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Aboubakar e la raccolta fondi per il Natale dei bimbi del ghetto.

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Nov 22, 2022, 2:14:38 PM11/22/22
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La raccolta fruttò 16.000 euro

La Caritas lo sconfessa: “Qui non ci sono minorenni”

Aboubakar e la raccolta fondi per il Natale dei bimbi del ghetto. La
Caritas lo sconfessa: “Qui non ci sono minorenni”

Intervista a don Andrea Pupilla, direttore dell'ente a San Severo: "Non
serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari
costruisce una carriera politica, soprattutto quando c'è anche un po' di
incoerenza"

"Le lavoratrici e i lavoratori braccianti dell'insediamento di Borgo
Mezzanone nelle campagne del foggiano vi ringraziano sentitamente perché
grazie alle vostre generose donazioni siamo riusciti nonostante
l'incendio a consegnare 200 regali ai bambini nati o cresciuti in questo
insediamento. Grazie per aver regalato felicità a queste piccole e
innocenti creature". Era il 29 dicembre dell'anno scorso quando, con
queste parole scritte su un post, dalla pagina della Lega Braccianti
l'onorevole Aboubakar Soumahoro annunciava la consegna dei doni ai bimbi
dei ghetti del foggiano. Un gesto per cui, tramite la piattaforma
Gofundme, ha raccolto da 555 donatori un totale di 16mila euro. E in
quell'occasione ha anche pubblicato un video, vestito da Babbo Natale,
in cui si vede quando arriva nell'insediamento di Borgo Mezzanone con un
furgone carico di regali e poi quando li distribuisce. Ma non si vedono
bambini. A Borgo Mezzanone infatti i bimbi sono pochissimi e a Torretta
Antonacci non ce n'è neppure uno.

In Puglia c'è chi sostiene che quell'iniziativa non sia stata altro che
uno spot e che nei due insediamenti l'attività dell'attuale deputato di
Alleanza Verdi e Sinistra presenterebbe diverse ombre. Don Andrea
Pupilla, direttore della Caritas di San Severo, lavora in quei luoghi da
15 anni con la Caritas e conferma che qualcosa nelle scorse festività
natalizie non è andata per il verso giusto.

Don Pupilla, l'onorevole Aboubakar Soumahoro si è fatto riprendere
mentre, vestito da Babbo Natale, portava i giocattoli ai bambini dopo
aver raccolto 16mila euro di donazioni. Su quell'iniziativa ci sono
diverse polemiche, perché?

"Non è un problema di fondi, su quello non entro nel merito. Le
polemiche ci sono state semplicemente perché nel ghetto di Torretta, e
dico anche fortunatamente, non ci sono bambini, solo uomini e poche
donne, mentre a Borgo Mezzanone, l'insediamento oggetto del video, i
bambini sono molto pochi. C'erano dunque ben pochi giocattoli da
distribuire non essendoci bambini a cui poterli donare".

Aboubakar Soumahoro, negli atti dell'inchiesta le rivolte dei migranti
scoppiate nei centri gestiti dalla moglie

Chi lavora in quei luoghi sostiene che quel video sia stato solo uno
spot e che vi sono state però vicende gravi a Torretta Antonacci, con
tanto di aggressioni nei confronti di chi voleva entrare
nell'insediamento e portare degli aiuti.

"Ci sono stati problemi e li abbiamo avuti anche noi con alcune persone
che facevano riferimento prima a Usb e poi a Lega Braccianti. Ci hanno
impedito di fare corsi di italiano, scuola. Noi ci rechiamo a Torretta
Antonacci ogni settimana per ascoltare e aiutare persone".

Il cosiddetto gran ghetto, nelle campagne tra San Severo e Rignano
Garganico, dove Aboubakar Soumahoro era di casa e dove è diventato il
paladino dei braccianti, è davvero un luogo così difficile per chi fa
volontariato e ci sono stati davvero così tanti problemi con il gruppo
che faceva capo all'attuale deputato Soumahoro?

"In alcuni periodi sale la tensione, perché ci sono sempre personaggi
che vengono da fuori a fomentare gli animi. Parliamo, ci chiariamo e poi
si scatena di nuovo la tensione".

Dipende dunque tutto solo da alcuni facinorosi interni al ghetto?

"Il problema non sono quelle persone, che vivono lì nel degrado, ma
personaggi che vengono da fuori, che vengono appunto a fomentare gli
animi e magari ci costruiscono una carriera politica sopra".

Sembra stia parlando proprio di Soumahoro.

"Dico che davanti a fenomeni complessi non c'è bisogno di navigatori
solitari, ma di risposte corali. Le istituzioni hanno messo in campo
vari tentativi, anche con le foresterie. Va coinvolto chi vive nel
ghetto. Non serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie
e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c'è anche
un po' di incoerenza".

Vi siete mai confrontati con l'onorevole?

"Personalmente l'ho incontrato una sola volta, anni fa, quando era
ancora in Usb. Venne a pranzo con me e con il vescovo. Poi non c'è mai
stata la possibilità di interfacciarci. Tempo fa qui accusava tutte le
organizzazioni di fare business con la solidarietà e poi ora apprendiamo
che moglie e suocera sono impegnate in quel settore".

Su quel fronte le indagini sono in corso.

"Mi auguro infatti che le accuse non siano vere, ma ci vorrebbe comunque
un minimo di coerenza. Non puoi dire a tutti che il business della
solidarietà non va bene e poi ce l'hai a casa tua".
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