La storia di un uomo che andava a putttane

[Aldocaldo]

"Sono appena uscito dall’Hotel, uno di quegli hotel a 4 stelle, turistici, ma per turisti facoltosi, uomini di affari, o anche belle ragazze straniere “in tour” nella Capitale. Roma, 2023. Sono un uomo sulla cinquantina, italiano, romano di origine, non particolarmente attraente, ma nemmeno brutto, come quanto racconterò di seguito potrà provare, istruito, con una laurea scientifica, un discreto lavoro fisso, una famiglia.






Sono appena uscito, un poco agitato, quasi scappando, per la paura immotivata di essere fermato e interrogato dai distinti signori della Reception; ben più preoccupato sono stato al momento di entrare, ma in realtà tutto è stato studiato in dettaglio, la posizione degli ascensori, le porte girevoli, la folla pomeridiana di comitive, nessun rischio, sembro un normale cliente che esce per una passeggiata serale. Sono appena uscito, per strada, una strada del Centro Storico piena di folla, illuminata dalla rosea luce del tramonto romano. E sono felice. Sono felice perché ho appena fatto sesso con una splendida ragazza lettone di 19 anni: una escort. Perché, si, io vado ad escort. E che ci crediate o no, sono felice. E no, non mi sento in colpa. Specie dopo 3 anni di sofferenze e privazioni della libertà, dovute a quella gigantesca violazione dei Diritti Umani che è stata il “Lockdown” in Italia.









Questo libro avrebbe potuto intitolarsi “Le mie puttane” o “Esperienze sessuali di un uomo insoddisfatto” o “Confessioni di un puttaniere”….o anche no. Sarebbe stato fuorviante, riduttivo, e sicuramente non avrebbe interessato alcun lettore, poiché sarebbe stato visto come la solita storiella un poco pruriginosa, che però non è né carne né pesce…né un romanzetto erotico né una autobiografia. E infatti non è questo: è la storia di una scoperta, di una liberazione, di un modo di vivere; non di un depravato, non di un frustrato, non di uno sfigato (come si dice oggi), ma di un uomo normale.Un uomo come tanti, tantissimi, molti di più di quanti si creda. Del resto, spero di non essere marchiato come misogino e maschilista se dico quello che tutti sanno, ovvero che, nello stesso tempo, moltissime donne sono puttane, anche se non lo sanno o fanno finta di non saperlo: tutte quelle che passano da un uomo all’altro ogni sera, rimorchiando in discoteca, facendosi pagare da bere, la cena, la camera d’albergo, per poi sparire e chi sì’è visto s’è visto; dove sta ladifferenza ? Magari nel fatto che le “professioniste” lo fanno per bisogno, per necessità, loro invece solo per capriccio.


La storia è tutta nel Titolo di questo libro: “Occhi grandi color di foglia”; dalla celebre canzone “Via del Campo” di Fabrizio de Andrè. Gli occhi di quella ragazza che incontrai in un triste pomeriggio d’estate di tanti anni fa, in cui cercavo consolazione.
E la trovai.



Prima di giudicarmi devo raccontarvi tutta la storia; se sarete tra i miei 25 lettori (parafrasando il grande Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”) che avrete la pazienza di arrivare alla fine, capirete perché un uomo diventa un frequentatore di prostitute e, soprattutto, capirete cosa sono realmente le prostitute: tutti sono capaci di sentenziare, giudicare, condannare, tutti sono sempre pronti con il solito discorso sulle malattie, sullo sfruttamento, sui papponi, sulle violenze, sulle minorenni, sulla tristezza e sullo squallore di dover pagare per fare sesso.
Le puttane
Io stesso sono cresciuto con questa visione, considerando “quelle li” come intoccabili, malvagie, infette" .......

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