Di ritorno dall'Elba verso Punta Ala, tramonto infuocato, mare dolce,
equipaggio sparpagliato a sonnecchiare sulla coperta.
Poco vento e quindi siamo costretti a dare motore. La randa e' issata solo
per dare un po' di stabilita'.. e poi non si sa mai.. magari ritorna il
vento.
Io sono al timone, e .. forse per godermi ancora appieno gli ultimi momenti
della vacanza tengo i giri quasi al minimo.
La barca procede dolcemente, quando all'improvviso sento il timone che si
blocca per un istante.. e poi uno .."..ssstenc.." metallico
... malgrado i cinque nodi di velocita', la barca fa a tempo ad effettuare
un paio di giri di valzer su se stessa evoluendo con grazia, prima che io
realizzi che uno dei frenelli del timone ha ceduto..
anche l'equipaggio che sonnecchiava al sole, di colpo ritrovatosi all'ombra
della randa si sveglia mugugnando..
il tutto si risolve con quella specie di tubo del cesso che e' la barra di
rispetto del timone: malgrado vento e mare praticamente assenti dobbiamo
pero' essere in due a manovrarla.
arriviamo in porto senza particolari problemi, e ad ormeggiare ci aiuta un
gommone del marina.
tutto sommato siamo quasi contenti: abbiamo almeno un paio di mesi di
argomenti da banchina assicurati, che ognuno di noi potra' condire con
particolari ad hoc.. per rendere il tutto piu' drammatico.
Circa un mesetto fa invece di ritorno dalle Porquerolles, abbiamo beccato un
bel vento fresco, sui 28 nodi con raffiche piu' intense e mare di
conseguenza.
La bella costa francese in alcuni momenti e' proprio vicina e
pericolosamente sottovento. Rifletto oggi che se in quella situazione il
timone avesse ceduto saremmo con buone probabilita' finiti a scogli, prima
ancora di trovare in fondo a qualche gavone scomodissimo l'eventuale barra
di rispetto. Certo sui Mentor mi hanno insegnato a manovrare senza timone..
ma li' la randa di mezzana fa il suo buon dovere..
questo per dire che situazioni che in astratto mi apparivano
sufficientemente sicure.. in presenza di un'avaria .. lo sarebbero state
assai meno. Basta un timone rotto, una randa che non scende.. o anche solo
un rollafiocco incattivato.. che le cose si fanno subito serie.
e'l naufragar m'e' dolce in questo mare.
i u g i n
> e'l naufragar m'e' dolce in questo mare.
Considero l'avaria al timone la seconda sfiga per importanza dopo la falla.
I timoni di rispetto sono duri e poco pratici, se avete lavorato in due con mare
piatto a motore figuriamoci cosa sarebbe accaduto con mare formato.
> Circa un mesetto fa invece di ritorno dalle Porquerolles
Porquerolles è un'isola, le isole sono di Hyeres
:-)
> Prendo spunto per chiedervi cosa fareste se invece di rompersi un frenello
> del timone a ruota si dovesse rompere o l'asse o la pala del timone
Imprecherei non poco.
Lo staesso traino diventa difficile senza pala.
Si tratta costruire un timone di fortuna, tanto per rendere più o meno
governabile la barca che senza la pala gira praticamente su se stessa.
Io proverei nel modo classico, tangone + paiolo (alternativa quei bei sotto
materassi in compensato).
Si tratta di collegare il tangone al paiolo (Ho sempre in barca trapano sega
rivettatrice e cassetta dei ferri) e fissare più o meno il tutto a poppa.
Poi bisogna anche usarli.
Con le barche in affitto dove non ti danno il tangone e non hai atrezzi è un
bel casino.
Ci sono poi persone che vanno in mare senza tangone (che può anche servire ad
altri scopi di emergenza), senza tormentina, senza atrezzi ma allora facciamoci
del male....
> Prendo spunto per chiedervi cosa fareste se invece di rompersi un frenello
> del timone a ruota si dovesse rompere o l'asse o la pala del timone che io
> ho a barra e quindi senza la scocciatura dei frenelli. Come farsi un
timone
> di emergenza?
Tangone e panchette del quadrato oppure tavola da pranzo.
Legate insieme ovviamente :-)
Almeno così consigliava Tabarly e penso lo abbia anche fatto un paio di
volte.
Spunto al quadrato: perchè si insiste sempre coi frenelli e i settori
e non si pensa ad un tipo di trasmissione a ingranaggi, con leveraggi
e barra rigida tra le due biellette ruota del timone / asse del timone.
Penso che il vecchio LionHeart utilizzasse un sistema simile, ma
poi non si è evoluto per la nautivca da diporto.
ciao
--
Lorenzo
<<< Landini 65F Lover & Driver (24,67@2400,15Km/h con moltiplicatore) >>>
<<YZ 250 "Consuma Troppo">>
<Grand Soleil 46.3 Dreamer - Vascadabagno Owner - B211 User>
> Spunto al quadrato: perché si insiste sempre coi frenelli e i settori
> e non si pensa ad un tipo di trasmissione a ingranaggi, con leveraggi
> e barra rigida tra le due biellette ruota del timone / asse del timone.
> Penso che il vecchio LionHeart utilizzasse un sistema simile, ma
> poi non si è evoluto per la nautivca da diporto.
>
ottimo per le barche pesanti....ma oggi? siamo alla ricerca esasperata del
leggero e della velocità. non vedi i progetti di oggi rispetto a quelli di
solo 10 anni fa?
Ciao.
Enrico
Ok, ma quanto pesa un sistema a frenelli? 10 kg?
E uno a biellette? Di più sicuramente, ma non 100 kg!!!
Ciao
...
> > Circa un mesetto fa invece di ritorno dalle Porquerolles
>
> Porquerolles è un'isola, le isole sono di Hyeres
> :-)
.. ci hai ragione ..
sto proprio diventando un terricolo..
> Ecco per l'appunto, mai avuto lo spi e di conseguenza....che ci faccio col
> tangone?
Fai tu, io a vela ci vado con tutto quel che serve.
IL tangone può essere utile al di là dello spi, che comunque è una vela per le
portanti e va usata.
Se la vela è bella una barca sotto spi è stupenda, vista da bordo e da fuori.
Chiaro che se sono solo soletto il tangone rimane sul ponte ma se siamo in 3 o
4 di poppa diamo spi.
Se il tragitto è corto e non ho il gennaker piuttosto muro lo spi sul musone ma
le vele le uso tutte.
Se non ho voglia, mi pesa o non mi diverte andare a vela sto a casa.
O mi compro un gommone o un Bav'aria.
Infatti 11 volte su 10 esco da solo, pazienza meglio che niente.
B.V. max al lasco
masa
>Io proverei nel modo classico, tangone + paiolo
Belin, va bene essere attrezzati in barca ma portarsi anche il paiolo
per la polenta mi sembra troppo... :-)
Saluti,
Ernesto Rossi
http://www.redsbrothers.org - ICQ# 30195860
--
Per rispondere in email reds (at) redsbrothers.org
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>Spunto al quadrato: perchè si insiste sempre coi frenelli e i settori
>e non si pensa ad un tipo di trasmissione a ingranaggi, con leveraggi
>e barra rigida tra le due biellette ruota del timone / asse del timone.
E allora perche' non mettere una timoneria idraulica? :-)
> >Io proverei nel modo classico, tangone + paiolo
>
> Belin, va bene essere attrezzati in barca ma portarsi anche il paiolo
> per la polenta mi sembra troppo... :-)
ROTFL :-)))
Ciao
Lorenzo
La timoneria idraulica è troppo pastosa, IMHO!
E poi col sistema delle biellette e dell' asse rigida (la bielletta mossa
dall' albero della ruota
è di lunghezza differente da quella montata sull' asse della pala del
timone)
ottenere un effetto *progressivo* dello sforzo sul timone, che
migliora la sensibilità e moltiplica lo sforzo in virata.
Ciao
Lorenzo
credo che al di là della "polenta" l'unico modo serio per governare una
barca che abbia un minimo di velocità e il timone rotto é usare un freno
laterale. Io distinguerei la necessità di mettere la barca in rotta (che può
richiedere remi, pagaiate, disassamento violento del centro velico) dalla
necessità di gestire alla lunga il governo della barca. Per questo credo che
la mossa migliore sia creare un divergente che agisca su un lato e porti la
barca verso quel lato. Poniamo di essere in alto mare e aver perso il
controllo del timone non abbiamo necessità di fare evoluzioni, virate,
strambate e manovre complesse dobbiamo solo correggere di 5-6 gradi la
tendenza (probabilmente all'orza) della barca. Con un bugliolo legato
all'estremo del tangone /a sua volta fissato al pulpito di poppa) sul lato
sottovento qualcosa si ottiene, se poi il bugliolo può esporsi di + o di -
lavorando su un paranco le cose vanno meglio. Giocando su una maggiore
esposizione della vela di prua e una minore esposizione di quella di poppa
si fa il resto. Credo che sia impossibile con tangoni paiolati (o remi) mal
assicurati timonare in senso tradizionale (correzione a ogni onda o quasi
per capirci)
ciao
mario
spero di non doverci mai provare
in effetti ho i miei seri dubbi che i bellissimi sistemi descritti da
Tabarly.. smontando mezza barca e rimontandola a forma di timone.. possano
funzionare per piu' di mezzora..
(o per lo meno, magari lui riusciva a farli funzionare, io di certo no! )
penso che forse e' piu' realistico provare a manovrare senza timone.
con il rolla fiocco non dovrebbe essere troppo difficile.
personalmente ho provato con (inaspettato) successo a manovrare senza timone
sulle derive..
e sul Mentor (un ketch francese di circa 9 metri e mezzo) dove pero' come
dicevo altrove la randa di mezzana da' una grozza mano. basta cazzarla e la
barca orza.. e poi vira
boh.. alla prossima uscita provo a fare q.che esercizio.. se mi trovano
incastrato da q.che parte.. sapete perche'..8-\\\
Sasha
"i u g i n" <iu...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:sSBU8.100819$Kt3.2...@twister2.libero.it...
Ciao, ma come si chiama questa snsm? Chi sono volontari? Grazie e ciao.
masa
> Ciao, ma come si chiama questa snsm? Chi sono volontari? Grazie e ciao.
> masa
Si chiede aiuto via radio, risponde cross-med, i porti, le capitanerie, e
la SNSM.
Il suo era un caso personale, si trovava in Francia non lontano dalla costa
ed ha chiamato i volontari della SNSM, presenti in tutti i porti con uomni
e mezzi adatti. Il mare in Francia è meglio regolamentato e servito ed
anche le organizzazioni sono funzionanti. In Italia è un pò più complicato,
non sempre le motovedette delle capitanerie sono disposti a trainare una
barca in panne, per cui si passa alla trattativa con in privati che è più
complicata ed onerosa, soprattutto in quei momenti.
Che schifo, come il servizio Navtex, che in Italia, pur essendo circondata
da mare, è stato attivato con solo 9 anni di ritardo ed ovviamente per
ultimi, sigh se lo sapesse chi ci ha perso la vita per farlo stò capolavoro.
"Beppe" <zava...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:3D2E8EA7...@tin.it...
era una giornata di mare piatto....
ti fan passare la voglia di andare per mare...
una barca a salerno é andata a scogli sotto gli occhi della motovedetta
della GC e di metà città.
il fatto fu pubblicato su bolina e io ho intervistato il francese
disastrato.
Ho parlato con amici della guardia costiera, mi hanno detto che loro
ufficialmente per legge possono intervenire solo per la salvaguardia della
vita umana, in quel caso l'omino non rischiava la pelle.
Anni fa ho però usufruito di un traino da un CP a Crotone (a 15 nodi di
velocità!!!!! strizza terribile) gratis e con molta cortesia. Mi era partito
l'inevrtitore era notte piena ma non correvo nessun rischio.
A calvi secoli fà una barca di italiani con mototre in avaria mi intercettò
sul VHF mentre cercavo di parlare con la stazione costiera e chiese aiuto.
Io mi rivolsi al gendarme che era sul porto che mi disse "se lanciano un
mayday arrivano tutti i pescatori corsi, noi non ci muoviamo, é calma piatta
al massimo passano la notte a mare". Quindi anche in corsica ci sono buone
abitudini.
Alla fine lasciai l'ormeggio e li andai a prendere io al traino 10 mg fuori
costa; erano torinesi (compaesani di mia moglie ma anche di Beppe) non mi
ringraziarono quasi e la mattina scomparvero (senza motore come avranno
fatto??? non l'ho mai capito che fossero rimasti solo senza nafta???) senza
offrirmi neanche un caffé forse per paura che presentassi io il conto.
ciao
mario
> erano torinesi (compaesani di mia moglie ma anche di Beppe) non mi
> ringraziarono quasi e la mattina scomparvero (senza motore come avranno
> fatto??? non l'ho mai capito che fossero rimasti solo senza nafta???) senza
> offrirmi neanche un caffé forse per paura che presentassi io il conto.
Da buoni torinesi sanno bene quanto possano essere pericolosi i meridionali....
:-))
Colpito e affondato, confesso
ma confesso anche che ci rimasi male
era calma piatta ma la cosa aveva cmq un
che di avventuroso con 3 bambine a bordo
e la ricerca di una barca in mezzo al mare....
poi neanche un caffè insieme
ciao
mario