sud il
rischio povertà o di esclusione sociale sul totale della popolazione ha
raggiunto cifre impressionanti: il 55,6% in Sicilia, il 49,9% in
Campania e il 46,7% in Calabria. Il Ministero inoltre fa sapere che
oltre 10 milioni di persone in Italia hanno un’imposta netta pari a
zero perché percepiscono un reddito sotto la soglia dell’esenzione
(8.000 euro).
Ci sono però alcune questioni che Gramellini, nella sua voglia di
spiegare il mondo in una ventine di righe, non considera. La prima è
che ci sono davvero persone che campano con 1.200 euro al mese e che
fanno i salti mortali, contando ogni centesimo. Suggerire che queste
persone in realtà stiano “rubando” perché fanno del nero è uno schiaffo
alla situazione di tutti i lavoratori dipendenti che vivono con quel
reddito sia in una grande città sia un piccolo paesino. Secondo
Gramellini queste persone sono sostanzialmente dei bugiardi perché poi
vanno al ristorante, al cinematografo o al caffè cantante. E qui si
arriva alla questione dei ristoranti che altro non è la stessa del
famoso pollo di Trilussa. Ad andare al ristorante non è quell’italiano
su due che arriva a stento a 1.200 euro al mese: è l’altro italiano,
quello che guadagna di più e che se lo può permettere.
Quelle persone che sono a rischio esclusione sociale non solo non
possono permettersi il ristorante o l’albergo a Pasqua ma fanno davvero
fatica a fare la spesa. Secondo Gramellini le persone che prendono meno
di 15000 euro all’anno sono quasi sicuramente evasori fiscali che
vivono sulle spalle di chi «talvolta ha il vizio di pagare le tasse per
tutti», tasse con le quali i contribuenti finanziano programmi dal 3%
di share come il suo. Per Gramellini chi ha uno stipendio basso non
paga le tasse e quindi evade. La realtà è che chi ha uno stipendio
basso paga poche tasse proprio in virtù del suo reddito e delle
esenzioni fiscali. Il problema è che gli stipendi sono troppo bassi. Se
poi Gramellini se la vuole prendere con quello che lavora al nero per
600 euro al mese (come se 600 euro in nero valessero di più di 1.200 in
busta) chiamandolo evasore si accomodi pure. La prossima volta però
potrebbe far notare che nessun partito in campagna elettorale ha
proposto misure di lotta all’evasione fiscale.
https://www.nextquotidiano.it/per-il-corriere-i-ristoranti-sono-pieni-e-i-numeri-della-poverta-sono-falsi/