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Prescrizioni a nome di altra persona

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Franco Di Melo Innestato

unread,
Aug 23, 2021, 9:40:02 AM8/23/21
to
Ho letto che un medico può essere oggetto di accertamento da parte
dell'ATS nel caso prescriva un farmaco a nome di un'altra persona.

E' quindi tecnicamente possibile che un medico prescriva farmaci a una
persona indicando il nome di un'altra?

Se una persona volesse fare una verifica può ottenere dalla ASL l'elenco
dei farmaci prescrittigli e, se si, a partire da quanti anni indietro?


Se una persona sospetta che, ad esempio, un parente abbia richiesto es
uno psicofarmaco, o un contraccettivo, o uno prodotto riguardante la sua
attività sessuale, a suo nome, immagino che il medico prescrivente (che
può essere sanzionato) non è la persona adatta a cui chiedere.

Cosa bisogna fare in tal caso per verificare la non esistenza di
prescrizioni 'errate' (anche tutelando la privacy)?

Costanzo

unread,
Aug 24, 2021, 4:55:02 AM8/24/21
to
Il 23/08/2021 07:05, Franco Di Melo Innestato ha scritto:
> Ho letto che un medico può essere oggetto di accertamento da parte
> dell'ATS nel caso prescriva un farmaco a nome di un'altra persona.
>
---- omissis ----
>
> Cosa bisogna fare in tal caso per verificare la non esistenza di
> prescrizioni 'errate' (anche tutelando la privacy)?

Nella mia Regione (Marche) consultando il Fascicolo Sanitario
Elettronico (FSE) l'interessato puo' visualizzare, tra l'altro, le sue
ricette elettroniche redatte dal proprio medico.

Cordiali saluti

Franco Di Melo Innestato

unread,
Aug 24, 2021, 6:20:03 PM8/24/21
to

> Nella mia Regione (Marche) consultando il Fascicolo Sanitario
> Elettronico (FSE) l'interessato puo' visualizzare, tra l'altro, le sue
> ricette elettroniche redatte dal proprio medico.
>
> Cordiali saluti

Certo è possibile da un po' di tempo ovunque vedere le ricette degli
ultimi mesi, ma quelle di 10 o 20 anni fa?

Faccia conto che un medico abbia prescritto a suo nome un farmaco per
l'AIDS, oppure numerose confezioni di oxycodon. Oppure pesanti
psicofarmaci. L'ATS archivierà queste cose nel suo profilo sanitario;
fino a che epoca (?).

All'ATS non fanno caso se ci sono prescrizioni eccessive o se magari
l'interessato è morto, o se si è trasferito altrove, o se ha segnalato
di essere domiciliato altrove, oppure se ritira i farmaci sono in alcuni
casi, es. solo gli psicofarmaci?

Quando una persona acquista medicine in farmacia gli viene sempre
chiesta la tessera sanitaria, o basta il codice fiscale? E da quanto tempo?
E' tecnicamente possibile che qualcuno ritiri le medicine per un
familiare senza fornire la relativa tessera sanitaria?

Gianfranco

unread,
Aug 29, 2021, 9:30:02 AM8/29/21
to
On Tue, 24 Aug 2021 22:35:24 +0200, Franco Di Melo Innestato wrote:

Ciao,

spero che il messaggio arrivi. Problemi di configurazione del
newsreader. :-/


> Certo è possibile da un po' di tempo ovunque vedere le ricette degli
> ultimi mesi, ma quelle di 10 o 20 anni fa?

Per quel poco che ne so, ed e' poco davvero, credo che
la conservazione di questo tipo di dati sia iniziata con
l'informatizzazione dei medici di famiglia. Prima, quando lavoravano col
cartaceo, il farmacista "sparava" col lettore sul codice a barre della
ricetta (serviva per risalire al medico prescrittore) ma non inseriva il
nome del paziente, quindi non veniva conservato un archivio "personale"
capace di dare informazioni sulla salute del singolo.


> Quando una persona acquista medicine in farmacia gli viene sempre
> chiesta la tessera sanitaria, o basta il codice fiscale? E da quanto tempo?

Anche questa e' una novita' legata alla deducibilita' fiscale. Prima
non mi risulta che venisse chiesta, mostravi la "ricetta rossa" e loro
ti davano il farmaco. Ora ti chiedono se vuoi "scaricare" e nel caso
mostri la tessera, altrimenti non e' necessaria. Questo almeno per la
mia esperienza. Puo' darsi pero' che la memoria mi inganni.

Un saluto,

--
Gianfranco Bertozzi

Franco Di Melo Innestato

unread,
Aug 31, 2021, 8:10:03 AM8/31/21
to

>> Certo è possibile da un po' di tempo ovunque vedere le ricette degli
>> ultimi mesi, ma quelle di 10 o 20 anni fa?
>
> Per quel poco che ne so, ed e' poco davvero, credo che
> la conservazione di questo tipo di dati sia iniziata con
> l'informatizzazione dei medici di famiglia. Prima, quando lavoravano col
> cartaceo, il farmacista "sparava" col lettore sul codice a barre della
> ricetta (serviva per risalire al medico prescrittore) ma non inseriva il
> nome del paziente, quindi non veniva conservato un archivio "personale"
> capace di dare informazioni sulla salute del singolo.


Questo tipo di archivio che tipo di affidabilità e utilizzo ha?

Penso che sia capitato di medici che abbiano effettuato prescrizioni a
nome di altre persone, specialmente nell'ambito di una stessa famiglia,
o magari sulla base del codice fiscale/dati di riconoscimento riportati
a voce; ad esempio nel caso di una visita presso un medico che non sia
il proprio e non ha modo di verificare i dati.

Gianfranco

unread,
Aug 31, 2021, 8:42:03 AM8/31/21
to
On Mon, 30 Aug 2021 23:47:51 +0200, Franco Di Melo Innestato wrote:

Ciao,


> Questo tipo di archivio che tipo di affidabilità e utilizzo ha?

Per quel che ne so, ma posso sbagliarmi, serviva solo per "caricare"
al mutualista prescrittore il costo del farmaco, cosi' da valutare
quanto spendeva in farmaci ed esami a carico del SSN. Per quel che ho
sentito dai colleghi mutualisti, in tempi recenti hanno pure messo dei
tetti e se il medico supera la spesa prevista possono fare controlli e/o
sanzioni. Ripeto che non sono un mutualista.


> Penso che sia capitato di medici che abbiano effettuato prescrizioni a
> nome di altre persone, specialmente nell'ambito di una stessa famiglia,

Pratica scorretta ma in effetti possibile, magari per prescrivere un
farmaco all'esente totale o per evitare di dichiarare l'assunzione di
farmaci psicoattivi per una prossima revisione della patente.

Franco Di Melo Innestato

unread,
Sep 4, 2021, 3:30:03 AM9/4/21
to
A proposito mi è sfuggita una cosa molto importante e strana, che sembra
fornire importanti spunti per questa questione:

Oggi sono stato in farmacia a prendere un ansiolitico per un mio
familiare, ma il medico non glielo aveva prescritto.
Il farmacista mi hanno detto che l'ansiolitico non viene passato dal
servizio sanitario e che per averlo serve comunque la ricetta bianca.
Riterrei quindi che in questo caso non sia stata effettuata, poiché
c'era il sostituto estivo.

Mi sono però trovato in imbarazzo, poiché già non mi piace andare a
comprare psicofarmaci, poi senza la ricetta è proprio fastidioso.
Ho detto al farmacista: Quindi non me lo dà? Ma egli mi ha risposto che
per questa volta me lo dava.

Contemporaneamente per le altre medicine che dovevo acquistare per il
mio familiare mi è stato detto che non serviva la tessera sanitaria, ma
bastava la prescrizione del medico, perché essa già contiene il codice
fiscale.

Immagino che essendo lo psicofarmaco acquistato con ricetta bianca,
l'ATS neanche abbia interesse a verificare se la prescrizione sia per il
mio familiare o per me, ma la ricetta è detraibile e comunque
conterrebbe il codice fiscale dell'assistito. Quindi potrebbe essere
verificata dall'agenzia delle entrate; ma riportando il codice fiscale
verrebbe sicuramente attribuita alla persona a cui è prescritta, che se
non effettua personalmente la denuncia dei redditi non si accorge di
nulla (es. un anziano).

Quindi, deduco che se per ipotesi mi occupassi abitualmente di chiedere
al medico le medicine per questo familiare, il medico gliele
prescriverebbe senza che io presenti un riscontro in farmacia; e
sarebbero inserite nel suo fascicolo sanitario?

Suppongo che in tal caso il medico dovrebbe avere precedentemente
ricevuto la prescrizione di uno specialista, intestata al familiare e
quindi non dovrebbe essere possibile ottenere il farmaco interponendo un
altro assistito. Ma di questa cosa non sono sicuro.

I maggiori dubbi che ho riguardano la normativa sulla privacy: Può il
medico fornire il farmaco a un familiare senza delega scritta
dell'assistito e senza violare la normativa sulla privacy?
Oltretutto suppongo che, nel caso degli anziani, questa pratica potrebbe
agevolare il familiare anche nel fare interdire l'interessato,
ipoteticamente a suo vantaggio!

Il medico tiene nota di chi gli ha richiesto il farmaco e anche nel caso
in cui il richiedente sia anche lui/lei un suo assistito?

Franco Di Melo Innestato

unread,
Sep 4, 2021, 3:30:03 AM9/4/21
to

> Pratica scorretta ma in effetti possibile, magari per prescrivere un
> farmaco all'esente totale o per evitare di dichiarare l'assunzione di
> farmaci psicoattivi per una prossima revisione della patente.
>
> Un saluto,

Grazie molto. Interessanti spunti.

Mi sorge però immediata la curiosità di capire cosa succede a uno che
deve chiedere la revisione della patente ed abbia preso di recente
farmaci psicoattivi.
Potrebbero non rinnovargliela? Potrebbe risultare all'ACI?

Gianfranco

unread,
Sep 4, 2021, 4:48:04 AM9/4/21
to

Ciao,


> Mi sorge però immediata la curiosità di capire cosa succede a uno che
> deve chiedere la revisione della patente ed abbia preso di recente
> farmaci psicoattivi.
> Potrebbero non rinnovargliela? Potrebbe risultare all'ACI?

Per quel che ne so, se al momento della visita per la revisione
dichiari (o presenti certificazioni relative, una volta almeno dovevi
presentare un certificato rilasciato dal curante) di fare uso di
farmaci "psicoattivi" (di qualunque tipo) il medico tende a cautelarsi
e richiede una certificazione dello specialista. Di norma si deve
certificare la diagnosi, il buon compenso sintomatologico, il tipo di
terapia e magari specificare che tale terapia non determina riduzione
dei riflessi e/o non controindica la guida.

La tendenza a "pararsi" e' comprensibile ma, come immaginerai, porta a
comportamenti impropri.

Gianfranco

unread,
Sep 4, 2021, 4:48:04 AM9/4/21
to
On Sat, 4 Sep 2021 07:30:00 +0200, Franco Di Melo Innestato wrote:

Ciao,


> Il farmacista mi hanno detto che l'ansiolitico non viene passato dal
> servizio sanitario e che per averlo serve comunque la ricetta bianca.

Infatti. Per i farmaci non "passati" basta la ricetta bianca.


> Ho detto al farmacista: Quindi non me lo dà? Ma egli mi ha risposto che
> per questa volta me lo dava.

Spesso, anche se non dovrebbero, chiudono un occhio. Specie se
conoscono il cliente oppure non si tratta di farmaci di potenziale
abuso.


> Contemporaneamente per le altre medicine che dovevo acquistare per il
> mio familiare mi è stato detto che non serviva la tessera sanitaria, ma
> bastava la prescrizione del medico, perché essa già contiene il codice
> fiscale.

Credo che sia corretto. La ricetta "elettronica" contiene gia' i dati
dell'intestatario (paziente) e quindi la spesa viene direttamente
"scaricata" senza dover presentare la tessera. Che invece servirebbe se
tu volessi scaricare la spesa di farmaci acquistati con ricetta bianca
(come quello sopra).

Per quel che ne so, la presentazione della tessera sanitaria e'
solo una procedura "fiscale" per "scaricare" il costo del farmaco,
non credo che avvengano comunicazioni col SSN. E penso al parente che
va a prendere i farmaci per la nonna allettata e presenta la tessera
sanitaria al momento del pagamento. Se dovessero fare indagini in questo
senso, sai che ingolfamento di ricorsi avrebbero?


> Immagino che essendo lo psicofarmaco acquistato con ricetta bianca,
> l'ATS neanche abbia interesse a verificare se la prescrizione sia per il
> mio familiare o per me, ma la ricetta è detraibile e comunque

Penso anche io. Indipendentemente dal fatto che la detragga tizio
invece di caio.


> Quindi, deduco che se per ipotesi mi occupassi abitualmente di chiedere
> al medico le medicine per questo familiare, il medico gliele
> prescriverebbe senza che io presenti un riscontro in farmacia; e
> sarebbero inserite nel suo fascicolo sanitario?

Certamente. Al momento della prescrizione "elettronica" il farmaco va
direttamente nella cartella sanitaria del paziente.


> Suppongo che in tal caso il medico dovrebbe avere precedentemente
> ricevuto la prescrizione di uno specialista, intestata al familiare e
> quindi non dovrebbe essere possibile ottenere il farmaco interponendo un
> altro assistito. Ma di questa cosa non sono sicuro.

Teoricamente non si potrebbe ma in moltissimi casi sarebbe
improponibile consegnare la ricetta al solo reale destinatario. Di
fatto, il paziente delega i familiari in via piu' o meno automatica,
cosi' che tu possa andare a prendere le ricette, e i farmaci, per la
parente allettata.



> I maggiori dubbi che ho riguardano la normativa sulla privacy: Può il
> medico fornire il farmaco a un familiare senza delega scritta
> dell'assistito e senza violare la normativa sulla privacy?

Nella cartella avra' sicuramente "autorizza i familiari ... al ritiro
per suo conto delle prescrizioni", che vale finche' non viene
espressamente ritirata dal paziente.


> Oltretutto suppongo che, nel caso degli anziani, questa pratica potrebbe
> agevolare il familiare anche nel fare interdire l'interessato,
> ipoteticamente a suo vantaggio!

Questa la vedo difficile. La pratica di interdizione non e' cosi'
banale e il semplice fatto che il familiare vada a prendere la terapia
(e il tipo di terapia stessa) non e' sicuramente sufficiente, ne'
"pesante", per l'interdizione.


> Il medico tiene nota di chi gli ha richiesto il farmaco e anche nel caso
> in cui il richiedente sia anche lui/lei un suo assistito?

Credo proprio di no. In tanti chiamano la segretaria con "mi segna a
nome di ... il farmaco ...?" e se si tratta di una ripetizione non
credo, ne' immagino, ci siano problemi.

Un saluto svelto,


--
Gianfranco Bertozzi

Franco Di Melo Innestato

unread,
Sep 4, 2021, 8:55:03 AM9/4/21
to

Grazie molto. Per la spiegazione, molto chiara. Sono questioni che a
cercarle in internet non si trovano proprio. Trovo invece interessante
conoscere questi aspetti.
Tra altro ho appena ritrovato la ricetta bianca del mio congiunto, che
avevo, che il medico mi aveva inviato via wattsapp e non si leggeva
bene. Perché adesso tutti usano whatsapp e guai a dire: io non lo uso.
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