Il 10/10/2017 03:38, Antonio V ha scritto:
> Ho potuto constatare che nel riciclo dei rifiuti vengono commessi molti errori.
>
> Mi chiedo se la decisione su come devono essere recuperati i rifiuti, viene affidata a persone competenti, e cioè a persone competenti in chimica
>
> La scelta di come devono essere divisi i rifiuti al fine di recuperarne le componenti, viene affidata a persone ignoranti che non hanno alcuna cognizione chimica delle loro componenti cosicché i rifiuti non vengono affatto recuperati.
>
> Uno di questi errori ho notato essere quello del vetro.
> In Tv trasmettono una propaganda pubblicitaria in cui Licia Colò afferma che il cristallo non deve essere considerato vetro
quale cristallo ? Crown ? Flint ? vetri rutilici ? Altri ?
Bisogna partire dalle basi : il vetro non è una sostanza, ma
una miscela di sostanze definito vetro per proprietà fisiche
(amorfo, viscosità elevatissima, trasparente).
Nei vetri (e cristalli, la definizione fa riferimento solo
all'indice di rifra ci sono vari composti con funzioni diverse.
I vetrificanti veri e propri (SiO2, B2O3, a volte P2O5). Il
più comune è la sabbia, e nei pyrex anche il secondo
composto. Sono i componenti che forniscono l'ossatura
amorfa, covalente, e insolubile.
Si può ottenere un vetro di sola silice, ma è difficile da
lavorare, fonde a T molto alta, e anche vicino al punto di
fusione è molto viscoso e difficile da affinare. In
laboratorio si usa come vetro ad aumentata trasparenza agli
UV (è quarzo amorfo).
Poi ci sono i fondenti : ossidi di natura basica, in primis
di sodio e potassio (fondenti forti, ma che se presenti da
soli e a alte dosi, creano vetri solubili in acqua !),
secondariamente calcio, piombo, bario e metalli bivalenti,
che sono fondenti moderati, che restituiscono insolubilità
al materiale. Gli ossidi di metalli più pesanti (piombo,
stagno, bario) incrementano molto l'indice di rifrazione.
Anche il rutilo ha questa caratteristica, ma si può
considerare un vetrificante, non un fondente.
Il resto è di norma impurezza da gestire (ad es. se è
colorata va sbiancata otticamente)
> per cui va considerato rifiuto non differenziabile.
>
> Lei ignora che il cristallo è vetro al 99,9 per cento
non essendo un singolo composto, questa definizione non ha
nessuna consistenza concettuale. I vetri coprono infinite
sfumature di composizione, non sono composti stechiometrici
: gli unici dati utili sono al limite tabelle con l'analisi
centesimale, al netto dell'ossigeno
> con piccole percentuali metalliche come il piombo
uhm, il piombo presente nel vetro non è metallico.
Inizialmente è aggiunto come ossido, e dopo la fusione si
trova in forme di svariati silicati parzialmente ionici.
Ad ogni modo il piombo contenuto nel vetro è assolutamente
non dilavabile in tempi umani, a meno di non sottoporre il
vetro a trattamenti estremamente drastici ad hoc per
solubilizzarlo appositamente.
E' a tutti gli effetti un piombo inerte come e più del
solfuro di piombo
> e considerato che il vetro viene riciclato con i metalli,
viene RACCOLTO al limite insieme ai metalli, ma poi lavorato
separatamente. LA filiera dei vetri e quelle metallurgiche
sono totalmente distinte
> come le bottiglie assieme ai tappi, non capisco perché anche il cristallo non debba essere recuperato.
può esserlo, ma non è detto che convenga. Di sicuro non
esiste il problema piombo da fonte cristallo come può
esistere nel riciclare batterie al piombo/acido solforico
(con elettrolita fortemente inquinante) o batterie al cadmio
etc.
Puoi macinare del cristallo al piombo anche molto ricco in
piombo, mettertelo nella zuppa e mangiarlo, e non assorbirai
piombo.
La "vetrificazione" è tra le forme di inertizzazione su
tempi geologici più sicura, tant'è vero che è ritenuta
idonea persino per sigillare radioisotopi (una tecnologia
francese) di inertizzazione.
Poi niente è eterno : in tempi geologici, dai silicati
sodio, potassio, e anche piombo, vengono molto lentamente
dilavati (caolinizzazione), ma la lentezza della
degradazione garantisce l'impossibilità di raggiungere
concentrazioni significative di ioni solubili rilasciati.
Il problema della gestione dei cristalli separatamente, è
che andrebbero differenziati anche tra loro, in base a
densità e indice di rifrazione, per avere un recupero
completo. E non è tecnicamente agevole fare questo (oltre a
costare troppo per i benefici).
Un po' di piombo che finisce nel vetro normale, di solito è
considerato migliorativo (aumenta la brillantezza), ma non
ha nessun effetto collaterale.
Poi chiaramente dove serve vetro con particolari
performance, viene creato vergine da zero, o cmq analizzando
in continuo la composizione media di eventuali frazioni di
riciclo, e dosando polveri vergini (sabbia, carbonato di
sodio, sbiancanti) in modo da far rientrare la mistura nei
range previsti.
Stessa cosa che si fa coi cementi : le materie prime di
varie origini vengono analizzate a campione e corrette al
volo prima di entrare in forno.
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1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)