[parte 3]
Come promesso, ecco piu’ nel dettaglio la sequenza degli eventi.
Lo scorso 5 aprile sul sito della Ethics Commission della FIDE (che,
per la precisione, da qualche tempo si chiama Ethics & Disciplinary
Commission) e’ stata pubblicata la decisione sul caso classificato
come “case 10/2021”, istruito a dicembre del 2021 e riguardante un
reclamo avanzato nei confronti del Vice Presidente FIDE Nigel Short
dalla Federazione scacchistica delle Isole Vergini americane.
Il reclamo concerne una serie di fatti avvenuti alcune settimane
prima, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, durante una
visita nelle Isole Vergini americane da parte del GM Short nella sua
qualita’ di Vice Presidente FIDE.
Al termine delle indagini, i tre membri della Ethics Commission
incaricati hanno all’unanimita’ riconosciuto colpevole Short e
sanzionato il medesimo con un warning (un avvertimento).
Piu’ specificamente, Short e’ stato ritenuto colpevole di violazione
dell’art. 2.2.10 del Codice etico – quello vecchio - della FIDE
(“[…] eventi che facciano apparire il gioco degli scacchi, la FIDE
o le sue federazioni in una luce ingiustificatamente sfavorevole e
in tal modo ne danneggino la reputazione”) ed e’ stato “avvertito”
di non interferire indebitamente con la politica delle federazioni
affiliate nonche’ di assumersi la responsabilita’ di pronunciarsi
pubblicamente su materie pendenti dinanzi al Consiglio della FIDE.
Nel reclamo avanzato dalla Federazione scacchistica delle Isole
Vergini americane per mano della presidente si sostiene che “il Vice
Presidente della FIDE Nigel Short ha colluso con un gruppo rivale
per rovesciare la federazione o per provocarne la disaffiliazione
dalla FIDE, […] facendo dichiarazioni diffamatorie nei confronti
della federazione e dei suoi dirigenti in un programma radiofonico
pubblico [...]”.
Aggiungo subito che un ulteriore reclamo, avanzato da un’altra
persona nello stesso contesto e relativo a presunte accuse di
corruzione/concussione, e’ stato ritenuto non sufficientemente
provato ed e’ stato archiviato.
Qui di seguito riporto i passaggi piu’ significativi delle cinque
pagine del documento con la decisione della commissione: “il tour
[di Short] nei Caraibi sembra essere stato effettuato con buone
intenzioni […]”; “sebbene il mandato del viaggio non sia stato
specificamente delineato o esplicitamente autorizzato da parte della
FIDE, sembra che il rimborso da parte della FIDE delle spese sostenute
da Short suggerisca che il viaggio fosse approvato e riconosciuto
come ufficiale”; “se pure di natura ufficiale, il viaggio non e’ di
per se’ sufficiente per concludere che le azioni di Short nelle Isole
Vergini americane rientravano nei limiti ammissibili delle sue funzioni
di Vice Presidente della FIDE o in quelle per conto della FIDE”; “le
azioni di Short sono apparse di cattivo gusto”; “si ritiene che con
le sue azioni Short ha superato i limiti dei propri doveri in seno
alla FIDE, non mantenendo la neutralita’ e mostrando un eccesso di
zelo e un chiaro pregiudizio contro la presidente della Federazione
scacchistica delle Isole Vergini americane, Margaret Murphy, nonche’
dando l’impressione di voler minare la citata federazione”.
Nessuno da’ la notizia. Ne’ la FIDE, ne’ i siti Chess.com, Chess24 e
Chessbase (ossia i siti scacchistici di punta). Non una riga.
Passa un po’ di tempo e il 21 giugno sul sito della Ethics Commission
viene pubblicato un nuovo provvedimento, di diciotto pagine, sullo
stesso caso.
Si tratta di un documento con la decisione finale sul caso, dopo i
ricorsi presentati dalle due parti, entrambe rimaste insoddisfatte
della prima decisione.
A pronunciarsi in questa circostanza sono gli altri tre membri della
Commissione etica, e tra questi il presidente.
Nel documento viene precisato che entrambi i ricorsi sono divisi in
due parti e viene altresi’ precisato che “in data 23 aprile 2022 e’
pervenuta una dichiarazione del Presidente della FIDE, Sig. Dvorkovich,
a sostegno del ricorso di Nigel Short”.
Per quanto riguarda Short, questi nella prima parte del suo ricorso
ammette di aver posto, in un'intervista radiofonica in diretta, la
Federazione scacchistica delle Isole Vergini americane in una luce
sfavorevole, ma sostiene che i suoi commenti erano giustificabili,
poiche’ rispondenti a verita’, e che si trattava di valutazioni
espresse a una platea piu’ ampia nell’interesse pubblico di
smascherare delle irregolarita’; nella seconda parte Short sostiene
che in un caso come questo un approccio diplomatico avrebbe
portato a "risultati zero".
Per quanto riguarda il ricorso della Federazione scacchistica delle
Isole Vergini americane, un motivo d’impugnazione e’ sul merito della
condanna in primo grado a Short, e specificamente sul passaggio in cui
si scrive che Short aveva agito in buona fede e con l'intenzione di
adempiere ai doveri della FIDE (tra le argomentazioni a corredo ci si
chiede come si possa parlare di “missione conoscitiva in buona fede”
quando solo un lato della storia e’ stato considerato dal suddetto);
un altro motivo d’impugnazione riguarda la sanzione inflitta a Short,
ritenuta troppo blanda in considerazione del fatto che in passato il
medesimo era stato condannato, sempre in sede disciplinare, per una
violazione simile.
Dopo una lunga serie di valutazioni, la Commissione etica in seconda
istanza ha deciso all’unanimita’ di respingere in toto il ricorso di
Nigel Short e di ritenere valida l’individuazione della violazione
dell'articolo 2.2.10 riscontrata in prima istanza.
Un passaggio assai interessante del documento su tale punto e’ il
seguente: “E’ davvero sorprendente che la FIDE abbia consentito al
sig. Short di intraprendere la sua indagine-missione nelle Isole Vergini
americane stante il fatto che precedentemente il sig. Short era stato
un promotore di una delibera FIDE per la sospensione della Federazione
scacchistica delle Isole Vergini americane e stante la prova della
animosita’ esistente tra il signor Short e la signora Murphy; avrebbe
dovuto essere ovvio che l'obiettivita’ del sig. Short era compromessa
sin dall'inizio, prima ancora di mettere piede sul suolo delle Isole
Vergini americane”.
Per quanto riguarda il ricorso presentato dalla Federazione scacchistica
delle isole Vergini americane, la Commissione etica ha all’unanimita’
deciso di soprassedere sulla violazione commessa in passato da Short,
soprattutto in considerazione del fatto che si tratta di un fatto
avvenuto troppo lontano nel tempo (nel 2007) per poter essere tirato
in ballo, pero’ ha comunque ritenuto il provvedimento deciso in prima
istanza (un avvertimento) “una sanzione chiaramente inappropriata” e
ha aumentato la pena portandola a un ban di tre mesi.
Piu’ precisamente, il ban consiste in un divieto dall'agire come
funzionario della FIDE per un periodo di tre mesi, con totale
sospensione del provvedimento per un periodo di prova di due anni
(a determinate condizioni, specificate per esteso nel documento).
Tale decisione della Commissione etica e’ finale ed e’ impugnabile
solo dinanzi al Tribunale Arbitrale dello Sport entro un periodo
stabilito, fissato in ventuno giorni dalla data del provvedimento. A
proposito, i termini sono scaduti da oltre dieci giorni ma non si sa,
almeno credo, se Short abbia presentato o meno ricorso al TAS. Io
ho controllato il suo profilo Twitter - che e’ un po’ il suo “organo
di stampa” - e nulla ho trovato al riguardo).
Andiamo avanti.
Lo stesso giorno della pubblicazione della decisione finale sul suo
caso sul sito della Commissione etica, il 21 giugno, che cosa fa
Nigel? Pubblica un secco tweet con cui rende noto di aver annunciato
le sue dimissioni, con effetto immediato, da Vice Presidente FIDE!
Bene, pensate che Chess.com, Chess24 e Chessbase abbiano dato sui
loro siti queste notizie? Macche’. Niente di niente…
Niente sul provvedimento finale della FIDE Ethics Commission nei
confronti del Vice Presidente FIDE Nigel Short, niente sulle dimissioni
rassegnate da quest’ultimo.
L’unica traccia su quanto accaduto a partire dal provvedimento del
5 aprile della Ethics Commission e’ un comunicato pubblicato il
21 giugno dalla FIDE sul proprio sito.
In tale comunicato, a firma del presidente Dvorkovich, nulla si dice
pero’ circa il primo provvedimento della Commissione etica; ci si
limita a dare notizia delle dimissioni di Short dalla sua carica di
Vice Presidente, aggiungendo che queste probabilmente dipendono
dalla decisione (quella finale) della citata commissione.
Il tutto condito da un link al tweet di Short e da un link al
provvedimento finale della Ethics Commission. Punto.
Chiudo qui, ma coloro che volessero approfondire ulteriormente
possono farlo sul sito Chessdom, che sulle varie questioni qui
riportate ha prodotto una serie di ottimi articoli. Tra questi c’e’
anche una lunga intervista in due parti (7 e 15 luglio le date di
pubblicazione) a Margaret Murphy, presidente della Federazione
scacchistica delle Isole Vergini americane. Aggiungo solo tre cose
al volo, ricavate dai suddetti articoli: nella vicenda e’ entrata in
gioco anche la Fair Play Commission della FIDE, che ha declassato un
piccolo torneo (
https://chess-results.com/tnr631957.aspx ) organizzato
dalla Federazione scacchistica delle Isole Vergini americane (torneo a
suo tempo regolarmente registrato dalla FIDE, e da questa “supportato”)
e ha steso un rapporto sulle proprie indagini; "dopo essersi dimesso
Short ha continuato a pubblicare un gran numero di tweet [di dubbio
gusto, come minimo] attaccando la Murphy e la federazione dalla
medesima presieduta” nonche’ pubblicando persino notizie personali
e l’albero genealogico della Murphy; la Federazione scacchistica delle
Isole Vergini americane ha avviato un nuovo caso su Short, indirizzando
anche questo alla Ethics Commission della FIDE, con riferimento al
teste’ menzionato recente comportamento del medesimo.