Grazie
Roberto
Trasformazione di quale sistema?
Potrebbe trattarsi di lavoro non meccanico, ad es. magnetico,
oppure con un'interpretazione forzata dell'aggettivo isocora
potrei immaginare che il sistema fosse contenuto in un cilindro
chiuso alle due estremita' da due stantuffi a contatto con due
ambienti a pressione diversa, spostando gli stantuffi in modo
da mantenere costante il volume del sistema allora il lavoro
eseguito dal sistema sull'ambiente sarebbe non nullo.
> Come si può spiegare? Essendo isocora l'integrale di p = p (v)
> dovrebbe essere 0.
Scrivi il testo completo dell'esercizio...
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Essendo isocora il volume finale č uguale a quello iniziale.Ma
"durante" la trasformazione puň variare
Essendo irreversibile il lavoro NON lo calcoli atraverso l' equazione di
stato: č sempre legato all' lavoro delle forze esterne ma ci devi
mettere anche gli attriti dell' eventuale pistone...
In pratica, immagina un pistone che scorre con attrito. Parti da un
volume V e muovi ilpistone come vuoi tu tornando allo stesso volume
iniziale. Hai fatto lavoro e la trasformazione č isocora.
Giorgio
Ma è questa la definizione di trasformazione isocora? Io ho sempre usato quella
per cui V è costante, non soltanto Delta V=0. Ho guardato un po' in giro e non
sono il solo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Isochoric_process
Ciao,
Paolo
Non avevo letto il tuo messaggio. E ho risposto troppo in fretta. In
effetti, di norma le trasformazione isocora prevede che il volume resti
costante *durante* la trasformazione (ma sull' uso uniforme della
terminologia termodinamica ci sarebbe molto da dire...).
Il tuo esempio dei due pistoni però non lo capisco bene: se hai
pressioni diverse vuol dire che agiscono con forze diverse. Come
mantieni costante il volume ?
In realtà preferisco concentrarmi sull' autocritica :-)
A parte la questione della definizione di isocora, introdurre l' attrito
del pistone è sempre sorgente di dubbi e problemi (tutto gira attorno
alla definizione esatta di qual è il sistema termodinamico e quale l'
ambiente).
Mi sembra che un esempio molto più semplice da analizzare sia il caso
del mulinello di Joule: la trasformazione implica lavoro (irreversibile)
in un sistema a volume costante.
Qui il lavoro è fatto da forze esterne *sul* sistema.
Posso avere lavoro fatto *dal* sistema sull' ambiente, p.es. sfruttando
un flusso interno che poi decade per attriti.
Giorgio
Beh, non ho detto che dentro il cilindro ci sia un gas,
puo' esserci una qualsiasi "macchina" che faccia muovere
a piacere gli stantuffi, l'OP non aveva specificato. ;-)
> Mi sembra che un esempio molto piů semplice da analizzare sia il caso
> del mulinello di Joule: la trasformazione implica lavoro
> (irreversibile) in un sistema a volume costante.
> Qui il lavoro č fatto da forze esterne *sul* sistema.
> Posso avere lavoro fatto *dal* sistema sull' ambiente, p.es.
> sfruttando un flusso interno che poi decade per attriti.
Eh gia', e' ovvio (ora che l'hai detto tu ;-)
Ciao
--
Giorgio Bibbiani