La guardavo come si guarda un'estranea, mentre seduta sul bordo del letto
si puliva dai grumi del mio sperma. Quando ebbe finito rivolse nuovamente
l'antenzione verso di me. Non osai dire nulla quando con molta delicatezza
e altrettanta sicurezza, me lo pulì con maestria infermieristica.. Mi girai
dall'altro lato mentre lei andava in bagno. Dormii poco pensando
all'inferno e alla tortura di una vita rovinata. Cosa avevo fatto ? Perchè,
perchè ? Una mattina fredda e buia ci accolse. L'odore di caffè mi svegliò
di buon umore. Alessia aveva preparato una colazione con i fiocchi. Alla
radio (non avevamo TV) davano notizie terribili, la bufera sarebbe durata
due giorni ancora e tutti soccorsi erano indirizzati nella vallata vicina,
dove una frana aveva isolato una comunità locale. Noi eravamo, rispetto a
loro, in condizioni egregie. Non ero preoccupato, mia moglie sapeva dove
eravamo, avevamo provviste sufficienti, legna a volonta una casa solida,
solo eravamo bloccati. La mattina non parlammo per niente di quello che era
successo. Lei rifece i letti, rassettò la casa e prese a cucinare il
pranzo. Io sistemai la tettoia, raccolsi altra legna e spalai la neve che
aveva invaso il vialetto che portava dalla casa alla legnaia. Mi stavo
tranquillizzando. Se non pensavo a quello che era successo durante la notte
scorsa, tornavo ad essere sereno. Mi stancai non poco e arrivai al pranzo
esausto.
- Guarda che ti ho preparato !
- Alessia la carbonara in
montagna non è il massimo.
- Ma tu sei stato a lavorare tutto il giorno e
devi rimetterti in forse.
- Comunque è buona.
- Grazie papà.
- Vedo che
hai cucinato solo il primo
- Si non volevo consumare troppe scorte...
-
Non ti preoccupare, al massimo domani libereranno la strada e la mamma e i
nonni ci raggiungeranno. Anzi... a questo proposito ti volevo dire... ti
prego di non dire nulla di quello che è successo stanotte.
- Papaà mi
prendi per una stupida ? Dovrei essere pazza per fare una cosa del genere.
Conoscendo la mamma sarebbe capace di uccidere prima me e poi te. Ma non
perchè noi due abbiamo fatto sesso, solo per gelosia pura e semplice.
-
vabbè non essere dura con la mamma
- Ma allora tu non ti sei mai accoorto
di nulla ? Ti ricordi dei nostri vicini prima che cambiassimo casa ?
-
Eccome se me li ricordo. La signora Carponi era una donna
indimenticabile...
- Eccoti spiegato perchè cambiammo casa.
- Ma questa è
fantascienza pura. non ci posso credere
- Papà, sei stato manipolato. Lei
ti ha sempre fatto fare quello che ha voluto.
- Non diciamo sciocchezze,
Alessia. Anzi chiudiamo il discorso. Io vado a dormire. Il caffè lo prendo
dopo. Poi un bel libro inaugurerà ufficialmente le mie vacanze e al diavolo
la bufera. Mi dispiace per la mamma (un pò meno per i nonni). Ridemmo
allegri e tutto pareva veramente essere stato un sogno.
I locali dove
avevamo i letti erano separati da paraventi, tranne la stanza da letto
principale che avevamo destinato ai miei suoceri. Non volevo coricarmi "per
notte" ma dovevo pur cambiarmi anche perchè avevo lavorato ed ero sporco.
La stufa a legna tirava benissimo, in casa si stava bene. Feci una doccia,
mi cambiai la maglietta e mi sdraiai nel mio bel lettone con boxer,
maglietta e calze di lana... L'ampia finestra di fronte a me lasciava
intravedere il paesaggio imbiancato. Godevo un sottile piacere nel pensare
che mentre fuori il mondo era infreddolito e coperto di neve... io me ne
stavo al calduccio nel mio bel lettone sazio e soddisfatto. Lessi poche
pagine del mio libro e mi addormentai. Penso di aver dormito appena
mezz'ora, perchè fuori c'era ancora parecchia luce e la stanza era ancora
ben illuminata dall'esterno, quando mi risvegliai. Un movimento del letto
mi fece trasalire e non mi resi conto di quello che accadeva fino a quando
lei non si infilò sotto le coperte insieme a me completamente nuda.
- Mmhh
?!
- Shhh, dormi papà. non ti preoccupare. Dormi.
- Alessia no. Ti prego.
- Mi sentivo sola dall'altra parte e mi è venuta voglia di rifarlo. Ieri
notte mi è piaciuto, ma... non mi hai fatto venire tu. Ho dovuto completare
da sola perchè tu eri troppo spaventato.
- Alessia no, ti prego. Non
voglio.
- Guarda cosa ho trovato !
- Quelli sono contati. Tua madre sa
esattamente quanti sono. Se ne mancasse anche uno solo...
- Le diremo che
nel trambusto della bufera sono andati perduti... ti inventerai qualcosa.
- Lasciami stare, non lo toccare.
- Lasciarti ? Ma senti come ti è
diventato duro. Dammelo, papà. Fammelo sentire di nuovo. Ce l'hai grosso mi
piace sentirmelo dentro.
Mi si avvinghiò addosso e prese a farmi una sega.
Io resistevo, sempre di meno ma resistevo. Dapprima preso dal sonno, poi
dall'eccitazione, non opposi resistenza con la fermezza che era, invece,
necessaria. Mi venne sopra a smorza candela e con abilità, dopo esserselo
strusciato tra le grandi labbra, se lo mise dentro. Io chiusi gli occhi per
non vedere. Poi ci ripensai "per non vedere ?" Ma come mi stavo scopando
mia figlia per la seonda volta e non volevo vedere ? beviamolo tutto questo
amaro calice. In pieno giorno, sul mio lettone, con una gran fica che balla
sul mio cazzo come un'assatanata e io chiudo gli occhi. Fanculo i tabù,
fanculo tutti. La presi saldamente per i fianchi e ripresi il controllo
della situazione. Lei pareva una forsennata, con gli occhi sbarrati aveva
assunto un'altra espressione, molto più da donna adulta. Alessia aveva
quasi 17 anni, e un corpo da mozzare il fiato. Minuta, ma formatissima. Le
sue tette mi ballavano davanti agli occhi, mi sporsi e ne afferrai una con
la bocca. Le mordicchiai un capezzolo, poi ne succhiai un altro. Sembravo
un assetato. cercai le sue labbra e la baciai. Le mie mani scesero sul suo
culo. Lo potevo prendere interamente tra lemani per sollevarla e farla
ripiomabare su di me.
- fermati papà. Ti prego fermati.
- Che c'è ? Cosa
succede ?
- Mettiti il preservativo. Stavolta non voglio interruzioni.
Voglio venire con te dentro.
Strappai la carta com un esagitato, lo
srotolai sul mio cazzo mentre lei si sdraiava affianco a me. Le fui sopra
afferrandola per le cavigli, ma era un po scomodo perchè sotto le coperte
non potevo muovermi bene, allora mi sdraiai su di lei e la presi alla
missionaria. Fu sensazionale, venimmo insieme. La vedevo piccola sotto di
me e mi sentivo l'orgasmo arrivare. La luce era calata ora e un silenzio
irreale ci circondava. Quando leì venne sembrò che la casa rimbombasse dei
suoi gemiti.
Continua
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