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(way) OT: 20 aprile 1986

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Roberto Ricca

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Apr 20, 2016, 9:39:01 AM4/20/16
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Nella quasi totalita` degli sport americani di squadra (per lo meno a
livello professionistico), l'ultima parola e` lasciata ai play-offs.

La cosa e` sicuramente affascinante, porta talora a risultati imprevisti
(e, se ripenso alle vittorie dei miei Giants nel 2012 e, soprattutto,
nel 2014, non posso che convenirne), ma si tratta comunque di squadre
che avevano piu` o meno lottato per conquistarsi un posto al sole.
Sorprese si`, quindi, ma non davvero super-iper-sorprese.

Merita invece una tale definizione l'evento di cui oggi ricorre il
trentesimo avversario. Seguo sport vari da quasi mezzo secolo e in tutta
questa mia lunghissima "carriera" di tifoso ho visto risultati a
sorpresa di ogni foggia, ma nessuno ha mai causato uno shock cosi`
elevato come quello che ora vado a ricordare (anche se "Vinci over
Williams" si e` sicuramente avvicinato:-).

20 aprile 1986. Il campionato italiano di calcio e` ancora a 16 squadre.
Si sta per disputare la ventinovesima e penultima giornata di un torneo
in cui sta per maturare un risultato imprevisto.

Ad un certo punto, tutto sembrava scontato. La Juventus era partita
fortissima vincendo le prime otto partite e concludendo il girone
d'andata con 26 punti su 30. Il Napoli di Maradona staccato di sei
punti, la Roma addirittura di otto. Quando mai la Juventus di
Trapattoni, sempre al top nel ritorno, si sarebbe fatta recuperare un
tale vantaggio?

Il girone di ritorno, pero`, vedeva i bianconeri un po' traccheggiare.
Cinque pareggi nelle prime sei partite e la Roma, sempre vittoriosa,
improvvisamente arrivava a meno tre. Rallentata a Firenze, la Roma
tornava a meno quattro, poi successivamente perdeva contro i Campioni
d'Italia del Verona e la Juventus risaliva a piu` cinque a sei partite
dalla fine.

Tutto ritornato normale? Not so fast. Lo scontro diretto della 25a
giornata vedeva una sola squadra in campo. La Roma travolgeva la
Juventus dando una dimostrazione di forza che sicuramente lasciava il
segno della mente degli juventini. Due giornate dopo, l'arcinemica, la
Viola, infliggeva alla Juventus un'altra netta sconfitta. Roma a meno
uno e aggancio, a quota 41, la settimana successiva quando la Roma
vinceva in rimonta a Pisa, mentre la Juventus non andava al di la` dello
0-0 a Genova, con la Sampdoria. Vidi quella partita dal vivo e soffrii
per una squadra ormai spenta. Sul pullman che riportava i tifosi a casa
c'era solo scoramento. La Juventus non pareva piu` esserci.

L'unica speranza era che, a due giornate dalla fine, la Juventus aveva
la partita piu` difficile in casa (contro il Milan) mentre la Roma
doveva andare a Como, ad affrontare la squadra allenata dal prossimo
allenatore della Juventus (Marchesi), che aveva effettuato sotto la sua
guida un eccezionale campionato ed era stata l'unica squadra a fermare
la Roma all'Olimpico (l'unico esistente a quei tempi). Sia la Roma che
la Juventus dovevano poi affrontare il Lecce, la Roma in casa, la Juve
fuori, ma quella squadra, ultimissima in classifica e gia` retrocessa in
Serie B, non veniva presa in considerazione.

20 aprile 1986, si diceva. Ero allo stadio a vedere Juventus-Milan, con
la mia fedelissima radiolina, mentre la Roma in un tripudio di festa e
colori affrontava la formalita` del Lecce in attesa della difficile
trasferta di Como. C'era ovviamente grandissima fiducia nella folla
romanista: la Roma aveva fatto 23 punti sui 26 disponibili nel girone di
ritorno e ce l'avrebbe fatta a vincere anche a Como. Poi, ammesso che la
Juventus fosse riuscita a fare quattro punti nelle sue due partite, lo
spareggio avrebbe sicuramente decretato il trionfo giallorosso.

L'opinione era condivisa dai tifosi juventini, eccetto per il fatto che
essi ponevano una fiducia che confinava nella disperazione nel Como e
nel loro prossimo allenatore.

Quando la Roma passo` in vantaggio dopo sette minuti, la cosa non fece
nemmeno notizia, tanto era scontata. I tifosi juventini erano ovviamente
concentrati sulla loro difficile partita, in cui la Juventus non
riusciva a prevalere. Non fece nemmeno grande rumore il pareggio del
Lecce dopo la mezz'ora. Quella straordinaria Roma non aveva proprio una
difesa solidissima, ma era sempre riuscita, tranne che a Firenze e
Verona, a segnare una rete in piu` dei propri avversari. Anche a Pisa,
sette giorni prima, era stata sotto 2-1 prima di stravincere 4-2.

Qualcosa di diverso c'era nella Juventus rispetto alla settimana prima,
pero`. A me e` sempre rimasto impresso un episodio che, probabilmente,
nemmeno e` andato veramente cosi`. Un lancio dalla difesa milanista
lanciava Hateley in contropiede sulla fascia sinistra. Uno juventino gli
corse dietro, lo affianco`, corse fianco a fianco con lui per sessanta
metri, gli impedi` di rientrare e, infine, in scivolata, gli mise la
palla in fallo laterale. Quello juventino indossava la maglia numero 10
e il suo nome era Michel Platini.

I cronisti radiofonici erano i mitici Enrico Ameri e Sandro Ciotti,
Ameri a Torino, Ciotti a Roma. Quando, verso il quarantesimo del primo
tempo, Ameri passo` la linea a Ciotti, quest'ultimo, o ebbe
un'intuizione o voleva soltanto cercare il colpo a sorpresa, ma, con la
sua voce inconfondibile, inizio` il suo commento con (qualcosa di simile
a): "E` un momento molto importante per la storia di questo campionato"
e, dopo una studiata pausa, continuo`: "Calcio di rigore per il Lecce".
Stavolta l'evento attiro` l'attenzione anche in quel di Torino. Intorno
a me si raccolse un discreto capannello di persone per sentire Barbas
che infilava il 2-1. Qualcuno persino esulto`, per quanto ci si rendesse
perfettamente conto che quella partita non sarebbe potuta finire cosi`.
Troppo ampio il divario tra le due squadre.

E infatti non fini` cosi`, perche' all'ottavo minuto della ripresa, il
Lecce passo` ancora! A Torino successe il finimondo, ho visto gente
adulta che non credeva alle proprie orecchie abbracciarsi con degli
sconosciuti e piangere, dimenticarsi della partita che si svolgeva sotto
i propri occhi (ancora e sempre sullo 0-0) e cominciare a seguire quella
di Roma attraverso l'etere.

Fu in quel clima surreale che la Juventus segno` il decisivo 1-0. Anche
qui il mio ricordo e` agiografico, perche' l'azione del gol si svolse
come al rallentatore. Laudrup fu raggiunto dalla palla in mezzo
all'area, libero. Egli non tiro` subito ma fece una finta. Poi ne fece
un'altra, poi un'altra ancora. Si fermo` li`? Non ricordo. I giocatori
della Juventus erano fermi a guardare, quelli del Milan non riuscivano a
muoversi o comunque non riuscivano a raggiungere Laudrup. Alla fine,
dopo un tempo che parve eterno, con la gente che seguiva imbambolata
quell'azione che non voleva finire, Laudrup spinse la palla in rete.

Risolta la questione Milan, rimaneva la partita di Roma. Ce l'avrebbe
fatta il Lecce a portare a casa almeno un punto? La Roma segno` il 2-3 a
otto minuti dalla fine ma, non si sa ancora bene come, il Lecce
resistette sino alla fine. La squadra che era reduce da tredici
sconfitte esterne consecutive (dopo una pareggio alla prima giornata)
aveva espugnato il campo della squadra che aveva ottenuto 27 punti su 28
nelle sue 14 partite interne.

Il campionato fini` ufficialmente la settimana dopo (la Roma perse a
Como, la Juventus vinse a Lecce) e la classifica finale, che vide le due
squadre separate da quattro punti, non rende giustizia a
quell'incredibile vicenda che si svolse esattamente trent'anni fa.
--

Roberto Ricca
2010: 1st time WORLD SERIES CHAMPIONS SAN FRANCISCO GIANTS
2012: 2nd time WORLD SERIES CHAMPIONS SAN FRANCISCO GIANTS
2014: 3rd time WORLD SERIES CHAMPIONS SAN FRANCISCO GIANTS
2016: GO GIANTS (Anybody but the Dodgers) [Magic Number: 150]


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