Un team di ricerca diretto dall'italiano Francesco Sylos Labini ha
analizzato i risultati delle tre tranche di dati finora raccolte della
missione GAIA, che sta misurando coordinate galattiche e velocità
radiale di quasi due miliardi stelle nella Via Lattea.
Da questa impressionante mole di dati destinati comunque a rivoluzionare
la conoscenza di questa parte di universo, pare che le stelle esterne
della nostra galattica abbiano orbite molto più "kepleriane" di quanto
si pensasse:
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https://www.scientificamerican.com/article/the-milky-way-may-be-missing-a-trillion-suns-worth-of-mass/>
Le stelle la cui velocità è nota con una precisione sufficiente per
questo tipo di analisi sarebbero 30 milioni, ma il metodo statistico di
deconvoluzione ideato dal team consente di utilizzare i dati di quelle
distanti fino a 30 kiloparsec.
I risultati dello studio, che indicano un chiaro declino della della
curva di rotazione fino a questa distanza, mettendo in discussione le
precedenti misure di una curva praticamente piatta, sono stati
confermati indipendentemente da altri team.
Ora bisogna capire se l'errore è nelle metodologie del team, nel modo in
cui finora è stata stimata la massa della nostra galassia o se sono
sbagliate le stesse premesse di queste stime: potrebbe cioé servire
molta meno "materia oscura" di quello che si pensava.
Resta il problema delle altre galassie, le cui parti esterne
continuerebbero a ruotare a una velocità tale da richiedere materia oscura.
Pare che il team stia ragionando proprio questo; a una domanda diretta
di un utente sui social il prof. Labini ha risposto testualmente: " la
curva di rotazione delle galassie esterne alla prossima puntata ;-) ".