Ringrazio anticipatamente chi è in grado di potermi illuminare.
A presto.
Mi dispiace dirtelo, ma a quanto pare è vero, assurdo ma vero!
Non ho visto personalmente la regola scritta nero su bianco ma più di
qualcuno me l'ha confermata.
Sembra addirittura che se è il soccorritore che getta la cima
addirittura possa richiedere più del 70%!
Pensa che noi eravamo in avaria in Croazia (tanto per cambiare) una
decina di giorni fa (quei tre giorni di bora che ti portava via!) e il
nostro comandante per non rischiare di farsi portare via la barca
voleva farci rischiare l'osso del collo pur di non farsi trainare!
FOLLE!
Fortuna che in mare un aiuto non si nega a nessuno!
Comunque sarei curiosa di sentire l'opinione del gruppo su questo
argomento!
Francesca
Si ragazzi anch'io se non ricordo male, dovrebbe essere cosi', pero' solo e
solamente se non esistono pericolo di vita IMMEDIATO per l'equipaggio (il
soccorso in questo caso deive comunque essere prestato) e se non si e'
trattato un prezzo prima del lancio della cima.
Bisognerebbe pero' informarsi se non sono forse delle 'leggi del mare' come
il recupero di una imbarcazione alla deriva, che per la 'legge del mare'
diventa di proprieta', mentre per la legge Italiana no.
Salut.
Max
>E' vero o è una colossale balla quanto segue :
>Se è la barca che soccorre a gettare la cima per il traino allora l'
>equipaggio soccorso darà una ricompensa pari al 70% del valore della
>propria barca altrimenti la percentuale è del 30.
Non sono in grado di dirti le percentuali (ho pero' motivo di ritenere
che siano inferiori) ma per quel che ne so corrisponde al vero il
fatto che una imbarcazione che presti soccorso ad un altra puo'
richiedere un compenso proporzionale al valore della barca salvata.
Cosi' come credo sia vero che fa molta differenza (filosofia del
diritto ???) tra una cima richiesta da chi e' in difficcolta' ed una
offerta da chi sta prestando l'aiuto. Anche se, per quel che ricordo,
dovrebbe essere il contrario di come dici tu (e cioe' e' meglio
prendere una cima offerta in aiuto che lanciarne una per richiedere
l'aiuto).
Per le persone il discorso e' diverso: il soccorso in mare e' gratuito
ed obbligatorio.
C'e' qualcuno che ha informazioni piu' precise ?
Ciao
RRonc
Marco Morassut
> E' vero o è una colossale balla quanto segue :
> Se è la barca che soccorre a gettare la cima per il traino allora l'
> equipaggio soccorso darà una ricompensa pari al 70% del valore della
> propria barca altrimenti la percentuale è del 30.
Non penso che sia vero: chi salva un imbarcazione ha diritto ad un
premio calcolato sulla base del valore della barca salvata, dei rischi
corsi, delle spese sostenute per il salvataggio (combustibile ecc.) e
dai risch corsi. Ha quindi importanza chi e' che da la cima per il
traino (perche' dimostra che il salvato era o meno in condizione di
collaborare attivamente) ma il calcolo del premio non e' cosi'
facile: per piccole imbarcazioni salvate da grandi navi (tipo
traghetti o navi mercantili) il costo puo' essere superiore al valore
della barca stessa...
Nei casi in cui sono coinvolte navi (come il traghetto delle Grandi
Navi Veloci qualche mese fa) prima del salvataggio si assiste a lunghe
trattative tra la compagnia di assicurazione (e/o l'armatore) ed il
salvatore: nel caso delle imbarcazioni da diporto spesso il panico e
l'inesperienza fanno invece si che non si svolgano trattative e che
quindi il salvatore abbia il coltello dalla parte del manico nel
chiedere il massimo del premio...
Il premio va poi diviso fra l'armatore ed il comandante e l'equipaggio
della nave salvatrice...
Saluti,
Ernesto Rossi
> offerta da chi sta prestando l'aiuto. Anche se, per quel che ricordo,
> dovrebbe essere il contrario di come dici tu (e cioe' e' meglio
> prendere una cima offerta in aiuto che lanciarne una per richiedere
> l'aiuto).
Se chi chiede soccorso offre la cima dimostra di poter ancora
governare mentre se accetta la cima vuol dire che non era piu' in
grado di fare niente (e qundi il salvatore ha diritto ad un premio
maggiore)...
Come dicevo per il pallone nero ed il fanale di fonda in mare, in caso
di guai, i particolari sono importantissimi...
Saluti,
Ernesto Rossi
Quello che mi chiedo e':
come gia' postato tempo fa, 2 anni fa in croazia, una barca di velisti a
noleggio, con un deler, e' stata tirata a casa da un peschereccio dell'isola
di PAG, metre alla deriva strisciava sugli scogli con tempo brutto, e una
cima avvoltolata ad elica e timone.
Non so come si siano svolte le cose dopo anche perche' noi siamo partiti
l'indomani mattina alle 5.
Ma non credo che al momento dell'arrivo del peschereccio ci sia stato modo
di trattare alcunche' .
Primo il panico e l'emergenza di una barca che era gia' a scogli.
Secondo l'incomprensione linguistica
Terzo il fatto che lo skipper era un noleggiatore ed al di sopra della
cauzione probabilmente sapeva che erano cacchi dell'assicurazione.
Certe cose bisogna provarle per sapere come ci si sarebbe comportati. Io
stesso, in quella situazione, non avrei probabilmente minimamente pensato a
contrattare alcunche' e mi sarei appeso alla prima cosa che mi veninva
lanciata (si noti inoltre che trattavasi di famiglņia austriaca
marito-moglie 2 bambini piccoli)
ALOA
Mack
> Terzo il fatto che lo skipper era un noleggiatore ed al di sopra della
> cauzione probabilmente sapeva che erano cacchi dell'assicurazione.
In questo caso il soccorritore fa la sua richiesta all'armatore e/o
all'assicuratore e se non riescono a mettersi daccordo si va davanti
al giudice...
> Certe cose bisogna provarle per sapere come ci si sarebbe comportati. Io
> stesso, in quella situazione, non avrei probabilmente minimamente pensato a
> contrattare alcunche' e mi sarei appeso alla prima cosa che mi veninva
> lanciata (si noti inoltre che trattavasi di famiglņia austriaca
> marito-moglie 2 bambini piccoli)
In certi casi non firmare niente e' gia' buono: molta gente ha in
testa idee sbagliate (come si e' visto nel thread) e quindi potrebbe
firmare un accordo convinta di fare un'affare.
Concordo con te che prendere decisioni in momenti del genere non sia
facile, pero' fa parte dei doveri del comandante di un'imbarcazione ed
in certe situazioni mantenere il sangue freddo e' fondamentale...
Andare per mare e' molto bello (e se il tempo e' buono e' anche
facile) ma non bisogna dimenticare che con il mare non si scherza e
bisogna essere sempre preparati per il peggio perche' nel momento in
cui si verifica un problema non e' detto che si possa ottenere aiuto
(in tempo utile): per molti le dotazioni di sicurezza sono a bordo
solo per obbligo di legge ed e' gia' tanto che ci siano, non parliamo
quindi di saperle usare correttamente o di integrarle con qualcosa di
non obbligatorio...
Saluti,
Ernesto Rossi
Ciao Marco Morassut
si lo immaginavo. In teoria, quindi, se un noleggiatore si metta d'accordo
con un amico armatore ed alla prima giornata di tempo bruttino si fa
soccorrere apposta, facendo le cose per benino, sono cacchi dell'armatore
con la sua assicurazione ?
>> Certe cose bisogna provarle per sapere come ci si sarebbe comportati. Io
>> stesso, in quella situazione, non avrei probabilmente minimamente pensato
a
>> contrattare alcunche' e mi sarei appeso alla prima cosa che mi veninva
>> lanciata (si noti inoltre che trattavasi di famiglņia austriaca
>> marito-moglie 2 bambini piccoli)
>
>In certi casi non firmare niente e' gia' buono: molta gente ha in
>testa idee sbagliate (come si e' visto nel thread) e quindi potrebbe
>firmare un accordo convinta di fare un'affare.
>
>Concordo con te che prendere decisioni in momenti del genere non sia
>facile, pero' fa parte dei doveri del comandante di un'imbarcazione ed
>in certe situazioni mantenere il sangue freddo e' fondamentale...
Infatti io non parlavo di perdere le testa. Cercavo di figurarmi un padre di
famiglia con i bimbi a bordo, che con gli scogli da una parte e un
peschereccio di croati dall'altra, si mette ad intavolare una discussione
alla inglese su chi lancia la cima e su "quanto mi costa". Aspetta sta
arrivando un altro forse e' piu' economico ecc ecc.
Per non dimenticare l'amor proprio che ti spinge a salvaguardare una bella
barca a vela anche se non tua invece di spararti sul canotto o sulla zattera
e lasciare andare tutto al balun (come diciamo noi).
Sono d'accordo che con i cavilli e le regole non c'e' da scherzare ne
tantomeno con il mare. Pur tutti d'accordo riguardo al rispetto delle regole
mi sembra che la regola del recupero dell'imbarcazione sia un poco complessa
e di difficile applicazione soprattutto perche' in contrasto con altre cose
tipo l'omissione di soccorso.
>Andare per mare e' molto bello (e se il tempo e' buono e' anche
>facile) ma non bisogna dimenticare che con il mare non si scherza e
>bisogna essere sempre preparati per il peggio perche' nel momento in
>cui si verifica un problema non e' detto che si possa ottenere aiuto
>(in tempo utile): per molti le dotazioni di sicurezza sono a bordo
>solo per obbligo di legge ed e' gia' tanto che ci siano, non parliamo
>quindi di saperle usare correttamente o di integrarle con qualcosa di
>non obbligatorio...
Mi sembra che tutto questo oltre che giustissimo sia fin lapalissiano.
Per quanto riguarda poi le dotazioni pensa che in Croazia quando noleggi non
ti danno nemmeno l'autogonfiabile quello tipo zattera (il tipico guscione
grosso e ingombrante che non sai mai dove mettere e che motli nascondono in
fondo ai gavoni) ma l'atollino quello per la navigazione entro le 6 miglia e
che consiste in una valigetta morbida e minuscola. (Forse perche' e' tutta
sempre costiera (o quasi)).
Giubbetti e cinture di sicurezza ci sono sempre cosi' come razzi, l'anulare
con boetta, estintori ecc ecc.
Per il resto non credo che nessuno integri le dotazioni di una barca a nolo
(io mi porto sempre la mia cassetta dei ferri ma questo non centra con le
dotazioni di sicurezza) e daltra parte non credo che per una vacanza in
mediterraneo, sopratutto se costiera, serva piu' di questo comunque.
ALOA
Mack
>Mack questa volta ti d'ho ragione io, ammetto che in caso di necessita' non
>si sta' tanto a sottilizzare da chi o da dove ti arriva la salvezza, sia
per
>le persone ( il bene piu' prezioso) che per la barca che rappresenta
>sicuramente una grossa parte dei nostri risparmi e del nistro lavoro, ma
tra l'altro ti dico che io personalmente, forse per l'amore che ho per le
barche, mi comporterei alla stessa maniera anche su una barca a nolo
cercando di trarre in salvo dopo l'equipaggio anche la barca.
>certe "regole" é bene conoscerle tutti, poiché quando capita (facciamo le
>corna e magari grattiamoci le .......) uno sia piu' pronto ad affrontarle
>(prevenire e meglio che curare), se dovesse capitare una cosa del genere
>sarabbe antipatico perdere barca e pegare soldoni magari per anni.
>Anche se
>c'é chi giustamente non chiede niente in tali frangenti ( come si dice oggi
>a te domani ....),
E' esattamente quello che penso anche io.
Secondo me la legge del recupero e' una regola valida per navi e relitti e
assolutamente inadatta all'applicazione in campo diportistico.
Mi piacerebbe conoscere qualche episodio giuridico realmente accaduto che ci
dia un idea piu' chiara di cosa puo' accadere realmente leggi a parte.
>a volte ci si imbatte in chi professionista o no fa
>riferimento a queste leggi e regolamenti, quindi occhio fidarsi e bene non
>fidarsi é meglio.
Forse il pericolo piu' che nell'immediato, puo esserci dopo il recupero,
quando il salvatore, intervenuto con il semplice ed unico intento di
soccorrerti, magarti imbeccato da qualcun'altro accampa pretese.
bisognerebbe sapere se ci sono dei tempi e dei modi entro i quali il
soccorritore deve richiedere tale rimborso ecc.
Sarebbe bello consultare un legale o trovare il testo di legge giusto.
>Francamente mi é capitato una sola volta di prestare
>soccorso in mare ad una coppia su di un kech di 11mt in difficolta' e non
ho
>voluto niente anche quando lui si é presentato da me con un bel po' di
>bigliatti da centomila, un invito a cena o magari una bella bevuta insieme
>tanto per fare amicizia e magari ridere della disavventura, é comunque
>sempre gradito se non doveroso, tanto per ribadire la nostra gratitudine a
>persone che ci hanno aiutato.
Ecco, questo e' quello che sono sicuro avrei fatto anche io. Sarei stato
talmente contento di aver tirato fuori dalle pesti un collega che lo avrei
preso con una bella pacca sulla spalla e gli avrei detto. No problem amico,
niente soldi, andiamo a farci una bella mangiata tutti assieme per
dimenticare la paura (e forse questo gli sarebbe comunque costato una
cifretta non indifferente).
>Con questo poi si saltano tutte le bariere, anche quelle linguistiche, non
>credi?
IN VINO VERITAS
Aloa
Mack
Ho sentito anch'io cose del genere, senza mai capire se fossero leggende o
realta'. Io non ho mai avuto bisogno di traini di soccorso, mentre ho
trainato una volta io nello Ionio un motoscafo in panne, a costo zero. So
invece di gente che dopo un may day ha contrattato preventivamente via radio
il "costo" del soccorso (qualche milione), e di uno che non trovando
l'accordo con i "soccorritori" professionisti/filimbustieri ha preferito
andare a scogli e farsi rimborsare dall'assicurazione (che aveva).
E nel caso di barche a noleggio, che succede? Se accetto la cima con un 48'
del valore di alcune centinaia di milioni chi paga? Si entra nel contenzioso
se il guasto/avaria fosse imputabile o no ad un errato utilizzo del mezzo da
parte dello skipper? Preoccupante, non ci avevo mai pensato.
Rol (un po' piu' preoccupato di prima ...).
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> Secondo me la legge del recupero e' una regola valida per navi e relitti e
> assolutamente inadatta all'applicazione in campo diportistico.
Normalmente fra diportisti la cosa si risolve con una cena o un
bicchiere di quello buono, ma se il soccorritore e' un professionista
la richiesta del premio (o almeno delle spese sostenute) e molto
probabile...
> Mi piacerebbe conoscere qualche episodio giuridico realmente accaduto che ci
> dia un idea piu' chiara di cosa puo' accadere realmente leggi a parte.
Nella zona della Costa Smeralda opera il famoso Squalo: sono
professionisti dediti al recupero di imbarcazioni da diporto e, quando
le condizioni del tempo peggiorano, li vedi andare in giro in cerca
della preda (che purtroppo non manca mai)...
Saluti,
Ernesto Rossi
> si lo immaginavo. In teoria, quindi, se un noleggiatore si metta d'accordo
> con un amico armatore ed alla prima giornata di tempo bruttino si fa
> soccorrere apposta, facendo le cose per benino, sono cacchi dell'armatore
> con la sua assicurazione ?
Dipende dal contratto di noleggio: normalmente il noleggiatore e'
responsabile per tutto quanto non coperto dall'assicurazione e per le
eventuali franchigie, inoltre in caso d'imperizia l'assicurazione
potrebbe esercitare il diritto di rivalsa (dipende dalla polizza
stipulata).
> Mi sembra che tutto questo oltre che giustissimo sia fin lapalissiano.
E' vero, pero' in oltre 25 anni di mare ne ho viste di tutti i colori
ed ho imparato che non c'e' nulla di troppo ovvio...
> (io mi porto sempre la mia cassetta dei ferri ma questo non centra con le
> dotazioni di sicurezza) e daltra parte non credo che per una vacanza in
La cassetta dei ferri spesso ti evita di usare le dotazioni di
sicurezza... :-)
Saluti,
Ernesto Rossi
> E nel caso di barche a noleggio, che succede? Se accetto la cima con un 48'
> del valore di alcune centinaia di milioni chi paga? Si entra nel contenzioso
> se il guasto/avaria fosse imputabile o no ad un errato utilizzo del mezzo da
> parte dello skipper? Preoccupante, non ci avevo mai pensato.
Basta che leggi il contratto di noleggio: di norma il noleggiatore e'
responsabile per tutto quanto non coperto dall'assicurazione e per le
franchigie eventualmente presenti...
Saluti,
Ernesto Rossi
Mi rimane pero' il dubbio che qualche contenzioso
possa comunque sorgere data l'eccezionalita' della
cosa. E' ovvio che la decisione dello skipper in
quel momento puo' avvenire tra alternative con
risvolti economici molto diversi, e che quindi in
funzione della scelta dello skipper il "danno"
economico per il noleggiatore potrebbe esserti da
lui contestato.
Personalmente, gia' quando trainai io, con una barca
a vela a noleggio, il motoscafo in panne, lo feci
con il consenso avuto via radio dal noleggiatore.
E a maggior ragione, in caso di mia avaria cercherei
di avere il suo consenso, con il rischio di non
trovarlo, o peggio di trovarlo discorde rispetto
alla mia scelta.
Rimango leggermente preoccupato e confido di
continuare a non dover sperimentare l'esperienza.
BV,
Rol.
> Pensa che noi eravamo in avaria in Croazia (tanto per cambiare) una
> decina di giorni fa (quei tre giorni di bora che ti portava via!) e il
> nostro comandante per non rischiare di farsi portare via la barca
> voleva farci rischiare l'osso del collo pur di non farsi trainare!
> FOLLE!
> Fortuna che in mare un aiuto non si nega a nessuno!
In quella notte (vedi diario) qualcuno si e' incagliato e vi garantisco
che
da quel che passava il ch 16 la cosa era molto poco simpatica... questo
per
il tuo skipper per la prossima volta che si trova in difficolta'.
A mio avviso personale conta poco il grado di difficolta' di una
situazione
rispetto al grado di pericolosita' che si puo' generare da essa!
Specialmente se hai a bordo gente non disposta a correre certi rischi.
bye
--
email: e.r...@adgb.df.unibo.it
ICQwork: 14142419
Cell: +39 0338 9064702
Unibo ADGB.CED: +39 51 630.5070 - Fax: +39 51 4210020
> Vorresti dire che č meglio rischiare di farsi portare via la barca, o
> comunque pagare la cifra corrispondente che la vita?
> Perchč se č cosě sono d'accordo!
> Il fatto č che se hai la possibilitŕ di scegliere non ha senso optare
> per la scelta peggiore pur di non ammettere che forse hai sbagliato o
> che non sei in grado di affrontare la situazione.
E' sempre una scelta difficile, com'e' difficile capire esattamente se la
sitazione e brutta, pericolosa, rischiosa, o peggio.
Sei in Agosto, sei nei posti affollati, gente che ti puo' dare una mano a
tonnellate, xche' rischiare, senza poi considerare che sei circondato da non
proprio gente di mare che potrebbe non capire le tue difficolta' e causarti
ancor piu' problemi.
Nononono.
Fai ciao al tizio che ti passa vicino e chiedi assistenza, il resto lo si
discute poi alla cena offerta per l'aiuto (il minimo).
> Personalmente, gia' quando trainai io, con una barca
> a vela a noleggio, il motoscafo in panne, lo feci
> con il consenso avuto via radio dal noleggiatore.
Il contratto standard di noleggio usato qui in Liguria prevede una
clausola relativa alla divisione del premio in caso di un salvataggio:
dedotta la parte che spetta all'equipaggio e le spese sostenute per il
salvataggio stesso, il premio viene diviso in parti uguali fra
noleggiante e noleggiatore.
> E a maggior ragione, in caso di mia avaria cercherei
> di avere il suo consenso, con il rischio di non
> trovarlo, o peggio di trovarlo discorde rispetto
> alla mia scelta.
La decisione su cosa fare in quei momenti e' esclusivamente del
comandante dell'imbarcazione: egli puo' consultare l'armatore (di cui
e' il legale rappresentante) ma e' comunque sua la decisione ultima,
cosi' come e' sua la responsabilita' circa l'incolumita' delle persone
a bordo...
Saluti,
Ernesto Rossi
Concordo con te, ma chi ha la responsabilita' del comando deve saperlo fare.
La cosa su cui meditare e su cui sarebbe opportuno aprire una discussione
non sta tanto nei regolamenti del salvataggio, che comunque é opportuno
conoscere, e che basta andare a cercare e leggerli,ma sul fatto di come ci
si debba comportare in taluni casi.
Ricordiamoci che, la maggior parte delle situazioni di pericolo sono
generate da comportamenti e decisioni prese prima del pericolo. Se ci
raggioniamo bene queste situazioni di pericolo sono generate da
disattenzione,poca esperienza,mancanza di conoscenza dei posti o della barca
su cui si sta navigando,e spesso da vera e propria incoscenza da parte di
chi é al comando. Gia' in barca ci vuole sempre chi é al "comando" che non
corrisponde sempre a quello che la guida. Portare una barca comporta certe
responsabilita' e la persona che se le assume DEVE essere in grado di
gestirle, se non per via delle leggi, per la grandissima responsabilita' che
esso ha nei confronti delle persone che sono con lui e che di lui si fidano.
In mare comportamenti troppo "democratici" non funzionano specialmente nei
frangenti di pericolo.E' quindi bene avere sempre presente chi comanda e chi
prende le decisioni. E' altresi' vero che atteggiamenti di sfida e
spavalderia male si sposano con la sicurezza. Impariamo a leggere il tempo
magari anche solo controllando il barometro piu' volte al giorno (cosa che
vedo fare di rado), riduciamo velatura con anticipo senza ostinarci a tenere
su tutto fino all'ultimo momento quando é generalmente troppo tardi, non
esitiamo a prendere il largo se la costa non permette dei ridossi piu' che
sicuri, vi assicuro che é meglio ballare tutta la notte o anche piu' che
finire in secca, ma sopratutto mettiamo bene in chiaro prima di togliere gli
ormeggi chi é che comanda, e che una volta presa una decisione questa non si
discute se non dopo quando tutto sara' finito.
>Sei in Agosto, sei nei posti affollati, gente che ti puo' dare una mano a
>tonnellate, xche' rischiare, senza poi considerare che sei circondato da
non
>proprio gente di mare che potrebbe non capire le tue difficolta' e causarti
>ancor piu' problemi.
Su questo concordo di meno. In mare bisogna partire dall'idea che si é soli,
quindi bisogna sempre cavarsela da se! a volte si trova anche un'anima pia
che ci viene a dare una mano, ma cio' non é una regola.
Attenzione ,chi vi viene in soccorso non é detto che sia piu' esperto quindi
occhio a non caccarsi in guai maggiori di quelli in cui si era prima (una
barca affondata is meglio che two ).
Ciao
Marco Morassut
> Concordo con te, ma chi ha la responsabilita' del comando deve saperlo fare.
E dove lo impara sulla settimana enigmistica?
Meglio se deve essere a conoscenza di come comportarsi, il resto e' solo
teoria.
> La cosa su cui meditare e su cui sarebbe opportuno aprire una discussione
> non sta tanto nei regolamenti del salvataggio, che comunque é opportuno
> conoscere, e che basta andare a cercare e leggerli,ma sul fatto di come ci
> si debba comportare in taluni casi.
Un discorso molto teorico, ma preferisco i racconti, situazioni e soluzioni,
adoro i racconti di mare, soprattutto quelli che ti insegnagno le parti dure.
Stiamo parlando di situazioni difficili, che uno non ha visto certo alla scuola
di vela, ma solo sentito raccontare.
> >Sei in Agosto, sei nei posti affollati, gente che ti puo' dare una mano a
> >tonnellate, xche' rischiare, senza poi considerare che sei circondato da
> non
> >proprio gente di mare che potrebbe non capire le tue difficolta' e causarti
> >ancor piu' problemi.
>
> Su questo concordo di meno. In mare bisogna partire dall'idea che si é soli,
> quindi bisogna sempre cavarsela da se! a volte si trova anche un'anima pia
> che ci viene a dare una mano, ma cio' non é una regola.
Stiamo parlando di es. sei davanti a Lussino con 10 barche che ti circondano
tutti diretti all'ormeggio, si pianta il motore! che fai?
Guardi il vento (se c'e') ed apri subito una vela, poi:
- tenti un'ormeggio a vela
- chiami qualcuno che ti dia una mano tirandoti dietro.
Bhe' io la seconda e se non funziona adeguatamente passo alla prima.
> Attenzione ,chi vi viene in soccorso non é detto che sia piu' esperto quindi
> occhio a non caccarsi in guai maggiori di quelli in cui si era prima (una
> barca affondata is meglio che two ).
Scinderei i discorsi tra le situazioni difficili e quelle toste. Io parlo di
una difficile che con l'ausilio di qualcuno di passaggio si semplifica con
buona pace dell'equipaggio che si sente rassicurato e non sente gli ulri dello
skipper in sclero!
Per quelle toste, aprirei un'altro tread!
La teoria se non supportata dalla pratica non serve a nulla. I racconti sono
sempre molto utili, ma per imparare bisogna andare in mare con gente che ne
sa piu' di noi, in pratica come si faceva ad imparare prima dell'avvento
delle "scuole di vela" che ti insegnano alcune tecniche ma non ti insegnano
ad andare per mare.
>
>
>Stiamo parlando di situazioni difficili, che uno non ha visto certo alla
scuola
>di vela, ma solo sentito raccontare.
>
Idem vedi sopra.
>> >Sei in Agosto, sei nei posti affollati, gente che ti puo' dare una mano
a
>> >tonnellate, xche' rischiare, senza poi considerare che sei circondato da
>> non
>> >proprio gente di mare che potrebbe non capire le tue difficolta' e
causarti
>> >ancor piu' problemi.
>>
>> Su questo concordo di meno. In mare bisogna partire dall'idea che si é
soli,
>> quindi bisogna sempre cavarsela da se! a volte si trova anche un'anima
pia
>> che ci viene a dare una mano, ma cio' non é una regola.
>
>Stiamo parlando di es. sei davanti a Lussino con 10 barche che ti
circondano
>tutti diretti all'ormeggio, si pianta il motore! che fai?
>
>Guardi il vento (se c'e') ed apri subito una vela, poi:
>
>- tenti un'ormeggio a vela
>- chiami qualcuno che ti dia una mano tirandoti dietro.
>
>Bhe' io la seconda e se non funziona adeguatamente passo alla prima.
>
Stiamo sempre parlando di situazioni di pericolo con rischio di perdere la
barca con conseguente rischio della vita delle persone vero????
>> Attenzione ,chi vi viene in soccorso non é detto che sia piu' esperto
quindi
>> occhio a non caccarsi in guai maggiori di quelli in cui si era prima (una
>> barca affondata is meglio che two ).
>
>Scinderei i discorsi tra le situazioni difficili e quelle toste. Io parlo
di
>una difficile che con l'ausilio di qualcuno di passaggio si semplifica con
>buona pace dell'equipaggio che si sente rassicurato e non sente gli ulri
dello
>skipper in sclero!
>Per quelle toste, aprirei un'altro tread!
>
Io no visto che qui' si é cominciato a parlare di richieste di soccorso e
non di un passaggio perche non ci parte il motore o perché ci si é
intraversata la barca durante un ormeggio, magari dentro il porto.
Ciao Marco Morassut
Stefano wrote:
> E' vero o è una colossale balla quanto segue :
> Se è la barca che soccorre a gettare la cima per il traino allora l'
> equipaggio soccorso darà una ricompensa pari al 70% del valore della
> propria barca altrimenti la percentuale è del 30.
>
> Ringrazio anticipatamente chi è in grado di potermi illuminare.
> A presto.
precisamente, quindi se ti capita getta la tua cima in quanto questo
gesto implica che tu sia ancora in grado di governare la barca mentre se
accetti le cime di chi ti soccorre é come se la barca trainata fosse in
balia di se stessa e quindi di "proprietà" di chi la prende.
Nel caso di traino con tue cime non esistono % fisse mentre se vieni
trainato con cime di terzi paghi almeno il 50% del valore.
G_DELLORCO@mclink;it
Marco Morassut
>
> >Stiamo parlando di es. sei davanti a Lussino con 10 barche che ti
> circondano
> >tutti diretti all'ormeggio, si pianta il motore! che fai?
> >
> >Guardi il vento (se c'e') ed apri subito una vela, poi:
> >
> >- tenti un'ormeggio a vela
> >- chiami qualcuno che ti dia una mano tirandoti dietro.
> >
> >Bhe' io la seconda e se non funziona adeguatamente passo alla prima.
> >
> Stiamo sempre parlando di situazioni di pericolo con rischio di perdere la
> barca con conseguente rischio della vita delle persone vero????
Dunque, abbiamo perso il filo, o meglio si e' annodato male :-)
Il tread era cominciato se non sbaglio da uno scambio di battute con la
Francesca che e' rimasta a piedi vicino a Lussino, poi io ho alzato il livello
(di pericolosita') raccontando di quest'estate che qualcuno incagliato chiedeva
aiuto di notte sul 16.
Comunque io ero rimasto su situazioni non certo a rischio di vita, solo a
rischio di ammaccature.
>
>Dunque, abbiamo perso il filo, o meglio si e' annodato male :-)
>Il tread era cominciato se non sbaglio da uno scambio di battute con la
>Francesca che e' rimasta a piedi vicino a Lussino, poi io ho alzato il
livello
>(di pericolosita') raccontando di quest'estate che qualcuno incagliato
chiedeva
>aiuto di notte sul 16.
>Comunque io ero rimasto su situazioni non certo a rischio di vita, solo a
>rischio di ammaccature.
>
>bye
>
>
>--
In mare la differenza tra "ammaccature" e la vita é sottilissima come un
capello.E' bene non sottovalutarlo mai.
Ciao
>Nella zona della Costa Smeralda opera il famoso Squalo: sono
>professionisti dediti al recupero di imbarcazioni da diporto e, quando
>le condizioni del tempo peggiorano, li vedi andare in giro in cerca
>della preda (che purtroppo non manca mai)...
E' vero, lo conosco anch'io. Tra l'altro, diversi anni fa ho avuto
modo di assistere ad un suo recupero di un motoscafo di 40 piedi,
affondato in 4 metri d'acqua all'isola di Cavallo, per aver centrato
in pieno uno scoglio mentre navigava in planata a poca distanza dalla
riva, in mezzo a natanti di ogni tipo!!! Devo dire che sono molto
attrezzati. Effettuarono il recupero in poco tempo, introducendo nello
scafo un pallone gonfiabile che chiudeva la falla quasi per intero e
che lo riporto' a galla in una decina di minuti. Successivamente lo
svuotarono rapidamente dall'acqua di mare con le loro potentissime
pompe e lo rimorchiarono in porto.
Immagino che quel recupero sia costato un occhio all'incapace ed
oserei dire criminale armatore-comandante di quel motoscafo e mi
auguro che la lezione gli sia servita.
Saluti
Claudio
>Normalmente fra diportisti la cosa si risolve con una cena o un
>bicchiere di quello buono, ma se il soccorritore e' un professionista
>la richiesta del premio (o almeno delle spese sostenute) e molto
>probabile...
>
Una volta siamo stati soccorsi anche noi. Dovevamo andare da Arbatax a
Siniscola, c'era vento in prua (tanto per cambiare) e siamo partiti a
motore (odio la bolina e mio marito non l'ama), il quale motore ci ha
piantati dopo poche miglia. Sarebbe stato forse piu' logico tornare ad
Arbatax, ma il Rainbow e' una barca a vela, non un motoscafo lento, o
no? Cosi' abbiamo proseguito per tutto il giorno, bordeggiando,
bordeggiando. Al tramonto ovviamente la brezza e' cessata e siamo
rimasti li' piantati come dei pistola a circa 6m da Siniscola.
Passavano molte barche che andavano in giu', pochissime che andavano
in su (strano). Noi facevamo dei gran gesti "Yuhuuuu" e quelli,
giulivi, ci salutavano e passano oltre. Dopo un'oretta e piu' e'
passato uno un po' piu' furbo che si e' avvicinato a chiedere se
avevamo bisogno e ci ha dato un traino.
Arrivati a Siniscola ci ha mollato la cima nel mezzo del porto, dove
si poteva stare alla ruota (chissa' se e' ancora cosi') e non abbiamo
neanche avuto modo e tempo di ringraziare.
>Nella zona della Costa Smeralda opera il famoso Squalo: sono
>professionisti dediti al recupero di imbarcazioni da diporto e, quando
>le condizioni del tempo peggiorano, li vedi andare in giro in cerca
>della preda (che purtroppo non manca mai)...
>
Non ha bisogno di cercare la "preda": i CP sono responsabili solo
della sicurezza delle persone (agratis), NON delle barche. Quando c'e'
da recuperare la barca sono loro stessi che mandano lo "Squalo".
Mi sono sempre chiesta se questi operatori specializzati, tipo
"Squalo", applicano la "legge del mare" o se praticano dei prezzi piu'
"umani" per il loro intervento ...comunque stai sicuro che costa.
/I
/ I\
/ I \ Catja Moeller
/ I \
__/____I___\__ Rainbow II - Comet 11
\ / Marina degli Aregai IM
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
>Vorresti dire che č meglio rischiare di farsi portare via la barca, o
>comunque pagare la cifra corrispondente che la vita?
>Perchč se č cosě sono d'accordo!
Chiariamo una cosa: Le forze dell'ordine (capitanerie o chi altri ci
sia in zona) sono responsabili per la vita umana in mare, ovviamente a
gratis, ma SOLO DI QUELLA. Non sono MINIMAMENTE tenuti ad occuparsi
dell'imbarcazione e NON LO FANNO ...al limite, se ce n'e' la
possibilita', ti fanno il favore di chiamare col VHF uno tipo "Squalo"
a recuperare la barca (a carissimo prezzo). Lo stesso vale per
chiunque altro si trovi a prestare soccorso al posto delle CP.
Ricordo un May Day "divertente": una coppia su una piccola barca a
vela nella burrasca al largo di Bastia, e' intervenuto un traghetto
della Tirrenia che passava di li', la moglie non ne voleva piu' sapere
ed ha preferito farsi issare sul traghetto piuttosto che restare in
barca, il comandante del traghetto faceva di tutto per convincere
anche il marito ad abbandonare la barca (non perche' ce ne fosse
realmente bisogno, ma per sbrigare la cosa e riprendere la sua rotta),
il marito invece si rifiutava (per non perdere la barca), pero', a
quel punto, il traghetto non poteva dire "ciao" e proseguire, doveva
restare vicino alla barchetta fino all'arrivo di altri soccorsi, nella
presunzione che vi fosse pericolo per quella persona ...una comica che
e' durata piu' di un'ora "venga su" "no, non vengo" ...alla fine credo
che abbia riportato la barca in porto coi suoi mezzi ...bravo (anche
perche' senno' la perdeva)! OK, il traghetto, anche volendo, non
poteva prestare soccorso alla barchetta (se non imbarcando
l'equipaggio), ma se ci fosse stata la capitaneria sarebbe stato
uguale.
Percio': non si lanciano richieste di aiuto a meno che non sia
veramente INDISPENSABILE per SALVARE LA PELLE. Tra diportisti
ovviamente ci si aiuta.
Snip, snip
Sempre equilibrato e dalla parte della ragione :)))
>Stiamo parlando di situazioni difficili, che uno non ha visto certo alla scuola
>di vela, ma solo sentito raccontare.
>
...solo questo, guarda, non e' vero. Una scuola "vera" serve proprio
a farti sperimentare in sicurezza quelle situazioni che dopo, quando
vai in giro per i cazzi tuoi, eviterai accuratamente e non vedrai
piu'.
Ricordo un giorno (al primo corso di Caprera, c'e' bisogno di dirlo?)
che fecero uscire i Vaurien con maestrale forte. Dopo 5 minuti erano
gia' tutti scuffiati e ci volle il resto del pomeriggio a recuperarli
uno per uno col gozzo, perche' c'era troppo vento e gli equipaggi non
riuscivano a raddrizzarli da se'. Alla lezione dopo cena un
giovanottino incazzato per essere rimasto 2 ore a mollo in attesa dei
"soccorsi" chiese "ma perche' ci avete fatti uscire???" e
l'istruttore, serafico, gli rispose "cosi' adesso sapete che quando
siete soli su una spiaggia con quel vento di oggi non dovete uscire".
Chi c'era se l'e' segnata questa lezione ;))
>>troppe domande ...ma nelle situazioni più tranquille ...mare piatto
>>assenza di vento ...nessun pericolo reale imminente...si spegne il
>>motore e non vuol più sentirne di ripartire ...cosa succede se chiedo
>>un "passaggio" ? valgono comunque tutte quelle norme di cui tanto si è
>>discusso???
>Purtroppo si.
>
In teoria, in pratica il passaggio lo chiedi ad un "collega", come e'
successo a noi, vedi sopra, e non c'e' problema. Ci si da' una mano,
on no?
> Non ha bisogno di cercare la "preda": i CP sono responsabili solo
> della sicurezza delle persone (agratis), NON delle barche. Quando c'e'
> da recuperare la barca sono loro stessi che mandano lo "Squalo".
Con gli ultimi interventi normativi gli enti preposti al soccorso in
mare ti possono presentare il conto se la tua condotta e' stata
incosciente (bagnanti che ignorano la bandiera rossa alla spiaggia
ecc.)
Ho comunque assistito a casi in cui la CP ha rimorchiato imbarcazioni
senza che ci fosse pericolo immediato per le persone: penso che la
decisione di chiamare altri per eseguire il recupero dipenda da molti
fattori (condizioni meteo, necessita' di effettuare altri soccorsi,
difficolta' dell'intervento stesso ecc.) e non sia automatica...
Saluti,
Ernesto Rossi
> motore e non vuol più sentirne di ripartire ...cosa succede se chiedo
> un "passaggio" ? valgono comunque tutte quelle norme di cui tanto si è
> discusso???
Per valere valgono: come si e' detto il premio a cui si ha diritto e'
proporzionato alla difficolta' dell'intervento ed al tempo impiegato
oltre che al valore dell'imbarcazione e quindi in condizioni
favorevoli le "tariffe" sono piu' basse. Normalmente pero' questi
discorsi fra diportisti non si fanno (nel dubbio e' meglio precisare
prima di che litigare dopo)...
Saluti,
Ernesto Rossi
>On Mon, 31 Aug 1998 23:37:50, moe...@galactica.it (Catja Moeller)
>wrote:
>
>> Non ha bisogno di cercare la "preda": i CP sono responsabili solo
>> della sicurezza delle persone (agratis), NON delle barche.
>Con gli ultimi interventi normativi gli enti preposti al soccorso in
>mare ti possono presentare il conto se la tua condotta e' stata
>incosciente (bagnanti che ignorano la bandiera rossa alla spiaggia
>ecc.)
>
Certo, stai tranquillo che se ti fai beccare in difficolta', dopo ti
fanno in ogni caso un culo cosi' ed il conto, in un modo o nell'altro,
te lo presentano di sicuro ...hanno anche un po' di ragione.
>Ho comunque assistito a casi in cui la CP ha rimorchiato imbarcazioni
>senza che ci fosse pericolo immediato per le persone:
Hanno un cuore anche loro :)) ma, ripeto, non sono minimamente tenuti
ad usarlo e, a quanto sento al VHF, di regola chiamano qualche
specialista a pagamento per il recupero anche quando basta un traino e
potrebbero pensarci loro.
In un paio di situazioni simili, io mi sono "rimorchiato da solo"
usando il gommoncino di servizio: con un fuoribordo da 4 CV, la mia
barca (una tinozza a vela di 10 metri) in assenza di vento fa'
2 nodi. Più che sufficienti per fare le ultime miglia per entrare
in porto in condizioni di calma piatta, o per manovrare una volta
in acque ristrette (entrare a vela in molti porti moderni equivale
cercar rogne!).
Per inciso, io ho trovato molto piu' agevole SPINGERE la barca,
invece di trainarla (il gommoncino non ce la fa' ad andare dritto,
e si intraversa di continuo).
Naturalmente, bisogna essere almeno in due (uno al timone ed uno sul
gommoncino); meglio ancora se a prua del gommone c'e' una terza
persona che tiene le due imbarcazioni accostate.
Mi e' venuto da pensare che, se lo specchio di poppa lo consente,
potrebbe non essere una cattiva idea predisporre l'attacco di
uno di quei supporti per fuoribordo montati su rotaia che si usano
sulle barche a vela piu' piccole: in caso di guasto al motore, in
pochi minuti si attrezza il fuoribordo del tender e non c'e' bisogno
di acrobatiche manovre con mezzo equipaggio a bordo del battellino.
Inoltre, sullo stesso argomento...
Catja Moeller ha scritto nel messaggio <35f223b0...@news.uu.ml.org>...
>In teoria, in pratica il passaggio lo chiedi ad un "collega", come e'
>successo a noi, vedi sopra, e non c'e' problema. Ci si da' una mano,
>on no?
Da quanto leggo, non c'e' uno dei frequentatori di questo NG che non
condivida la regola non scritta secondo cui:
"tra diportisti ci si aiuta GRATIS, e l'aiutato ha il dovere MORALE
di ricambiare con qualcosa che sta' tra un aperitivo ed una cena
pantagruelica, secondo la difficolta' e gravita' del soccorso, oltre
al rimborso di eventuali costi vivi".
Ripensandoci pero', mi rendo conto che nei vari "galatei del mare"
scritti o recitati anche in posti come Caprera o Glenans, questo
concetto non e' cosi' enfatizzato come altri.
Ho proprio il sospetto che questa regola tra i marinai "professionisti"
(stavo per dire "veri", ma ci sarebbe da discutere... :) ) non sia
per niente condivisa, forse traducendola cosi':
"il PROFESSIONISTA che si caccia nei guai deve ricompensare il
PROFESSIONISTA che per soccorrerlo si distoglie dal proprio LAVORO
perdendo probabilmente il proprio guadagno e magari nel far questo
andando anche incontro a forti costi".
Sospetto poi che ci sia un corollario:
"Se poi quello che chiede aiuto al PROFESSIONISTA e' un DILETTANTE,
allora si MERITA proprio di pagare, cosi' la prossima volta stara'
piu' attento a non cacciarsi in stupidi pasticci".
Due punti di vista inconciliabili?
ciao a tutti,
Gianfranco
>Per inciso, io ho trovato molto piu' agevole SPINGERE la barca,
>invece di trainarla (il gommoncino non ce la fa' ad andare dritto,
>e si intraversa di continuo).
>
Mi dicono che il sistema piu' giusto e' di legare il gommone di fianco
alla barca. Non so, noi niente motorino, si va a remi.
> Chiariamo una cosa: Le forze dell'ordine (capitanerie o chi altri ci
> sia in zona) sono responsabili per la vita umana in mare, ovviamente a
> gratis, ma SOLO DI QUELLA....................... Lo stesso vale per
> chiunque altro si trovi a prestare soccorso al posto delle CP.
Io sono stato trainato da Caporizzuto a Crotone (invertitore partito
completamente con gran fracasso di ferraglia, a bordo equipaggio con lo
stomaco in bocca e obiettivo -Salerno- troppo lontano per farlo solo a
vela) da un CP che alla fine ha voluto solo gli estremi della barca e
dell'equipaggio. L'unico guaio era che l'unica cima che avevano a bordo
era di 6 cm di diametro e non era assicurabile a nessun punto della
barca che non fosse l'abero e che il CP non riusciva ad andare a meno di
10 nodi per cui correvo continuamente il rischio di traversarmi e di
tagliare pulpito e battagliola. Andò bene. Tra l'altro non accettarono
che io fornissi un'altra cima e non mi dettero il tempo di giuntarne
un'altra. Dopo tutto sono militari e io a vela ci avrei messo tutta la
notte senza vento.
b.v. mario
> re...@NOSPAMloveboat.com (Ernesto Rossi) wrote:
>
>Normalmente fra diportisti la cosa si risolve con una cena o un
>bicchiere di quello buono, ma se il soccorritore e' un professionista
>la richiesta del premio (o almeno delle spese sostenute) e molto
>probabile...
> >
Una sera a Calvi mentre cercavo una radio costiera che mi permettesse
di telefonare vengo raggiunto da un'invocazione di aiuto. Essendo ormai
tardi e avendo trovato l'ultimo posto libero in porto non avevo voglia
di uscire per fare traina e informai la gendarmeria che mi disse con
fermezza "se hanno bisogno di aiuto lancino il MAYDAY". Io non conoscevo
le norme di cui stiamo parlando e quando mi misi in contatto con i
velisti col motore in panne questi (che le norme dovevano conoscerle
bene) fecero orecchie da mercante e tanto mi pregarono che mi convinsero
ad andarli a prendere. Dopo un'ora e mezzo all'andata e un'ora e mezzo
(qualcosa in più al ritorno) li depositai in porto, ritrovai il mio
posticino e ebbi solo un sommesso grazie perché erano così atterriti che
io potessi chiedere qualcosa che non solo non mi offrirono il caffè il
giorno dopo ma quando io passai uscendo dal porto non risposero ai miei
richiami e si girarono dall'altra parte. Erano torinesi e anche mia
moglie é torinese, fu una delle più grandi vittorie di Terronia
all'interno della famiglia lepore.
b.v. mario