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un suono armonio tematico

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Patrizio Marozzi

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May 29, 2021, 3:33:00 AM5/29/21
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Questo è in tema
Questo è un forum pazzesco, diciamolo subito che non si sa ora che fa e quando spara annunci. Comunque, è diverso da discussioni sessualità, perche il tema sia il sesso. Ma l’aplomb tematico porta a svariare il tema sul significato e sul tempo, così qui questa mia narrazione parte dalla musica, dal titolo stesso fattosi luogo: Il Flauto Magico, opera di Mozart che narra di una favola in una storia d’amore. Il luogo di cui vi parlo è un locale che frequentai molto tempo fa e che non so se ancora esiste anche se lo spererei. Una sala da tè, dove andare anche dopo il teatro e topo il cinema, dove nella conformazione che ricordo non era difficile trovare il modo per socializzare o comunicare. Fu in quella sala dove vidi il primo videotel della sip, che mi sembrò inutile, o dove raccolsi le firme per fermare la pena di morte di Josef Odell – mi scuso ma non ricordo se il nome è scritto esattamente. Comunque, questa persona che volle essere sepolto in Italia. Petizione da spedire all’ambasciatore amaricano ed un programma televisivo. Il locale ricordo ch’era frequentato da molte donne, ma non ò mai fatto sesso con nessuna di loro, si parlava molto e, qualche volta si poté leggere qualcosa, era anche un modo per capire, dove fosse l’io, il tempo dell’informazione e, dove leggermente inserire il contenuto. Insomma, un modo di tanti io, seduti, che ora non riuscirei forse più per miei motivi tanto tempo seduto. Quindi questa piccola riflessione per dire che poteva anche essere un posto dove inserendo un contenuto, originale, ciò sarebbe potuto entrare in un ricordo storico del tipo del post moderno alla Andy Uorlo – così, così anche tutto il resto dell’informazione tra l’io, la scuola e l’identità avrebbero risolto questo tempo. È vero che questi io tra le confidenze personali tra l’essere o posizione, si sedevano un po’ sempre sul tempo illusorio di un’importanza non come possibilità ma come sedimentazione. Ora questo non vuole dire che non vi fosse una grande vivacità, tutt’altro, ma sempre io voio sembrare meio de te, ma non è importante, quindi tra la confidenza e lo sgarbo non ce passa niente, continuiamo a chiacchierare. E allora ci sono state delle belle serate di chiacchiere, non soltanto con queste ragazze, perche ci furono delle personalità che attraversavano il locale. Certo per chi ricorda perche vi era una entrata sul davanti e una sul retro, no naturalmente per ciò, ma perche s’intrattenerono. Ci fu un periodo che un produttore musicale, se non erro si chiama Piangarelli, ma non piangeva mai, spero non lo faccia ora perche non ricordo esattamente il nome, dovrei andare a vedere sul cd. E con lui siamo stati con la tromba di Fresu, cioè era Fresu che portava la tromba, con Enrico Rava, con la Ghiglioni che cantava Tengo, Forse anche con la Satragni se pronuncio bene ed altro molti. Un ricordo ad Alessandro Haber che dopo il suo film al cineforum, dove in sala per protesta bestemmio almeno quattro volte, venne poi a sfogarsi bevendo birra al Flauto Magico, dimostrandosi amichevole e gentile. Lo accompagnai sino all’albergo a cento metri da lì, perche forse poteva perdersi, e nel breve tragitto mi confidò che nel pomeriggio a Roma una giornalista le voleva saltare addosso. Un vero amico, che m’invito ad andare a veder altri suoi spettacoli che avrebbe fatto di lì a poco.
Insomma, al flauto magico poteva accadere tutto, ma sembrava che non si muovesse niente, è la mentalità dell’Io, semplice che si fa complicato? Un bel giorno chiacchierando con le ragazze dissi che vi era un modo di riflessi naturali, dove gli individui naturalmente reagivano senza avere una diretta interpretazione oltre lo sguardo che ne era attratto. In fin dei conti era ciò che faceva meglio socializzare in quel posto e porsi per una conoscenza. Ma secondo me il mondo immagina che ci sia per forza un controllo sul riflesso naturale tanto da generare il pensiero e soprattutto l’obbligatorietà, ciò in una sorta di competizione tra la fica e lo stato e il sentimento dell’uccello. E così mi toccò guardare le gambe delle psicologhe che per motivo di attrazione e di riflesso di sguardo fecero ingelosirono e basta. Così a tal punto in una sera si potrebbe dire di quelle per fare immaginare, venne fuori un tema musicale corroborato dalla dialettica femminile: è rotto e suona. Ora lì per lì non riuscii a comprendere di che strumento musicale si parlasse, pur chiedendo esplicite spiegazioni che mi facessero comprendere e che in definitiva non ebbi. Ora entrando nel tema dopo approfondite indagini potei capire forse, che si alludeva ad uno strumento musicale naturale, fatto sia di espansione che di contrazione, sia e si allude al tempo anale della scorreggia. Tanto famigerata identità che gioco forza sembra reprimere il concetto stesso di pratica, perche tra il suono e la pratica ci può essere una divergenza, perche in analisi non è detto che se si è un tal musicista, ci sia poi un connotato sessuale. Lo strumento si potrebbe benissimo adattarsi senza il bisogno dell’altro sesso uguale. Quindi la paliazzione è generica e lascia liberi nella personalità. Che per ipotesi si può sentire libera anche senza omoformarsi. Ora immaginate che dopo un po’ insieme ad una di queste mie amiche con cui m’intrattenevo in lunghissime chiacchierate in macchina, prima che tornasse nella sua casa. C’erano due tizi che con fare un po’ spiritoso e un po’ ignorante diciamo si vantarono di conoscere la musica. Al ché io dissi, anche se non la conosco in una settimana la so. Al ché la mia amica ribadì l’interrogativo, e si sa che quando è così non sono soltanto le gambe della psicologa che possono interloquire, ma l’impossibile, su cui si può fare ostile la competizione. Per chi lo ricorda cito anche il film francese il petomane, con la bellissima attrice che interpretò anche la visione del sabba del regista Bellocchio. In quel di Marina di Massa, o Massa marittima non ricordo mai, dove mi trovai una volta a mangiare una bella pizza proprio in un locale nella piazza. E ricordo Bellocchio a San Benedetto Alto in una logorrea disamina di Ghezzi superblob, che il riflettere naturale veniva un poco troppo spontaneo. E così un bel giorno questa mia amica durante il suo lavoro venne a trovarmi a casa, e agitata indicandomi un comodino con sopra una luce da notte, mi disse che io la sera prima che eravamo usciti avessi dato più importanza a Cipolla, non ricordo il nome. Dissi che non era vero eravamo vicini seduti sullo stesso tavolo, eravamo insieme, di stare tranquilla. E così non mi resta che pensare al suono autentico che si esprime. E mando un bacio a tutti quelli e quelle che ci sono e che ci stanno in questa narrazione. Ciao Baci.
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