La crostata di ciliegie

[Quito]

Salta fuori una sua foto da una cartella ben crittografata del pc, non
chiedetemi la password. E' in piedi sorridente, un po' spavalda, nuda
dalla vita in su con il suo bel seno in piena vista. Indossa una lunga
gonna a fiori e con la mano destra la tiene sollevata al centro, scoprendo
la parte interna delle cosce e la peluria bionda sull'inguine. Dietro di
lei ci sono io, con le mani sulle sue spalle, cerco di sorridere ma mi è
difficile, visto mi pende dai denti un paio di mutandine nere da donna. Il
messaggio dovrebbe essere chiaro, con grande cura e tenacia mi sono
infilato con la testa sotto la gonna a fiori e trascinandolo con i denti
ho sfilato il prezioso tessuto che ora trattengo con la bocca.

Poi ci sarebbe anche quello che ha scattato la foto e poi ancora un altro
tizio. Di lì a poco, un paio di minuti, anche meno, si sarebbe scatenata
la sarabanda con lei al centro di tutto il movimento. E in una breve
pausa, lei ci avrebbe raccontato la storia della crostata di ciliegie. Da
bambina andava a trovare la nonna, che per merenda le preparava la
crostata di ciliegie, di cui era ghiottissima. La nonna le tagliava una
fetta e la metteva nel piattino, ma le lasciava il resto della crostata
bene in vista sul tavolo. Così lei si godeva il dolce, ma anche la
certezza che ne avrebbe potuto averne a volontà una volta finita la fetta.
E così si abbuffava a più riprese di crostata di ciliegie, che con il suo
stomaco da struzzo digeriva senza problemi. Insomma, c'era il godimento e
anche la certezza che il godimento sarebbe continuato fino a che avesse
voluto rinnovarlo.

E lo stesso stava accadendo in quella sarabanda, si stava godendo un cazzo
ospitandolo da qualche parte nel suo corpo bello e generoso e la bastava
alzare gli occhi per vederne altri pronti a onorarla non appena quello
corrente si fosse fiaccato, senza contare la mani, le bocche, tutte pronte
a entrare in campo al suo servizio. Godimento e certezza che il godimento
sarebbe continuato fino a che avesse voluto. E mentre noi riflettevamo
sulla cosa, lei si buttava golosa e rapace sulla fetta di crostata
successiva.
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