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uranio impoverito

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maria grazia barbieri

unread,
Jan 13, 2001, 6:06:26 PM1/13/01
to
dichiarazione congiunta del prof. Bruno fedi-primario
anatomo-patologo-coordinatore nazionale del crcssa(centro ricerca cancro
senza sperimentazione animale)- membro direttivo LIMAV e OIPA- e maria
grazia barbieri-partito radicale
il rapporto tra proiettili con punta d’uranio ed i casi di linfoma fra i
nostri soldati è un problema di non facile soluzione che-probabilmente
riconosce più fattori carcinogenetici-l’uranio è un elemento con 92
elettroni per atomo.radioattivo(bequerel 1896)-viene usato non solo per
proiettili-ma- per il suo alto numero atomico-anche per schermature di
apparecchiature per usi pacifici- le radiazioni dell’uranio- di tipo alfa-
non superano i 4 cm- così che la sua pericolosità è modesta e facilmente
evitabile-le sue polveri però sono pericolose perché inalabili e
ingeribili-ciò che conta sono le modalità di contatto- dunque-per esempio-
la durata dell’esposizione alle radiazioni- comunque sia l’uranio ha
proprietà mutagene- cioè può essre cancerogenetico-tutto questo spiega
perché alcune persone abbiano tenuto senza danno frammenti di proiettili-
come souvenir- per anni –mentre altri si sono ammalati. Essendo l’uranio
dotato di proprietà mutagene- non si deve dimenticare che:

le mutazioni anche minime possono essere l’inizio di un processo
cancerogenetico
nelle zone bombardate si è formata polvere contenente uranio
gli esseri umani(ed anche non umani) non sono esposti ad un solo fattore
carcinogenetico-bensì a molti- spesso contemporaneamente
gli effetti dei vari fattori sopradetti non si sommano bensì si MOLTIPLICANO
i fattori identicati per i soldati italiani per i soldati italiani sono
stati – oltre l’uranio alcuni derivati del benzene usati per pulire le
armi(spesso senza proteziani)- per ammissione degli stessi soldati:

i metalli pesanti(hg) presenti nei vaccini-quest’ultimo fatto è stato
dichiarato non scientificamente dimostrato nella trasmissione "porta a
porta" da un colonnello delle nostre forze armate-è invece un fatto
scientificamente certo che molte vaccinazioni diano una temporanea riduzione
delle nostre capacità immunitarie:ne è prova il fatto che in periodi di
epidemia NON CI SI VACCINA

dunque il fatto è notorio. Le caccinazioni multiple –in uso nell’
esercito-(anche quelle non sperimentali!)-certamente riducono –almeno
temporaneamente- le capacità immunitarie- in grado e per una durata
svariabile da caso a caso- a ciò si aggiunge il fatto che la giusta diagnosi
per i nostri militari non è stata fatta immediatamente;uno dei militari è
stato dimesso con diagnosi di IPERTIROIDISMO- è però innegabile che la
malattia sia esplosa durante il servizio militare e che questi soldati siano
stati più o meno intensamente in contatto con uno o più cancerogeni-per
motivi di servizio-negare dunque il rapporto tra causa –effetto cioè fra
contatto con sostanze sicuramente cancerogene ed i linfomi comparsi in
questi soldati significa negare fatti certi per sostituirli con semplici
supposizioni considerando queste ultime alla stregua di certezze . le
vaccinazioni dei militari sono un aspetto speciale del problema – è ormai
univocamente ammesso che- per curare qualunque persona sia necessario il suo
CONSENSO INFORMATO- per i VACCINI invece- si procede d’autorità- non solo
per i militari ma anche per i civili- nonostante il malessere-la febbre-la
deboleza ed altri aspetti manifesti o non soggettivamentemanifesti – che
possono verificarsi

ai nostri militari non risulta che qualcuno abbia chiesto se esistevano
incompatibilità,allergie o altro-non si può dunque negare il rapporto di
causa.effetto fra contatto con sostanze SICURAMENTE cancerogene e la
malattia susseguente.dunque non si può negare che la malattia sia insorta
per cause di servizio .per tutti gli altri aspetti del problema sono
necessari:

moratoria nell’uso dell’uranio
modalità diverse per le vaccinazioni e per l’uso di sostanze mutagene nelle
varie attività dei soldati
più accurate e frequenti indagini cliniche
bruno fedi


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