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Attaccamento, Psicoanalisi e Neuroscienze

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Lacan75

unread,
May 18, 2002, 4:13:19 PM5/18/02
to
Leggo e rileggo, chiedendomi se ciò di cui si parla è psicoanalisi. O
piuttosto teoria intorno alle psicoterapie. Voglio dire che lo sviluppo di
unanevrosiditransfert, i fantasmi che si muovono nella stanza
psicoanalitica, le regressioni, il "delirio" all'occhio esterno (quasi come
in certi quadri di Magritte, o ancora come durante le lezioni di fisica sul
moto relativo, con la persona sulla strada, il tram in movimento e
l'oggetto interno al tram , e tutti i percetti relativi), TUTTO CIO' assai
probabilmente produrra delle ricadute sui circuiti neurali, sulle
rappresentazioni attivate,..... Ma un discorso del genere è "generalizabile"
alla clinica. Dove quindi lo specifico de la psicoanalisi in termini di
dialogo con "le" neuroscienze? Ben inteso, anche il solo fatto di questa
concordanza di valutazioni su inconscio/processi autoregolativi penso
apparisse sconosciuta anni fa (io, come si può capire dal nick, posso solo
aver letto e non "praticato").Se sfoglio la sponsorizata enciclopedia di
Laplanche&Pontalis si trovano non molte occasioni non dico di comunanza di
opinioni, ma di dialogo. Che ce ne siano poche non vuol dire che non valga
la pena. Si parlava di un palazzo ancora da scoprire... .Se qualcuno ne
sapesse poi di teoria dell'attaccamento: mi sfugge qualcosa, evidentemente.
Nel preparare qualche esame universitario mi sono più volte imbattuto
nelladescrizione/valutazione/sponsorizzazione/... del lavoro seguito a
Bowlby. Il valore "prognostico" delle varie AAI-Strange Situation- scala di
controllo metacognitivo, e i risultati positivi in termini di
validità/affidabilità ottenuti da qualche parte mi lasciano insoddisfatto.
Mi sembra una giustificazione "autofondata". Delirio?

p.s. : in errori, spero solo di digitazione, ci sono caduto io.

Elrond

unread,
May 19, 2002, 5:56:58 AM5/19/02
to
On Sat, 18 May 2002 22:13:19 +0200, "Lacan75"
<academic...@libero.it> wrote:

> Dove quindi lo specifico de la psicoanalisi in termini di
>dialogo con "le" neuroscienze?

IMHO la psicoanalisi non puo' dialogare con le neuroscienze, se non c'e'
la psicologia generale a fare da traduttore; ho anche l'impressione che
molti di questi tentativi siano ispirati a un riduzionismo ingenuo che
e' davvero sterile sul piano applicativo e anche scientifico, benche'
suoni bene in termini persuasivi e divulgativi
--
ciao,
Elrond

Lacan75

unread,
May 19, 2002, 8:17:34 AM5/19/02
to
<la psicoanalisi non puo' dialogare con le neuroscienze, se non c'e'
la psicologia generale a fare da traduttore>

La psicologia generale cosa traduce della psicoanalisi e cosa delle
neuroscienze? Voglio dire, non che non ci siano elementi traducibli
(trans-ducibili??), ma il topic era iniziato da un vertice differente. Il
dialogo tra neuroscienze e psicoanalisi è possibile, è si sta muovendo
cfr. Siegel, La mente relazionale, Cortina, 2001; Fonagy & Target,
Attaccamento e funzione riflessiva, Cortina, 2001). Certo la strada è lunga,
stanti le immaturità storiche delle discipline in questione e le difficoltà
metodologiche in termine di protocolli utilizzabili e di
operazionalizzazione. Il dialogo c'è, e forse questo spaventa un poco, da
una parte e dall'altra.

dii vortant

Vincenzo Del Piano

unread,
May 21, 2002, 3:36:11 PM5/21/02
to

"Lacan75" <academic...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:4KMF8.80740$US3.1...@twister1.libero.it...

(A parere *non solo mio*) la psicoanalisi odierna sta trovando *conferme*
nelle neuroscienze; nel post precedente esponevo che (*questo* a parere mio)
la psicoanalisi
potrebbe essere letta come lo studio della componente psichica "naturale"
della creatura Uomo, generatasi (la componente "naturale") attraverso la
filogenesi.
In questa accezione, la psicoanalisi trova/sembra-trovare molte conferme
nello studio delle strutture nervose sedi delle funzioni psichiche
involontarie, automatiche, determinatesi filogeneticamente, fissatesi per
via di selezione. La conferma delle ipotesi psicoanalitiche verrebbe dal
fatto della *assoluta spiegabilità* della permanenza/presenza nella creatura
Uomo di funzioni non-conscie; queste, infatti, dipenderebbero dalla
permanenza/presenza nella creatura Uomo delle funzioni mentali (*solo*
inconscie) delle creature da cui discendiamo ... e con le quali
*condividiamo* strutture nervose "primitive" e relative funzioni.
Torno a sottolineare che il processo evolutivo *non poteva/doveva* nè
"prevedere", nè tenere in alcuna considerazione che *successivamente* si
sarebbero sviluppate nuove strutture nervose, sedi di nuove funzioni (tra le
quali la "coscienza") ... nonostante l'emergenza della quale ... le funzioni
"inconscie" (delle altre creature) sono rimaste "inconscie" anche nella
creatura Uomo.
Interessante appare lo studio sul *perchè* la non-consapevolezza di quei
processi mentali sia stata/risultata "adattiva" ... e quindi
confermata/riproposta anche a carico della creatura Uomo; oppure ... non è
ancora il momento, evolutivamente parlando? In fin dei conti, "noialtri"
siamo qui da "solo" 500mila anni: una bazzecola, in termini di
evoluzione/selezione ...

Ciò premesso, però ... l'ipotesi di poter spiegare *nei dettagli* la
complessità delle funzioni psichiche attraverso le neuroscienze ... appare
un riduzionismo un po' ingenuo (come già osservato da Elrond!).
Affermare che ogni apprendimento, e ogni altro "comportamento mentale" (tra
cui anche le dinamiche analitiche di transfert e controtransfert) DEVONO
necessariamente fondarsi su modifiche neuronali ... è vero; ma che ce ne
facciamo? Quale importanza ha -a livello neuronale- la trasformazione
dipendente dal transfert?

Nè -sempre come già detto da Elrond- questo tipo di studio a livello
nervoso sarebbe da "restringersi" alla psicoanalisi: varrebbe per ogni
attività mentale, e -per effetto di ciò- sarebbe la psicologia a dover
"interfacciare" la psicoanalisi con le neurosceinze!

Ciao. Vincenzo

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