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Cambiamenti di Facebook

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Nio

unread,
Sep 25, 2011, 12:55:00 AM9/25/11
to
Se Facebook ci stesse usando?
24 settembre 2011 23:10

di Douglas Rushkoff*

Angoscia e stupore. Sono questi i sentimenti che accompagnano gli utenti
di Facebook ad ogni cambiamento della pagina del social network. Ma
quello che forse non tutti sanno è che non è per il fatto che non
paghiamo che non possiamo ritenerci dei consumatori.
Consideriamo i cambi. Fino ad oggi sulla homepage di ogni profilo
compariva una lunga lista di “updates”, aggiornamenti da amici, gruppi e
società con cui si è stretta amicizia. Senza distinzione tra link serie
e quelli più stupidi e i messaggi personali degli altri utenti.
Invece, negli ultimi aggiornamenti l’elenco è cambiato, distinguendo tra
“top stories”, ovvero quelle che Facebook ritiene prioritarie per noi e
le altre in ordine cronologico. Naturalmente le “top stories” sono
scelte in base a un calcolo, fatto dai gestori, di quello che ogni
utente ritiene importante in basa a comportamenti passati, alla
abitudini e alle pagine più frequentemente visitate.

Non solo. Con la nuova applicazione Timeline Facbook permette di vedere
tutto quello che capita agli altri in tempo reale, un po’ come con
Twitter o con la barra “Ultim’ora” della CNN. Insomma, un modo per dare
la priorità a chi davvero vi è amico rispetto alla lunga lista di “amici
su Facebbok”, come i vecchi compagni di scuola mai rivisti ma ai quali
sembra scortese rifiutare l’amicizia. Insomma, se sul social network
tutti sono amici di tutti è anche necessario distinguere i gradi di
questo rapporti.

Ecco però cosa non va in queste innovazioni: esse disturbano gli utenti.
Già perché chi naviga su Facebook è una persona pigra, forse con un
concetto superficiale di amicizia, di certo con molto tempo libero. Ecco
che se ci si deve adattare ai cambiamenti la cosa diventa
improvvisamente complicata e stressante.

Ma proprio qui sta il punto. Se ci fermiamo e riflettiamo, infatti,
possiamo capire come non siamo affatto i clienti del signor Zuckerberg.
Anzi. Facebook non si pone come obiettivo quello di aiutare Jonnhy, per
fare un nome a caso, a interagire meglio con i suoi amici. Al contrario
tutto ruota attorno a come guadagnare dai contatti di Jonnhy. Le precise
annotazioni sulle amicizie, i link e le connessioni di Jonnhy, infatti,
non sono che la merce di scambio tra l’azienda e i suoi veri
consumatori, ovvero tutte le altre aziende che mettono le loro
pubblicità e i loro messaggi sul social network.

Così, non stupisce nemmeno la scarsa stima che gli utenti di Facebook
hanno per Mark Zuckerberg. Nulla a che vedere con il carismatico Steve
Jobs che per lunghi anni ha rappresentato al meglio la Apple. Il
ventisettenne californiano, invece, non convince mai fino in fondo. E
forse nemmeno lui si è reso conto che la sua fortuna dipende solo dal
fatto che centinaia di persone nel mondo non si sono ancora accorte che
su Faccbook non consumatori, ma solo una merce di scambio.

*Teorico dei media e di comunicazione multimediale e digitale

Fonte:
http://www.nuovasocieta.it/inchieste/29226-se-facebook-ci-stesse-usando.html

GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 3:16:44 AM9/25/11
to
Sembra che Nio abbia detto :
> Se Facebook ci stesse usando?
> 24 settembre 2011 23:10
>
> di Douglas Rushkoff*
>
> Angoscia e stupore. Sono questi i sentimenti che accompagnano gli utenti di
> Facebook ad ogni cambiamento della pagina del social network. Ma quello che
> forse non tutti sanno è che non è per il fatto che non paghiamo che non
> possiamo ritenerci dei consumatori.

Io non ho mai aperto un profilo su facebook.
Mi sono perso qualcosa?

--

Giuseppe


Karl Merckx

unread,
Sep 25, 2011, 4:41:33 AM9/25/11
to
sei un komunista filo cinese? guarda che non ci hanno ancora censurato
fb fino ad' ora..;-)

--
orina et labora

GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 4:44:43 AM9/25/11
to
Karl Merckx ha spiegato il 25/09/2011 :

> On 25/09/2011 09:16, GiuseppeDini wrote:
>> Sembra che Nio abbia detto :
>>> Se Facebook ci stesse usando?
>>> 24 settembre 2011 23:10
>>>
>>> di Douglas Rushkoff*
>>>
>>> Angoscia e stupore. Sono questi i sentimenti che accompagnano gli
>>> utenti di Facebook ad ogni cambiamento della pagina del social
>>> network. Ma quello che forse non tutti sanno ᅵ che non ᅵ per il fatto

>>> che non paghiamo che non possiamo ritenerci dei consumatori.
>>
>> Io non ho mai aperto un profilo su facebook.
>> Mi sono perso qualcosa?
>>
> sei un komunista filo cinese? guarda che non ci hanno ancora censurato fb
> fino ad' ora..;-)

Ho provato a vedere come ᅵ fatto il sito, ma non mi attrae e non ho mai
capito il motivo del successo.
Ma probabilemente mi sbaglio io, perchᅵ se ha tutto questo successo un
motivo ci sarᅵ.

--

Giuseppe


Baku

unread,
Sep 25, 2011, 5:17:14 AM9/25/11
to
GiuseppeDini ha detto questo domenica :

> Ho provato a vedere come ᅵ fatto il sito, ma non mi attrae e non ho mai
> capito il motivo del successo.
> Ma probabilemente mi sbaglio io, perchᅵ se ha tutto questo successo un motivo
> ci sarᅵ.

Il successo? I motivi principali, imho, sono 2:
- La semplicitᅵ di uso. All'epoca c'era Myspace che spadroneggiava, ma
era un social network pesantissimo da caricare (ci volevano pc
piuttosto nuovi) e soprattutto da configurare. Facebook ha il suo
template fisso e uguale per tutti, ed anche il piᅵ ignorante di
computer dopo 30 minuti che lo usa ᅵ giᅵ in grado di orientarsi senza
difficoltᅵ
- La scomparsa dell'anonimato. Sembra banale, ma fino ad allora sulle
chat, sui forum, e sugli altri social network si erano sempre usati dei
nick. Il fatto di iscriversi con il proprio nome e cognome ha
comportato una serie di conseguenze fondamentali per il suo successo.
Infatti la prima cosa che si fa quando ci si iscrive ᅵ andare alla
ricerca dei vecchi amici di infanzia, gli ex compagni di scuola, ex
fidanzate/i di cui si sono perse le tracce da anni. Un effetto amarcord
potentissimo

--
Dove trovarmi sul web: il mio blog Bakuizm http://tinyurl.com/4xws3e8
Google+ http://tinyurl.com/3pms2y8
Facebook http://tinyurl.com/3kmxpvk
Twitter http://tinyurl.com/3b586xo


GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 5:27:06 AM9/25/11
to
Dopo dura riflessione, Baku ha scritto :

> GiuseppeDini ha detto questo domenica :
>
>> Ho provato a vedere come ᅵ fatto il sito, ma non mi attrae e non ho mai
>> capito il motivo del successo.
>> Ma probabilemente mi sbaglio io, perchᅵ se ha tutto questo successo un
>> motivo ci sarᅵ.
>
> Il successo? I motivi principali, imho, sono 2:
> - La semplicitᅵ di uso. All'epoca c'era Myspace che spadroneggiava, ma era un
> social network pesantissimo da caricare (ci volevano pc piuttosto nuovi) e
> soprattutto da configurare. Facebook ha il suo template fisso e uguale per
> tutti, ed anche il piᅵ ignorante di computer dopo 30 minuti che lo usa ᅵ giᅵ
> in grado di orientarsi senza difficoltᅵ
> - La scomparsa dell'anonimato. Sembra banale, ma fino ad allora sulle chat,
> sui forum, e sugli altri social network si erano sempre usati dei nick. Il
> fatto di iscriversi con il proprio nome e cognome ha comportato una serie di
> conseguenze fondamentali per il suo successo. Infatti la prima cosa che si fa
> quando ci si iscrive ᅵ andare alla ricerca dei vecchi amici di infanzia, gli
> ex compagni di scuola, ex fidanzate/i di cui si sono perse le tracce da anni.
> Un effetto amarcord potentissimo

Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale,
sembra proprio poverina.
In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno puᅵ scrivere sulla
pagina dell'utente.
Mi perdo qualcosa io?

--

Giuseppe


Baku

unread,
Sep 25, 2011, 5:50:21 AM9/25/11
to
GiuseppeDini ha pensato forte :

> Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale, sembra
> proprio poverina.
> In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno puᅵ scrivere sulla pagina
> dell'utente.
> Mi perdo qualcosa io?

Ha una sua chat per comunicare con gli amici online, ma ha sempre
funzionato malissimo. Non ti so dire se l'hanno migliorata perchᅵ l'ho
sempre usata pochissimo e ormai da quasi un annetto su FB ci sto
pochissimo.
Comunque la sua peculiaritᅵ non ᅵ mai stata la comunicazione, ma farsi
i cazzi degli amici spulciando le loro foto e leggendo quello che
facevano, anche perchᅵ all'inizio quasi tutti tenevano i profili
pubblici. Poi si ᅵ capito che la cosa era pericolosa perchᅵ fidanzati/e
o mariti/mogli gelosi per non dire di datori di lavoro, spulciando le
bacheche di Facebook venivano a conoscenza di fatti spiacevoli. E
allora si ᅵ cominciato a fare piᅵ attenzione alla privacy e a tenere i
profili privati. Solo negli ultimi giorni perᅵ Facebook ha copiato dal
nuovo Google+ un sistema intuitivo per condividere contenuti solo con
determinate persone, escludendo altri.
Comunque, visto il numero di iscritti che ha, ᅵ normale che su FB ci
sia tantissimo cazzeggio e una girandola infinita di messaggi banali.
Dipende molto dalla qualitᅵ dei contatti che si hanno

Chiara

unread,
Sep 25, 2011, 7:03:32 AM9/25/11
to
Il Sun, 25 Sep 2011 11:50:21 +0200, Baku ha scritto:
>Poi si è capito che la cosa era pericolosa perché fidanzati/e

> o mariti/mogli gelosi per non dire di datori di lavoro, spulciando le
> bacheche di Facebook venivano a conoscenza di fatti spiacevoli. E allora
> si è cominciato a fare più attenzione alla privacy e a tenere i profili
> privati. Solo negli ultimi giorni però Facebook ha copiato dal nuovo

> Google+ un sistema intuitivo per condividere contenuti solo con
> determinate persone, escludendo altri.

Rimane però sempre qualcuno che sa tutto di tutti: Facebook stesso. Chi
gira per la rete, pseudo-anonimo o no, lascia un po' di informazioni su
di sé qua e la. Facebook, però, controlla questa informazione in maniera
*concentrata e asimmetrica*. Non è il villaggio globale, nel quale la
distribuzione dell'informazione è diffusa e simmetrica (tutti sanno tutto
di tutti). E' il Grande Fratello (nel senso di Orwell) globale: tutti
sanno qualcosa di tutti, ma uno solo sa tutto di tutti.

Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
anche perché dipende pesantemente dai javascripts. L'ho provato per un
po', per vedere com'era, e l'ho abbandonato, cancellandomi, in modo da
non apparire più fra i suoi prodotti.

.c.

GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 7:55:52 AM9/25/11
to
Sembra che Baku abbia detto :
>> Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale,
>> sembra proprio poverina.
>> In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno può scrivere sulla
>> pagina dell'utente.
>> Mi perdo qualcosa io?
>
> Ha una sua chat per comunicare con gli amici online, ma ha sempre funzionato
> malissimo. Non ti so dire se l'hanno migliorata perché l'ho sempre usata
> pochissimo e ormai da quasi un annetto su FB ci sto pochissimo.
> Comunque la sua peculiarità non è mai stata la comunicazione, ma farsi i
> cazzi degli amici spulciando le loro foto e leggendo quello che facevano,
> anche perché all'inizio quasi tutti tenevano i profili pubblici. Poi si è
> capito che la cosa era pericolosa perché fidanzati/e o mariti/mogli gelosi
> per non dire di datori di lavoro, spulciando le bacheche di Facebook venivano
> a conoscenza di fatti spiacevoli. E allora si è cominciato a fare più
> attenzione alla privacy e a tenere i profili privati. Solo negli ultimi
> giorni però Facebook ha copiato dal nuovo Google+ un sistema intuitivo per
> condividere contenuti solo con determinate persone, escludendo altri.
> Comunque, visto il numero di iscritti che ha, è normale che su FB ci sia
> tantissimo cazzeggio e una girandola infinita di messaggi banali. Dipende
> molto dalla qualità dei contatti che si hanno

Mi riferivo alla assoluta inconsistenza da un punto di vista tecnico.
A differenza di google che ha rivoluzionato internet con le sue idee
geniali, qua tecnicamente non c'è niente.
Al di là di questo, il prodotto continua a non attrarmi.
Grazie per le informazioni che mi hai fornito. Non credo che non
l'avessi capito, probabilmente non fa per me.

--

Giuseppe


Nio

unread,
Sep 25, 2011, 8:39:27 AM9/25/11
to
Il 25/09/2011 13.03, Chiara ha scritto:
........................

> Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
> anche perché dipende pesantemente dai javascripts.

Cos'è Tor ?

GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 9:06:08 AM9/25/11
to
Nio ci ha detto :

> Il 25/09/2011 13.03, Chiara ha scritto:
> ........................
>> Non a caso, Facebook ᅵ scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
>> anche perchᅵ dipende pesantemente dai javascripts.
>
> Cos'ᅵ Tor ?

un software che nasconde il proprio IP

--

Giuseppe


Chiara

unread,
Sep 25, 2011, 10:35:16 AM9/25/11
to
Il Sun, 25 Sep 2011 15:06:08 +0200, GiuseppeDini ha scritto:

> Nio ci ha detto :
>> Il 25/09/2011 13.03, Chiara ha scritto: ........................

>>> Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,
>>> anche perché dipende pesantemente dai javascripts.
>>
>> Cos'è Tor ?


>
> un software che nasconde il proprio IP

Fra le altre cose: https://www.torproject.org/

A noi, per ora, serve più che altro per proteggere la nostra privacy
dalle analisi di marketing. In regimi più autoritari, però, può salvare
delle vite.

Per capire che Facebook è molto più uno strumento di controllo che di
liberazione, basta provare ad usarlo con Tor...

.c.

Nio

unread,
Sep 25, 2011, 10:58:02 AM9/25/11
to
Il 25/09/2011 16.35, Chiara ha scritto:
.............................

>>> Cos'è Tor ?
>>
>> un software che nasconde il proprio IP
>
> Fra le altre cose: https://www.torproject.org/
>
> A noi, per ora, serve più che altro per proteggere la nostra privacy
> dalle analisi di marketing. In regimi più autoritari, però, può salvare
> delle vite.
>
> Per capire che Facebook è molto più uno strumento di controllo che di
> liberazione, basta provare ad usarlo con Tor...
>
La domanda che sento più comune è: perchè nascondere le propria identità
se uno non ha nulla da nascondere ?

Al di là dello spamming che affligge tutti noi, quello che non si riesce
a capire è il livello di rischio che si corre a venire profilati
profondamente.

Chiara

unread,
Sep 25, 2011, 2:26:23 PM9/25/11
to
Il Sun, 25 Sep 2011 16:58:02 +0200, Nio ha scritto:


> La domanda che sento più comune è: perchè nascondere le propria identità
> se uno non ha nulla da nascondere ?

Ecco qualche esempio non penale: una donna picchiata dal marito o un
ragazzo vittima di bullismo a scuola che cerchino consiglio in rete sono
meglio protetti dai loro persecutori facendolo da anonimi. Un lavoratore
dipendente può parlare di un problema generale della sua organizzazione
senza venir licenziato. E così via.

L'anonimato, per me, ha poi anche il pregio di farci concentrare sulle
idee. Possiamo imparare cose interessanti anche da persone che, se
conoscessimo, non degneremmo di uno sguardo o che non avvicineremmo mai
perché socialmente distanti da noi.

> Al di là dello spamming che affligge tutti noi, quello che non si riesce
> a capire è il livello di rischio che si corre a venire profilati
> profondamente.

Vedo un rischio non nell'essere profilati ma nell'esserlo in modo
*concentrato e asimmetrico*. Facebook, per chi lo usa come vorrebbero i
suoi amministratori, ha in mano i dati dettagliati delle vite di milioni
di persone. Possiamo davvero essere sicuri che in un futuro remoto e
incerto userà questi dati *solo* per affinare i target pubblicitari?

E' davvero benefico per la nostra consapevolezza del mondo che ci venga
fatto vedere solo quello che si presume ci piaccia, sulla base del nostro
profilo? Pare, per esempio, che le ricerche di Google siano
personalizzate secondo le abitudini di navigazione dell'utente, con un
effetto "bolla" che è stato descritto così:

http://dontbubble.us/

Di bolle ce ne sono già fin troppe nella cosiddetta vita reale...

.c.

BArrYZ

unread,
Sep 25, 2011, 2:45:56 PM9/25/11
to
* Chiara wrote, Il 25/09/2011 13:03:

> Non a caso, Facebook è scomodissimo e lentissimo se usato tramite Tor,

Se passi tramite TOR, benche' sia una cosa bellissima e utilissima,
qualsiasi cosa e' lentissima, almeno oggi e' cosi'. E questo soprattutto
perche' la gente che condivide la sua banda, e' ancora poca. Se piu'
gente usasse TOR, diventerebbe come il P2P, ovvero piu' condividi, piu'
vai veloce. Nella fattispecie io, per esempio, uso TOR *soprattutto*
quando mi collego sui siti web di aziende che offrono servizi gratuiti.

Il problema e' che mentre la gente sente la necessita' di scaricare giga
e giga di roba h24 che non vedra' o ascoltera' mai sul P2P, riguardo al
fatto, infinitamente piu' cruciale, di essere perennemente tracciati e
profilati da n aziende private, non gliene frega nulla, tanto e' vero
sistemi di profilazione massiva come l'idea rubata dal padroncino di
Facemerd (perche' l'idea e' stata letteralmente *rubata*, molti neanche
lo sanno, ma ci ha pure perso la causa in tribunale e ha pure pagato
ammettendo di aver rubato) ha successo nonostante i piu' sappiano di
regalare i *propri* dati personali (diretti e indiretti, aggregati e
non) ad aziende PRIVATE le quali traggono profitto (non solo economico)
da questa raccolta di informazioni.

Riguardo ai social network IMHO la grossa rivoluzione (soprattutto
riguardo al controllo dei propri dati sensibili) si potra' a avere con
cose come "Diaspora" ( https://joindiaspora.com/ ), dove non esiste piu'
un singolo *proprietario* dei dati, ma tutto e' *diffuso* tra gli utenti
stessi, che restano sempre loro i reali reali controllori/proprietari
(nel senso di averne il controllo sulla paternita'/diffusione,
soprattutto, piu' che sul puro possesso, che ormai e' una chimera) di
qualsiasi bit mettano online, come DEVE essere.

--
BArrYZ

BArrYZ

unread,
Sep 25, 2011, 2:50:08 PM9/25/11
to
* Chiara wrote, Il 25/09/2011 16:35:

> Per capire che Facebook è molto più uno strumento di controllo che di
> liberazione, basta provare ad usarlo con Tor...

Le performance navigando tramite TOR, in realta', sono indipendenti dal
*dove* uno navighi. Se vai piano con TOR e' perche' la rete di proxy
criptata che c'e' dietro, ha tante richieste,e molta poca banda a
dispoziione. Non e' una rete gerarchica: non e' che se navighi su
Facemerd vai piu' lento che non su altre parti del web. Le prestazioni
dipendono dai tuoi "shortcircuit" e dalla banda disponibile nella rete
TOR dove passi.

--
BArrYZ

@ccxgrewd.com Merdasecca

unread,
Sep 25, 2011, 2:52:31 PM9/25/11
to
Il 25/09/2011 06:55, Nio ha scritto:

Non e' californiano.

Chiara

unread,
Sep 25, 2011, 3:47:49 PM9/25/11
to
Certo. Mi spiego meglio: ho provato ad andare su Facebook con tor e
privoxy, con i javascript disattivati (per questo motivo: https://
www.torproject.org/torbutton/torbutton-faq.html.en#nojavascript) e altri
plugins per proteggere la privacy e l'ho trovato pressoché
inutilizzabile. Questo non mi succede in altri siti: www.repubblica.it,
per esempio, è irto di javascript e tracker, ma, a parità di condizioni,
ci navigo con una velocità accettabile.

Devo ammettere che non sono sforzata gran che di indagare se ci fosse un
modo per salvare la capra della privacy e i cavoli di Facebook - essendo
interessata ai medesimi solo per un provvisorio spirito sperimentale.
Però mi sembra abbastanza chiaro che FB non è pensato per rendere la vita
facile a chi è interessato alla privacy.

In generale, vale anche la pena di ricordare che si può offrire banda a
Tor in modo legalmente sicuro e senza troppi sacrifici, facendo soltanto
da bridge (https://www.torproject.org/docs/faq.html.en#RelayOrBridge) per
aiutare chi è sotto censura a raggiungere la sua rete.

.c.

Karl Merckx

unread,
Sep 25, 2011, 5:05:03 PM9/25/11
to
adesso provo a usare facebook in modalità di navigazione anonima con
fireprot

--
orina et labora

GiuseppeDini

unread,
Sep 25, 2011, 5:30:19 PM9/25/11
to
Chiara ha usato la sua tastiera per scrivere :
> Certo. Mi spiego meglio: ho provato ad andare su Facebook con tor e
> privoxy, con i javascript disattivati (per questo motivo: https://
> www.torproject.org/torbutton/torbutton-faq.html.en#nojavascript) e altri
> plugins per proteggere la privacy e l'ho trovato pressoché
> inutilizzabile. Questo non mi succede in altri siti: www.repubblica.it,
> per esempio, è irto di javascript e tracker, ma, a parità di condizioni,
> ci navigo con una velocità accettabile.

Perché pensi che disattivare i javascript protegga la privacy?

--

Giuseppe


BArrYZ

unread,
Sep 25, 2011, 5:50:02 PM9/25/11
to
* Chiara wrote, Il 25/09/2011 21:47:

> Certo. Mi spiego meglio: ho provato ad andare su Facebook con tor e
> privoxy, con i javascript disattivati (per questo motivo: https://
> www.torproject.org/torbutton/torbutton-faq.html.en#nojavascript) e altri
> plugins per proteggere la privacy e l'ho trovato pressoché
> inutilizzabile. Questo non mi succede in altri siti: www.repubblica.it,
> per esempio, è irto di javascript e tracker, ma, a parità di condizioni,
> ci navigo con una velocità accettabile.

Io per lo scambio socket uso polipo, non privoxy, ma ti posso dire con
quasi certezza che l'inutilizzabilita' e' dovuta ai blocca script del
tuo browser, non da TOR, che come ti dicevo non distingue tra Facemerd
(da ora in poi FM) o qualsiasi altro nodo sulla rete. Se e' lento, e'
lento ovunque.

> Devo ammettere che non sono sforzata gran che di indagare se ci fosse un
> modo per salvare la capra della privacy e i cavoli di Facebook - essendo
> interessata ai medesimi solo per un provvisorio spirito sperimentale.
> Però mi sembra abbastanza chiaro che FB non è pensato per rendere la vita
> facile a chi è interessato alla privacy.

In realta' non ci dovrebbero essere persone interessate o meno alla loro
privacy: e' chi fornisce i servizi, che *deve* tutelarla,
questo in praticamente tutte le legislazioni internazionali (con diverse
declinazioni, ovviamente).
FM formalmente lo fa, perche' infatti ha messo in campo vari specchietti
per le allodole (settaggi privacy dell'account) assolvendo, appunto solo
formalmente, a questo obbligo. Ma la sistematica, maniacale e totale
ricerca di dati sensibili e privati da raccogliere e profilare nei piu'
disparati modi, sono evidenti da molti altri elementi, uno tra tutti
quello per cui con i settings di default, un utente per vedere le cose
che pubblica un altro utente, deve prima identificarsi (ovvero
registrarsi, ovvero calare le braghe) per poterli vedere.
E qui sta il fatto diabolico: quella che apparentemente sembra tutela
della privacy, in realta' e' stata usata ad arte per aumentare la base
d'utenza e raccogliere ancora piu' dati sensibili!

> In generale, vale anche la pena di ricordare che si può offrire banda a
> Tor in modo legalmente sicuro e senza troppi sacrifici, facendo soltanto
> da bridge (https://www.torproject.org/docs/faq.html.en#RelayOrBridge) per
> aiutare chi è sotto censura a raggiungere la sua rete.

Nel momento in cui crei lo shortcircuit e usi TOR, diventi anche un
bridge, e' automatico, appunto come e' come il P2P in questo senso,
allocando piu' o meno banda, il concetto e' molto simile. Io alloco, da
anni, piu' o meno circa il 20% della mia banda, quando sono in idle.

--
BArrYZ


L

unread,
Sep 25, 2011, 7:34:25 PM9/25/11
to
Anche a me da fastidio facebook, ma i giovani usano quasi solo quello e
a me interessa navigare tutta la rete.

Il mio consiglio è farsi un account di fantasia e non dare notizie né di
sé e né dei propri amici, se si vuole mantenere la propria privacy.

Dalla mia esperienza si stanno riducendo le possibilità di spazi di
discussione su facebook e si sta trasformando in una chat, con le stesse
modalità di colloquio di twitter, più qualcosa per avere minisiti,
pagine fan, gruppi, ma con strumenti sempre più poveri per sbilanciare
le info verso chi le concentra.

Importantissimo replicare le basi di dati, poiché facebook si prende il
privilegio di estrometterti senza fornire spiegazioni, visto che c'è la
possibilità di "segnalarti".

Nel caso di gruppi importanti con necessità di maggiore privacy in
genere ci si sposta su i google groups.

Per la replica delle basi di dati disponibili a più utenti consiglio il
software di wikipedia che è gratis (wikimedia).

BArrYZ

unread,
Sep 25, 2011, 8:21:26 PM9/25/11
to
* L wrote, Il 26/09/2011 01:34:

> Anche a me da fastidio facebook, ma i giovani usano quasi solo quello e
> a me interessa navigare tutta la rete.

Il (per me molto grave) problema (tra i tantissimi) e' che ormai i
social network stanno letteralmente *diseducando* i giovani ad usare la
posta elettronica.

Io conosco gente che (anche per lavoro) ormai comunica con gli altri
solo con la sua merdosa bacheca sui social network o tutt'al piu' con il
suo cellulare; in pratica o li chiami al telefono o apri una chat. Non
scrivono lettere, non sanno articolare frasi, non riescono a leggere
(perche' perdono immediatamente l'attenzione) cose piu' di lunghe di
qualche riga se non ci sono immagini o video incapsulati in qualche
modo. La casella di posta ce l'hanno (gli e' servita per iscriversi, di
solito ne hanno alcune decine), ma non la controllano mai perche' spesso
neanche si riescono a ricordare la password con cui l'hanno aperta e/o
non sanno o non gli va di recuperla.

Questo e' un *grande* problema introdotto dai social network, IMHO, e
noto che il fenomeno (ma la definirei proprio deriva) e' in crescita
quasi esponenziale presso i giovanissimi.

> Il mio consiglio è farsi un account di fantasia e non dare notizie né di
> sé e né dei propri amici, se si vuole mantenere la propria privacy.

Consiglio un po' vano e ampiamente previsto da chi ha progettato questi
network: a loro non interessa affatto il tuo nome e cognome, o la
verdicita' del singolo dato nella cella i-esima dei loro immensi
database. A loro interessano proprio i tuoi link, ovvero quanti gradi di
separazione ci sono tra determinati cluster di persone che loro possono
aggregare nei modi piu' disparati, quello e' il dato che gli fa fare i
soldi. In pratica anche se tu scrivi di chiamarti pippo, poi pero'
chiedi l'amicizia ai tuoi *veri* amici, e quindi si crea un network di
cose reali intorno a te. Ecco: quello e' cio' che interessa a chi poi fa
marketing o deve aggregare dati sensibili da vendere a terzi, non se
qualcuno non dice la verita' al 100%.

> Importantissimo replicare le basi di dati, poiché facebook si prende il
> privilegio di estrometterti senza fornire spiegazioni, visto che c'è la
> possibilità di "segnalarti".

Questo vale per *qualsiasi* servizio offerto (apparentemente) gratis da
una qualsiasi societa' privata nata per fare profitti.

> Nel caso di gruppi importanti con necessità di maggiore privacy in
> genere ci si sposta su i google groups.

Mejo me sento...

> Per la replica delle basi di dati disponibili a più utenti consiglio il
> software di wikipedia che è gratis (wikimedia).

Wikipedia (gestito da Wikimedia foundation) e' una fondazione senza
scopo di lucro (che non vuol dire "gratis"), semmai. Wiki e' il
software, Wikipedia e' un progetto web per usare il software wiki e
creare una enciclopedia basata sui contributi volontari delle persone.

Detto questo, il problema della censura, della democrazia, della
partecipazione digitale e degli spazi liberi in rete, esiste paro paro
anche su cose come Wikipedia, solo con meccanismi e manifestazioni
diverse. Quindi non e' *replicando* li' che risolvi i problemi del
controllo.

La soluzione piu' alternativa a tutto cio' esiste, e si basa sul
decentramento e la creazioni di reti *non* gerarchiche, ovvero sul
modello delle reti P2P.

--
BArrYZ

K'Ehleyr

unread,
Sep 26, 2011, 2:05:12 AM9/26/11
to
Nel boschetto della mia fantasia c'č un fottio di animaletti un po'
matti, uno di loro Chiara, ha scritto:

> Perň mi sembra abbastanza chiaro che FB non č pensato per rendere la vita
> facile a chi č interessato alla privacy.

FB mette il naso negli affari che tu vuoi condividere, la mia privacy č
protetta da me, non da FB, dal gestore di servizi o dalla grande G...
--
I wish to be cremated. One tenth of my ashes shall be given to my agent,
as written in our contract.
G. Marx

L

unread,
Sep 26, 2011, 3:40:29 AM9/26/11
to
Il 26/09/2011 02:21, BArrYZ ha scritto:

> La soluzione piu' alternativa a tutto cio' esiste, e si basa sul
> decentramento e la creazioni di reti *non* gerarchiche, ovvero sul
> modello delle reti P2P.

La soluzione -permettimi di parlare con franchezza- non è rifare il
mondo, ma usare quello che c'è + un epsilon che si chiama introdurre un
virus nel sistema che già va di suo come una intelligenza collettiva
chiunque certi la fase di dominanza.

1) il virus a cui mi riferisco io è «l'attività del pensiero».

2) la soluzione alternativa è di non fidarsi di una sola piattaforma.

Sul punto numero 1 purtroppo vale quanto dicevi tu: le persone non sono
abituate ad articolare un ragionamento, ma non è detto che non si
vogliano estinguere come specie teoricamente «homo sapiens» (quindi ci
sono margini per una fascinazione a mostrare cosa può chiunque singolo o
collettivo usi il pensiero come capacità di cambiare la realtà).

Sul punto numero 2 ti porto la mia esperienza: ho seguito il No B Day
nel suo formarsi _prima_ del 5 dic 2009.

Fu un fenomeno di massa che confluì sì in una pagina nazionale che poi
migrò da Non B Day -> popolo viola, ma anche un fenomeno distribuito in
molte città italiane e all'estero.

Una delle prime cose che feci io è replicare i link su cui collegarmi
alle pagine di facebook, o sul web, che facevano riferimento alle varie
realtà locali (centinaia di link).

In breve si osservò la seguente dinamica: Vi fu la scalata a chi doveva
controllare la pagina nazionale (circa 500 mila persone), creatosi il
gruppo di controllo tale gruppo fu contattato da chi aveva il denaro per
organizzare le manifestazioni (non un solo partito), e si proponevano
manifestazioni _senza_ una preventiva discussione nella base e poi
votare su una proposta condivisa.

Parallelamente le città che perdevano capacità di farsi ascoltare
crearono una rete viola alternativa al popolo viola, che volle chiamarsi
-appunto- rete viola (tuttoggi sono in lotta, tranne rare eccezioni,
come è la mia posizione che tende a unire tutte le forze democratiche
nella logica di "ubi major minor cessat").

La pagina nazionale reagì cominciando a *cancellare i link* alle città
ribelli (dalla pagina nazionale stessa: a tuttoggi li ha cancellati
_tutti_).

Solo il fatto che io abbia salvato i link permise che dalla spaccatura
nessuno dei due fenomeni soccombesse, anche se io sono attualmente
estromesso dalla base di dati (come amministratore) che avevo creato!

Che è questa wiki qui:
http://www.violaverso.org/w/index.php?title=Rete_di_Reti_Viola_%28iper-link-orizzontale%29

E quindi sono migrato su una altra wiki realizzata da zero da me che è
questa wiki qui:
http://www.partito-viola.it/wiki/index.php?title=Rete_di_Reti_Viola_%28iper-link-orizzontale%29

Che ho anche replicato su piattaforma joomla:
http://www.sei-v.it/index.php?option=com_content&view=article&id=185&Itemid=72

E anche su blog, etc.

Al 30 settembre 2011 facebook ha annunciato di volere archiviare i
vecchi gruppi e modificare la impostazione e probabilmente molti dati
andranno perduti.

Sta cercando di vedere di sfoltire i fenomeni verso un maggior controllo
ed epurare tutti i nick name che non sono reali poiché dovrebbero
reiscriversi.

Cambierà -penso- altri parametri e il concetto di cambiare in
continuazione i parametri è oggi un fatto normale anche se compri un
computer nuovo che ti arriva a casa con il software scaduto e che
-secondo loro- devi aggiornare in continuazione.

Raramente io aggiorno il software se non annualmente, e/o quando decido io.

Il nuovismo ha una sua dinamica di metterti nella possibilità di essere
controllato da chi scarica nel tuo pc.

Vi sono dei problemi di sicurezza nazionale dal fatto che i sistemi
operativi dello stato sono con softare diverso da open source.

In ogni caso il fenomeno serve anche a saturare le risorse e a dovere
presto comprare una nuova macchina per essere condizionato a un continuo
spendere per cose nuove, quando invece basterebbero 2 GB compreso il
sistema operativo a leggere la posta, i newgroups, avere un software per
leggere foto e skype etc (con 2GB avevo due sistemi operativi su uno
stesso pc nel 2000). Oggi ho due terabyte e se non avessi una gestione
accorta della memoria andrei rapidamente in esaurimento delle risorse.

L'ultima è che con i fenomeni della "nuvola" la nostra posta e il nostro
software non risiederanno più in locale ma su chi ci da spazio
(teoricamente) gratis di memoria.

Quindi ribadisco che il fenomeno dell'impossessarsi di tutte le basi di
dati è un fatto strategico, ma da combattere grazie a

a) la multiplazione delle basi di dati

b) con la gestione dissimile in base alla "sensibilità" della info
(una base di dati di dati sensibili va criptata e con pw di accesso
gestita su più macchine non accessibili dalla rete).

Vi sono quindi due spinte opposte:

i) Quella a mettere insieme i dati e le esperienze.

ii) Quella a isolare i dati e le esperienze.

Sono tutte e due importanti e irrinunciabili così come il linguaggio
-storicamente- tende alla possibilità di essere tradotto in automatico
per essere disponibile a tutti, e -dall'altro verso- tende a scendere
nela criptazione per preservare dati sensibili.

Che il fenomeno delle informazioni riservate sia un grosso problema lo
testimonia il fatto che non tutte le info possono essere messe in rete
per problemi almeno di sicurezza.

Che con la scusa della sicurezza si nascondano dati che dovrebbero
essere pubblici è l'altra faccia della medaglia.

Ne viene fuori un problema di teoria del controllo che non è banale.

Nel caso della max diffusione di dati non sensibili è la rete neurale
che è garanzia di impossibilità di una gestione verticale (leonina).

Nel caso del tentativo di lasciare riservati dati sensibili è la cross
correlazione delle attività di controllo che -secondo me- è la migliore
garanzia di attività di gestione ai fini di garantire il principio di
responsabilità volto alla gestione dei beni comuni a vantaggio di tutti.


Ciao!


Loreto van de Velde

unread,
Sep 26, 2011, 12:54:38 PM9/26/11
to
K'Ehleyr <keh...@yahoo.it> wrote:
>
>> Però mi sembra abbastanza chiaro che FB non è pensato per rendere la vita
>> facile a chi è interessato alla privacy.
>
> FB mette il naso negli affari che tu vuoi condividere, la mia privacy è
> protetta da me, non da FB, dal gestore di servizi o dalla grande G...

Bingo.

--
olé!

Loreto van de Velde

unread,
Sep 26, 2011, 12:54:38 PM9/26/11
to
BArrYZ <Earl...@Altern.org> wrote:
>
> Il (per me molto grave) problema (tra i tantissimi) e' che ormai i
> social network stanno letteralmente *diseducando* i giovani ad usare la
> posta elettronica.

Sentivo anni fa gli stessi discorsi su posta elettronica e le vere
lettere, oppure sulla posta elettronica e i rapporti sociali e lavorativi.
"Una volta era meglio" credo sia l'unica costante universale ormai rimasta.

>
> La soluzione piu' alternativa a tutto cio' esiste, e si basa sul
> decentramento e la creazioni di reti *non* gerarchiche, ovvero sul
> modello delle reti P2P.

Ottima soluzione ad un problema inesistente, imho. Cosa cacchio mi frega se
Facebook o Google tracciano le mie abitudini per fare soldi?
Se poi proprio ci tengo alla privacy ho infinite possibilità, compreso non
iscrivermi/usare i suddetti.

--
olé!

BArrYZ

unread,
Sep 26, 2011, 1:42:26 PM9/26/11
to
* Loreto van de Velde wrote, Il 26/09/2011 18:54:

> Sentivo anni fa gli stessi discorsi su posta elettronica e le vere
> lettere, oppure sulla posta elettronica e i rapporti sociali e lavorativi.
> "Una volta era meglio" credo sia l'unica costante universale ormai rimasta.

Ma assolutamente non e' la stessa cosa, e ti assicuro non sono un
nostalgico o un conservatore.

Qui non e' un problema di capacita' di linguaggio, ma proprio di
*opportunita* di comunicazione, che ormai si stanno assottigliando, e
non perche' certi meccanismi siano piu' efficienti (o cmq *migliori*
prendendo questa parola con le pinze), ma solo perche' sono in qualche
modo virali.

La posta elettronica in fondo ha solo traslato quella che era la
funzione della posta cartacea, in realta' i meccanismi interni sono
prevalentemente rimasti uguali (la parola scritta, appunto, nella forma
di una lettera).

Ma se appunto uno *non* scarica piu' la posta perche' certi servizi gli
sembrano piu' immediati (quando in realta' non lo sono, o meglio forse
lo sono solo apparentemente) se fruiti tramite quello che ti offre
un'azienda privata che offre lo stesso servizio (in esclusiva e senza
concorrenza) a qualche altro milione di utenti, accentrando su di se i
dati di *milioni* di persone e creando lock-in e conseguente effetto
virale, questo per me e', oggettivamente, un grande problema,
indipendentemente dal fatto che uno (il singolo) sia o meno iscritto o
che sia interessato particolarmente alla sua privacy.

>> La soluzione piu' alternativa a tutto cio' esiste, e si basa sul
>> decentramento e la creazioni di reti *non* gerarchiche, ovvero sul
>> modello delle reti P2P.
>
> Ottima soluzione ad un problema inesistente, imho. Cosa cacchio mi frega se
> Facebook o Google tracciano le mie abitudini per fare soldi?

Le *tue* abitudini (come le mie, o di chiunque altro), ripeto, nello
specifico non interessano proprio a nessuno, credimi. Quello che
interessa a chi progetta e gestisce i social network e' *aggregare* i
tuoi dati in relazione ad *altri* dati, di *altri* soggetti, e sui
grandi numeri. Il singolo interssa poco, cosi' come e' poco importante
l'intervallo di confidenza sui dati inseriti nei database. Quello che
conta e' la rete e le relazioni concettuali che si riescono a costruire
tra gli utenti. Queste relazioni infatti valgono oro, e sono
*puntualmente* usate contro di te (utente) senza che uno se ne accorga
minimamente, per il semplice fatto che viene attuata una asimmetria di
informazione tra il consumatore e le aziende (ovvero diventano
preponderanti i cosiddetti "effetti di ricchezza", che si studiano in
economia).

> Se poi proprio ci tengo alla privacy ho infinite possibilità, compreso non
> iscrivermi/usare i suddetti.

Ripeto, non e' un problema di scelta del singolo, qui, o cmq non solo.
Perche' alla fine, formalmente almeno, tutto sembra rimanere senza
vincoli, e quindi evviva il libero arbitrio, siamo salvi. Apparentemente.

Il problema e' che invece ci sono delle cose in tutti gli aspetti
relazionali (in natura, come nelle reti di qualsiasi tipo e dimensione)
dove una volta superata una certa massa critica, il singolo non conta
piu' un cazzo, anzi egli *segue* il resto della massa, volente o nolente.
Le reti a invarianza di scala hanno infinite proprieta' in questo senso,
e' le relazioni amicali, se registrate in rete da un singolo ente,
godono di queste proprieta', cosi' come il paradosso dei ricchi che
diventano sempre piu' ricchi, o, per rimanere ai giorni nostri, anche se
tu e io non votiamo Berlusconi, la massa poi se lo ritrova a da 15 anni
al governo.

Sono dinamiche con cui bisogna fare i conti, e che non si possono
liquidare dicendo "basta scegliere di non fare la cosa xyz, tanto
nessuno mi costringe". Purtroppo, non funziona cosi'.

I social network, IMHO, non sono un male in se'. Sono un male (grosso)
per come sono stat declinati fino ad oggi, ovvero dei servizi gestiti da
privati dediti al lucro, spacciati per gratuiti, che come controvalore
ottengono dati personali e sensibili, oltre, e soprattutto, a tanti
contenuti generati gratuitamente dagli utenti, di cui tra l'altro
restano sempre i proprietari, e questo senza la gente ne abbia una vera
coscienza.

--
BArrYZ

Karl Merckx

unread,
Sep 26, 2011, 2:31:51 PM9/26/11
to
Il 25/09/2011 20:26, Chiara ha scritto:
> Il Sun, 25 Sep 2011 16:58:02 +0200, Nio ha scritto:
>
>
>> La domanda che sento più comune è: perchè nascondere le propria identità
>> se uno non ha nulla da nascondere ?
> Ecco qualche esempio non penale: una donna picchiata dal marito o un
> ragazzo vittima di bullismo a scuola che cerchino consiglio in rete sono
> meglio protetti dai loro persecutori facendolo da anonimi. Un lavoratore
> dipendente può parlare di un problema generale della sua organizzazione
> senza venir licenziato. E così via.

a proposito di questo discorso: un'altra cosa importante che facebook ha
modificato negli ultimi mesi sono i messaggi della Chat.
essi non sono piu privati "usa e getta" e se non si cancellano essi
rimangono nella lista dei dialoghi come un log costante.
prima la chat si differenziava dai messaggi privati (quando funzionava
decisamente meglio), ma ora funziona talmente male che preferisco
seguire il dibattito come messaggi privati (infatti è quasi la stessa
cosa, però non sempre accade: mistero. basta avere cura di cancellare i
messaggi che rimangono loggati)
secondo me questa cosa accade perchè loro vogliono controllarci ancora
con piu puntiglio, mentre la chat precedente consentiva quell'anarchia e
privacy a mò delle chat line IRC.
ad ogni modo questa cosa non mi piace nulla. ma non avendo io nulla da
nascondere non ho problemi, ma per gli altri è sempre meglio cancellare
piu possibile..

frengo

unread,
Sep 26, 2011, 2:33:54 PM9/26/11
to
Il 25/09/2011 11:27, GiuseppeDini ha scritto:
> Dopo dura riflessione, Baku ha scritto :
>> GiuseppeDini ha detto questo domenica :

> Ma come piattaforma per comunicare, da un primo sguardo superficiale,
> sembra proprio poverina.
> In pratica vedo solo una lista di messaggi che uno può scrivere sulla
> pagina dell'utente.
> Mi perdo qualcosa io?
>
In verita' da qualche tempo (un mesetto) la chat di facebook e' skype.
L'interfaccia e' differente, ma il motore e' il medesimo.
Infatti ora si possono fare anche videochiamate, chiamate a voce,
conferenze etc.
In effetti tutte queste cose le stanno implementando man mano.

frengo

Karl Merckx

unread,
Sep 26, 2011, 2:53:04 PM9/26/11
to
Il 26/09/2011 09:40, L ha scritto:
>
> L'ultima è che con i fenomeni della "nuvola" la nostra posta e il
> nostro software non risiederanno più in locale ma su chi ci da spazio
> (teoricamente) gratis di memoria.
con la comune posta di google non c'è poi tanta differenza, per il fatto
che ho il viziaccio di non cancellare mai la posta dai server del bigG
in modo da poterla leggere da qualsiasi postazione a cui accedo.. quindi
cosi facendo anche se non c'è il sietema cloud ce lo creiamo noi per
nostra comodità!
ciao

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