Il 02.02.2017 17.21, bramante ha scritto:
> Il 02/02/2017 17:04, RobertoA ha scritto:
>> Il 02/02/2017 14:25, Luca Menegotto ha scritto:
>>> Il giorno giovedì 2 febbraio 2017 09:44:22 UTC+1, RobertoA ha scritto:
>>>
>>>> Inzomma, mi servono un po' di ragioni ragionate per convincere i
>>>> clienti
>>>> piu' sregolati ad adeguarsi alla normalita'
>>>
>>> Io penso che, se qualifichi la cosa per quel che è - un furto - lo
>>> capiscono.
>>> Possono scegliere di farlo lo stesso, e tu, come professionista, puoi
>>> scegliere di non seguirli su questa strada (che, te lo dico subito, è
>>> MOLTO pericolosa per te).
>>
>> E grazie che "me l'hai detto subito"
>> In che senso e' pericolosa PER ME?
>> Se il cliente si scarica e usa pippocad che costa 5k euri, dici che
>> c'entro anch'io?
>>
>>
>>
>>
>
> faccio un ipotesi
>
> se il pc del cliente te lo sei portato al negozio o altro luogo
> imputabile a te.
>
> l'onere di dimostrare che il software pirata non è tuo o tua iniziativa
> l'installazione, nel momento in cui c'è un controllo da parte delle
> forze dell'ordine, penso che ricade su di te.
>
> anche perchè le forze dell'ordine sono venute nel tuo negozio.
>
> quindi se non puoi chiedere al cliente di portare le licenze del
> software in visione alle forze dell'ordine, penso che questi si rifanno
> su di te, aivoglia a spiegare che il pc non è tuo o non sei stato tu a
> "rivendere" software pirata.
E quale sarebbe l'habeas corpus? Che prove (certe) porteranno in
tribunale le forze dell'ordine? Hai voglia, a spiegare al giudice che
sul software pirata sono state trovate le impronte digitali del
riparatore, che di certo non ha ne' facolta' ed obblighi di fare controlli.
Sarebbe come inquisire un meccanico che sta riparando un automodile
usata per una rapina o rubata.