Giorgio Pastore ha scritto:
> Il 14/01/24 18:30,
af44...@gmail.com ha scritto:
>> ...
>>
>> Un treno <fermo> ma fermo rispetto a cosa?
>
> Fermo nel sistema di riferimento che si sta utilizzando.
>
>> Fermo rispetto a me osservatore,
>
> Più che "osservatore", rispetto al sistema di riferimento.
>
>> ma anche qui ci sarebbe da obiettare: come si fa a dire che io ed
>> il treno siamo fermi?
>
> Qui stai introducendo un errore concettuale. Con la tua domanda
> rendi chiaro che pensi che esiste un "essere fermi" assoluto. Quello
> che è semplice dire è se c'è moto del treno rispetto a te o tuo
> rispetto al treno.
>
>> Può darsi che stamo viaggiando insieme ad una certa velocità e non
>> ce ne rendiamo conto perché non abbiamo punti di riferimento.
>
> Di nuovo stai indroducendo una velocità assoluta. Ma la velocità è
> definita a partire dalle posizioni. E le posizioni sono
> "relativamente" a qualcosa. Se non ti convince, prova a definire una
> posizione "assoluta" svincolata da qualsiasi corpo.
>
>> E l'altro treno viaggia ad una velocità di (diciamo) 200.000 km/s
>> rispetto a me. Ma sono io che mi sto spostando a 200.000km/s oppure
>> è il treno? Boh!
>
> Dipende da quale sistema di riferimento adotti per descrivere le
> posizioni.
Ho citato completamente lo scambio tra Giorgio e l'OP, perché quello
che vorrei dire riguarda un po' tutto il discorso.
Non avrei risposto all'OP perché non credo che riuscirei a farmi
capire da lui.
Ma secondo il mio solito principio, che la discussione può essere
seguita da altri, mi pare opportuno intervenire per chiarire alcuni
aspetti che nel post di Giorgio potrebbero essere interpretati in modo
secondo me sbagliato.
Lo dico perché mi è capitato in passato di leggere qua e là
espressioni come "non ha senso dire che un corpo è fermo, ma solo che
è fermo risoetto a un altro", oppure "il moto può solo essere
relativo" e analoghe.
Giorgio non dice questo, ma può essere interpretato così; quindi ora
mi metterò nei panni di un fisico newtoniano, ossia di come si
ragionava prima di Einstein e del principio di relatività.
Nella meccanica newtoniana esiste lo "spazio assoluto" e ha senso dire
che un corpo è fermo in tale spazio.
L'astronomia precopernicana associa lo spazio assoluto alla Terra:
tutti i corpi celesti si muovono attorno alla Terra, ecc.
Copernico e più fortemente Galileo spostano il centro del mondo dalla
Terra al Sole, ma non cambiano idea sullo spazio assoluto.
Neppure Newton dice niente di diverso nei "Principia"; sarebbe molto
utile ma anche molto lungo citare per esteso ciò che scrive al punto
IV dello "Scolio" posto alla fine del capitolo iniziale, intitolato
"Definizioni", dove illustra la differenza tra "spazio assoluto" e
"spazio relativo".
Grazie al fatto che nella seconda legge di N. figura l'accelerazione e
non la velocità, le leggi del moto sono invarianti se si passa dallo
"spazio assoluto" a uno spazio relativo che si muova rispetto a questo
di moto traslatorio rettilineo uniforme. (Oggi parliamo di
"riferimenti" e non di "spazi", ma il concetto è lo stesso.)
Finché si resta nella meccanica non ci sono problemi: il tempo è
anch'esso assoluto, le velocità si compongono secondo Galileo e
Newton, con una semplice somma, ecc.
I problemi nascono con lo sviluppo dell'elettromagnetismo, perché le
eq. di Maxwell *non sono* invarianti per trasf. di Galileo.
Il che significa che ci può essere un solo rif. in cui la velocità
della luce nel vuolo è quella che si ricava dalle eq. di Maxwell.
Nasce quindi la possibilità di verifiche sperimentali: il classico
esperimento di Michelson aveva questo scopo.
Ora chiedo a chi mi legge di fare uno sforzo mentale: dopo che il mio
lettore è stato indottrinato per anni che l'esper. di M. ha avuto
esito negativo, e quindi che la velocità della luce è la stessa in
qualsiasi rif. inerziale (cosa poi fissata da Einstein nel suo secondo
postulato), il suddetto lettore dovrebbe provare a immaginare un mondo
in cui invece l'esper. di M. dà una differenza, il che prova che la
Terra si muove rispetto allo spazio assoluto.
Sarebbe troppo se chiedessi che cosa sarebbe stata la fisica in questo
mondo, e del resto non ne ho bisogno.
Il nostro mondo è fatto come sappiamo, vale il PR, la vel. della luce
non cambia passando da un rif. inerziale a un altro, ecc. ecc.
Su questo non ci piove.
A me preme solo sottolineare che il mondo che ho velocemente descritto
sarebbe *logicamente possibile*, quindi tutto ciò che diciamo riguardo
al carattere necessariamente relativo del moto è giusto nel nostro
mondo, ma *solo* perché i fatti ce lo hanno dimostrato, non perché sia
una verità logica.
Ripeto: in quello che ha scritto Giorgio non c'è niente che faccia
pensare che non sia d'accordo con me; ma non c'è neppure detto che
così stanno le cose perché ce lo hanno mostrato degli esperimenti,
quindi un lettore potrebbe anche interpretare che non avrebbe potuto
essere altrimenti.
Mi è sembrato quindi necessario sottolineare questo aspetto.
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Elio Fabri