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(anno 1999 - post integrale lungo) Cairo 2 - La Vendetta (starring Patrizia!)

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BIG Umberto

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Jun 21, 2023, 6:48:04 AM6/21/23
to
From: "Xlater"
Newsgroups: it.sesso.racconti
Subject: Cairo 2 - La Vendetta (starring Patrizia!)
Date: Sun, 28 Feb 1999 23:03:04 +0100


Tutti coloro che conoscono il mio "repertorio" avranno già un'idea di quello
che possono aspettarsi da un titolo del genere. Vorrei avvisarli: è molto,
molto peggio!

Per tutti quelli che invece non hanno tale discutibile fortuna, l'avviso è
d'obbligo. Se proseguite lo fate a vostro rischio e pericolo. Ve lo
sconsiglio. Poi fate vobis.

Io vi ho avvertito. Ho la coscenza a posto. Ma se siete ancora qui,
allora...

Buona lettura (si fa per dire) da Xlater! Abbiate pietà di me!

------------------------
From: "Alisha"
To: "XX Xlater" <xla...@hotmail.com>
Subject: ...mi credevi morta, ma son risorta.....

Mio caro Xlater,

[...] Ho un po riflettuto sul racconto e sui commenti che ne sono stati
fatti dai frequentatori nel NG.

Io come l'Alisha che hai descritto non mi ci ritrovo. Ne sono rimasta
"impaurita"... intimidita...

Non che non mi sia piaciuto... magari se lo avessi letto non avendoti mai
conosciuto e sapendo che non era destinato a parlare di me l'avrei messo in
conto tra i tuoi capolavori... [...]

Senti, facciamo così... ti descriverò una trama dalla quale traccerai il
racconto... che ne dici? [...]

*Alisha*
-----------------------

"Che hai, Xlater? Cos'è quella faccia rabbuiata?" Patrizia fece scorrere
dolcemente una mano sulla guancia dello scrittore che, con espressione cupa,
ticchettava ferocemente sui tasti, mentre scriveva la sua mail di risposta.

Xlater stava borbottando.

"Uno dei migliori racconti che abbia mai scritto... forse il migliore dopo
'La doccia'... e lei? Prima scompare nel nulla... senza motivo... e poi...
ecco... questo è tutto quello che e' riuscita a scrivermi... otto giorni
dopo..."

"Di che stai parlando?"

"Hai letto il mio racconto 'Cairo'?"

"Beh... ad essere sincera..."

"Vuoi dire che TU non leggi i miei racconti??" Xlater smise di scrivere e
sospirò. "Aspetta... dovrei averne una copia stampata... prendi un attimo
quei fogli li'..."

Patrizia afferrò degli A4 stampati e lesse. " 'Gabriella si affrettò giù per
le scale...' è questo?"

"No... quella è un'altra cosa... non l'ho scritta io... non c'entro
niente... dovrebbero essere quegli altri fogli..."

"Che casino la tua scrivania, Xlater... 'Verbale dell'assemblea
condominiale'... non credo... aspetta, forse li ho trovati... 'Cairo by
Xlater... Alisha sospirò...' "

"Perfetto! E' proprio quello..."

"Alisha? Vuoi dire QUELL'Alisha? Quella che ce l'ha tanto con me? Che
l'altra sera mi ha preso a male parole in ICQ?"

"Proprio lei..."

"Le hai dedicato un racconto?"

"Già..."

Patrizia mormorò un "mmmmm" di disapprovazione mentre si accingeva a leggere
i fogli stampati. Xlater continuava a diteggiare sulla tastiera.

"Non è male..." sentenziò Patrizia, quando qualche minuto dopo era giunta al
termine della lettura. "Molto carino... delicato... un po' mieloso forse...
certo, non hai la mano altrettanto leggera quando scrivi le mie storie...
Lei sarà stata contenta, immagino..."

"Sì... cioè no... non proprio... non lo so! Dopo che le ho mandato il file è
sparita del tutto dalla circolazione... poi, otto giorni dopo si è
finalmente fatta viva di nuovo in mail... Dice che non si ritrova nel mio
personaggio..."

"Scusa, ma chi te lo ha fatto fare?"

"Me l'ha chiesto lei... era stata tanto carina e gentile con me... mi aveva
fatto un mare di complimenti per i miei racconti... quando me l'ha chiesto,
io non mi sono impegnato... però poi mi è venuta quest'idea, ci ho lavorato
un po' su... sai, era anche il suo compleanno..."

"Insomma lei ha solleticato un po' la tua vanità... e tu ti sei subito
ritravato pronto a gettarti nel fuoco per lei... hai scritto questa cosina
sdolcinata aspettandoti che lei si strappasse i capelli per l'emozione...
invece lei è stata un po' fredda e tu ci sei rimasto di sale. E' così?"

"Sei proprio antipatica certe volte, Patrizia, lo sai? Non è andata così...
cioè... più o meno..." Xlater cambiò rapidamente discorso "Dice che non si
riconosce nel personaggio... ma io ne so pochissimo di lei! Che si
aspettava? Non sono mica il mago Omelma!"

Patrizia aveva un ghigno soddisfatto sul viso. "Te l'avevo detto io,
Xlateruccio... non mi è mai piaciuta quell'Alisha. Ascolta Xlater, tu per i
tuoi racconti dovresti affidarti a personaggi collaudati... al riparo da
sorprese. Invece, pur di metterti in mostra con quella tipa... Ora ne paghi
le conseguenze..."

"Sono veramente deluso, Patrizia. E dire che l'avevo scritto con tutto il
cuore."

Patrizia si sedette in braccio a Xlater. Lo abbracciò e gli appoggiò
delicatamente le labbra sul collo. Nell'operazione il vestito di Patrizia
era risalito fino a scoprire l'orlo delle sue autoreggenti. Xlater finse di
ignorare il dettaglio.

"Non ti preoccupare, Xlater" gli sussurrò dolcemente Patrizia in un orecchio
"per me sei sempre il più bravo..."

"Grazie Pa'. Ma non mi stare così vicino, piccola. Lo sai che ho
l'influenza..."

"Io sono immune ai virus, Xlateruccio..."

"Che rabbia! Vorrei che si fosse trattato di un quadro... almeno avrei
potuto bruciarlo... ma un racconto, come si fa?"

"Mmmm... però tutto sommato... Xlater, ricordi 'La Doccia'?"

"E me lo chiedi? Quello sì che fu un caso in cui valse la pena dedicare un
racconto ad una persona... mi ricordo ancora come mi rispose Raffy.
'Accidenti... non so da dove cominciare... è un racconto bellissimo...
eccitante da morire...' Quelle sono soddisfazioni, altro che..."

"Però anche 'La Doccia', in un certo senso, l'hai distrutto..."

Xlater si girò a guardare gli occhi luccicanti e sorridenti di Patrizia. Gli
arcani meccanismi del suo cervello cominciarono a mettersi in moto...

"Dimmi Patrizia... Quando parlavi di personaggi collaudati... intendevi dire
che nel racconto, a posto di Alisha, tu..."

"Me la caverei alla grande... e sinceramente sarei in grado di offrire uno
spettacolo di un altro livello... altro che '...i ricordi di Alisha si fanno
confusi'... avresti pagine e pagine di descrizioni di scene erotiche da
urlo... e non saresti costretto ad allungare il brodo con tutte quelle
stupidaggini... le piramidi, figurati!"

Xlater e Patrizia si guardarono negli occhi a lungo. Seri. Pensierosi. Poi
scoppiarono a ridere contemporaneamente. Xlater sporse il braccio oltre il
corpo di Patrizia fino ad afferrare il mouse. Avvio - Programmi - Microsoft
Word. Nuovo Documento. Continuando a sghignazzare appoggiò le sue mani
lunghe ed affusolate sulla tastiera. Poi cominciò a battere. "Cairo 2". A
capo. "(starring Patrizia!)". Poi ci pensò un attimo. Tornò alla prima riga
e corresse.

"Cairo 2 - La Vendetta"

____________

Cairo 2 - La Vendetta
(starring Patrizia!)

Quei maledetti la stavano facendo impazzire.

Era ormai da un'eternità che i due gemelli la stavano massaggiando su tutto
il corpo con le mani unte di olio aromatico, e il livello di eccitazione di
Patrizia, stesa a pancia sotto sul tavolo di marmo, aveva superato il
livello di soglia. Ancora non riusciva a capire quei due che intenzioni
avevano.

Lei aveva mandato tutti i segnali possibili per far loro capire la propria
disponibilità a passare a giochi un po' più seri. Prima aveva allargato
generosamente le cosce per dare maggiore visibilità e migliore accesso alla
sua fighetta bagnata. Poi aveva cominciato ad accompagnare le carezze dei
due con sospiri e gemiti. Aveva cominciato a far ondeggiare su e giù il
bacino. Aveva più volte fissato con intenzione il rigonfio sul davanti dei
costumi dei due ragazzi, per poi guardarli negli occhi leccandosi
suggestivamente il contorno delle labbra. Ma loro... niente. Continuavano a
sorriderle timidamente come ebeti, a scambiarsi frasi incomprensibili in
arabo, e a massaggiarla.

Patrizia decise allora di prendere l'iniziativa. Si sollevò su un gomito e
afferro l'orlo del costume di Khaled, che stava in piedi davanti alla lei a
massaggiarle le spalle e il collo, e lo tirò decisamente verso il basso. Il
ragazzo biascicò in arabo un'espressione stupita, mentre il suo cazzo eretto
si ergeva finalmente libero.

Quasi temendo che scappasse, Patrizia afferrò con la sinistra, forse con un
filino di forza in più del necessario, le palle del ragazzo. La destra, con
stretta altrettanto salda, prese a scivolare sull'asta, su e giù. Khaled
aveva gli occhi di fuori dalla sorpresa, ma era facile intuire dal suo
sorriso beato che era una sorpresa tutt'altro che sgradita.

Senza mollare la presa Patrizia si mise in ginocchio sul tavolo. Poi chinò
di nuovo il busto in avanti avvicinando la bocca al cazzo del ragazzo. Gli
sorrise complice e sussurrò: "Do you mind?". Senza attendere lo scontato
assenso del giovane, tirò fuori la lingua e cominciò a dare lunghe tenere
lappate al suo arnese.

In quella posizione, Patrizia aveva la schiena inarcata ed il culetto
all'infuori. Un invito esplicito per Selim che, in piedi dietro di lei, le
divaricò le natiche con le mani e si chinò a strofinare la fighetta esposta
e bagnata con la sua lingua lunghissima. Patrizia accolse l'omaggio con un
mugolio di assenso sul cazzo del gemello che era passato a scoparle la
bocca, accompagnando con colpi del bacino l'agile movimento di va e vieni
della testa di Patrizia.

Patrizia sentì crescere velocemente il piacere dentro di lei. Staccò un
attimo la bocca dalla cappella di Khaled per incitare Selim. "Dai...
mettimelo dentro!" Selim non conosceva una parola d'italiano ma non ebbe
problemi ad intuire il senso del discorso. Si liberò velocemente del
costume, si inginocchiò sul tavolo, e immediatamente Patrizia avvertì la
punta del suo pene premere decisa alle porte della sua vagina.

Con un paio di colpi Selim era entrato completamente nella fica della
ragazza. Allora afferrò Patrizia saldamente per i fianchi e cominciò a
pompare selvaggiamente. La cadenza feroce dei suoi affondi inevitabilmente
si propagò all'altro capo del corpo di Patrizia convertendo ad un ritmo
frenetico ed convulso il pompino che lei fino a quel momento aveva gestito
in maniera più lenta e voluttuosa, con tanto di delicati ricami di lingua
all'interno della bocca sul cazzo di Khaled.

Ora Patrizia aveva completamente perso il controllo, sballottata avanti e
indietro dai colpi di reni sincroni dei due egiziani. Ma questo senso di
completo abbandono la stava facendo impazzire di libidine, insieme alla
sensazione dei cazzi gemelli che la possedevano contemporaneamente da una
parte e dall'altra. Sentì il piacere crescere in lei fino a raggiungere il
punto di non ritorno. Provò d'istinto a segnalare l'imminenza dell'orgasmo,
ma riuscì solo ad emettere un mugolio, non troppo diverso da quelli che
avevano accompagnato l'amplesso sin dall'inizio. E allora venne, quasi in
silenzio, sfogando il suo piacere nel tremito che la scosse in tutto il
corpo, mentre i due, ignari, troppo vicini anche loro al culmine del
godimento, continuavano a pistonarla in bocca e nella figa, senza perdere un
solo colpo.

Quando Khaled venne con un rantolo, e le riempì la bocca del frutto del
proprio piacere, Patrizia era ancora persa nei fumi dell'orgasmo, tanto che
non fu in grado di inghiottire. Si limitò ad appoggiare una guancia sul
freddo marmo e a godersi le ultime bordate da dietro di Selim. Teneva gli
occhi chiusi e dalla sua bella bocca semiaperta colava lentamente un rivolo
di sperma misto a saliva, che andava formando un ampia chiazza sul telo di
lino. Selim la scopò con trasporto per un altro paio di minuti, prendendosi
tutto il piacere possibile da quella tenera fighetta disponibile, ma poi
anche lui dovette arrendersi all'orgasmo.

Patrizia era ancora stordita dal piacere quando i due la fecero alzare con
gentilezza e le porsero una camicia da notte trasparente bianca, così corta
da arrivare appena a coprirle il pube. Non capiva esattamente a cosa
servisse, ma la indossò comunque, né ebbe scrupolo ad utilizzare un lembo di
quel delicato virginale indumento per tamponare i succhi che le
fuoriuscivano dalla vagina.

Così vestita, con la scorta dei suoi amanti, percorse le intricate sale di
quell'immenso palazzo, davanti agli sguardi esterrefatti della servitù. La
sua nudità, pressoché totale, e ancora di più la macchia bagnata che lei
stessa aveva provocato sull'unico indumento che indossava, testimoniavano
esplicitamente tanto quello che era appena successo, quanto quello che stava
per succedere. Ma Patrizia non se ne sentì imbarazzata e il suo incedere,
con i due giovani principi al suo fianco, aveva una regalità che la stessa
Cleopatra le avrebbe invidiato.

Appena giunti nella camera, i due gemelli si distesero uno di fianco
all'altro sul morbido lettone. Patrizia si dispose con un ginocchio tra le
gambe di Khaled e uno tra quelle di Selim. Subito cominciò a sollazzarli
alternativamente con la bocca e con la lingua per riportare la loro virilità
al massimo dello splendore.

Non le ci volle molto. Ma Patrizia si stava appassionando al gioco e non si
fermò. Era troppo divertente sentire l'immancabile gemito di rimpianto che
ognuno dei due emetteva, ogni volta che la sua bocca lo abbandonava per il
fratello, e il sospiro di sollievo ogni volta che tornava. Era troppo
divertente lanciare occhiate allusive ed invitanti all'uno, mentre
percorreva con la lingua l'asta dell'altro. Privilegiare ingiustamente ora
l'uno ora l'altro provocando invidie, gelosie, sommesse proteste.

Quando le sembrò che il gioco fosse impossibile da prolungare ancora,
Patrizia, sorridendo maliziosa a Selim, montò sopra a Khaled e si impalò
lentamente sulla sua erezione. Lo cavalcò per qualche minuto, molto
dolcemente, per evitare di portarlo all'orgasmo, sempre provocando Selim con
sguardi di fuoco. Poi, continuando a danzare voluttuosamente con il bacino,
fece cenno a Selim di alzarsi in piedi a fianco a lei, e gli offrì la bocca.
Richiamò a se tutta la saliva disponibile per bagnare abbondantemente quel
pene e lo lasciò durissimo e scintillante di bava. Allora si chinò in avanti
su Khaled, che ne approfittò per leccarle e mordicchiarle i capezzoli.
Avvicinò la mano destra al proprio viso e si introdusse il medio nella bocca
fino a bagnarlo tutto. Poi portò il braccio dietro la schiena e introdusse
quel dito umido delicatamente nel forellino anale, continuando nel frattempo
ad agitare morbidamente il bacino sul cazzo di Khaled.

Selim capì subito il significato di quelle manovre, e il suo cazzo vibrò
d'eccitazione. Patrizia intanto aveva aggiunto un altro dito. Ora, con
l'espressione intenta e gli occhi semichiusi, respirando a bocca aperta,
stava manovrando indice e medio nel suo buco, che progressivamente cedeva e
si ammorbidiva. Khaled, sotto di lei, continuava a fotterla con gusto
aggiungendo i suoi movimenti sussultori alla ritmica danza del ventre di
Patrizia. Presto il suo buchino fu pronto. Ritirò le proprie dita e guardò
invitante Selim che nel frattempo aveva provveduto a mantenere il proprio
pene bagnato ed eretto con la propria mano e la propria saliva.

Patrizia bloccò l'ondeggiare del proprio bacino e porto le sue mani ad
allargare le natiche. Anche Khaled, sotto di lei, si bloccò, e aggiunse le
proprie mani a quelle di Patrizia. Quattro mani ora tenevano aperto il culo
di Patrizia, mentre Selim in ginocchio dietro di lei appoggiava
delicatamente la sua cappella all'orifizio anale esposto e offerto della
ragazza.

Spinse. Patrizia trattenne il fiato. Spinse ancora ed entrò. Patrizia si
morse un labbro trattenendo un gemito. Sentiva dolore, ma sapeva che presto
sarebbe passato. Selim spinse ancora e Patrizia si concentrò sulla
sensazione interna di quel cazzo che le invadeva le viscere. Per darsi
coraggio emise, forzatamente, un "Oooh" di piacere. Selim ne fu rassicurato
e spinse ancora, fino a penetrare tutto dentro, fino alla radice. Patrizia
ripetè il suo "Oooh", ma stavolta con più partecipazione.

Lentamente, impercettibilmente, i tre cominciarono a muoversi. Con quei due
cazzi che la possedevano in contemporanea, Patrizia si sentiva... si
sentiva... come diavolo si sentiva?

* * * * *

Xlater staccò per un attimo lo sguardo dallo schermo del portatile con cui
stava scrivendo. I suoi occhi vagarono per la sala del caffè del Cairo dove
si trovava, senza soffermarsi su niente in particolare. La sua mente era a
caccia della parola giusta. "Si sentiva... si sentiva...."

Fu in quel momento che la notò. In piedi a un metro dal suo tavolinetto. Una
bella ragazza, molto giovane, dai lineamenti esotici tanto da farla sembrare
una ragazza del luogo... ma non completamente. La pelle aveva un bel colore
bronzeo. Indossava un vestitino bianco sopra al ginocchio. Lo stava
guardando con un'espressione imbronciata.

Xlater tentò un insperata via di fuga. "Ehm... ci conosciamo?"

"Se non mi conosci tu... posso sedermi?"

"Prego!" Xlater richiuse frettolosamente il portatile, non prima di aver
velocemente salvato le ultime modifiche con un rapido ALT-F-S di pollice
indice e anulare della mano sinistra.

Passarono alcuni lunghi secondi di imbarazzo, con Xlater che evitava lo
sguardo cupo e accusatorio della ragazza. Poi Xlater parlò.

"Ascoltami, Alisha. Non è colpa mia. Non ci posso fare niente... Non sei
piaciuta..."

"Non è vero che non sono piaciuta! Il racconto ha avuto bellissimi
commenti..."

"Non sei piaciuta... come dire... alla committente..."

"Vuoi dire all'altra Alisha, l'Alisha "reale"? Proprio non la capisco,
quella... cosa ho che non va? Forse non sono abbastanza carina?"

"Non è quello il problema..."

"E ora? Che ne sarà di me? Lo so che stai riscrivendo il racconto con
Patrizia al mio posto... E io? Sono destinata a sparire? A restare in una
specie di limbo?"

Alisha era sull'orlo del pianto. Xlater la guardò: era veramente dolcissima.
Sentì un impeto di commozione. Xlater si affezionava sempre ai suoi
personaggi, ma per quella tenera ragazzina, scartata con tanto disprezzo
come una specie di brutto anatroccolo, aveva un debole particolare. Cercò a
fatica di restare impassibile.

Una lacrimona sgorgò dall'occhio di Alisha. "Ti prego Xlater, dimmi cosa
devo fare... è tutto il giorno che faccio su e giù per la casbah... nessuno
che mi rivolge la parola... sono sola come un cane..."

"Suvvia Alisha... non fare cosi'..."

"Almeno per questa sera, Xlater, fammi tu un po' di compagnia... portami con
te..."

Xlater s'impose di essere algido. Ma davanti a quei lacrimoni, a quelle
labbra che tremavano, le sue ferme intenzioni si sciolsero come neve al
sole...

* * * * *

La luna piena illuminava il deserto disegnando un'atmosfera ultraterrena.
Solo i fari della Rover, che avanzava ballonzolando sul suolo irregolare,
strappavano, come spade, squarci di giallastra realtà da quel muto scenario
da sogno.

Alisha a bordo stava ridendo a crepapelle, mentre Xlater non sembrava
condivedere per niente quell'euforia.

"C'era bisogno di bere tutto quel vino, a cena? Non fa mica bene alla tua
età, lo sai?"

Alisha non rispose. Continuava a ridere. Xlater continuò.

"Mi spieghi dove stiamo andando? Non sono per niente sicuro di ritrovare la
via del ritorno..." Xlater aveva un tono lamentoso e pedante. Alisha era
divertita dal disagio dello scrittore.

"Non sono strade per una macchina come questa, Alisha. Non è una mica una
jeep!" Come a confermare le sue parole, improvvisamente la Rover centrò una
buca con un tonfo sordo. "Qui mi sono giocato il semiasse... cazzo!" Alisha
non sembrò turbata dalla circostanza. "Dai Xlater! Sempre così serio...
lasciati un po' andare... e poi siamo quasi arrivati... non manca molto..."

Xlater continuò a imprecare sottovoce, troppo concentrato ad evitare le
asperità del terreno per notare le manovre della ragazza. All'imporovviso
una morbida nuvola bianca invase la parte destra del suo campo visivo,
accompagnata dalla risata argentina di Alisha.

"Cosa? Ma... Sei pazza? Perché ti sei tolta le mutandine?"

"Sto meglio cosi'... ti scoccia?" rispose sussurrando Alisha, continuando a
sventolare il suo indumento intimo davanti al viso di lui.

Xlater non riuscì a fermare il suo sguardo prima che scendesse ad
accarezzare le cosce della ragazza, soffermandosi appena un attimo di troppo
sul tenero fiorellino che faceva capolino tra i peli scuri, al di sotto
dell'orlo del vestito. Xlater tornò a guardare Alisha negli occhi e la
ragazza lo ricambiò con uno sguardo provocante e orgoglioso. "Ci mancava
anche questa" borbottò tra sè scuotendo la testa, tornando a concentrarsi
sulla guida.

"Ora gira a destra, Xlater... su per la collinetta..."

Xlater segui' le indicazioni. Quando arrivò in cima spense il motore e i
fari.

Davanti a loro le tre piramidi di Giza si ergevano imponenti. Nella penombra
lunare non erano visibili i segni dell'erosione del tempo sulle superfici
dei monumenti. Risaltava invece la squisita perfezione geometrica di quelle
tre costruzioni, come fossero diamanti interrati per metà nella superficie
sabbiosa del deserto.

"Non e' bellissimo? Non valeva la pena di arrivare fin qui?"

"E' vero." Ammise Xlater.

Rimasero qualche minuto a farsi rapire dalla magia di quello scenario senza
tempo. Poi Alisha sussurro'. "Xlater... voglio fare l'amore con te..."

"Stai scherzando, spero!" Ribattè incredulo Xlater.

"Ti sembro una che scherza?" Mormorò soave Alisha facendo scorrere l'orlo
del vestito fino a rivelare il tesoro che vi si nascondeva sotto. Xlater non
riusciva ad evitare di posare lo sguardo su quel prezioso gioiellino. Cercò,
con poca fortuna, di dare un tono risoluto alla sua voce.

"Non se ne parla nemmeno!" E si voltò in avanti.

"Cosa c'è? Non ti piaccio forse?"

Xlater tornò a guardarla. Quanto era bella! Gli era venuta fuori proprio
bene! Sotto i raggi lunari la sua carnagione e i suoi lineamenti assumevano
quasi un alone di magico. Era una specie di giovane divinità dell'Olimpo
Egizio. Troppo bella, dannazione!

"Sei molto carina, Alisha. Ma è proprio per questo... Che ci trovi di
speciale in me? se avessi qualche anno e qualche chilo di meno... magari
qualche capello in più...capirei, ma..."

"Non mi interessa. Per me hai un fascino incredibile, Xlater. E questo è
quello che conta. Voglio fare l'amore con te... subito!"

Xlater non provò nemmeno ad insistere con quell'argomento. Era troppo
vanitoso per risultare credibile. Avrebbe dovuto violentarsi per contraddire
Alisha su quel punto. La mise sul ragionevole.

"Alisha... ma non capisci che non si può? Sei un mio personaggio... sarebbe
una specie di... di incesto!"

"E allora? ...il ng è pieno di racconti di incesto..."

"E' molto peggio dell'incesto! Ti rendi conto di quanto sarebbe grave? Pensa
se tutti cominciassero a scopare con i propri personaggi! Ci sono già brutti
presagi... scrittrici al di sopra di ogni sospetto che immaginano angeli nel
proprio letto... e se li fanno! Sai... a un padre una figlia può pure venir
fuori brutta, ma uno scrittore un personaggio se lo fa come gli pare...
Sarebbe la fine! Nessuno lavorerebbe più, nessuno scoperebbe più con la
propria consorte! Non si farebbero più figli! Tutti, uomini e donne,
passerebbero la vita a fottere come matti nei propri racconti con personaggi
da sogno! Sarebbe l'estinzione dell'umanità!!!!"

"Dio, quanto sei tragico, Xlater! Ora si estingue l'umanità se per una sera
fai un po' di coccole ad una ragazza sola e triste... Facciamo così...
immagina che io sia la vera Alisha... e non più un tuo personaggio..."

"Che c'entra la vera Alisha? Lei nemmeno si riconosce in te..."

"Invece sono sicura che in questo momento particolare si riconosce
moltissimo in me..." sussurrò queste parole in modo molto provocante.

Xlater fece tanto d'occhi. "Vorresti dire che anche lei vorrebbe... ma
dai... non farmi ridere!!"

"So quello che dico..." Alisha sembrava sicura.

"Ma se nemmeno mi conosce!!"

Alisha lo guardò, quasi con compassione. "Xlater, tu scrivi... scrivi..."
sussurrò dolcemente "ma delle donne ancora non hai capito un tubo!" Xlater
non trovò nulla da ribattere. Alisha nel frattempo gli si era fatta vicina,
con la sua bocca a un centimetro da quella di lui. La ragazza disse piano,
in tono impercettibilmente ironico "E se ti do un bacio... solo un bacio...
credi che l'umanità riuscirà a cavarsela?"

Xlater sentiva il profumo fruttato della sua bocca e ne osservava deliziato
la linea piena e il colore rosato. Gli occhi di Alisha... vicinissimi ai
suoi... lo ipnotizzavano con quel taglio esotico. Percepiva distintamente il
calore e la freschezza di quel giovane corpo che lo sfiorava. Il cuore gli
pompava a mille. Provò per tre volte a prendere fiato per parlare e per tre
volte si interruppe. Riusci' appena ad emettere un pietoso "Aaahh", ma
Alisha incollò subito le sue labbra alle sue, mentre la lingua della
ragazza, agile e saettante, andò a caccia di quella di Xlater per invitarla
a ballare.

Xlater si abbandonò. Ma sì! Che mi frega? Che diavolo vogliono da me? Devo
sempre andare in bianco, forse? Già troppe me ne sono fatte scappare...
Anzi, se faccio due conti sono arcisicuro che ho avuto meno fica di quanta
me ne sarebbe spettata... E' un mio personaggio? E allora? Ragazzi... la
carne è debole... e il pesce qui si irrobustisce sempre di più...

Alisha aveva cominciato a slacciare i bottoni della camicia di Xlater e a
far volare le sue dita sul collo, sulle spalle e sul petto dell'uomo, che
dal canto suo cercava goffamente di contraccambiare, prima cercando senza
successo di slacciarle il reggiseno (maledetti ganci!) poi infilando un po'
a casaccio le sue mani, sempre lunghe e affusolate, ma nell'occasione un po'
imbranate, nella ampia scollatura del vestito.

Alisha si tirò su in ginocchio sul sedile e si liberò del reggipetto di
pizzo bianco... ora i suoi seni erano esposti e accessibili sotto il
vestito. Poi terminò di slacciare i bottoni della camicia di Xlater e mentre
lui si liberava dell'indumento, restando a torso nudo, Alisha si stese di
fianco verso di lui e cominciò a ricoprire il suo torace di piccoli baci e
slinguatine.

Xlater si lasciò deliziare da quel trattamento. Nel frattempo aveva
allungato il braccio destro verso le gambe di Alisha. L'orlo del suo vestito
ormai era completamente risalito. Alisha aveva il sederino completamente
scoperto e Xlater con la mano ne saggiava la soda rotondità. Poi,
continuando a godersi i ricami delle labbra di Alisha portò la propria mano
a giocare delicatamente con i riccioli del pube della ragazza, sfiorando
maliziosamente, di tanto in tanto, i petali della fighetta.

Alisha intanto era scesa con la testa sempre più in basso. Ora stava dando
piccoli morsi alla pelle di Xlater appena sopra l'orlo dei pantaloni. Xlater
respirava forte e il gonfiore della patta testimoniava il suo stato di
eccitazione. Alisha, lentamente, avvicinò una mano. Afferrò il gancio della
zip e la fece scorrere completamente verso il basso. Con la stessa lentezza
cominciò ad introdurre la sua manina nei pantaloni. Quando...

"Oooooh..... Siiiii..... Siiiiii... Vengoooo.... Vengoooooooooo"

A non più di venti metri da loro, su una jeep, Patrizia aveva appena
raggiunto l'orgasmo sotto i colpi della lingua di Khaled accovacciato ai
suoi piedi, mentre lei masturbava languidamente Selim.

Nella Rover entrambi gli occupanti si scossero. "E' Patrizia..." mormorò
Xlater. "Quella puttana!" Esclamò Alisha. Subito cercò di riportare la mano
verso la zip di Xlater, ma l'atmosfera ormai era spezzata. Xlater le bloccò
il polso e, con una voce piena di dolcezza, di fermezza, ma anche di triste
rammarico, le disse "Non si può, Alisha. Te l'ho spiegato. Dispiace anche a
me, credimi..."

Alisha sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Ma fu pure invasa da una rabbia
incontrollabile. "Per colpa di quella troia guastafeste..." sibilò, mentre
apriva lo sportello e scendeva, dirigendosi a passo di carica verso la Jeep.

"Alisha, che fai? Fermati!" le urlò dietro inutilmente Xlater, prima di
decidere anche lui di scendere dall'auto.

Patrizia sentì all'improvviso una voce apostrofarla secca e infuriata.
"Maledetta puttana! Si può sapere che vuoi da me? Si può sapere che ti ho
fatto? Perché devi sempre rovinarmi tutto?"

Si girò e si alzò in piedi, dentro la jeep, divincolandosi dagli abbracci
dei due gemelli. Il suo vestitino nero era piuttosto sgualcito, ma
continuava a fasciare le sue curve come un guanto. "Toh" rispose perfida
"abbiamo il personaggio scartato... come va, cara la mia comparsa..."

"Patrizia, ti prego" intervenne Xlater. "Non esasperare gli animi..."

Patrizia si girò verso lo scrittore e spalancò gli occhi. "Guarda, guarda...
Guarda, guarda...". Solo allora Xlater si rese conto di essere ancora a
torso nudo, e con la chiusura lampo dei calzoni slacciata.

Con un'indifferenza ed una faccia tosta da Prima Repubblica, Xlater tirò su
la zip e, quasi parlando tra se, osservò "Certo che fa un caldo, da 'ste
parti..."

Patrizia continuò tagliente. "Ecco chi era che stava scopando nella Rover...
mi era sembrato di riconoscerla quella macchina..."

"Scopando? Patrizia, guarda che..."

"Sei un maiale depravato! Te la fai con i tuoi personaggi adesso? Xlater,
sei un pervertito schifoso!"

"Fammi spiegare, Patrizia..."

"Lo sai che non si può! E poi..." Patrizia era veramente inviperita "...se
pure fosse, mi sembra che ci fossero delle gerarchie e delle anzianità da
rispettare, non ti pare? Non credi che toccasse prima a me?"

Xlater stava cercando di blaterare qualcosa a sua discolpa. Ma a sorpresa,
intervenne Alisha.

"Io non sono un personaggio!" Tutti tacquero. "Io... Io sono la vera
Alisha!"

Per lunghi secondi la sua affermazione galleggiò indisturbata nel silenzio.
I due gemelli si guardavano stupiti, non avevano la minima idea di quello
che stava succedendo. Xlater si era messo le mani nei (pochi) capelli.

Poi Patrizia scoppiò a ridere. Una risata incontrollabile che durò a lungo,
mentre Alisha la guardava allibita. "Oh, tesoro!" le disse Patrizia
asciugandosi le lacrime. "Sei troppo dolce... 'La vera
Alisha'...ahahahahahah!"

Patrizia recuperò la borsetta nella jeep, e ne trasse qualcosa. Poi saltò
agilmente fuori dalla jeep e porse l'oggetto, sorridendo, ad Alisha. "La
vera Alisha? Guarda un attimo qui!" Era un piccolo specchio.

Alisha si guardò allo specchio, con uno sguardo interrogativo. "Non
capisco... Cosa ho che non va?"

"Nulla!" esclamò Patrizia. "Assolutamente nulla! Tesoro, sei perfetta!
TROPPO perfetta!"

Alisha non capiva. "Che vuoi dire?"

"La vera Alisha sarà anche molto carina. Non lo metto in dubbio. Ma non
potrebbe mai essere perfetta come te. Altrimenti non farebbe il terzo anno
delle superiori! Sarebbe una modella da cinquanta milioni a scatto... a
quest'ora starebbe a presentare Sanremo a posto della Casta..."

Patrizia insistette "E non solo... Guardati bene... e poi guardami. Non noti
niente? Possibile?"

Alisha fece una smorfia disgustata. "Beh... vagamente... un po' ti
somiglio..."

"Solo un po'? Guarda bene!"

Alisha scattò rabbiosa "D'accordo. Ti assomiglio. E allora?"

"Credi che sia un caso? O non ti sembra piuttosto che il nostro Grande
Scrittore abbia una fantasia piuttosto limitata? Guardati! Sei un paio
d'anni più giovane... qualche centimetro più alta... un po' meno formosa...
hai la pelle di un tono più scura e un tocco di esotico nei lineamenti... ma
per il resto siamo due gocce d'acqua! Tesoro, con ogni probabilità assomigli
molto più a me che alla vera Alisha!"

Alisha si voltò accusatoria verso lo scrittore. "E' vero questo, Xlater?"

Xlater allargò le braccia "Che ne so? Chi l'ha mai vista la vera Alisha?"

Alisha era interdetta. Patrizia riprese la parola. "Ora se per cortesia vuoi
sloggiare... ci sono i miei amanti che mi aspettano... non vorrai rovinare
il MIO racconto..."

Queste parole ebbero il potere di esasperare Alisha. "Il TUO racconto? Il
TUO racconto?? Sei una puttana invadente! Questo racconto è stato scritto
per ME! Questi sono i MIEI amanti! E' la MIA storia! Tu vai a farti scopare
nelle tue Vacanze!"

Patrizia rispose per le rime. "Cosa cazzo vuoi!? Sei un'incapace! Con te
protagonista il racconto è una noia mortale! Lascia lavorare chi è più brava
e togliti dalle palle!"

Le due continuarono ad urlare l'una contro l'altra sempre più rumorosamente.
Xlater tornò verso la Rover deciso a riprendere in mano la situazione.
Queste due isteriche mi hanno stufato, pensava. Ora le faccio fuori a tutte
e due. Fantasia limitata? Come si permettono? Sono in grado di creare tutti
i personaggi femminili che voglio. Per non parlare di quelli che ho già...
Credono di essere indispensabili per me? Sciocchine!

Pensa a Adriana, la calabrese di Ancona, della settima puntata delle
Vacanze... sempre una gran bella gnocca, e si scatena come poche! Pensa alla
LEI di "Alla faccia di Rossella"... un altro personaggio tutto da
sviluppare... ora si è trovato il ragazzo e scopano come ricci, ma una
lesbicata se la farebbe ancora volentieri... Facile che quei due un giorno
prendono Rossella e se la ammucchiano... le piaccia o non le piaccia...

Barbara della "Cerimonia" allora? Grande! Basta con queste pischelle esili
di primo pelo... una bella ultratrentenne con curve da infarto, quinta di
reggipetto su un metro e settanta di femminilità e sensualità esplosiva. Su
di lei potrei scrivere dei racconti al calor bianco. Wow! Le urla di
libidine dei lettori di ISR si sentirebbero fino... fino a
alt.anarchy.moderated...

E se quinta di reggipetto deve essere... ci sarebbe pure quell'infermiera
veneziana, di quel racconto che ho iniziato e mai proseguito... Morbida e
sensuale... dolce e birichina... con una voglia di divertirsi a letto che
metà basta... mmmmmh! Anche lei sarebbe in grado di trasformare il newsgroup
in una tana di licantropi durante il plenilunio...

E poi c'è sempre Raffy... La mia Raffy... Solo che ogni tanto scompare
misteriosamente e non si sa che fine abbia fatto... Saranno mesi che non si
fa viva... Ma prima o poi...

Mentre pensava queste cose, Xlater, nella sua macchina, aveva recuperato il
suo strumento di dominio, il PC portatile. Un paio di colpi sulla tastiera,
due frasi azzeccate nel racconto, e avrebbe subito rimesso le cose a posto.
Alisha e Patrizia intanto continuavano senza ritegno ad urlare come due
pescivendole al mercato, con gran spreco di decibel.

A poche centinaia di metri la Sfinge... cominciò ad infastidirsi!!! Dopo
essere rimasta muta per millenni e millenni, parlò nell'antico linguaggio
dei Faraoni. "A regazzi'! Ma nun v'azzittate? Avete rotto li cojoni!". Come
in risposta ad un segnale, dall'interno delle tre piramidi cominciarono ad
echeggiare voci arcane. "E c'ha raggione!" "Ma che è 'sto casino!" "Un po'
de rispetto pe' li morti, che cazzo!"

Xlater, dentro la macchina, scosse la testa. Il racconto stava decisamente
degenerando. Doveva assolutamente mettervi mano altrimenti... Ma perché 'sto
maledetto portatile non partiva... Una scritta lampeggiante gettò Xlater nel
panico.

"Battery charge low"

Xlater imprecò, continuando imperterrito ad armeggiare. Proprio in quel
momento, dalle tre piramidi, uscì una schiera di mummie barcollanti che si
diresse minacciosamente verso la Rover. Con voci da oltretomba sussurravano
pesanti minacce nei confronti dello scrittore. Una di loro, più allegra,
canticchiava "it's just a thriller.... thriller night..."

Xlater, spaventatissimo, cercava disperatamente di far avere una scintilla
di vita a quell'inutile computer. Si maledisse. Il kit per il collegamento
del portatile all'accendisigari della macchina costava poche lire in più. In
vita sua aveva buttato soldi per le cose più futili... Nel frattempo le
mummie avevano circondato la macchina dell'atterrito Xlater. La più grossa,
brutta e minacciosa si chinò verso il finestrino e nel misterioso idioma di
Tutankamen lo apostrofò trucemente.

"A Xla'... scherza, scherza... mò so' cazzi tua!!"

Xlater urlò disperatamente. "Aiuuuutoooo! Noooooo! Nooooooooooooooooo!"

* * * * *

"Allora, dottore?"

Alessandra, la signora Xlater, scrutò il volto del medico cercando di
interpretarne lo sguardo accigliato. Nella stanza aleggiava l'odore
dell'aceto (rigorosamente Balsamico di Modena) con cui erano state imbevute
le pezze destinate ad alleviare il calore della fronte di Xlater. Tremante e
febbricitante, il Nostro si agitava convulso nel letto, emettendo di tanto
in tanto incomprensibili lamenti.

"Cosa posso dirle, signora? Suo marito ha una forma molto strana di
influenza. Niente a che vedere con la 'cinese' o l' 'australiana'. Questa in
particolare si chiama, in ambito medico, 'egiziana'..."

"E' grave?"

"No... non molto. Si manifesta con febbri molto alte... deliri...
allucinazioni..."

Proprio in quel momento Xlater emise un vagito. "Le mummie no... Le mummie
no...".

Alessandra gli si avvicinò premurosa. "Tranquillo, tesoro.... non ci sono
mummie qui..."

Xlater biascico'. "Patrizia... Alisha... siate buone... non bisticciate..."
Alessandra lo guardò interrogativa. Intervenne il medico. "Non si preoccupi
signora... non dia retta a quello che dice... sta vaneggiando... sono frasi
senza senso..."

Xlater continuò. "Amérique... au occident... c'est toujours... par
accident..."

"Parla francese!! Ma se non l'ha mai saputo!!"

"Gliel'ho detto, signora... non ci faccia caso. Sono sintomi strani..."

"Come lo curiamo?"

Il medico sospirò. "Non c'è una cura specifica... deve stare al caldo...
bere molta acqua... e, soprattutto, per almeno un paio di settimane niente
PC e niente internet!"

Gli occhi di Alessandra si accesero e un sorriso soddisfatto le illuminò il
volto. "Bene! Dottore, le sue prescrizioni verranno seguite alla lettera. Me
ne occuperò personalmente." C'era un vago tono trionfante nella sua voce.
Xlater, dal letto, emise un lungo gemito di dolore e sofferenza...

* * * * *
EPILOGO

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From: "Alisha"
To: "XX Xlater" <xla...@hotmail.com>
Subject: R: Chi non muore si rivede...


Xlater Ferma Tutto !!!

Non ho detto che non mi è piaciuto !!!!

Semplicemente mi sono ritrovata calata in situazioni che non avevo mai
immaginato...
A parte gli scherzi, se Alisha non fossi io il racconto sarebbe
indubbiamente un capolavoro, ma quando leggo "Alisha" non posso fare a meno
di pensare che magari io ci avrei messo un qualcosina di diverso...

Logico che mi trovi impaurita e intimidita! Quello che dice, fa e pensa
Alisha
dovrei dirlo farlo e pensarlo anche io. Concedimi almeno il tempo di
ambientarmi... poi ti riempirò di lodi e complimenti per questo tuo
capolavoro ^_^

Vogliamo parlare del resto? Davvero un genio come te lascerebbe che un suo
personaggio (leggasi Patrizia) influisca su questo suo splendido scritto???

Tra le altre cose secondo me sta invecchiando :PPPP

Ti ripeto, sono stata veramente felice del racconto, soprattutto perchè ogni
volta che lo rileggo penso che l'hai scritto per me, solo per me, "con tutto
il cuore" come dici tu... io lo spero :)

Rimani sempre il migliore per me.
Scusami se ti ho fatto intendere il contrario :)

Un Bacione e a Presto

*Alisha*
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Xlater

P.S. - Grazie per essere arrivati fin qui. Questo racconto è il frutto di
una settimana passata a casa con l'influenza. E si vede!

Disseminati per il racconto ci sono, più o meno espliciti, più o meno
nascosti, riferimenti ad alcune persone del ng a me molto care. E' un modo
particolare per mandare loro un mio affettuoso saluto. Le altre persone a me
care che non vi si ritrovassero non si sentano trascurate. Siete comunque
nel mio cuore... semplicemente non c'e' stata l'opportunità di inserirvi! Ci
saranno altre occasioni!

Un saluto a tutti!

xlater



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