Il giorno domenica 16 agosto 2015 12:40:46 UTC+2, Fabio [Area 6+2.1] ha scritto:
> >ha scritto nel messaggio
> >
> mi sembra tra quelli piu' completi e
> versatili (in quella fascia di prezzo, senza svenarsi quindi). si ferma a
> 128, non riesco a capire se cio' sia un limite udibile oppure
> impercettibile...
>
>
Sul sito Native DSD ci sono anche file PCM 24 bit a 352.8 kHz che si chiamano DXD. E in genere i DSD arrivano a 256fs
Guarda qui per es.
https://yarlungrecords.nativedsd.com/albums/art-of-the-sonata-vol-i
Per quanto riguarda il fatto se noi riusciamo a notare le differenze ovviamente entriamo in un campo soggettivo. Cioè la scienza, i bit, la frequenza dicono che quel brano è meglio definito, più vicino alla realtà. Poi noi, all'ascolto possiamo anche non notarlo ecc.
Bisogna però anche dire che noi quando ascoltiamo normalmente la musica, non è che stiamo lì con la massima attenzione a voler percepire ogni dettaglio. Più che altro ci concentriamo sull'insieme, sull'effetto globale.
Poi succede che bisogna mettersi lì a notare le differenza tra il DSD e il PCM, e allora ci si mette con molta attenzione a notare i dettagli.
Però, ed è questo che sfugge, se uno si mette a notare i dettagli, si concentra, si sforza, ascolta riascolta lo stesso brano, per un'ora ecc. ecco che nota dettagli IN ENTRAMBI I FORMATI.
Ovvero se uno ascolta con attenzione un brano registrato malissimo, inizierà a notare molti dettagli e dirà che si sente bene.
Faccio un esempio:
Diciamo che uno viene da te e dice: ti porto questo nuovo formato, ascolta con attenzione ecc. Tu ascolti più volte, ti concentri, ti sforzi, e NOTI I DETTAGLI. Poi questo tizio ti dice: guarda che era un PCM a 4 bit!
Tu invece magari pensavi che fosse almeno a 24 bit ecc.
Tanto è vero tutto questo che si fanno esperimenti in doppio cieco. Cioè
sia chi da il disco che chi lo ascolta non sanno di cosa si tratta.
Va anche detto che più un impianto migliora, cioè casse migliori, amplificatore migliore, e più si notano eventuali difetti della sorgente, come il rumore di fondo per esempio.
Non a caso la tecnologia digitale è stata intrapresa proprio dai professionisti che per ridurre il rumore del fruscio del nastro erano costretti a tagliare un po' di frequenze alte.
Dobbiamo tenere presente che la registrazione parte da DIVERSI microfoni e non da un solo microfono. Cioè si ha l'usanza di regolare DOPO il volume dei microfoni e non prima o durante la registrazione.
Infatti la cosa migliore sarebbe quella di mettere solo due microfoni a una certa distanza, far suonare l'orchestra (o il gruppo rock, jazz ecc), regolare i volumi in ingresso, e poi via, registrare su un nastro.
Cioè eliminare il multitracce e la masterizzazione.
In questo modo si ottiene una sola traccia originale, non si fa nessuna copia, e quel poco di fruscio si può attenuare abbassando di poco qualche frequenza alta.
Se invece mettiamo più tracce e poi queste vanno ENTRARE in un mixer con tanto di regolazione di VOLUMI e frequenze, ecco che il segnale inizia a deteriorarsi.
In pratica il problema è a MONTE, nella registrazione.
Quindi, si deteriora il segnale nel mixer ANALOGICO e poi si mette tutto su un SECONDO nastro.
Quindi il fruscio del primo nastro (il multitraccia) si va a sommare al rumore di fondo del mixer e alla perdita di segnale (anche se bassa). Poi si riversa su un SECONDO nastro.
Quando si ascolta questo secondo nastro, cioè IL MASTER (che per noi sarebbe il massimo da potere ascoltare) ecco che si nota maggiore fruscio rispetto alla traccia principale senza intervento del mixer.
Poi questo master va generare il vinile, o il CD (i famosi AAD) o un altro nastro.
Qui ora molti dicono che il vinile è superiore che il nastro pure ecc.
Tuttavia basta ascoltare le RIMASTERIZZAZIONI per capire che la rivoluzione dall'analogico al digitale ha MIGLIORATO il tutto.
Chiunque può ascoltare un brano inciso da Karajan negli anni Sessanta e riversato su un CD AAD e paragonarlo con una RIMASTERIZZAZIONE su cd ADD.
Cioè hanno ripreso il nastro multitracce e invece di entrare nel mixer analogico sono entrati nel convertitore analogico digitale, quindi nel mixer digitale e poi sul disco a 32 bit ecc.
Il fatto quindi di avere eliminato il mixer analogico e il master su nastro ha prodotto un miglioramento enorme.
Tanto è vero che il vinile DIGITAL ebbe un gran successo, dove o si trattava di rimasterizzazioni, e quindi si aveva ADA, o di incisioni su multitraccia digitale, e cioè DDA.
Qui sia quelli che ascoltano i cd che quelli che ascoltano il vinile sono d'accordo che la digitalizzazione, la rimasterizzazione digitale ha migliorato molto il tutto.
Il segnale digitale non si perde, non ci sono dispersioni, il segnale analogico invece soffre molte dispersioni.
Questo significa che se il segnale analogico a monte è perfetto, ecco che dopo i missaggio ecc andrà a perdere molta della sua qualità iniziale. Ne perde a tal punto che conviene fare il missaggio digitale.
Da qui allora l'idea di registrare direttamente in digitale. In questo modo si elimina anche il fruscio del nastro traccia.
Quello che deve essere chiaro è che nel caso della registrazione noi ci troviamo difronte a DUE FENOMENI, uno è quello del TRASFERIMENTO del segnale, il segnale che viaggia da un supporto all'altro, da un filo all'altro, da una apparecchiatura all'altra. L'altro è quello della MEMORIZZAZIONE di questo segnale, cioè la registrazione.
La memorizzazione su nastro traccia se anche viene vista come oggettivamente migliore rispetto a quella su traccia digitale, non esaurisce il tutto.
Infatti poi questo segnale (anche su traccia analogica) deve VIAGGIARE.
E in questi viaggi il segnale analogico si deteriora molto. Invece il segnale digitale non perde assolutamente nulla.
Basta provare a fare qualche telefonata in città lontane o in Giappone per rendersi conto di come il segnale digitale non subisca dispersioni.
Quindi, non basta analizzare solo il supporto che immagazzina i dati elettrici in uscita dal microfono. Bisogna analizzare anche cosa succede durante i vari viaggi che fanno questi dati, queste informazioni.
E siccome nel caso della musica i dati fanno diversi viaggi ecco che la CATENA digitale è nettamente migliore della catena analogica.
Poi può anche darsi che il nastro traccia sia infinitamente migliore della traccia digitale, ma questo non basta. Infatti a noi arrivano le COPIE e quindi se con la trasmissione digitale si sente meglio, ecco che bisogna adottare il digitale.
E non si tratta solo di fruscio del nastro ma anche di vera e propria dispersione di INFORMAZIONI. Cioè il segnale analogico via via che passa nelle apparecchiature si deteriora, si deforma ecc.
Questo significa che un CD DDD e un vinile DDA sono il frutto di un segnale che ha viaggiato digitalmente e non analogicamente. E se un amante del vinile dice che sente bene quel disco, allora sta anche dicendo che la registrazione digitale si sente bene.
In questo modo forse si capisce bene perché si è tanto discusso nella scelta del cd verso il vinile. In realtà questa è sempre stata una questione mal posta, una domanda senza un senso preciso. Noi non dobbiamo analizzare solo il supporto finale (cd o vinile) ma la CATENA di come si è trasmesso il segnale.
E il digitale ha trionfato nettamente rispetto al nastro.
Quindi la vera questione era: meglio la catena di nastri (analogica) o quella digitale?
Sicuramente a qualcuno piace il nastro ancora oggi, il fruscio e lo preferisce al cd. Succede che a quel fruscio ci si abitua, o si abitua a tagliare le frequenze alte per non sentire il fruscio ecc.
Però qui stiamo parlando di TRACCE, cioè traccia analogica e traccia digitale.
Invece, oggi, stare a paragonare la TRASMISSIONE analogica con quella digitale non ha senso.
Cioè se si parte dal m ultitracce e poi si va su nastro (master)e poi di nuovo su nastro, il segnale si deteriora molto. Se invece si parte dalla traccia digitale, e poi master digitale e poi supporto digitale, allora il miglioramente è NETTISSIMO.
Oggi inoltre abbiamo capito perché poi negli studi di registrazione il digitale è stato adottato piuttosto in fretta, perché avevano master a 32 bit e non a 16 come il CD.
Inoltre, e così forse rispondo alla tua domanda iniziale, con la tecnologia digitale è possibile migliorare la traccia, invece con la tecnologia del nastro non si è potuto fare molto di più.
Oggi parliamo di PCM a 300 Khz di DSD a 500fs ecc.
Con i nastri invece a che punto siamo??
Ci sono miglioramenti?
Grazie al digitale siamo arrivati a miglioramenti tali (oggettivi) che neppure percepiamo.
Oggi quindi la vera disputa non è più tra registrazione digitale o registrazione analogica, nastro o apparecchiatura digitale.
Oggi la questione riguarda il PCM contro il DSD.
Ovvero se è più importante il numero di bit (16, 24, 32) o la frequenza.
Il DSD aumenta moltissimo la frequenza e però rimane ad appena un bit.
Il PCM invece rimane a frequenze basse ma aumenta il numero di bit.
Aumentare il numero di bit significa trasmettere IN CONTEMPORANEA un maggiore numero di informazioni. Cioè si trasmette un vettore e se sono 8 bit abbiamo il Byte.
Se però si aumenta la FREQUENZA della trasmissione del dato, questo significa che nell'unità di tempo si acquisiscono maggiori informazioni.
Cioè se io per es. ogni 10 secondi rilevo la posizione di un oggetto in moto, ecco che poi posso derivare un grafico, dopo per es. tre minuti di osservazione.
Se invece di ogni 10 secondi arrivo a ogni 4 secondi, ecco che sarò più preciso.
Allo stesso modo capita per il campionamento dei suoni.
Maggiore è la frequenza di rilevamento dei suoni, maggiore è la definizione.
Tuttavia in informatica noi possiamo andare in parallelo, cioè inviare nello stesso istante più informazioni. Nel caso dei 16 bit e 24 bit notiamo che varia anche la frequenza. Si passa dai 44 ai 96 a 192 ecc.
Questo significa che il sistema PCM usa la frequenza e non solo il numero di bit.
Come si nota sono due sistemi profondamente diversi di trasmettere i dati digitali. Il tutto poi dipende anche dall'architettura del calcolatore che fa questo.
Parlare solo di bit e frequenza è riduttivo perché bisogna capire come esattamente avviene il campionamento. In pratica la conversione del segnale elettrico analogico emesso dal microfono in segnale digitale è qualcosa di molto complesso e il confronto è tra i vari convertitori che usano gli stessi sistemi ma con progetti diversi.
Un po' come gli amplificatori che usano gli stessi principi di funzionamento, ma poi ci sono una serie di dettagli del progetto che fanno sentire meglio o peggio il suono.
Fortunatamente nel caso dei circuiti digitali il livello dei componenti (cioè la loro qualità fisica) incide poco sul risultato finale. Infatti il segnale che viaggia è digitale, non si deteriora e quindi i circuiti integrati e i microprocessori (a parte la velocità) si equivalgono.
Per questo nel caso del giradischi si avevano quelli buoni e poi quelli buonissimi perché qui incideva non solo il progetto ma anche la qualità dei componenti.
Nel caso invece dei DAC incide molto il progetto della circuitazione digitale, fermo restando che la sezione che preamplifica il segnale è di pari qualità.
Cioè ci troviamo nel caso del dac difronte a un problema di SOFTWARE, cioè a come viene elaborato il segnale digitale e poi convertito.
Tanto è vero questo che i network audio player (lettori di rete) vanno a migliorare quello che fa un computer. CIoè abbiamo un netto miglioramento a livello software. Infatti con pc bisogna scaricare foobar, asio ecc.
I network audio quindi rispetto al giradichi e alla meccanica del CD, ha eliminato completamente le parti meccaniche. Inoltre la parte analogica è solo quella di PARTE del DAC e poi ovviamente la circuitazione digitale del network.
In pratica ci troviamo davanti a un vero e proprio computer con un buon dac e questo significa che la parte software diventa preponderante e quindi il progetto (il software) la farà da padrone sui componenti.
A parità di componenti suonerà meglio quello che usa un software più idoneo.
Oggi se non si conosce a fondo l'informatica (e in particolare il funzionamento del DAC) non è possibile capire a fondo il funzionamento di un impianto Hi Fi.
Di analogico rimangono solo le casse e l'amplificatore.
Quindi non basta più un perito elettronico per capire a fondo, ci vuole uno che conosca bene l'informatica e in particolare il funzionamento dei circuiti digitali.
D'altra parte dagli anni quaranta ad oggi noi abbiamo avuto la terza rivoluzione industriale che è stata in larga parte una rivoluzione digitale:
https://it.wikipedia.org/wiki/Terza_rivoluzione_industriale
Chi ha seguito l'evoluzione degli impianti hi fi è in grado di capire bene cosa è stata questa terza rivoluzione:))