Il 14/02/2023 19:30, Giorgio Pastore ha scritto:
> Il 14/02/23 18:58, Gennaro ha scritto:
> ....
>> > I contenuti possono certamente essere aggiornati, anche se il
>> bagaglio culturale complessivo è quello che maggiormente ci invidiano
>> gli altri modelli scolastici.
> Il discorso che i cinesi (o gli indiani) ci danno l'acqua va preso con
> le pinze. Lasciamo stare gli USA che hanno un sistema completamente
> diverso.
Ma come? E' da decenni che il sistema italiano sta prendendo a modello
quello USA soprattutto per l'aspetto docimologico ed uno dei fattori di
declino, secondo me, è stato anche questo, perché mentre lì i doveri
degli studenti(pochi ma precisi) sono rimasti saldi, qui sono diminuiti
a fronte di diritti sempre crescenti, fino all'ultimo di pretendere di
prendere decisioni insieme all'istituzione scolastica, su cosa poi, non
si è capito.
> Quello che risalta quando si confrontano sistemi scolastici
> europei è la pretenziosità di quello italiano quanto ad obiettivi, salvo
> poi contentarsi di molto meno di quanto scritto nei proclami formali.
>>Non fermiamoci ai risultati, ma al processo. Quando la scuola non era
dell'inclusione estrema come oggi, la selezione era seria e i risultati
c'erano. Oggi si è scambiato il diritto all'istruzione con il diritto
del traguardo ("formativo" lo chiamano loro) e quindi quasi tutti
arrivano al diploma, anche senza gli obiettivi minimi raggiunti.
Una scuola seria non regala un diploma a chi non ha raggiunto gli
obiettivi minimi. E se uno li ha raggiunti attraverso strumenti
dispensativi e compensativi, sul diploma va indicato, privacy o non
privacy, dato che è un documento legale.
Ed invece di recuperare una certa serietà nella valutazione e nel
comportamento degli allievi, che si fa? Si spendono milioni di prestito
del PNRR per evitare la dispersione scolastica in maniera indistinta.
A scuola gli alunni sono indisciplinati e continuano ad usare il
telefonino chattando e vedendo video su tiktok mentre i professori
spiegano e lo fanno in maniera imperterrita anche se ripresi?
Il ministro che aiuto dà? Emana una circolare che ricorda un'altra
circolare disattesa da anni, perché lui è contrario alle punizioni.
Come se ne esce?
>
> Le passerelle funzionano male in un sistema in cui se cambi tipo di
> scuola devi recuperare una quantità infinita di materie. Non escludo che
> in qualche caso funzionino ma è strutturalmente difficile poterlo fare
> con i vincoli del sistema italiano.
Il biennio di quasi tutte le superiori è strutturato in maniera
pressoché omogenea con qualche disciplina differente e quindi passare
da una scuola ad un'altra è di prassi entro i primi 2 anni.
E' normale che se uno si ricorda di aver sbagliato scuola in 5 superiore
e desidera il diploma di un altro indirizzo, dovrà sostenere esami
integrativi per quelle materie che proprio non conosce.
Un ragazzo che pretendesse di passare da ragioneria al classico
nell'ultimo anno scolastico, per avere quel diploma, perché non dovrebbe
sostenere degli esami integrativi in quelle materie che non ha mai
studiato come latino e greco? Per Italiano, matematica, fisica, scienze
ecc. invece no. Per queste discipline bisogna solo vedere se i programmi
svolti coincidono.
Non capisco il problema.
In generale il sistema italiano è
> strutturato in modo che se ci sono difficoltà raramente queste
> diminuiscono. E' una questione strutturale. Quando ho studiato io non
> esisteva il meccanismo di debiti e moduli. Un'interrogazione andava
> male? amen. Non dovevi portarti dietro un debito da colmare insieme a
> dover stare al passo con i nuovi argomenti. Se le lacune erano di base,
> finivi a ripetere l'anno. Se non lo erano recuperavi sugli argomenti
> successivi. Adesso i "debiti" scolastici assomigliano a quelli degli
> stati: una volta indebitato continuerai ad avere una palla al piede fino
> alla fine.
> Questa questione dei debiti è un'ipocrisia come il famoso "6 rosso"
inventato qualche decennio fa e poi fortunatamente abolito.
Così come quando escono i quadri non si può più scrivere "respinto" o
simili, ma bisogna nascondere la verità dietro un'anonima dicitura
burocratica.
Hai detto bene: una volta si bocciava ed amen.Uno se lo meritava e
pazienza. Ripeteva l'anno imparando dagli errori (propri).
Oggi è praticamente quasi impossibile bocciare se non cede l'alunno
stesso. Visto il meccanismo delle bocciature, il debito è più una rogna
per i docenti che per gli alunni.
Quelli continuano a non studiare o a studiare poco ed amen, l'onere di
dimostrare di aver fatto tutto il possibile per affascinare,
coinvolgere, bla bla bla gli alunni è dei docenti.
Non è questo allora un altro aspetto da risolvere invece di sostenere
che la scuola stressa gli alunni perché ci sono continue verifiche ed
interrogazioni come hanno lamentato mesi fa i rappresentanti degli
studenti a livello nazionale?
Alla fine siamo tutti d'accordo sul recupero della serietà della scuola
italiana, ma solo quando si parla dei figli degli altri.