Jannuzzi continua: cerco di capire cosa avrebbe potuto scrivere (se non
l'ha già fatto). "Lei li ha definiti 'analfabeti'
(ed è per questo, la notizia è fresca di agenzia, che al Csm un paio di
magistrati, di quelli del cosidetto Movimento per la Giustizia, vogliono
mettere lui sotto inchiesta disciplinare)..."."Ho chiamato analfabeti il gip
e i pm. Se mi chiamano gli spiego perchè..." E intanto lo spiega a me:"Il
teorema dell'accusa contro di me mi collegava alla mafia secondo un canale
che cominciava dai mafiosi e finiva a Andreotti: il mafioso che cercava
l''aggiustamento' del processo si rivolgeva ai cugini Salvo che ne parlavano
con l'onorevole Salvo Lima che ne parlava con Andreotti che ne parlava a me.
Ma inizialmente Andreotti non era della partita. Quando Caselli e Lo Forte
volano in America per interrogare il famoso pentito Francesco Marino
Mannoia, questi non gli parla di Andreotti. I Salvo, secondo Mannoia, si
rivolgevano per arrivare a me a un loro parente, un magistrato venuto a Roma
in Cassazione, un certo Simone Corleo. Così hanno scritto quei valenti
inquirenti nella richiesta di rinvio a giudizio: Simone Corleo è il tramite
tra la mafia, i cugini Salvo e Carnevale. Mannoia fa in proposito agli
occhiuti segugi di Palermo un racconto colorito e suggestivo: questo
magistrato parente dei Salvo lui l'ha pure conosciuto e l'ha conosciuto a
Palermo quando era rinchiuso all'Ucciardone. Mannoia era in cella con un
certo Piero Lojacono e racconta che tutte le sere questo Corleo passeggiava
lungo le mura del carcere e si fermava sotto la finestre della loro cella
per salutare Lojacono.
Si diverte Corrado Carnevale a ripetere a memoria il racconto di Mannoia.
"Simone Corleo, chi era costui? Il nome non mi era nuovo, io ho la memoria
di ferro. Ricordo che da giovane studente universitario a Palermo passavo
quasi tutti i giorni per una traversa di via Libertà che era intitolata a un
tale 'Simone Corleo,filosofo'. Anche se per aver avuta dedicata una strada
già in quegli anni doveva essere morto prima del 1948 ( la fine degli anni
Quaranta è l'epoca dei miei studi all'Università); per scrupolo vado ad
indagare: in effetti si trattava di un professore di filosofia morale morto
nel 1885, non poteva essere stato a Roma in Cassazione con me. Mi faccio
allora portare i ruoli di anzianità della magistratura e li consulto andando
a ritroso negli anni e trovo il nome di un magistrato Simone Corleo che
compare per l'ultima volta nel 1970, anno in cui è andato in pensione. Io
sono diventato presidente di sezione e sono stato assegnato alla prima
sezione penale nel 1983, tredici anni dopo: come faceva Simone Corleo ad
avvicinarmi?
Carnevale anticipa la mia domanda:"E se mi avesse avvicinato quando era già
in pensione? E' difficile, se è andato in pensione nel 70, nel 1983 e negli
anni seguenti doveva avere più di ottanta anni, ma non è impossibile. Vado a
cercare la scheda biografica, e scopro che, nato a Salemi nel 1900(come la
mia povera mamma, e meno male che è morta prima di vedere questo strazio)
Simone Corleo è morto nel 1981, due anni prima che io fossi in grado di
rendermi utile alla mafia. E se, come mi fu facile controllare, Mannoia era
stato all'Ucciardone in cella con Lojacono dall'ottobre dell'81 all'aprile
dell'82, chi è che andava tutte le sere sotto la sua finestra: il fantasma
del povero Simone Corleo?".
A voi le considerazioni!
L'intervista continua e domani proverò a postarne ancora una parte.
E avrà risposta anche Enigma Italiano!
--
mustang
> Chi ha avuto la pazienza di leggermi fino alla fine ci siamo lasciati su
> Jannuzzi che ha chiaramente l'impressione che Carnevale possa già aver
> scritto e conservato memorie con capi di imputazione verso la procura di
> Palermo.
> A voi le considerazioni!
> L'intervista continua e domani proverò a postarne ancora una parte.
> E avrà risposta anche Enigma Italiano!
Mustang tanto per far capire che losco figuro e' Jannuzzi ti riporto il
testo di un suo articolo che ho postato alcuni mesi fa.
Lino Jannuzzi cosi' scriveva il 29 ottobre 1991 su "Il Giornale di Napoli"
in un articolo intitolato "Cosa nostra uno e due":
"Giovanni Falcone e Gianni De Gennaro sono i candidati favoriti
rispettivamente della DNA e della DIA...E' una coppia la cui strategia,
passati i primi momenti di ubriacatura per il pentitismo e per i maxi
processi ha approdato
al piu' completo fallimento: sono Falcone e De Gennaro , e non il povero
Barreca, ultimo arrivato, (che aveva concesso, all'epoca dell'articolo, gli
arresti domiciliari a Pietro Vernego che poi si era dato alla fuga) o i
medici
dell'ospedale di Palermo, i maggiori responsabili della debacle dello Stato
di dì fronte alla mafia. ma non e' questo il punto. Se i "politici" sono
disposti ad affidare agli sconfitti di Palermo la gestione nazionale della
piu' grave
emergenza della nostra vita e', almeno entro certi limiti affare loro. Ma
l'affare comincia a diventare pericoloso per noi tutti: da oggi , o da
domani, quando si arrivasse a queste nomine, dovremo guardarci da due "cosa
nostra", quella che ha la cupola a Palermo, e quella che sta per insediarsi
a Roma. E sara' prudente tenere a portata di mano il passaporto".
Come vedi Jannuzzi e Carnevale Dio li fa e poi l'accoppia.
Che ti devo dire, se per te questi due rappresentano il modo giusto di fare
la lotta alla mafia usero' le stesse parole di Jannuzzi:
"E sara' prudente tenere a portata di mano il passaporto".
--
mustang
"Enigma Italiano" <gf...@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:8ifb7g$llb$1...@diesel.cu.mi.it...
Jannuzzi è, anche, quello che si è fatto un po' di galera per aver indagato,
da giornalista, sul Piano Solo. Su Falcone aveva le sue idee, come le
avevano tanti altri che oggi si strappano le vesti ogni volta che si nomina
il giudice. E, poi, non mi sembra che uno diventi spregevole solo perché non
considerava Falcone il non plus ultra nella lotta contro la mafia. Idea
sbagliata, forse, ma legittima (oppure abbiamo sostituito Falcone a
Garibaldi?).
> Jannuzzi è, anche, quello che si è fatto un po' di galera per aver
indagato,
> da giornalista, sul Piano Solo. Su Falcone aveva le sue idee, come le
> avevano tanti altri che oggi si strappano le vesti ogni volta che si
nomina
> il giudice. E, poi, non mi sembra che uno diventi spregevole solo perché
non
> considerava Falcone il non plus ultra nella lotta contro la mafia. Idea
> sbagliata, forse, ma legittima (oppure abbiamo sostituito Falcone a
> Garibaldi?).
In realta' l'ipocrisia di Jannuzzi sta proprio in questo; quando Falcone era
vivo era membro di una cupola giudiziaria con De Gennaro, da morto viene
portato ad esempio per contrapporlo a Caselli.
I giudizi di jannuzzi sono strumentali alla propaganda del momento.
Anch'io sostengo che Ernesto ragiona(si fa per dire) meglio di Silvio B. Ma
questo non sposta di una virgola il mio giudizio su entrambi.