anni fa feci il primo anno di fisica a pisa, (non sono entrato alla
normale, all'universita' di pisa semplice), e mi fermai all'esame di
fisica 2 (elettromagnetismo) per poi passare a ingegneria.
C'e' una cosa triste che mi sembra di avere capito. Nonostante me la
cavassi discretamente (media del 27), gli sforzi profusi erano enormi
e ad andare a vedere in fondo c'erano ancora molte cose che nonostante
mesi di problemi ed esercizi mi richiedevano parecchio tempo per
risolvere, e molte cose di fondo non capite.
Gli scoraggiamenti erano tanti. Alcuni professori, tipo quelli di
analisi, trattavano da veri e propri imbecilli quelli che non avevano
la loro dimestichezza con la materia (erano a un pelo dal dirlo
esplicitamente).
Senza contare poi il "bullismo intellettuale" dei normalisti, i quali
trattavano chiunque non si mantenesse in un ruolo di "inferiorita'
riconosciuta" in modo da convincerlo indirettamente di essere
completamente fuori posto, che non avrebbe avuto nessuna speranza come
ricercatore, che non avrebbe mai capito veramente nulla della fisica o
della matematica, che era veramente scemo solo a pensarci di provare e
che doveva vergognarsi di esistere. Forse questo atteggiamento e'
giustificato pensando che un fisico mediocre non e' molto utile alla
societa' e infatti spesso finisce male nel mondo del lavoro.
Ora io accetto tutto questo, anche perche' con gli anni ho capito di
non avere una mente analitica, sono piu' portato per le lingue per
esempio, ma non e' triste che molti di noi si ritrovino incapaci di
capire gran parte di quello che succede nella natura? Che dobbiamo
rinunciare a chiederci il perche' delle cose, perche' al di fuori
delle nostre abilita' di comprensione?
In sintesi, cosa pensate: che se uno fa fatica e' meglio lasciare
perdere del tutto l'interesse per la fisica, perche' si finisce solo
per essere frustrati?
Lessi su memorie di collaboratori di Feynman che in certi momenti non
era affatto quell'uomo cosi' desideroso di diffondere la fisica a
tutti, e che chiunque osasse scavalcare il suo ruolo di inferiore
veniva severamente punito.
Su un bellissimo telefilm, i cui protagonisti sono 3 fisici e un
ingegnere (Big bang theory), il piu' brillante dei tre fisici
(dottorato preso da adolescente), all'inagurazione dell'anno
accademico per i dottorandi in fisica teorica, dice esplicitamente che
non hanno nessuna speranza di contribuire con qualcosa di utile e che
stanno perdendo il loro tempo.
Sarebbe meglio mettere allora dei test di selezione per tutte le
facolta' di fisica?
beato te, io sono negato sia per la fisica che per
le lingue... e sì che ho molto amato e tuttora amo
entrambe le cose.
C'è poco da fare, l'interesse non basta. Se si ha la
fortuna di nascere intelligenti è un conto, se no
meglio metterci una pietra sopra e stare male di meno.
--
finalmente su youtube!!!
http://www.youtube.com/watch?v=ephd75TgtAU
> C'e' una cosa triste che mi sembra di avere capito. Nonostante me la
> cavassi discretamente (media del 27), gli sforzi profusi erano enormi e
> ad andare a vedere in fondo c'erano ancora molte cose che nonostante
> mesi di problemi ed esercizi mi richiedevano parecchio tempo per
> risolvere, e molte cose di fondo non capite.
Se fosse tutto semplice non ci sarebbe gusto...
> Gli scoraggiamenti erano tanti. Alcuni professori, tipo quelli di
> analisi, trattavano da veri e propri imbecilli quelli che non avevano la
> loro dimestichezza con la materia (erano a un pelo dal dirlo
> esplicitamente).
Lascia stare i matematici... (Ci sono anche fisici che fanno lo stesso,
ma per lo più bonariamente.)
> Senza contare poi il "bullismo intellettuale" dei normalisti, i quali
> trattavano chiunque non si mantenesse in un ruolo di "inferiorita'
> riconosciuta" in modo da convincerlo indirettamente di essere
> completamente fuori posto, che non avrebbe avuto nessuna speranza come
> ricercatore, che non avrebbe mai capito veramente nulla della fisica o
> della matematica, che era veramente scemo solo a pensarci di provare e
> che doveva vergognarsi di esistere. Forse questo atteggiamento e'
> giustificato pensando che un fisico mediocre non e' molto utile alla
> societa' e infatti spesso finisce male nel mondo del lavoro.
Ah, quei fanatici della Normale... Lascia perdere anche loro.
> Ora io accetto tutto questo, anche perche' con gli anni ho capito di non
> avere una mente analitica, sono piu' portato per le lingue per esempio,
> ma non e' triste che molti di noi si ritrovino incapaci di capire gran
> parte di quello che succede nella natura? Che dobbiamo rinunciare a
> chiederci il perche' delle cose, perche' al di fuori delle nostre
> abilita' di comprensione?
> In sintesi, cosa pensate: che se uno fa fatica e' meglio lasciare
> perdere del tutto l'interesse per la fisica, perche' si finisce solo per
> essere frustrati?
Se proprio ti rendi conto che non puoi, è giusto lasciar perdere, ma
almeno prima bisognerebbe provarci *sul serio*. Come con tutte le altre
cose della vita...
> Lessi su memorie di collaboratori di Feynman che in certi momenti non
> era affatto quell'uomo cosi' desideroso di diffondere la fisica a tutti,
> e che chiunque osasse scavalcare il suo ruolo di inferiore veniva
> severamente punito.
Ricordi dove l'hai letto? Vorrei dargli un'occhiata anch'io...
> Su un bellissimo telefilm, i cui protagonisti sono 3 fisici e un
> ingegnere (Big bang theory), il piu' brillante dei tre fisici (dottorato
> preso da adolescente), all'inagurazione dell'anno accademico per i
> dottorandi in fisica teorica, dice esplicitamente che non hanno nessuna
> speranza di contribuire con qualcosa di utile e che stanno perdendo il
> loro tempo.
Va beh, Sheldon è una macchietta. Leonard è molto più realistico.
> Sarebbe meglio mettere allora dei test di selezione per tutte le
> facolta' di fisica?
Per carità! Già senza test, se ne iscrivono pochissimi...
--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole; più non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
> ma non e' triste che molti di noi si ritrovino incapaci di
> capire gran parte di quello che succede nella natura?
Non � affatto cosi.
Come per tutte le materie, ci sono diversi gradi di comprensione.
Una cosa � fare il professionista, una cosa l'amatore.
Usando una metafora, sembri pensare che se non riesci a diventare uno
sportivo professionista, lo sport non f� per te!
...
> In sintesi, cosa pensate: che se uno fa fatica e' meglio lasciare
> perdere del tutto l'interesse per la fisica, perche' si finisce solo
> per essere frustrati?
...
La frustrazione è parte integrante della condizione umana e fa parte,
molto spesso, anche dell'orizzonte delle persone geniali: tanti geni sono
finiti male o hanno avuto vite non proprio invidiabili.
Inoltre, tra i fisici, come tra gli altri scienziati, ce ne sono diversi
che, pur essendo brillanti nel loro campo distudi, hanno dato prova di
"stupidità" in altri aspetti della vita sociale o di relazione.
Devo dire infine che non capisco proprio il senso del tuo post.
Ti accorgi adesso (da quanto hai scritto su di te deduco che non sei un
ragazzino di primo pelo) che esiste la superbia e che l'umiltà francescana
è una virtù rara tra gli uomini e persino tra i santi?
A livello personale credo che nella vita ognuno alla fine debba
comportarsi come crede, anche avendo davanti la prospettiva (molto
probabile statisticamente per chi aspira a diventare un "grande fisico")
del fallimento, purché ovviamente decida il suo avvenire disponendo di
informazioni utili a compiere una scelta consapevole ("Conoscere per
deliberare").
Vorrei chiudere con una nota di ottimismo riportando alcune citazioni
concordanti, che fanno capire come alla fine tutti, eroi o vigliacchi,
geni o imbecilli, peccatori o santi, si condivida un destino comune:
1) "Nel lungo periodo siamo tutti morti" (John Maynard Keynes");
2) 'A morte 'o ssaje ched'e".... e' una livella. (Antonio de Curtis, in
arte Toto');
3) "Fu durante il regno di Giorgio III che i suddetti personaggi vissero e
disputarono, buoni o cattivi, belli o brutti, ricchi o poveri ora sono
tutti uguali" (Chiusa del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick).
Saluti,
Aleph
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
> C'è poco da fare, l'interesse non basta. Se si ha la
> fortuna di nascere intelligenti è un conto, se no
> meglio metterci una pietra sopra e stare male di meno.
>
Però sembra che tu, come me, non demorda.
Comunque non penso che, per alcuni come il nostro caso, le cose non si
riescano a capire ma semplicemente ci voglia solo del tempo in più per
raggiungere l'obbiettivo di chi magari ci riesce con poco sforzo.
Poi c'è il fattore memoria che secondo il mio parere è fondamentale. a
me capita che se anche capisco al momento una determinata cosa tendo a
dimenticarla per la scarsa capacità di memorizzare i concetti.
> Vuolsi così colà dove si puote
> ciò che si vuole; più non dimandare.
Mi si perdonera' l'OT, ma non resisto a pignoleggiare sul fatto che la
citazione esatta del Sommo dovrebbe terminare con "..., e piu' non
dimandare".
Ciao, Bruno.
Ciao
--
Antonio
[cut]
Ti dico la mia, vista da chi sicuramente genio non è :D
In breve: dipende.
Se per fisica tu intendi la fisica teorica (come si intuirebbe
leggendo fra le righe del tuo post), allora sicuramente la può
studiare e "fare" in maniera proficua solo chi "ci
arriva" (classifichiamolo come genio). Io, che sicuramente non sono
genio, non mi sono mai sognato di renderla la mia materia di studio:
con molto rimpianto per la mia, diciamo così, stupidità, ho capito che
per capire le stesse cose che qualche mio amico ci metteva 2 ore, io
ci avrei messo sempre e comunque due settimane.
ma questo vale, secondo me, per qualsiasi attività o materia di
studio. Devi essere portato, per renderla proficua (ancora di più se
la vuoi rendere proficua ad alti livelli nel campo della ricerca).
Se invece allarghiamo il campo, e per fisica intendiamo tutto quello
che oggi si studia in fisica...beh, direi che ci sono argomenti per
tutti i gusti. E in questo caso, direi che è alla portata di tutti
finire un corso di laurea in fisica; non dico sia alla portata di
tutti poi fare della ricerca il proprio lavoro, ma certamente il
"pezzo di carta" te lo prendi.
Aggiungo inoltre che mi sembra abbastanza utopico giungere alla
comprensione di un argomenti nei mesi precedenti un esame e in vista
del solo esame.
Io mi sono buttato nel campo dell'elettronica per rivelatori, e certe
robe che ho studiato all'uni a questo riguardo le ho capite ad un
livello più profondo solo quando ho iniziato a lavorarci sopra
quotidianamente; l'esame in se', secondo me, è utile per imparare in
modo rapido le basi e alcuni modi di ragionare, ma sperare di
_imparare_ una materia in 3 mesi mi sembra abbastanza dura per
chiunque :D
Dopodichè è anche vero che ho visto gente seguire corsi senza mai
prendere appunti e capire di tutto e anche di più in 2 mesi...ma non è
sicuramente la normalità :D
ciao ciao
Konx.
[cut]
> Sarebbe meglio mettere allora dei test di selezione per tutte le
> facolta' di fisica?
Studio Fisica ed a volte mi costa parecchio, a volte vado avanti
spedito. Dipende dai giorni. Ti racconto un fatto, magari stupido.
Ho un amico che si è laureato in Fisica 10 anni fa, in corso, con il
massimo dei voti di allora (110 cum laude), ha vinto senza problemi un
paio di posti per dottorati vari etc. etc. ed è stato uno di quei rari
casi in cui è il candidato a scegliere quale posto accettare. Adesso
lavora, se non sbaglio, ai progetti dell'esa (aveva un ruolo, tra le
altre cose, nella progettazione del satellite Plank).
Insomma, capiamoci, un bel cervellino (oltre che un'ottima persona).
Alle mie "lamentele" su quanto fosse... incasinata la fisica delle
particelle elementari ha risposto (cito testualmente): "perchè, tu ci
hai mai capito qualcosa della Fisica moderna? Beato te...".
Adesso, lo so che stava solo esagerando, ma è significativo per dire
"non credere che per me sia o sia stato come bere un bicchier d'acqua".
--
"Cuando era presidente del Banco Central de Cuba firmé los billetes con
la palabra Che, para burlarme, porque el dinero, fetiche de mierda, debe
ser feo"
> Come per tutte le materie, ci sono diversi gradi di comprensione.
> Una cosa fare il professionista, una cosa l'amatore.
Ah beh, allora io sarei un amatore. Messa così mi stà bene! :-))
Tra l'aver fatto alcuni esami di fretta mentre seguivo 10 corsi in un
semestre pi� alcuni esami complicati fatti senza seguire il corso
(rimediando votacci -anche un 18!- che ho accettato perch� mi
dicevano:"fai presto") ora mi sento un fracco di buchi in cose
fondamentali. Senza contare che il corso di laurea quell'anno era
organizzato malissimo ed i professori delle materie dove avevo pi�
problemi erano i peggiori nello spiegare. Quindi sommando queste cose
ho vari buchi in giro.
Ad esempio di meccanica quantistica non so un accidente. So risolverti
la particella singola nella buca di potenziale... Ma l'atomo di
idrogeno vado in crisi. Immaginati quanto ne so di rottura di
simmetria e modello standard visto dal punto di vista "teorico" (corsi
che hanno obbligato a seguire anche a noi sperimentali nonostante non
potessimo seguire alcuni corsi che all'atto pratico erano
prerequisiti.........)
Mi son ripromesso che finito il dottorato mi prendo un anno sabbatico
e oltre a finire alcuni progetti che ho (prendere il titolo di maestro
di sci...) mi ristudio da zero tutto quanto venga dopo fisica 2.
Di rivelatori, di radioattivit�, di funzionamento degli esperimenti
invece sono molto ferrato, e non riesco a vedere queste cose come
minimamente complicate. Mi sembrano tremendamente pi� complicati i
corsi di ingegneria. Secondo me uno che voglia lavorare in questi
campi ce la fa con pochi problemi.
> certe
> robe che ho studiato all'uni a questo riguardo le ho capite ad un
> livello più profondo solo quando ho iniziato a lavorarci sopra
> quotidianamente;
Ti quoto. Di fatto ho avuto più volte la sensazione che alcuni
professori sono dei luminari assoluti nel proprio campo, mentre ci
mettono un po' a "riscaldarsi" quando tiri fuori argomenti (sempre di
Fisica) che non sono il loro pane quotidiano. Ciò ovviamente non toglie
nulla al loro valore come ricercatori. "Sapere tutto" è umanamente molto
improbabile.
> Sarebbe meglio mettere allora dei test di selezione per tutte le
> facolta' di fisica?
Credo di no, perch� la fisica � prima di tutto una materia per
curiosi, il che equivale a dire per virtuosi.
Mi viene in mente il parallelo con i liutai. Ecco i fisici li vedo
come dei costruttori di violini o come dei musicisti classici. Ogni
dettaglio � importante perch� c'� un sacro fuoco che ti spinge a
cercarlo, quel dettaglio. E la curiosit� ingenera la padronanza
completa degli strumenti, e solo da quest'ultima nasce l'idea.
Inoltre i fisici dovrebbero essere meno legati alla produttivit� e
alle richieste dell'industria e del mercato. La selezione avviene da
s�, perch� la materia � difficile.
Difficile perch� siamo molto resistenti a due concetti come umilt� e
disciplina. Penso sia capitato a tanti, durante una presentazione dei
propri risultati, di trovarsi in difficolt�. Quello � il momento
topico in cui si capisce che aver sbruffonato non � servito, non serve
e non servir� mai a nulla.
Ma, ripeto, solo difficile, non certo impossibile perch� adatta
geneticamente per pochi. Queste sono solo panzane. Umilt� e disciplina
si imparano.
La differenza la fa, a mio parere, il godimento e il divertimento che
si prova nello studiarla e nel farla. Il resto viene da s�.
Naturalmente. Come in tutte le cose d'altronde.
Giovanni
> C'� poco da fare, l'interesse non basta. Se si ha la
> fortuna di nascere intelligenti � un conto, se no
> meglio metterci una pietra sopra e stare male di meno.
Concordo. Certo, ci si pu� migliorare, ma non pi� di un tanto.
Aggiungo una considerazione. Io ho cambiato diversi lavori, e la
nostra Costituzione dice che il lavoro � un diritto (non mi convince
questa affermazione, � la sagra del sogno, ma diamola per buona), ed
infine oggi si parla tanto che sia giusta la meritocrazia ecc. ecc.
Bene, la mia esperienza � che per fortuna che i datori di lavoro sono
"tolleranti", perch� ci sono persone - non per colpa loro - a cui il
lavoro sembra sia stato dato per misericordia, sono veramente
incapaci. Se ogni ditta dovesse fare il bilancio tra quanto costa e
quanto guadagna ogni dipendente, diversi dovrebbero mandarli a casa
per forza, perch� proprio non ci arrivano, sono "a carico". Per
fortuna che si valuta ancora l'impegno, lo sforzo, indipendentemente
dal risultato... :-)
saluti
Grazie... (Io però potrei pignoleggiare sull'apostrofo al posto
dell'accento.) :-)
--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
> Forse questo atteggiamento e' giustificato pensando
> che un fisico mediocre non e' molto utile alla societa'
Effettivamente credo che sia vero. Non sono quelle professioni che
puoi fare "capendoci a met�".
> Ora io accetto tutto questo, anche perche' con gli anni ho capito di
> non avere una mente analitica
Del resto � cos� anche per la matematica. Normalmente il 10% riesce a
capirla.
Uguale con la logica, o anche col ragionamento astratto. La
maggioranza delle persone non riesce a comprendere la logica (basti
pensare che so', ai giochi tipo il lotto, dove non si riesce a
spiegare che non c'� alcun aumento di probabilit� per un numero che
sia gi� stato estratto) o a fare un ragionamento che non sia correlato
alla propria esperienza specifica.
> sono piu' portato per le lingue per
> esempio, ma non e' triste che molti di noi si ritrovino incapaci di
> capire gran parte di quello che succede nella natura?
Mah, certo, ma � la realt�: siamo limitati. Che poi non � detto che un
genio in fisica non abbia altrove i suoi limiti, che so', nella
filosofia, o nella scrittura. Ad esempio pochi scienziati hanno la
capacit� di essere divulgatori
> Che dobbiamo
> rinunciare a chiederci il perche' delle cose, perche' al di fuori
> delle nostre abilita' di comprensione?
Si, anche se magari a volte con sforzo si riesce a migliorarsi. E poi
la vita � strana: Einstein se non sbaglio a scuola andava male in
matematica... :-)
> In sintesi, cosa pensate: che se uno fa fatica e' meglio lasciare
> perdere del tutto l'interesse per la fisica, perche' si finisce solo
> per essere frustrati?
No, puoi interessartene, ma non puoi farne il tuo studio o il tuo
lavoro.
Basta avere la consapevolezza che non si riesce a capire tutto, e
fermarsi al piacere che ti d� quello che riesci a comprendere.
E magari saper scegliere le letture in base alle proprie abilit� ed
anche all'autore.
> Lessi su memorie di collaboratori di Feynman che in certi momenti non
> era affatto quell'uomo cosi' desideroso di diffondere la fisica a
> tutti, e che chiunque osasse scavalcare il suo ruolo di inferiore
> veniva severamente punito.
Ah, ma essere bravi o geni in qualcosa non implica affatto di essere
generosi...
> Sarebbe meglio mettere allora dei test di selezione per tutte le
> facolta' di fisica?
Perch�, non ci sono??? :-) Beh, magari un qualche consiglio dai
professori delle superiori bisognerebbe chiederlo e pesarlo...
ma lui potrebbe risponderti che in realtà sta
attenendosi alle regole arcaiche (e per quanto ne
so, in vigore) di usenet che scoraggiano l'uso dei
caratteri accentati... :)
Scusa, ma non sono sicuro di avere capito bene questa
osservazione.
Stai dicendo che la logica non riesce a spiegare il fatto, o
che la logica lo dimostra ma i comuni mortali non capiscono
la logica che lo spiega ?
Se è la seconda, sarei curioso di vedere cosa intendi per
dimostrazione logica della probabilità costante di uscita di
un numero (io ingenuamente pensavo che fosse piuttosto
assiomatico questo punto, ma se non lo è sono curioso di
capirci di più).
Anzi, in generale, non vedo neppure una parentela tanto
stretta tra le argomentazioni statistiche e la "logica".
>
CUT
ciao
Soviet
> So risolverti
> la particella singola nella buca di potenziale... Ma l'atomo di
> idrogeno vado in crisi. Immaginati quanto ne so di rottura di
> simmetria e modello standard visto dal punto di vista "teorico" (corsi
> che hanno obbligato a seguire anche a noi sperimentali nonostante non
> potessimo seguire alcuni corsi che all'atto pratico erano
> prerequisiti.........)
Io sono nella tua stessa situazione, per certi versi; ho ripreso a
studiare dopo anni di stop (ero praticamente a metà). Ho convalidato i
miei voto italiani (di prima della riforma, quando ancora Fisica era 4
anni) all'estero e non è che avessi tutti 30, ma 27 e 28 abbondavano.
Ho ricominciato l'anno scorso e l'impatto è stato duro, dopo
tanto tempo. Quest'anno invece sento di aver recuperato un po'
di elasticitpa, anzi fino ad ora son contento dei risultati. Nonostante
ciò, sento di avere gravi lacune: anch'io di MQ so poco e niente e vedo
che la cosa mi limita. A parte questo fatto, ho la sgradevole
sensazione di sapere poco e niente in generale, voti a parte (non ho
mai copiato in vita mia, i voti sono lì perchè chi mi ha valutato ha
ritenuto che li meritassi)...
Penso che la verità stia un po' nel mezzo: studiando soltanto uno
difficilmente acquisisce le competenze e l'elasticità che sono proprie
solo di chi ha speso una considerevole parte del proprio tempo
lavorando su certe questioni, anche per questioni di sovraccarico
mentale e di fretta; quando il problema principale è (capire/imparare
le cose per) fare l'esame, giocoforza la riflessioni approfondita viene
posposta (non completamente, ovvio). Una volta un caro amico, parlando
del nostro grandioso prof. di Analisi mi disse: "Vorrei anch'io sapere
sempre dove andare a parare". È una cosa, credo, che come studente non
avverrà mai, salvo casi eccezionali.
> Di rivelatori, di radioattività, di funzionamento degli esperimenti
> invece sono molto ferrato, e non riesco a vedere queste cose come
> minimamente complicate. Mi sembrano tremendamente più complicati i
> corsi di ingegneria. Secondo me uno che voglia lavorare in questi
> campi ce la fa con pochi problemi.
Io sono all'opposto: gli esami sperimentali/fenomenologici mi mettono
in serio imbarazzo a volte (e spesso m'annoiano, senza offesa per
nessuno), mentre sui teorici ci viaggio relativamente tranquillo.
A parte che non solo non sono più scoraggiati, ma le RFC più recenti dicono
che bisognerebbe tutti usare UTF-8, esiste il carattere accento, carattere
ASCII ` che non è l'apostrofo '
Ciao,
--
Daniele Orlandi つづく
> ma lui potrebbe risponderti che in realtà sta attenendosi alle regole
> arcaiche (e per quanto ne so, in vigore) di usenet che scoraggiano l'uso
> dei caratteri accentati... :)
C'ho pensato anch'io, ma come charset usa l'UTF-8 che delle vocali
accentate italiane si fa un baffo...
(E, personalmente, quando non posso usarle uso il carattere ` (es.
"velocita`", che è in ASCII e non si confonde con l'apostrofo.)
In realta' credo di aver iniziato ad usare l'apostrofo in luogo degli
accenti quando, trovandomi all'estero, spesso non avevo tastiere con
lettere accentate.
Piu' in generale, trovo che le lettere accentate siano un retaggio del
passato e vadano gradualmente eliminate in tutte le lingue, cosi' come
anche altri simboli aggiuntivi quali cediglie, dieresi, ecc. In questo
modo, cerco di dare il mio piccolo contributo.
Per inciso, e' questo secondo me anche il maggior difetto
dell'Esperanto, che richiede lettere aggiuntive rispetto alle 26
canoniche (anche se mi dicono che in certe convenzioni questa
difficolta' si puo' aggirare).
Poiche' sono pero' anche abbastanza puntiglioso, oscillo tra l'applicare
questo principio e l'uniformarmi alle regole classiche della lingua
italiana. Pertanto, quando scrivo gli sms uso invece tutti gli accenti
necessari e corretti, evitando ad esempio di scrivere "perchè" invece di
"perché".
In passato, usavo sempre anche gli accenti per le vocali non terminali
quando necessari, ad esempio per distinguere tra "guàrdatelo" e
"guardàtelo". Ho poi cambiato idea quando spedivo gli sms via internet,
perche' stranamente quelle lettere venivano visualizzate in certi casi
in modo scorretto. Quindi, ho smesso di usarle per gli sms spediti via
internet, e da allora anche per gli sms spediti via telefono non sempre
lo faccio.
Non mescolo mai comunque le due convenzioni, "apostrofo" e "accento".
Nel tuo caso, avevo tagliato il resto della frase, in caso contrario mai
avrei scritto "piu'" invece che "più". E, ovviamente, non uso mai la
convenzione "apostrofo" quando le cose che scrivo hanno un minimo di
ufficialita', per esempio nei documenti.
Ciao, Bruno.
P.S. Grazie per aver modificato la citazione del Sommo, soffrivo a
vederla scritta in quel modo. :) Non e' nemmeno la prima volta che
intervengo per chiosare su citazioni di Dante, in questo newsgroup.
Scusate non so come si fanno le citazioni degli altri post, comunque
per rispondere alle domande:
> Lessi su memorie di collaboratori di Feynman che in certi momenti
non
> era affatto quell'uomo cosi' desideroso di diffondere la fisica a
tutti,
> e che chiunque osasse scavalcare il suo ruolo di inferiore veniva
> severamente punito.
>Ricordi dove l'hai letto? Vorrei dargli un'occhiata anch'io...
Il moto dei pianeti intorno al Sole
Una lezione inedita di Richard Feynman
David Goodstein, Goodstein Judith R.
Quindi è stabilito che è meglio anche non studiarla.
Sapete una cosa curiosa? Quando studio alcune cose di matematica,
cerco di dimostrare per conto mio alcune affermazioni e a volte ci
riesco anche (ho verificato col professore), ma faccio ancora schifo
nei giochi di logica tipo il sudoku, kakuro o in genere tutti i giochi
che trovo su "focus brain trainer" che sono di pura logica (quindi
escludendo quelli di "abilità con le parole"). Bè ieri sono riuscito
in un'ora a fare una griglia logica ed ero molto soddisfatto, ma un
ragazzino medio ce l'avrebbe fatta in 10 minuti :).
Comunque ora studio ingegneria gestionale (non mi interessa era solo
per avere un lavoro sicuro), la mia media è peggiorata rispetto a
elettronica perché qui c'è molta roba discorsiva da imparare a memoria
(perché anche se la capisci, una discussione intera è difficile da
ricordare). Preferisco le materie economiche e finanziarie perché più
di tipo quantitativo (sapete che un teorema di Feynman sui processi
stocastici, che ha usato per la Q.E.D., è usato anche in matematica
finanziaria? Lemma di Feynman-Kacz). e mi piacerebbe lavorare per un
fondo di venture capital.
Per chi non lo sapesse, il venture capital è un'attività di
finanziamento di progetti innovativi che sono troppo incerti e
rischiosi per essere finanziati dalle banche. Il venture capitalist
aiuta l'innovatore (un ingegnere, un fisico, un programmatore) a
iniziare la sua attività comprando una parte delle azioni della sua
nuova società, porta competenze di business utili e una volta superata
con successo la fase iniziale e arrivati a una fase di business
maturo, vende le sue azioni che intanto saranno salite un bel po'.
Vorrei usare le mie competenze di elettronica per valutare progetti
innovativi da finanziare, e quindi forse dovrei studiare anche un po'
di fisica dello stato solido (quindi meccanica quantistica prima), e
mi piacerebbe perché combinerebbe l'interesse per la scienza e la
tecnologia con il business.
Quindi se volessi perseguire questa strada sarei quasi obbligato a
riprendere in modo autonomo gli studi.
Stavo pensando in parallelo, per migliorare gradualmente la mia
competenza matematica e fisica, di iniziare dalle olimpiadi di
matematica e fisica per liceali, per poi passare ai problemi della
normale, e magari se faccio un salto a Pisa recuperare i temi d'esame
dei loro corsi integrativi. Una volta facevano un mini concorso per
entrare al secondo anno di università ma l'hanno abolito perché
entrava gente di qualità scarsa (secondo loro) e devo dire che i loro
problemi di analisi e geometria erano veramente difficili, a parte
alcuni invece facili.
In parallelo, mi alleno anche nella logica con giochini di logica
enigmistici tipo appunto quelli di Brain Trainer o altre riviste
simili.
Sapete una cosa curiosa? Non so giocare a nessun gioco di carte. Mi
dimentico le regole, le carte che sono già uscite, e quindi fallisco
anche a "Hearts" su windows.... Dite che è veramente un brutto segno?
Comunque ripeto, grazie ancora a tutti per la partecipazione. Vi farò
sapere del mio progresso.
Ciao a tutti
Andrea