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Ingegneri che insegnano

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Carlo P.

unread,
Mar 13, 2003, 7:21:39 AM3/13/03
to
Ho visto che si è parlato molto dei titoli ingegneristici, e desidero porre
la domanda a chi ne saprà più di me che, tra l'altro, sono una matricola,
quindi ambisco solo a diventare ingegnere.
Con che modalità, se possibile, e per quali ingegneri è possibile insegnare
alle scuole superiori; e se si, in che scuole è possibile farlo?
Grazie per l'attenzione, Carlo.


Xam

unread,
Mar 13, 2003, 8:10:17 AM3/13/03
to

"Carlo P." <carlop...@inwind.it> ha scritto

Scusa ma...fare ingegneria per insegnare alle superiori, ho capito bene?

Xam

gigi

unread,
Mar 13, 2003, 10:41:50 AM3/13/03
to

beh..perché no?
che io sappia per l'insegnamento alle scuole superiori è necessaria una
scuola di specializzazione di due anni, mi sembra che si chiami "s.i.s.s." o
qualcosa del genere. è istituita da pochi anni (5?), per accedervi occorre
una laurea, e dovrebbero andare bene sia la vecchia laurea (di cinque anni)
che la nuova (di 3!). cmq forse mi sto sbagliando, e probabilmente le cose
stanno cambiando ulteriormente (sembra che la siss diventerà una specie di
laurea specialistica..).


--------------------------------
Inviato via http://usenet.libero.it

IaFdiL

unread,
Mar 13, 2003, 12:18:58 PM3/13/03
to
si, ma spesso gli insegnanti di matematica laureati in ingegneria sono
piuttosto mediocri..


"gigi" <gi...@gig.igt> ha scritto nel messaggio
news:141Z250Z2Z5Y10...@usenet.libero.it...

Xam

unread,
Mar 14, 2003, 6:29:46 AM3/14/03
to
gigi wrote:

> [...]


> > Scusa ma...fare ingegneria per insegnare alle superiori, ho capito bene?

> beh..perché no?
> che io sappia per l'insegnamento alle scuole superiori è necessaria una
> scuola di specializzazione di due anni, mi sembra che si chiami "s.i.s.s." o
> qualcosa del genere. è istituita da pochi anni (5?), per accedervi occorre
> una laurea, e dovrebbero andare bene sia la vecchia laurea (di cinque anni)
> che la nuova (di 3!). cmq forse mi sto sbagliando, e probabilmente le cose
> stanno cambiando ulteriormente (sembra che la siss diventerà una specie di
> laurea specialistica..).

Non intendevo in questo senso. Piu' che altro mi sembra abbastanza
riduttivo per un ingegnere andare ad insegnare ad una scuola secondaria.
Ed in effetti questa e' la fine che fanno i peggiori.

Xam


--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Jorge Luis

unread,
Mar 14, 2003, 7:19:11 AM3/14/03
to

Ciao, ho notato nelle altre risposte un tono di disprezzo che non mi e'
molto piaciuto.
Negli istituti tecnici gli ingegneri ricoprono evidentemente un ruolo
molto importante, in quanto insegnano tutte le materie piu'
caratterizzanti dal punto di vista della professione.

Inutile lamentarsi della scarsa qualita' dell'universita', se vi
arrivano studenti ignoranti e demotivati da tredici anni di sonnolenza
in classe.

Ancora di piu', inutile lamentarsi che le aziende assumano gli ingegneri
a fare "lavori da perito" se i periti non sanno un tubo e non possono
essere responsabilizzati piu' di tanto.

Quindi, insegnare bene alle superiori e' una cosa molto importante, ma
purtroppo gli stipendi bassi non la rendono molto appetibile.

Ovviamente sarebbe meglio e piu' sensato se il laureato in ingegneria
meccanica insegnasse solo materie di indirizzo (costruzioni, tecnologia
meccanica...) e idem per l'elettronico e per il civile e se, infine, si
lasciasse la matematica ai matematici e la fisica ai fisici (anche se siamo
in genere perfettamente competenti a riguardo).

Piccolo inciso:
molto piu' scandaloso e' che i matematici insegnino fisica al liceo
scientifico (di cui mediamente non sanno un tubo, specialmente come
metodo e atteggiamento verso la materia).

Un tempo la scuola superiore era anche un comodo stipendio fisso che
lasciava il pomeriggio libero per avviarsi all'attivita' professionale.

Questo oggi e' molto meno vero, perche' gli insegnanti perdono una
infinita' di ore in inutili riunioni collegiali (che siano inutili
lo si desume dalla qualita' della preparazione in costante calo).

Ciao

Jorge Luis

--
--
Truth is sacred; and if you tell the truth too often nobody will believe it.

artemis.alpeia

unread,
Mar 14, 2003, 9:26:36 AM3/14/03
to
"Xam" <syde...@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:b4sej6$k9r$1...@news.newsland.it...
> gigi wrote:

> Non intendevo in questo senso. Piu' che altro mi sembra abbastanza
> riduttivo per un ingegnere andare ad insegnare ad una scuola secondaria.
> Ed in effetti questa e' la fine che fanno i peggiori.

oltre ai fasti e agli onori di una roboante carriera, l'ingegnere e' anche
una missione. Personalmente ritengo che un ingegnere che contribuisce a
formare altri ingegneri validi, onesti e competenti sia altrettanto lodevole
di un ingegnere che applica le sue conoscenze nella realizzazione di
un'opera. Che poi mediamente alla gente non gliene freghi un cazzo degli
altri e pensi solo al proprio tornaconto in modo meschino e miope, e che gli
stipendi da insegnante sono miseri, questo e' un altro discorso.

--
artemis.alpeia


Ale55andro

unread,
Mar 14, 2003, 10:03:00 AM3/14/03
to
On Thu, 13 Mar 2003 13:21:39 +0100, "Carlo P."
<carlop...@inwind.it> wrote:


>Con che modalità, se possibile, e per quali ingegneri è possibile insegnare
>alle scuole superiori; e se si, in che scuole è possibile farlo?

Con la Riforma Moratti e lo smantellamento dell'istruzione
tecnico-professionale, le probabilita' sono praticamente nulle;
meglio laurearti in qualche scienza economica od umanistica:
ci saranno solo i licei come scuole e poi ci sara' l'avviamento a 13
anni: "scuole ghetto" per i fannulloni o per i ragazzi che hanno
difficolta' comportamentali ecc.

Ciao

Ale55andro

unread,
Mar 14, 2003, 10:06:45 AM3/14/03
to
On Fri, 14 Mar 2003 12:19:11 +0000 (UTC), Jorge Luis
<j...@myhostname.net> wrote:


>Ancora di piu', inutile lamentarsi che le aziende assumano gli ingegneri
>a fare "lavori da perito" se i periti non sanno un tubo e non possono
>essere responsabilizzati piu' di tanto.

Che i periti non sanno un tubo (attenzione all'articolo "i" )
e' una teoria tutta tua elaborata non so in quale mondo
lavorativo.

Personalmente, come perito, ho avuto a che fare con
laureati in ingegneria elettronica che non sapevano un tubo
di elettronica.


Jorge Luis

unread,
Mar 14, 2003, 10:29:28 AM3/14/03
to
In article <arr37vchhdr9rhmd9...@4ax.com>, Ale55andro wrote:
> On Fri, 14 Mar 2003 12:19:11 +0000 (UTC), Jorge Luis
><j...@myhostname.net> wrote:
>
>
>>Ancora di piu', inutile lamentarsi che le aziende assumano gli ingegneri
>>a fare "lavori da perito" se i periti non sanno un tubo e non possono
>>essere responsabilizzati piu' di tanto.
>
> Che i periti non sanno un tubo (attenzione all'articolo "i" )
> e' una teoria tutta tua elaborata non so in quale mondo
> lavorativo.
>

Non mi sono spiegato bene: intendevo dire: se per un ingegnere e' una
vergogna andare a insegnare alle superiori, ed e' un lavoro da lasciare
ai peggiori (come altri hanno sostenuto) i periti che imparano da questi
ingegneri ne escono appena appena mortificati...

In effetti era meglio l'articolo partitivo "dei periti non sanno un
tubo", ma nella mia testa pensavo: "se nessun ingegnere bravo insegna,
non ci saranno periti ben formati".

Io comunque ho lavorato con DEI periti che non avevano neanche idea
delle proiezioni ortogonali nel disegno tecnico (cosa che mi ha lasciato
allibito, ho sempre creduto che tutti i periti imparassero a disegnare
meglio di quanto si insegni a ingegneria).

Jorge Luis

unread,
Mar 14, 2003, 10:34:25 AM3/14/03
to
Come osservo' Prodi, forti scuole professionali legate al mondo del
lavoro hanno fatto la fortuna della Germania.

Adesso la formazione professionale e' abbandonata a scuole e corsi
regionali semisconosciuti che sono i ghetti di cui parli.

Gia' ora molti istituti tecnici si chiamano "licei tecnologici" in via
sperimentale, e gli ingegneri sono gli insegnanti piu' importanti, per
numero di ore e valore caratterizzante dei loro insegnamenti.

Con la riforma si chiameranno tutti cosi', non e' quello il problema.

Il degrado della scuola superiore e' iniziato purtroppo molto tempo fa,
e cambiare il nome alle scuole non migliora ne' peggiora lo stato delle
medesime.

La rovina e' la demagogia del "proibito bocciare", sia alle superiori
che all'universita'.

Streben

unread,
Mar 14, 2003, 2:05:32 PM3/14/03
to
> purtroppo gli stipendi bassi non la rendono molto appetibile.

Stipendi bassi????? L'insegnante alle superiori lavora si e no 20 ore a
settimana, fa le vacanze natalizie pasquali ed estive come tutti gli
studenti e credo percepisca uno stipendio sui 3 milioni al mese, e guai a
prospettare valutazioni sul loro operato. Hai visto le proteste di un paio
di anni fa? Considerando poi l'impegno mentale che un'insegnante ci deve
mettere per ripetere ogni anno sempre la solita pappardella, beh, a me
sembra un signor stipendio, specialmente paragonato a quelli che sento dare
oggi agli ingegneri per lavori molto più stressanti e carichi di ore.

> Piccolo inciso:
> molto piu' scandaloso e' che i matematici insegnino fisica al liceo
> scientifico (di cui mediamente non sanno un tubo, specialmente come
> metodo e atteggiamento verso la materia).

Pienamente d'accordo. E' anche vero che, nella mia limitata esperienza da
liceale, ho visto un numero incredibile di professori (quasi tutti) di
Fisica alle superiori, laureati in Fisica, che insegnavano la Fisica come ai
tempi di Aristotele...

Ciao,
Streben

Zefram Cochrane

unread,
Mar 15, 2003, 10:07:29 AM3/15/03
to
In the last exciting episode, Jorge Luis wrote:

>Adesso la formazione professionale e' abbandonata a scuole e corsi
>regionali semisconosciuti che sono i ghetti di cui parli.

Se tu chiedi ad un ragazzo di 13 anni cosa vuol fare da grande, è ovvio
che chi non ha i soldi sceglierà l'istruzione professionale, e solo chi
starà benino potrà pensare di fare 5 anni di liceo. E se non deciderà
lui, decideranno i suoi genitori per lui. E' una cosa del tutto ovvia,
solo che la demagogia berlusconiana deve dire che è una riforma a favore
dei poveri.

>Gia' ora molti istituti tecnici si chiamano "licei tecnologici" in via
>sperimentale, e gli ingegneri sono gli insegnanti piu' importanti, per
>numero di ore e valore caratterizzante dei loro insegnamenti.

Certo, e ci sarà la fila di ingegneri pronti ad insegnare nei licei
tecnologici. Ma facci il piacere.

--
"L'Italia è un interessante esempio di avanguardia teatrale" (Gore Vidal)
Per rispondermi, ricordati di togliere il nome del poeta.

Jorge Luis

unread,
Mar 17, 2003, 5:10:58 AM3/17/03
to
In article <0Kpca.13473$Lr4.3...@twister2.libero.it>, Streben wrote:
>> purtroppo gli stipendi bassi non la rendono molto appetibile.
>
> Stipendi bassi????? L'insegnante alle superiori lavora si e no 20 ore a
> settimana, fa le vacanze natalizie pasquali ed estive come tutti gli
> studenti e credo percepisca uno stipendio sui 3 milioni al mese, e guai a

Credi male.
Due milioni e tre a fine carriera, un milione e otto all'inizio.
Ovviamente le 20 ore sono in aula, ma devi metterci moltissimi pomeriggi
che se ne vanno in riunioni, anche per baggianate "progetto
accoglienza", "progetto orientamento", "porte aperte...".
Poi devi preparare le lezioni, preparare i testi dei compiti e
correggerli.

Non solo gli stipendi sono bassi, ma non c'e' prospettiva di crescita, e
questo si lega al tuo discorso sulla valutazione che invece condivido:
in azienda ti pagano anche con la speranza di fare carriera.
Non tutti ce la fanno, ma molti investono su questo, per qualcuno
l'investimento sara' buono, per altri no.

Ma se un ingegnere neoassunto guadagna quanto un insegnante neoassunto,
vorrei vedere quanti ingegneri a quarant'anni sono inchiodati su uno
stipendio intorno ai millecento euro.

Inoltre per gli statali non esiste neanche il concetto di straordinario
che -certamente sudando- ti arrotonda la busta paga.

>
> Pienamente d'accordo. E' anche vero che, nella mia limitata esperienza da
> liceale, ho visto un numero incredibile di professori (quasi tutti) di
> Fisica alle superiori, laureati in Fisica, che insegnavano la Fisica come ai
> tempi di Aristotele...

ULP!
Ti insegnavano che la forza e' proporzionale alla velocita'?? :o))

Jorge Luis

unread,
Mar 17, 2003, 5:20:08 AM3/17/03
to
In article <slrnb76e8b.r...@localhost.localdomain>, Zefram Cochrane wrote:
> In the last exciting episode, Jorge Luis wrote:
>
> Se tu chiedi ad un ragazzo di 13 anni cosa vuol fare da grande, è ovvio
> che chi non ha i soldi sceglierà l'istruzione professionale, e solo chi
> starà benino potrà pensare di fare 5 anni di liceo. E se non deciderà
> lui, decideranno i suoi genitori per lui. E' una cosa del tutto ovvia,
> solo che la demagogia berlusconiana deve dire che è una riforma a favore
> dei poveri.
>

Se uno e' *povero*, (magari perche' figlio di un insegnante :o( ) ha
piu' difficolta' e meno opportunita' di uno ricco.

Questo e' un dato di fatto, di cui possiamo dispiacerci o no (io mi
dispiaccio molto, anche perche' ricco non sono).

Se pero' questo vuol dire che dobbiamo fare tutti la stessa scuola,
cosi' siamo tutti uguali, il rimedio e' peggiore del male.

Saremo tutti ignoranti, l'ignorante-laureato ricco fara' il dirigente e
l'ignorante-laureato povero l'operaio.

L'unica speranza per il figlio del povero di stare meglio e' una scuola
realmente selettiva, che gli permetta di far valere (se le ha) le sue
doti personali.

>>Gia' ora molti istituti tecnici si chiamano "licei tecnologici" in via
>>sperimentale, e gli ingegneri sono gli insegnanti piu' importanti, per
>>numero di ore e valore caratterizzante dei loro insegnamenti.
>
> Certo, e ci sarà la fila di ingegneri pronti ad insegnare nei licei
> tecnologici. Ma facci il piacere.
>

Che c'entra? Stavo rispondendo alla presunta "distruzione" delle scuole
tecniche: cambiano solo nome.

Che poi molti o pochi ingegneri ci vogliano insegnare dipende da
tutt'altro. Secondo te e' colpa della Moratti???

Streben

unread,
Mar 17, 2003, 2:36:08 PM3/17/03
to
> Credi male.
> Due milioni e tre a fine carriera, un milione e otto all'inizio.
> Ovviamente le 20 ore sono in aula, ma devi metterci moltissimi pomeriggi
> che se ne vanno in riunioni, anche per baggianate "progetto
> accoglienza", "progetto orientamento", "porte aperte...".

Sarà anche che fanno queste riunioni, ma chiamarle lavoro vero e proprio...
E nel mio liceo ricordo che molti erano gli assenti. Comunque rimango
dell'idea che in rapporto stipendio/ ore di lavoro (senza contare la fatica)
l'insegnamento è uno dei lavori più remunerativi che ci sia. Puoi inoltre
svolgere un secondo lavoro, ad esempio da libero professionista (ho avuto
prof che facevano così, e molti si buttavano anche in politica) proprio
perchè hai molto tempo libero. E' inoltre un lavoro statale, sicuro a vita e
da lì non ti cacciano nemmeno se dici eresie pazzesche o sei riconosciuto
pazzo e uccidi tuo marito (è successo alla preside di un istituto nella mia
città).

> Poi devi preparare le lezioni, preparare i testi dei compiti e
> correggerli.

Vabbè, ma non sono mica lezioni o esami universitari! Molti prof di fisica e
matematica che conoscevo prendevano un libro di testo e copiavano gli
esercizi da darci al compito.

> Non solo gli stipendi sono bassi, ma non c'e' prospettiva di crescita, e
> questo si lega al tuo discorso sulla valutazione che invece condivido:
> in azienda ti pagano anche con la speranza di fare carriera.
> Non tutti ce la fanno, ma molti investono su questo, per qualcuno
> l'investimento sara' buono, per altri no.
>
> Ma se un ingegnere neoassunto guadagna quanto un insegnante neoassunto,
> vorrei vedere quanti ingegneri a quarant'anni sono inchiodati su uno
> stipendio intorno ai millecento euro.

Secondo me invece è l'insegnamento alle superiori è un buon punto di
partenza per percepire uno stipendio sicuro e svolgere in contemporaneo la
libera professione senza troppi patemi d'animo. Ovvio che comunque ci vuole
la propensione all'insegnamento.

> Inoltre per gli statali non esiste neanche il concetto di straordinario
> che -certamente sudando- ti arrotonda la busta paga.

Non è vero. Non so per gli insegnanti, ma mia madre alle Poste percepisce
gli straordinari se lavora di più di quanto dovuto da contratto. Cosa che
invece non leggo avvenire per il 90% degli ingegneri, o per lo meno nei
newsgroup leggo che gli straordinari non retribuiti sono la norma nel mondo
dell'ingegneria italiana.

> > Pienamente d'accordo. E' anche vero che, nella mia limitata esperienza
da
> > liceale, ho visto un numero incredibile di professori (quasi tutti) di
> > Fisica alle superiori, laureati in Fisica, che insegnavano la Fisica
come ai
> > tempi di Aristotele...
>
> ULP!
> Ti insegnavano che la forza e' proporzionale alla velocita'?? :o))

Magari :-) Mi hanno insegnato che la pietra scagliata dalla fionda con cui
Davide uccise Golia aveva una traiettoria radiale, poichè l'unica forza
presente una volta partita la pietra era quella centrifuga... Per non
parlare delle parabole che hanno gli asintoti. Guarda, te ne potrei
raccontare a iosa. E dire che 'sti tipi sono pure venerati perche sono
secondo loro riusciti ad "assemblare" un computer, alias attaccare 2 -3 cavi
al case...

Ciao,
Streben


Jorge Luis

unread,
Mar 18, 2003, 8:14:31 AM3/18/03
to
In article <Ispda.22572$Lr4.7...@twister2.libero.it>, Streben wrote:
>
> Sarà anche che fanno queste riunioni, ma chiamarle lavoro vero e proprio...
Chiaro, non e' "faticoso" nel senso del lavoro, ma e' un grande
smaronamento. Un po' come un camionista che perde il tempo in coda, il
commerciale che perde tempo per tenere "rapporti" col cliente...
L'impegno supera di molto le 18 ore (mia moglie insegna, ho conoscenza
diretta della situazione).
Che poi spaccare pietre sia piu' pesante, e' un altro conto.

> E nel mio liceo ricordo che molti erano gli assenti. Comunque rimango
> dell'idea che in rapporto stipendio/ ore di lavoro (senza contare la fatica)
> l'insegnamento è uno dei lavori più remunerativi che ci sia. Puoi inoltre

Ripeto: solo a livello di primo impiego. Col procedere della carriera,
si rimane decisamente poveri.
Inoltre non c'e' nessun tipo di benefit (mensa, auto, telefono...) per
nessuno e in nessuna fase della carriera.

> perchè hai molto tempo libero. E' inoltre un lavoro statale, sicuro a vita e
> da lì non ti cacciano nemmeno se dici eresie pazzesche o sei riconosciuto
> pazzo e uccidi tuo marito (è successo alla preside di un istituto nella mia
> città).

D'accordo: e' il vantaggio fondamentale.



> Non è vero. Non so per gli insegnanti, ma mia madre alle Poste percepisce
> gli straordinari se lavora di più di quanto dovuto da contratto. Cosa che
> invece non leggo avvenire per il 90% degli ingegneri, o per lo meno nei
> newsgroup leggo che gli straordinari non retribuiti sono la norma nel mondo
> dell'ingegneria italiana.

Ok, non sapevo delle Poste. Per gli insegnanti comunque e' fantascienza.
Quanto agl ing. nell'industria, il trattamento dipende da molte cose,
tra cui la dimensione dell'azienda in cui si lavora. Il 90% e' comunque
eccessivo.
In molte aziende (esperienza personale) lo straordinario non e' solo
pagato, ma deve essere "autorizzato" dal responsabile dell'ufficio, per
cui la norma e' andarsene quando e' ora. Essenzialmente, e' un problema
di mentalita' nell'azienda.


In ogni caso, l'insegnamento e' come altri lavori: ha alcuni aspetti
piu' appetibili, ma che sono veramente tali solo se il lavoro in se' ti
interessa.
Non hai lo stress del tempo di consegna della commessa o della linea che
si blocca creando danni, ma neppure la possibilita' di diventare un
dirigente, lavorare all'estero o metterti in proprio. (Tanto per fare
qualche esempio banale, ce ne sarebbero mille altri).
Di certo non e' un modo per arricchire senza lavorare.

Zefram Cochrane

unread,
Mar 22, 2003, 6:11:05 AM3/22/03
to
In the last exciting episode, Jorge Luis wrote:

>Se uno e' *povero*, (magari perche' figlio di un insegnante :o( ) ha
>piu' difficolta' e meno opportunita' di uno ricco.
>
>Questo e' un dato di fatto, di cui possiamo dispiacerci o no (io mi
>dispiaccio molto, anche perche' ricco non sono).
>
>Se pero' questo vuol dire che dobbiamo fare tutti la stessa scuola,
>cosi' siamo tutti uguali, il rimedio e' peggiore del male.

Ma è ulteriormente inaccettabile che la scuola accetti queste
differenze, invece di cercare di limitarle.

Inoltre non è solo una distinzione ricchi/poveri. Uno che fa subito una
scuola professionale non acquisirà quegli strumenti culturali che ne
faranno anche un buon cittadino, e questo riguarda tutti, io non voglio
vivere in un paese di pecoroni.

Jorge Luis

unread,
Mar 24, 2003, 3:49:03 AM3/24/03
to
In article <slrnb7o87j.1...@localhost.localdomain>, Zefram Cochrane wrote:
>>
>>Se pero' questo vuol dire che dobbiamo fare tutti la stessa scuola,
>>cosi' siamo tutti uguali, il rimedio e' peggiore del male.
>
> Ma è ulteriormente inaccettabile che la scuola accetti queste
> differenze, invece di cercare di limitarle.

Guarda, l'unico problema sarebbe dare attuazione al dettato
costituzionale, che garantisce l'accesso ai piu' alti gradi
dell'istruzione ai "capaci e meritevoli".

Se qualcuno non e' capace e/o meritevole, spendere le risorse di tutti
per tenerlo a scaldare un banco e alla fine dargli un titolo e' solo
buttare via le risorse sudate da chi lavora e paga le tasse.

In altre parole, se si vuole garantire una scuola gratuita e di qualita'
(come io voglio) bisogna selezionare (=bocciare).

Naturalmente questa e' solo la mia opinione che e' anche assolutamente
fuori moda e non condivisa dai piu', quindi non pretendo di "dimostrare"
che ho ragione solo io.

Ciao

Jorge Luis

Post scriptum:

>
> Inoltre non è solo una distinzione ricchi/poveri. Uno che fa subito una
> scuola professionale non acquisirà quegli strumenti culturali che ne
> faranno anche un buon cittadino, e questo riguarda tutti, io non voglio
> vivere in un paese di pecoroni.
>

gli strumenti culturali sono molto importanti, ma la democrazia vale
proprio perche' il mio voto e quello di un totale ignorante contano
uguale.
Se il problema fosse la cultura, una aristocrazia di scienziati e
intellettuali sarebbe un governo molto migliore e ci toglierebbe dall'impiccio
di dover votare.

Sono illusioni vecchie quanto l'uomo (vedi storia dell'antica grecia).

lorenzo puzzi

unread,
Mar 24, 2003, 5:59:40 AM3/24/03
to
> In altre parole, se si vuole garantire una scuola gratuita e di qualita'
> (come io voglio) bisogna selezionare (=bocciare).

Sacrosanto! Sia che la scuola sia gratuita, sia che sia a pagamento!
L'importante è la selezione!

Ciao

Lorenzo


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