On 27/09/17 08:30, gio_46 wrote:
> Trattasi della casa di un mio amico. Prima del cappotto, la muffa
> era distribuita anche su tutte le pareti, adesso invece si è con-
> centrata tutta in alto. La casa è stata costruita circa 10 anni fa
> da una cooperativa con cui adesso sono in causa.
Queste sono situazioni che certe volte possono essere molto
complesse da diagnosticare "in remoto". Ma dalle vostre
parte, visto che sono in causa, non esistono bravi
termotecnici ? Si rivolga all'ordine locale degli ingegneri,
magari per avere un nome.
Prima di tutto serve sapere quale e' la zona climatica.
Poi quale tipo di terreno e' immediatamente sotto la
fondazione (argilla, ghiaia, roccia) e se c'e' presenza
di falda acquifera vicino alle fondamenta.
E quante persone mediamente stanno in casa e quante
volte si mettono a stendere i panni ad asciugare e
dove, quante volte si cucinano pietanze bollite o si
cuoce la pasta (questo serve a stimare la quantita' di
umidita' generata dalle attivita' domestiche, e che va
correttamente smaltita, specialmente d'inverno).
Gia' queste semplici informazioni permettono di indirizzare
i sospetti in poche direzioni invece di immaginarsi di tutto
il possibile come si e' visto in questa discussione.
Utile sarebbe anche sapere il tipo di costruzione (armatura
in c.a. con tamponamenti in laterizio oppure casa in muratura ?).
E poi la domanda difficile: sono state fatte le impermeabilizzazioni
delle fondamenta ? Se non avete il progetto, uno scavo puo'
aiutare a capire.
Un primo investimento che il suo amico potrebbe fare e' un
costoso (e' ironico) termometro con igrometro che da Lidl trova
a 10 euro. La presenza della muffa puo' essere divisa grosso
modo in due casistiche:
- per umidita' che trasuda dai muri (non solo per risalita,
ma puo' anche avvenire per infiltrazioni o dalle pareti o
da tubi incrinati o giunte fatte male, questo ovviamente
sono piu' localizzate e chi ci abita sospetta sempre che
sia cosi'
- per umidita' ambientale (e chi ci abita nega sempre che sia
quella la causa perche' automaticamente la colpa diventa sua)
La verifica e' banale: dove la muffa si e' formata con un
cacciavite o un altro oggetto appuntito fatte una incisione
nell'intonaco. Se l'intonaco sottostante e' bello asciutto,
siamo nel secondo caso: umidita' ambientale.
Se si tratta di umidita' ambientale, le origini possono essere
dovute alle attivita' domestiche oppure provenire dal pavimento
o dalla fascia bassa dei muri perimetrali. In questo caso,
l'avere fatto il cappotto interno non risolve affatto il
problema, semplicemente, dietro l'isolante si forma letteralmente
il "bagnato" che poi risale fino ad incontrare il punto freddo
a vista: il soffitto.
E questo e' solo l'inizio.
Ma una prima domanda semplice la si puo' fare subito: "caro amico,
quante volte e per quanto tempo *ogni giorno* apri le finestre per
cambiare l'aria quando fuori c'e' un freddo cane ?"
Come amministratore mi sono trovato a gestire una piccola
torre. (edificio di otto piano, con due appartamenti per piano,
un lato sud ed uno lato nord, e senza isolamento,
edilizia economica degli anni stile anni '70)
C'erano alcuni inquilini che mi tampinavano perche' a loro dire
c'erano infiltrazioni di acqua (i muri in certi punti, quando
fuori era molto freddo, erano bagnati). Ma una semplice incisione
mi permetteva di mostrare loro che l'intonaco sottostante era
perfettamente asciutto, percio' si trattava con evidenza di
condensa. E l'ho capito nel momento che mi hanno aperto la
porta: una sgradevole sensazione di umidita' con aria calda
e stantia. Si sono offesi, quando gli ho chiesto se aprivano
le finestre per cambiare aria almeno una volta alla ...
settimana. Ed erano uno degli appartamenti orientati a sud.
Infatti al piano di sopra ed al piano di sotto non hanno
mai avuto problemi.
Il lato nord invece era un disastro: in corrispondenza di ogni
pilastro c'era una striscia di muffa, tranne in un paio di
appartamenti che tenevano la temperatura intorno ai 18 gradi
e cambiavano due volte l'aria per cinque minuti al giorno.
Anche qui si trattava di condensa, ma li' era giustificata
da un notevole sbalzo termico tra la T della parete interna
(quella dei pilastri era forse di 10 gradi, si sentiva con
la mano quanto erano gelidi) e quella ambientale e pretendere
di limitare la temperatura a 18 gradi era un sacrificio
eccessivo, specialmente per persone anziane.
Ma la cosa peggiore e' che quella situazione era evidenza
di una notevole dispersione di calore verso l'esterno: per
quelle famiglie la muffa era solo l'inizio, c'erano
centinaia di euro di gas consumato in piu' per niente.
Isolare internamente i pilastri (non tutta la parete)
puo' risolvere il problema delle muffe, ma quello di cui
hanno bisogno e' un cappotto esterno che taglia anche le
dispersione in corrispondenza dei travi perimetrali che
poi trasmettono il gelo alle solette, veri e propri
radiatori all'interno degli appartamenti).
> Mi chiedo cosa si può fare, se non basta il cappotto,
La funzione del cappotto e' di isolante termico, non di
blocco della umidita'.
> per impedire questo strazio.
> Non ho delle foto da mostrarvi, ma vi assicuro che
> è veramente qualcosa di indescrivibile. In vita mia mai vista una cosa
> del genere.
> La ditta ha detto che interverrà facendo dei fori all'esterno e mettendo
> delle ventoline per la circolazione dell'aria nell'intercapedine.
> Funzionerà?
E' possibile, ma e' come buttare fuori l'acqua da una barca
che affonda: finche' si e' piu' veloci va tutto bene.
Ma non e' meglio tappare il buco ?
Suppongo che finora la consulenza tecnica o il direttore dei
lavori e' rapprasentato da qualche geometrino o tecnico di
non precisata competenza ?