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[RECE] Lisboa (marzo 2001) - 3/7

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Marco Zecchinelli

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Jul 11, 2001, 5:22:33 AM7/11/01
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Giovedì 29 marzo
Bella giornata di merda... mi sveglio tardi e Gorka ancora dorme, piove
che Dio la manda e ho fatto dei sogni assurdi, angosciosi, incredibili
ma con un significato fin troppo chiaro: il risultato è che mi sento più
stanco che se avessi vegliato tutta la notte. Manca anche l'acqua calda,
e dobbiamo aspettare un po' per farci la doccia. Visto che non possiamo
passeggiare per Lisboa sotto la pioggia, specie senza ombrello,
decidiamo di andare al Museo Gulbenkian: ma quando ci arriviamo, dopo
esserci bagnati abbastanza sotto le gocce che cadono, scopriamo che a
causa di alcuni lavori riaprirà soltanto a luglio. La pioggia continua a
venire e ad andare, poi per fortuna smette del tutto. Con una giornata
così, l'unica è andare a Belém per visitare i monumenti della zona:
arriviamo in Praça do Comercio, ma dobbiamo aspettare mezz'ora
l'elétrico 15, il tram che ci porterà fino al Mosteiro dos Jerónimos.
Alla fine, quando riusciamo ad arrivarci, è praticamente ora di pranzo:
ce ne andiamo in una piccola tasca, un ristorantino tipico, consigliato
dalla guida, dimenticandoci però di comprare dei pasteis de Belém. Si
chiama O Carvoeiro, in Rua Vieira Portuense; il prezzo è come al solito
basso, 2000 escudos ciascuno compresa la mancia per un buon piatto di
peixe espada grelhado e tutto il resto (pane, caffé, formaggio e olive,
acqua). Ci alziamo soddisfatti e attraversiamo Praça do Imperio per
entrare nel Mosteiro, in cui ci dividiamo visitandolo separatamente. Il
cielo intanto è tornato sgombro da nuvole, e la temperatura sale
gradevolmente nelle prime ore pomeridiane, a scaldare il cuore e a
rasserenare l'animo.
L'imponente facciata verso il fiume, secondo lo stile manuelino,
straborda di statue, cordoni, fiori, in un'orgia di decorazioni
architettoniche tale che il barocco sembri sobrio. Entrando, la luce che
filtra dalle vetrate è molto minore di quella che inonda il piazzale,
cosicché ci vuole qualche minuto per abituarsi. Una volta dentro, sembra
di essere in un specie di cripta altissima: tutte le nervature e i
costolati delle volte sono sporgenti e disegnano delle enormi ragnatele
sui soffitti curvi. I pochi, grandiosi pilastri che sorreggono la
costruzione sono istoriati con sculture per tutta la loro altezza, così
come gli archi e gli enormi finestroni, che sul lato destro ospitano
vetrate con magnifici disegni dai lucenti colori. Sul fondo, dietro
l'altare, c'è il Santissimo Sacramento, tutto in argento e circondato da
tombe nelle nicchie marmoree. Pannelli dipinti a colori vivacissimi
completano l'arredo della cappella. Girandosi verso l'ingresso, colpisce
il rosone sul fondo, che lascia entrare una grande luce; il transetto
destro e quello sinistro ospitano altre tombe e altari più piccoli.
Esco sul chiostro e la mia meraviglia è pari solo alla bellezza del
luogo: il cielo azzurro è inquadrato dalle guglie decorate, stranissima
cornice il cui colore e le cui forme ricordano quasi un enorme castello
di sabbia, realizzato con la maggior fantasia e immaginazione possibile.
Anche i corridoi del chiostro sono coperti da volte con costolati ben
visibili, e nello stesso modo è il refettorio: una grande sala
rettangolare, decorata da azulejos che rappresentano sui due lati lunghi
scene della vita di Giuseppe in Egitto (Antico Testamento), mentre sul
lato nord è raffigurato, vicino all'ingresso, il miracolo dei pani e dei
pesci (Nuovo Testamento) sotto un quadro di San Girolamo penitente; sul
fondo, sopra un grande camino, un altro quadro il cui soggetto è
l'Adorazione dei pastori.
Riesco dal refettorio e passeggio nel chiostro, incontrando una nicchia
in cui su un blocco di marmo c'è una frase di Pessoa che già conoscevo e
che amo molto:

"PARA SER GRANDE, sê inteiro; nada
teu exagera ou exclui.
Sê todo em cada coisa. Põe quanto és
no mínimo que fazes.
Assim em cada lago a lua toda
brilha, porque alta vive."
14.2.1933 - Ricardo Reis

"PER ESSERE GRANDE, sii intero; niente
di tuo esagera o escludi.
Sii tutto in ogni cosa. Poni quanto sei
nel minimo che fai.
Così in ogni lago la luna intera
brilla, perché alta vive."
14.2.1933 - Ricardo Reis

Il centro del chiostro, anche nel rumore dei lavori di restauro, con gli
ordinati vialetti di ghiaia che conducono alla piccola vasca rotonda, dà
un'impressione di serenità e di raccoglimento. Solo su un lato esterno
si possono ancora vedere i segni del tempo, che i restauratori stanno
pian piano togliendo ovunque: i particolari decorativi sono illeggibili
peril nero che li ricopre, e il colore delle pietre è troppo bianco,
sembra quasi freddo.
Nella sala capitolare, sul lato opposto al refettorio, si trova il
sarcofago con le spoglie di Alexandre Herculano, un'importante scrittore
portoghese di cui riporto alcuni versi incisi su un lato della tomba,
quello verso il crocifisso:

"Dormir? Só dorme o frio
cadaver, que não sente;
A alma võa e se abriga
aos pés do Omnipotente."

"Dormire? Soltanto dorme il freddo
cadavere, che non sente;
L'anima vola e si ripara
ai piedi dell'Onnipotente."

Dal chiostro si può salire fino al Coro della chiesa, in alto sopra le
navate: sembra di essere in volo su di un paesaggio meraviglioso,
sporgendosi da più di dieci metri verso il basso, mentre la folla
passeggia tra i banchi. Il coro vero e proprio, con i sedili in legno
che pare d'ebano, si trova sotto il rosone, e sopra ai posti per i
coristi ci sono quadri dei grandi Santi della tradizione cristiana. Un
crocifisso di legno a grandezza naturale guarda verso il coro e verso il
rosone, dalla balaustra, dando le spalle al grande altare.
Ripercorro i miei passi, tornando all'ingresso del chiostro, per
accedere alla parte superiore; la doppia rampa di scale che lo raggiunge
permette la vista di un affresco sulla volta, con quelli che credo siano
stati i simboli della casa regnante portoghese. Il cielo nel frattempo è
tornato a coprirsi, e noto che sotto una luce diversa il chiostro
superiore sembra privo di grazia, quasi pacchiano; tutte le porte che
danno accesso altrove sono chiuse, così raggiungo Gorka nella chiesa e
ci dirigiamo verso la Torre di Belém.
Attraversiamo il piazzale del Centro Esposizioni, moderno edificio di
fronte al Mosteiro, e dopo una camminata lungo il Tejo arriviamo alla
torre; in realtà non è che ci sia molto da vedere, ma il paesaggio vale
il costo del biglietto: il fiume è enorme e la vista sull'altra riva
bagnata dal sole è spettacolare: verdi colline, piccoli paesi e numerose
industrie molto lontane, mentre alle spalle del monumento si estende per
diversi chilometri Lisboa con i suoi quartieri. Torniamo in tram fino
alla Pensão, dove passo il resto del pomeriggio a scrivere cartoline e a
leggere, prima di uscire per la cena.
Ce ne andiamo in metro fino al Rossio, senza voglia di passeggiare per
la Baixa che sta chiudendo le ultime serrande, a mangiare in Rua do
Duque, al Restaurante Solar do Duque. L'arroz de camarão per me non è il
massimo, troppe erbe aromatiche nel brodino di cottura del pesce, ma a
Gorka piace da matti, e accompagnamo il piatto con un vinaccio bianco
della casa che veramente non vale nulla. Poi, dopo un leite-creme per
entrambi e un caffè, usciamo in cerca di qualche bar. Oltrepassata la
Chiesa do Carmo, spettrale e silenziosa, dalle cui finestre si scorge il
buco del tetto crollato e le arcate interne ancora in piedi, giriamo per
Rua Garrett, passiamo davanti alla statua di Pessoa al caffè "A
Brasileira", proseguendo oltre il Largo do Chiado, verso la Casa do fado
di ieri sera.
Il bar che avevamo notato la notte scorsa, pieno di ragazzi e ragazze,
ha la porta chiusa anche se dalle vetrate si riesce a scorgere qualcuno;
proviamo a suonare, ma nessuno ci apre. Passeggiamo quindi lungo Rua
Diario das Notícias, fino a che incontriamo un piccolo bar carino che si
chiama Tertulia: prezzi ragionevoli, ambiente molto informale e qualche
giovane. I bagni, che sono costretto ad usare subito, sono puliti,
spaziosi e oserei dire accoglienti: se chi aveva detto che si può
giudicare un locale anche solo dai servizi sanitari vedesse questi,
ammetterebbe che è un ottimo biglietto da visita. Finalmente, prima che
Gorka riparta domani, assaggiamo un bicchierino di Ginja: è eccellente,
piace ad entrambi e la gustiamo con tutto il piacere di rilassarci dopo
una giornata faticosa. La sensazione di caldo che raggiunge lo stomaco è
deliziosa, mentre lo stereo diffonde un jazz che non disturba la
conversazione. Consumo anche un succo di maracujá e una bottiglietta
d'acqua, poi usciamo a passeggiare qualche minuto tra Baixa e Chiado,
prima di tornare alla pensão.

...continua...
--
Marco Zecchinelli
http://members.xoom.it/marquito è il mio sito!!!!!!
ICQ# 45053188

-^°^--^°^--^°^--^°^--^°^--^°^--^°^-
"ogni volta che sento scendermi in cuore come un settembre piovigginoso
capisco che è ora di mettermi in mare. Io non fuggo da me stesso. Io
viaggio. Per approfondire il rapporto con me stesso"
Herman Melville - Moby Dick
-^°^--^°^--^°^--^°^--^°^--^°^--^°^-

Elisabetta

unread,
Jul 11, 2001, 11:04:35 AM7/11/01
to
All'inizio della navata sinistra della chiesa dos Jeronimos
non hai notato la tomba di Vasco de Gama?
Grande viaggiatore, lui! (Aveva scoperto la strada
per andare in India, via mare)

Invece nella stessa posizione, ma nella navata destra
c'è il monumento funebre a Luis de Camoes, poeta
del '500.

Mi ha colpito la tua osservazione sul fatto che questa
chiesa assomigli a una cripta altissima.
Hai proprio ragione, probabilmente è proprio
la forma del soffitto!

Elisabetta

Marco Zecchinelli

unread,
Jul 11, 2001, 1:12:48 PM7/11/01
to

Elisabetta wrote:

> All'inizio della navata sinistra della chiesa dos Jeronimos
> non hai notato la tomba di Vasco de Gama?
> Grande viaggiatore, lui! (Aveva scoperto la strada
> per andare in India, via mare)

no, mi sa proprio che non l'ho notato!!! :-(((

> Invece nella stessa posizione, ma nella navata destra
> c'è il monumento funebre a Luis de Camoes, poeta
> del '500.
>

Ecco, quello l'ho intravisto ma non sono riuscito a capire di chi
fosse...

> Mi ha colpito la tua osservazione sul fatto che questa
> chiesa assomigli a una cripta altissima.
> Hai proprio ragione, probabilmente è proprio
> la forma del soffitto!
>
> Elisabetta

Già... con quelle costolature sembra proprio di essere in una grotta,
più che a Lisbona!

Al Michelàs

unread,
Jul 13, 2001, 4:22:33 AM7/13/01
to
Il Wed, 11 Jul 2001 11:22:33 +0200, Marco Zecchinelli
<indian...@inwind.it> ha scritto:

>Giovedì 29 marzo
>Bella giornata di merda...

Eh, anche in vacanza ogni tanto succede...

> Visto che non possiamo
>passeggiare per Lisboa sotto la pioggia, specie senza ombrello,
>decidiamo di andare al Museo Gulbenkian: ma quando ci arriviamo, dopo
>esserci bagnati abbastanza sotto le gocce che cadono, scopriamo che a
>causa di alcuni lavori riaprirà soltanto a luglio.

Anche noi non abbiamo potuto visitarlo per lo stesso motivo :-((

> La pioggia continua a
>venire e ad andare, poi per fortuna smette del tutto. Con una giornata
>così, l'unica è andare a Belém per visitare i monumenti della zona:
>arriviamo in Praça do Comercio, ma dobbiamo aspettare mezz'ora
>l'elétrico 15, il tram che ci porterà fino al Mosteiro dos Jerónimos.

[CUT]


>Esco sul chiostro e la mia meraviglia è pari solo alla bellezza del
>luogo

E' vero: ho visitato il Mosteiro solo per pochi minuti ma mi ha dato
la sensazione di qualcosa di molto bello, il chiostro soprattutto!

>...continua...

Vai, Marco...

molto bella questa RECE!

Ciao,

Marco

--
http://members.xoom.it/macatel

Andrea Wyvern

unread,
Jul 14, 2001, 9:11:55 AM7/14/01
to
On Fri, 13 Jul 2001 08:22:33 GMT, Al Michelàs <mac...@libero.it>
wrote:


>> Visto che non possiamo
>>passeggiare per Lisboa sotto la pioggia, specie senza ombrello,
>>decidiamo di andare al Museo Gulbenkian: ma quando ci arriviamo, dopo
>>esserci bagnati abbastanza sotto le gocce che cadono, scopriamo che a
>>causa di alcuni lavori riaprirà soltanto a luglio.
>
>Anche noi non abbiamo potuto visitarlo per lo stesso motivo :-((


io invece l'ho visitato nel giugno del '99... è davvero molto bello!

(miii... quanto sono bastardo! ;-)))


Bye

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Andrea "Wyvern" Gaboardi

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