Continuano indisturbate le azioni intimidatorie da parte di esponenti
dell'estrema destra. Questa volta contro il sindacato rappresentativo di
milioni di lavoratori
Dopo i falliti tentativi di mettersi alla testa delle mobilitazioni contro
il decreto Gelmini, viene lanciato ora un attacco in pieno linguaggio
fascista contro la Cgil. Un attacco alle istituzioni democratiche di
questo Paese.
Circa 40 militanti di Azione Studentesca hanno tentato di entrare nella
sede Cgil di via Leopoldo Serra, a Roma, che ospita le categorie di Flc,
Commercio, Filcams, Flai e Funzione Pubblica. Volantini offensivi e
striscioni provocatori diretti contro sindacalisti che hanno dovuto
respingere la tentata occupazione dei locali. Si tratta del secondo
episodio nel giro di pochi giorni, che sembra non allarmare le forze
dell'ordine, che sono sopraggiunte con una pattuglia solo dopo un'ora dal
verificarsi dei fatti. Quello che è accaduto a piazza Navona sembra non
essere stato sufficiente ad allertare le forze di pubblica sicurezza ad
intervenire contro la violenza squadrista.
Sempre stamattina una rappresentanza di militanti di Azione Giovani -
Azione Studentesca ha tenuto un presidio di protesta di fronte alla Camera
del Lavoro della Cgil in via Folonari a Brescia, esponendo uno striscione
con la scritta "Basta prof incompetenti, più poteri agli studenti". Tra i
presenti anche Andrea Ghezzi, vicecapogruppo in Loggia del PdL e dirigente
provinciale di Alleanza Nazionale.
Immediata la reazione da parte del segretario Guglielmo Epifani, nel corso
dell'assemblea dello Spi, «era già successo, non è la prima volta, ma ora
io dico basta con questi metodi squadristici». E mette in guardia dal non
sottovalutare simili episodi: «Non consentiremo che forme dirette o
indirette di violenza e sopraffazione possano vincere sulla forza delle
idee della ragione e della giustizia». Alla vigilia della manifestazione
degli universitari di domani, però, Epifani invita alla calma perché «solo
un movimento pacifico allarga i consensi e la storia che abbiamo alle
spalle ci insegna che dalla strada dell'illegalità non solo non se ne esce
ma fa diventare più deboli e vulnerabili». L'esortazione è a non accettare
provocazioni che sarebbero controproducenti. Tanto più per il fatto che
«c'è anche qualcuno che non vede l'ora che questo avvenga e io vorrei
evitare di dargli soddisfazione».
(13.11.08)
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