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Appello contro la censura dei libri di testo

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COBAS SCUOLA BARI

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Nov 21, 2000, 3:00:00 AM11/21/00
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COBAS SCUOLA PUGLIA
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Arrogante censura sui libri di storia

Un giusto sentimento di indignazione circola tra gli insegnanti,
accompagnato dalla forte preoccupazione di quanti operano nella scuola e
credono nella libertà della cultura, non temendo di professare le loro idee
in merito alla libertà di tutti i cittadini e alla vita democratica del
paese. E', infatti, punto altissimo di riferimento e fondamento di tali
valori il testo costituzionale che sancisce e proclama oltre ai principi
ugualitari e quelli inalienabili del diritto alla vita e alla tutela di
ciascuno e dei suoi beni, quello altissimo della libertà di pensiero, nonché
l'articolo 33 che proclama il sapere e la scienza come assolutamente liberi.
L'istituzione di una commissione voluta da certi personaggi politici e
assessori faziosi, il cui compito sarebbe quello di verificare la corretta
impostazione di alcune vicende della storia del '900 in relazione all'
esperienza fascista, alle rappresaglie naziste e al ruolo chiave di alcuni
episodi della Resistenza, ha il chiaro intento di individuare un fronte
avversario senza troppi scrupoli.

Una ricerca storica realizzata con manifestazione di parte è solo da
condannare, poiché la vera ricerca possiede, infatti, metodi di lavoro e
criteri rigorosi di valutazione, e non può essere affidata alla rissa
politica. Se qualcuno non concorda con le tesi sostenute in un testo, si può
sempre comporne un altro e quindi avviare un serio dibattito critico: ma non
a scuola e sulla pelle dei giovani con la demonizzazione dei docenti.
Gli insegnanti sono perfettamente in grado di valutare l'attendibilità e
il valore di un testo storico e la scuola italiana non accetterà mai che
qualcuno detti una verità che poi i docenti dovrebbero trasmettere agli
studenti. Ma soprattutto nessuno può imporre agli insegnanti che cosa
insegnare e come: e i governi di centrosinistra hanno fatto da battistrada
per mettere in discussione la libertà di insegnamento, sia con la
catastrofica legge di parità sia con la sedicente autonomia scolastica, che
vorrebbe introdurre con il Piano dell'Offerta formativa un unico programma
di lavoro e un'unica metodologia vincolante per tutti.
Un strategia che mira alla distruzione della scuola pubblica, della libertà
di insegnamento, della funzione docente, strategia che è stata ben compresa
dagli esponenti più avvertiti della coalizione del centrodestra, i quali,
prendendo le distanze dagli "eccessi" dei vari Storace e Fitto, affermano
che l'epurazione della scuola pubblica dalle voci dissidenti avverrà grazie
alla privatizzazione della scuola stessa, privatizzazione che permetterà a
chi detiene il controllo dei finanziamenti di piegare la scuola ad interessi
di parte in maniera meno traumatica.
L'intento delle forze di centro-destra è chiaro: infrangere quella
tradizione culturale, che, passando attraverso i programmi scolastici, si
rivolgeva in modo ampio ai giovani di tutte le scuole italiane, avvicinando
ciascuno ad un'esperienza di democrazia collettiva ed unitaria, e far invece
emergere i regionalismi, le divisioni territoriali, una falsa idea del
federalismo, dove economia, cultura e competenze risponderanno solo e
soltanto alle esigenze del territorio e alle fedi politiche dei loro
dirigenti.
La recente polemica sui libri di testo nasconde in realtà l'attacco più
grave alla libertà delle idee, al diritto di pensiero, all'integrità della
società così come i padri costituenti l'avevano voluta e immaginata.

Opponiamoci allo smantellamento del nostro patrimonio di cultura e di
pensiero.

COBAS SCUOLA PUGLIA


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