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Sotto il vestito: niente !

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Giomayo

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Jul 8, 2006, 2:28:33 AM7/8/06
to
SOTTO IL VESTITO NIENTE
Il telefono squillō distogliendomi dal lavoro.
" Pronto, sei tu, Giorgio ? "
Era Silvia, mia moglie.
" Si"
"Hai finito di lavorare, muoviti, sono qui dal portone, ti aspetto, dai !"
Ho una sorpresa per te, ho indossato un nuovo miniabito, che ho acquistato
stamattina, vedrai che ti piace, perō, sai, nella fretta non ho indossato
nient'altro."
"che significa nient'altro, cosa volevi mettere di pių ? fa un caldo !"
"Significa che sotto non ho il reggiseno e neppure le mutandine !" rispose.
"Co.. come, le mu..tandine ? " farfugliai
"Si, hai capito bene, non le ho messe !"
"Ma il miniabito", le domandai allora " quanto č mini ? "
"A giudicare da alcuni sguardi, direi parecchio mini"
"Ma come sei venuta da casa sin qui se la macchina ce l'avevo io ?"
"In taxi" rispose semplicemente
"Ma allora il. tassista..", ora parlavo quasi balbettando "quando ti sei
accomodata in macchina.."
"Tranquillo, mi sono seduta con cautela, d'altronde lo sai che tu sei parte
integrante della mia eccitazione, quindi, se non ci sei, la cosa ha meno
sapore !"
A me, comunque, faceva impazzire l'idea che fosse uscita da casa da sola,
senza mutandine, e che poi si fosse seduta in un taxi con uno sconosciuto
che chissā cosa avrebbe fatto se mai avesse saputo..
Piantai quel che stavo facendo e scesi subito.
Silvia era bellissima e sensuale come sempre: il vestito leggero ed aderente
le rendeva grazie delle splendide forme.
"Okay" disse baciandomi "ora che facciamo ? che ne diresti se andassimo a
comperare un paio di scarpe in un negozio che ho adocchiato io ?"
Immediatamente realizzai che l'acquisto delle scarpe era sostanzialmente un
pretesto, e del " rischio" che avrebbe corso..
"Ma ti rendi conto che. " provai a frenarla
"Si, ma oggi mi sento in vena di far pazzie, e voglio approfittarne, poi
magari non accadrā pių, chissā "
Turbato, non replicai e ci avviammo abbracciati per le vie del centro e dopo
un breve tratto raggiungemmo il negozio ed entrammo.
Silvia, decisa, si avvicinō ad un commesso.
"Vorrei provare quelle scarpe in vetrina", chiese, "quelle in basso a destra
col tacco a spillo !" precisō
"Si accomodi qui signora " rispose il giovanotto, un tipo magro piuttosto
giovane, aggiungendo "torno subito".
Allontanandosi, non poté fare a meno di lanciare uno sguardo furtivo alle
cosce leggermente abbronzate di Silvia, la quale, nel frattempo, con fare
sicuro si era seduta su un divanetto rosso.
Mi sorrise maliziosamente, si sistemō il vestitino, allungandolo per quanto
possibile, quindi accavallō le gambe in maniera talmente veloce che non
riuscii a vedere nulla.
Pensare che Silvia fosse completamente nuda sotto il vestito mi faceva
scoppiare il cuore nel petto: se l'assenza del
reggiseno non era una novitā assoluta in quanto era giā accaduto qualche
volta che avesse evitato di indossarlo sotto i
vestiti, il solo pensiero della mancanza delle mutandine mi stava mandando
in tilt
E poi, a sorprendermi ma quindi ad eccitarmi maggiormente, giocava il fatto
che mai e poi mai mi sarei aspettato da Silvia tanta impudenza: ci eravamo
conosciuti giovanissimi e subito fidanzati e, da allora, nel corso di tutti
questi anni (ma quanti
erano ? diciannove ? si, quasi venti) non avevamo conosciuto crisi e, anzi,
avevamo via via consolidato la nostra unione, confidandoci ogni pių
recondito segreto, anche e soprattutto nel campo del sesso.
Insomma, conoscevo (o credevo di conoscere ?) Silvia come me stesso e sapevo
che ero stato io il suo "primo uomo" ed ero pių che certo che, da quel
giorno, non avesse avuto alcun tipo di rapporto con chicchessia.
D'accordo, effettivamente, nel corso dei giochi erotici cui spesso ci
dedicavamo, spesso ci eravamo raccontavati le rispettive fantasie pių
eccitanti e, fra queste, era rientrata anche l'assenza della biancheria
intima.
Ma ad eccitarmi ancora di pių, c'era questa sua imprevedibile sicurezza,
questa sua capacitā di gestire la situazione apparentemente senza
tentennamenti.
Il commesso tornō con un paio di scatole, le posō in terra, si accovacciō su
di un ginocchio di fronte a Silvia e, delicatamente, le sfilō dal piede
destro la scarpa che indossava.
Aprė una delle scatole lanciando un lungo sguardo alla stupenda coscia
accavallata che aveva di fronte, che si mostrava in tutta la sua lunghezza,
dal piede fin quasi al gluteo.
Parve quasi indugiare un attimo, dinanzi a quello spettacolo, poi prese una
scarpa dalla scatola e la calzō con decisione al piede di Silvia, la quale
favorė l'operazione spingendosi un po' in avanti.
Il giovanotto cominciō ad allacciare con estrema lentezza il cinturino,
senza staccare lo sguardo dalla coscia, poi si voltō di scatto verso di me,
come se si fosse ricordato all'improvviso della mia presenza. Aveva un'
espressione timida, mortificata, quasi temesse un mio rimprovero per quelle
indagatrici occhiate prolungate.
Io, quasi che inconsciamente volessi lasciare campo libero ai due, mi
spostai lateralmente e abbozzai un sorriso di circostanza.
" Bella scarpa, vero ? " esclamai, con aria un po' imbecille, tanto per
divagare
Silvia posō il piede a terra, tenendo le cosce ben serrate, poi si alzō,
fece pochi passi e ritornō esclamando " Mi sembra un po' grande, proviamo il
38".
Sedette di fronte al commesso, che era rimasto accovacciato nella stessa
posizione, e riaccavallō le gambe, questa volta con un movimento pių lento.
In piedi, dalla mia posizione, non potevo rendermi conto d i cosa il ragazzo
avesse potuto vedere. Perō, sapendo che la fica era nuda, la scena mi aveva
sconvolto.
Il ragazzo slacciō il cinturino e sfilō via la scarpa, la ripose e ne prese
una della misura voluta dall'altra scatola.
Questa volta Silvia aveva posato il piede nudo a terra, affiancandolo all'
altro e divaricō leggermente le cosce. Un brivido mi percorse la schiena !
Il commesso le sollevō delicatamente il piede, infilō la scarpa, allacciō il
cinturino e poi sollevō lo sguardo.
" Questa mi sembra che vada pro.. prio be.ne ! " la frase gli si smorzō in
gola, mentre Silvia stava divaricando maggiormente le gambe muovendosi con
consumata lentezza.
L'espressione del ragazzo tradiva l'eccitazione di cui era preda, ma non
ebbe il tempo di guardare ancora perché Silvia si rialzō rapida e fece un
grazioso giro su se stessa.
"Mi sembra che vada bene" si riaccomodō sollevando leggermente il vestito,
lasciando intravedere una porzione del culetto a contatto con la superficie
del divanetto.
"Tu cosa ne pensi ?"
Veramente, a quel punto, avrei voluto chiedere a Silvia di provare altri
modelli, ma mi mancō il coraggio per avanzare quella proposta, e mi limitai
a mormorare semplicemente "Sono d'accordo"
"Vorrei provare anche la sinistra" concluse perō Silvia, che evidentemente
aveva in mente di protrarre il gioco o qualche altra diavoleria !
Il commesso subito ubbidė, ma dopo aver allacciato l'altra scarpa, restō
come impietrito: Silvia, fingendo di guardare le scarpe, si accarezzava la
caviglia tenendo le gambe affiancate e larghe.
Non ci sono pių dubbi, pensai, č nuda e in pratica glie la sta sbattendo in
faccia !!
Il colorito del giovane mutō in rosso paonazzo: i suoi occhi non riuscivano
a staccarsi dalla passera di mia moglie. Balbettō qualcosa di
incomprensibile, poi, allarmato, si voltō verso di me.
Nel frattempo Silvia, immobile nella sua oscena posizione, indirizzō
maliziosamente il suo sguardo alla patta dei calzoni del commesso e subito
un lampo di soddisfazione le illuminō gli occhi !; pur immaginando la
ragione di questa espressione compiaciuta, non potei fare a meno di guardare
anch'io in quella direzione e constatare che i calzoni del ragazzo
apparivano vistosamente deformati.
Del resto, anche il mio uccello era ormai ritto allo spasimo e, compresso
dallo slip, stava quasi dolendomi.
Ora perō volevo vedere a mia volta.
"Secondo me" dissi sorridendo "calza benissimo, vero ?"
Ciō detto, mi spostai adeguatamente per gustare a mia volta quella
paradisiaca visione.
E toccō a me restare senza fiato: contrariamente a quanto mi aspettavo, la
passerina di mia moglie non era nuda !
Silvia, un po' perfidamente, mi aveva giocato !
O meglio, non era giunta alle estreme conseguenze, non aveva avuto l'ardire
di superare l'ultimissima barriera, ma in ogni caso si era prodotta in una
esibizione mozzafiato.
Come potevo io stesso constatare, il panorama messo in mostra da Silvia era
infatti tutt'altro che disprezzabile, anzi, probabilmente l'effetto era
assai pių erotico della nuditā totale, anche perché le mutandine che aveva
scelto di indossare erano un minislip quasi trasparente, che lasciava
trasparire la macchia dei peli castani, alcuni dei quali spuntavano dai
lati..
Non so dire quanto tempo rimanemmo tutti e tre, immobili, in quella
posizione
Fu Silvia a rompere quel silenzio, alzandosi ed esclamando: "Vanno bene
queste, le lascio al piede". Poi, rivolta a me "Andiamo a pagare ?"
Ci scambiammo una strana occhiata, io ed il commesso: lui aveva capito che
non mi dispiaceva mostrare la mia donna, ma non si rendeva conto se il tutto
era organizzato o no, cioč se io sapessi o meno, sin dal momento dell'
ingresso nel negozio, che lei avrebbe osato spalancare quelle gambe superbe
e mostrare ad un estraneo tutto quel ben di Dio che vi stava in mezzo,
velato appena, e molto a stento, da quelle minuscole mutandine.
"Tornerete a fare acquisti ?" domandō in un soffio, timidamente, il commesso
mentre ci consegnava la scarpa con le vecchie scarpe.
"Mi sono trovata bene e certamente tornerō. anzi.. torneremo" rispose Silvia
con l'aria pių innocente del mondo.
"Quando vuoi riesci proprio a sembrare, passami il termine, una vera troia"
non potei fare a meno di dirle appena usciti dal negozio.
"Hai ragione" ridacchiō lei "ma tu sai bene che lo faccio solo se ci sei tu,
ma ora smettila, sono giā abbastanza eccitata."
"Lo dici a me ? Io quasi non posso camminare per l'eccitazione !"
Con mossa veloce, le toccai il culetto, apprezzando la leggerezza della
stoffa del vestito che, al mio tocco, finė per andarsi ad infilare
deliziosamente tra le natiche !
Ma dovetti ritrarre la mano ed assumere un comportamento serio, giacché ora
ci trovavamo nella via centrale della cittā, in mezzo a centinaia di
persone.
Percorso un breve tratto, lei volle fermarsi in un bar per sorseggiare un
caffč ma, soprattutto, mi disse, perché aveva voglia di fare pipi.
Gustato il caffč ed espletate le nostre necessitā, pensavo che avremmo
dovuto recarci al parcheggio per fare ritorno a casa con la macchina,
senonché, ancora una volta, Silvia mi sorprese con la sua proposta: " Ho un'
idea, potremmo tornare a casa in autobus !"
"Ho capito il tuo programmino, bella mia, ma sei pazza ! non sempre gli
sconosciuti sono cortesi e corretti come quel commesso, io non mi sento
affatto tranquillo "
Ma Silvia insistette "Ma dai, la zona č residenziale ed elegante, anche i
passeggeri dell'autobus saranno di alto livello, e poi, non č proprio il
rischio che rende tutto pių eccitante ? "
Neanche il tempo di replicare che l'autobus era in arrivo.
"Ti sorride l'idea ?" mi sussurrō Angela appena saliti sull'autobus
stracolmo.
"L'idea di che ? che qualcuno ti palpi ?" le risposi in un orecchio, senza
farmi sentire dai passeggeri.
"Non solo, č che al bar mi sono tolta le mutandine, te lo giuro !" mi
rispose
Ero allibito: conoscendo bene Silvia, che pur non essendo bigotta mai
avrebbe giurato il falso, ero quasi certo che la storia delle mutandine
dimenticate questa volta corrispondesse a veritā e non fosse una bugia detta
al solo scopo di eccitarmi ulteriormente, e poi mi aveva sconcertato il
fatto che la frase mi fosse stata rivolta con un tono di voce basso si, ma
non al punto da impedire ai passeggeri a noi pių vicini di ascoltarla
distintamente..
Stavo rimuginando tra me e me la storia delle mutandine si o mutandine no,
quando Silvia, tra la folla che ci pressava, si voltō verso di me,
schiacciandomi i seni sul petto. L'abbracciai facendole avvertire tutta la
mia ormai nuovamente marmorea erezione: il movimento del mezzo favoriva un
continuo sfregamento delle nostre zone genitali e a me pareva addirittura di
avvertire il pulsare della sua passera col mio uccello.
L'espressione di Silvia era completamente persa, sembrava sull'orlo di un
orgasmo travolgente, quando prese a baciarmi sul collo e subito dopo, con
gli occhi semichiusi e quasi gemendo, iniziō, sia pur con discrezione, a far
lavorare una mano, toccandomi e stuzzicandomi i genitali da sopra i
pantaloni, con movimenti lenti e quasi impercettibili.
Avvolto dai fumi dell'eccitazione, ero in uno stato di semi-incoscienza,
quando mi resi conto che dietro a Silvia c'era un distinto signore sulla
cinquantina che le stava praticamente incollato alle spalle !
E quel signore era lo stesso che, quando Silvia mi aveva annunciato di
essersi sbarazzata delle mutandine al bar, si trovava vicinissimo a me e,
dunque, aveva probabilmente inteso perfettamente il senso delle parole
Allora, come colto da un raptus, continuando ad abbracciarla, iniziai a
sollevarle lentamente l'abito: non potevo rendermi conto di quanto, ma
sicuramente l'orlo del vestito doveva essersi avvicinato molto all'inizio
del culetto. A quel punto lo sconosciuto, constatata la mia disponibilitā,
si voltō verso di me con un appena accennato sorriso d'intesa !
Dunque, a questo punto la mia donna era stretta a "sandwich" tra me ed un
perfetto sconosciuto, il quale, ora, aveva preso a strusciarsi senza remore
sul suo culetto.
Avrei voluto poter comunicare con Silvia per chiederle cosa stesse provando,
ma potevamo farlo solo con gli occhi e col corpo.
Mi resi conto che era vicina all'orgasmo, d'altronde anch'io lo ero ma
cercai con tutte le forze di trattenermi per poter poi esplodere a casa
quando avremmo commentato l'episodio.
In quel momento notai che lo sconosciuto aveva preso a tastarle con una mano
il sedere.
Ma eravamo ormai giunti a destinazione.
Scendemmo, lasciando il distinto cinquantenne con una espressione di
delusione facilmente immaginabile.
Ci buttammo a capofitto in ascensore: la tensione era alle stelle.
"Lo hai sentito quello dietro di te ?" le domandai, mentre le sollevai un
attimo il vestito per accertarmi se, questa volta, mi aveva mentito a
proposito delle mutandine: no, stavolta era davvero senza !
"L'ho sentito eccome !"
" Mi sembrava di impazzire" rispose lei, " sentivo premere il suo uccello
durissimo, che tra parentesi doveva avere delle dimensioni notevoli, contro
di me, mentre con la mano tastavo il tuo, anch'esso rigido che di pių non si
puō, e l'idea di essere la causa ed il centro di quelle maestose erezioni mi
faceva bagnare e ribollire. Il vestito, poi, č talmente leggero che mi
sembrava di non averlo, di sentire che quello sconosciuto fosse sul punto
di. sborrare, cosė ho goduto come una pazza".
Appena finė di pronunciare questa frase le sollevai il vestito fino a
scoprirle addirittura il seno ed incominciai a baciarla dappertutto, mentre
l'ascensore arrivava al nostro piano.
Usciti sul pianerottolo, mi guardai attorno: non c'era nessuno, cosė le
tolsi il vestito: Silvia era semplicemente stupenda, malgrado i suoi
quaranta (e passa) anni ! Ansimava per il piacere, completamente nuda con
indosso le sole scarpe dal tacco alto.
Per un attimo rimasi inebetito a guardarla, poi introdussi la chiave nella
serratura della porta di casa.
In quell'attimo avvertimmo un lieve rumore: qualcuno aveva imboccato il
nostro pianerottolo.
Senza neppure curarci di accertare l'identitā della persona che certamente
aveva intravisto il corpo di Silvia, nel giro di pochi secondi eravamo
dentro casa.
Ma qualcuno doveva essersi gustato la vista del corpo nudo di mia moglie
quel tanto da ricordarselo a lungo !!
Appena in casa, ci precipitammo nella camera da letto.
Mentre io mi spogliavo di corsa, Silvia mi attendeva con le braccia e le
gambe tese.
La penetrai con gioia ed emozione, come se fosse stata la nostra prima
volta.
I nostri corpi si fusero muovendosi assieme in un crescendo che cancellava
tutto il mondo attorno a noi.
Libidinosamente, per aumentare la mia e la sua eccitazione (anche se non ce
n'era bisogno !), trovai il tempo e il modo di sussurrarle: "ci pensi a
quanti uccelli hai fatto indurire questa sera ? almeno tre, ma sicuramente
anche qualcun altro sull'autobus. !! e tutto senza muovere un dito..! č una
cosa che ti piace, č, troiettina mia.?! E poi, chi sarā stato a guardarti
sul pianerottolo ? pensa se si fosse trattato di Giacomo, il ragazzino dei
Bianchi . sai come sarebbe sconvolto !?"
"Si, siii, ci penso si, ci sto pensando si, giā di mio !! mi ci manchi tu a
rincarare la dose !! "
"Immagina, cara, immaginali tutti duri per te, pronti a .!!" rincarai
"sta zitto, altrimenti vengo immediatamente !!"
Stavamo per godere entrambi quando lei mi respinse gemendo.
"Per favore" implorō "vorrei che mi venissi addosso, come ho immaginato sull
'autobus !"
Mi ritrassi da lei, mi sedetti sulla sponda del letto. Lei si inginocchiō
davanti a me e, prendendomelo voracemente in bocca, cominciō a sgrillettarsi
quasi con furore. Quando si rese conto che stavo per sborrare, me lo prese
in mano facendomi inondare il suo viso e il suo seno !
E venne a sua volta.


Capitanoachab

unread,
Jul 8, 2006, 8:02:26 AM7/8/06
to
Ti avviso che in una occasione hai chiamato Angela la tua eroina;
probabilmente una dimenticanza mentre sprimacciavi un vecchio racconto
tuo ed altrui.
Ci sono delle scorrettezze, ma direi che č l'impianto stesso della
storia un po' sbilenco, ci sono molte variazioni di ritmo e di livello.
insomma c'č da limare.
Da ultimo, non sono mai uscito senza mutande, forse č per questo che
non acchiappo.
Achab

roberto

unread,
Jul 11, 2006, 10:55:43 AM7/11/06
to
Hello, Giomayo!
a me č piaciuto!


With best regards, roberto. E-mail: rober...@hotmail.com

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